Vario

White Skull (Gus)

Di - 15 Dicembre 2005 - 15:50
White Skull (Gus)

Gus, cantante degli storici White Skull, è una persona schietta, sincera e soprattutto sensibile. Vi lascio alla lettura di questa intervista autobiografica che vi svelerà il passato di un professionista in grado di pensare sempre e solo alla sua “passione”, anche dopo un 2005, sotto certi aspetti, da dimenticare. Grazie Gus e buona lettura.

Prima domanda praticamente forzata. Come sta Gustavo Adrian Gabarrò (io fino ad oggi pensavo GaSbarrò, ma sul sito la s non c’è :D)? Ti va di raccontare ai nostri lettori che tipo di problema fisico hai avuto e che ti ha spearato per qualche tempo dal microfono? Tranquillizzerei tutti dicendo che il peggio è passato: a te la parola!

Una mattina del mese di maggio, per ironia della sorte, il mio cervello si è bloccato temporaneamente a causa di una ischemia, per cui non riuscivo più a parlare e non comandavo il mio braccio destro. Subito di corsa al pronto soccorso, con tanto spavento della mia famiglia, mi hanno ricoverato in neurologia dove mi hanno fatto vari esami e hanno scoperto che il problema partiva dal cuore, un difetto ereditario. In quel momento mi sono trovato ricoverato insieme ai vecchi da 80 anni in su che soffrivano dei miei stessi problemi, puoi immaginarti che bella scena del cazzo! (scusandomi per la volgarità), ma in quel momento non capivo cosa mi stava succedendo e cosa mi riservava il futuro. In quei giorni pensavo seriamente di non riuscire più a cantare; è un senso di dispiacere enorme come il non sapere cosa fare del tuo futuro. Sono quindi stato operato al cuore, con 3 mesi di convalescenza. Grazie a Dio il peggio è passato e sono tornato a fare una vita normale. Da settembre ho ricominciato anche a cantare, con tanta difficoltà però con la voglia e la dedizione di sempre. Ringrazio innanzitutto la mia famiglia, Michela, tutti i White Skull, amici, musicisti e tutti i fans che mi sono stati vicini in tutti questi momenti difficili.

Passiamo alla musica: il prossimo album della band si intitola “The Ring of the Ancients”; è addirittura già stato missato. Ci puoi svelare qualcosa? Sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista delle liriche.

Si, effettivamente il disco è già pronto, l’abbiamo registrato nello studio di Tony e Nick (Remaster Studio). Posso dirti che a livello musicale stiamo tornando all’origine del buon metal classico, dove dalla prima traccia all’ultima si sente la firma inconfondibile dei White Skull, che non temono il passaggio delle mode del momento e ci credono ancora nel far si che il sound del metal rimanga sempre presente nelle nostre orecchie. Dal punto di vista delle liriche c’è stato un bellissimo lavoro del nostro ultimo arrivato, Steve Balocco, che si è impegnato nello scrivere i testi dell’album, oltre alla parte musicale. Questo nuovo lavoro è incentrato sui Celti, raccontiamo episodi non soltanto della vita quotidiana, ma anche aspetti magici, visionari e metaforici, lasciando scorrere il mistero che ancora circonda alcuni aspetti di questo popolo; è per questo che come titolo abbiamo scelto “The Ring of the Ancients”, titolo che secondo noi racchiude tutti questi aspetti del popolo celtico.

In questo momento i White Skull sono senza etichetta: il contratto con la Frontiers è scaduto. Come mai non hanno ritenuto opportuno confermarvi? Siete in trattativa con qualche nuova label? Ci puoi avanzare qualche nome?

La storia con la Frontiers è stata un po’ a senso unico (da parte loro). Nel mio caso personale potevo trovare più gentilezza nel comunicare con un cane rabbioso che non con i membri di questa specie di etichetta. Come vedi non me ne frega niente di dire le cose in faccia! D’altronde tutti dobbiamo dire le cose ingiuste che ci capitano quando crediamo di essere dalla parte della ragione, anche nelle piccole cose, e voglio ribadire che nelle piccole cose si vede il senso dell’onestà. Siamo in trattativa con alcune case discografiche però ovviamente non possiamo ancora dire niente senza avere delle conferme. Sappiamo tutti che il metal sta attraversando un periodo difficile però abbiamo fiducia nel nostro lavoro e nella nostra potenzialità. Adesso come mai i White Skull possono dare tantissimo al pubblico, noi ci crediamo e prima o poi la gente ci darà ragione.

A breve, la vostra vecchia etichetta, l’Underground Symphony, pubblicherà una versione del penultimo “The Dark Age” in doppio cd contenente la versione dell’album cantata interamente in spagnolo “La Era Oscura”. Come mai questa mossa? A chi è indirizzata?

Inizialmente Tony mi parlava di stampare un cd contenente canzoni non pubblicate e pubblicate, perché aveva del materiale vecchio e nuovo (pezzi live, bonus tracks, ecc) che non aveva senso lasciare nel cassetto. L’idea in partenza era di fare una tiratura limitata di questo materiale, finchè abbiamo avuto una chiacchierata con Maurizio dell’Underground Symphony che ci ha proposto di aggiungere a questa pubblicazione il cd della versione in spagnolo di “The Dark Age”, che era già uscito in Sud America ma era molto richiesto anche dai fans europei. Colta la palla al balzo si è deciso di fare questo album doppio, che ci è sembrato un’ottima proposta. Non sappiamo la data precisa di uscita, in questo momento stiamo curando l’artwork, che è affidato a Michela Solbiati, che ha già lavorato per “The XIII Skull” e segue gran parte del lavoro grafico e fotografico del gruppo.

Gus hai trovato difficoltà a re-interpretare i vecchi brani della band? Quelli cantati dalla voce femminile Federica De Boni tanto per intenderci. Come ti hanno accolto i vecchi sostenitori dei White Skull? Permettimi di dirti che non era facile sostituire quella voce, beh, ci sei riuscito egregiamente.

Certo che nei primi tempi ho dovuto lavorare sulle canzoni vecchie del gruppo, logicamente non è stato facile però, siccome la tecnica di canto usata da entrambi è simile, ho assimilato i brani e adesso trovo piacere nel cantarli dal vivo. Come tutti i gruppi dove cambia il cantante puoi trovare alcuni fans che non digeriscono l’uscita del vecchio, in 4 anni penso che ormai questo passaggio sia stato superato. Di solito non mi soffermo all’opinione della gente, io canto per divertirmi e voglio che la gente si diverta insieme me e per fare questo ci vuole molto sacrificio personale, dedizione e tanto amore per il metal. Penso che i fans hanno capito questo messaggio, e anche quelli più legati al passato hanno accettato il cambiamento. Sono contento che la vita dei White Skull continui così.

Raccontiamo agli utenti, chi era (musicalmente parlando) Gus prima del suo “ingaggio” coi White Skull.

La mia carriera musicale inizia nel lontano 1980, quando avevo quasi 14 anni e il rock e il metal pullulavano nella metropoli di Buenos Aires. In quel periodo mi dilettavo a cantare nella scuola, in chiesa e nelle feste di famiglia, dove mi facevano cantare contro la mia volontà (come ai bambini quando fanno recitare le poesie di Natale!). Nel frattempo seguivo a tutte le prove un gruppo formato da amici di mio fratello già ventenni che facevano rock-blues e suonavano in diversi locali di Buenos Aires. In quel periodo mi ricordo che mio fratello Raul mi passava tutte le novità dell’ambiente rock che ascoltavo con interesse e cercando di capire perché questa musica underground mi piaceva così tanto, ti parlo di Led Zeppelin, Yes, Hocus Pocus, Deep Purple, Johnny Winter, ecc. E’ lì che ho preso la mia tendenza musicale che ancora adesso conservo. Mi ricordo che nei weekend andavo in questi locali a vedere i Macchiavello, nome del gruppo di cui ti parlavo, mio fratello, che faceva il roadie e fonico, mi portava con lui contro la volontà di mia mamma a cui piaceva la musica rock, ma non approvava che tornassi tardi a casa, però si tornava sempre alle 5 del mattino con tanti rimproveri e le solite minacce di non uscire più di casa. Un giorno veniamo a sapere che il cantante dei Macchiavello se ne era andato improvvisamente dal gruppo, il resto della band era molto preoccupato perché dovevano affrontare un grosso concerto e avevano solo poche settimane per trovare un nuovo cantante. E’ lì che entro in scena: quando, durante le prove seguenti, mi sono proposto, con tanto di timore delle risate per la mia precoce età, di affrontare questo concerto come cantante, visto che sapevo già anche tutti i pezzi, puoi immaginarti le facce perplesse non solo dei ragazzi del gruppo ma anche di mio fratello! Dopo qualche discussione e la mia insistente rottura di coglioni per cantare in quel festival hanno dovuto accettare (per disperazione) di prendermi solo per quel concerto. Infatti sono rimasto nel gruppo per 4 anni e mezzo, nel frattempo abbiamo cambiato nome in “Los Delinquentes”, suonavamo dappertutto: bar, birrerie, sobborghi, locali malfamati, ecc. In definitiva i miei inizi sono stati così, fino a che, a 18 anni, sono entrato nei Kaiser, che botta ragazzi! Quello sì che era il vero metal, dove non esistevano i mezzi né il potere d’acquisto che abbiamo al giorno d’oggi, dove un ragazzo di 17 anni può già avere la chitarra “firmata” e la convinzione di suonare come Malmsteen; che disastro quando mi trovo con ragazzi convinti che basta avere una bella chitarra per essere bravi e non sanno che per essere veramente bravi si deve iniziare dalla chitarra più scadente, quando riuscirà a tirar fuori il suono da questa chitarra potrà ambire a una cosa migliore. Posso dire che con i Kaiser ho passato degli anni stupendi, in poco tempo eravamo uno dei gruppi di punta a Buenos Aires, le nostre canzoni erano trasmesse in radio e siamo stati anche in TV, cosa che a Buenos Aires è un vero miracolo. E’ come se i White Skull partecipassero a Domenica In, impossibile! Dopo di che sono partito per l’Italia, dove ho trovato serie difficoltà per trovare il feeling col metal, perché non trovavo la gente con lo spirito giusto e la volontà di fare il vero metal. Ho suonato in tanti gruppi di Alessandria, poi un bel giorno Maurizio Chiarello della Underground Symphony, che mi aveva sentito cantare in un demo di uno di questi gruppi, ha dato il mio numero a Tony, che mi ha chiamato. Io pensavo che fosse uno scherzo di qualche amico, invece era vero … e il resto è storia!

L’attività live da sempre è un grande punto di forza della band, vuoi raccontarci qualche aneddoto, qualche curiosità e magari dirci se c’è qualche “star” del settore che ti ha colpito sia in senso positivo che negativo?

E’ certo che noi dei White Skull mettiamo il cuore in tutti i concerti ed è veramente il nostro punto di forza; posso dirti che come aneddoti ne abbiamo tanti. Per esempio, da quando Danilo è entrato nella band, i conti degli alberghi sono maggiorati a causa di pay-tv (porno) e lui si stupisce ogni volta per la grossa somma in più da pagare! Un episodio che mi rimarrà sempre in mente è stato durante un concerto a Verona: pioveva a dirotto e io osservavo molto contento Tony che prendeva l’acqua e si esaltava a vedere la gente che cantava le nostre canzoni nonostante il diluvio. Queste sono cose che rimarranno per sempre.
Nella mia carriera di musicista ho incontrato parecchie “star” ma poche volte ho sentito un’emozione grandissima come quella di abbracciare Ronnie James Dio, il mio maestro! Veramente un tipo geniale e, come tutti i geni, la professionalità e l’umiltà sono parte della grandezza della sua persona. Vorrei arrivare alla sua età cantando in modo impeccabile come lui e penso sempre di più che i giovani cantanti, come ai miei tempi, devono prendere esempio da questo tipo di artisti.

A quali cantanti del passato o del presente ti ispiri Gus?

Come ti dicevo prima sono della scuola di Ronnie James Dio, David Coverdale, Ian Gillan, Joe Lynn Turner, ecc. Senza dubbio nella mia carriera mi sono sempre ispirato a loro, che hanno un modo di cantare molto libero, con una tecnica impressionante e una espressività unica. Non mi piacciono i cantanti che si concentrano solo sulla tecnica imparata nella scuola senza cercare una loro personalità e senza trasmettere niente al pubblico, è sbagliato cantare così, per quello sono contento di avere un approccio nella musica che mi permette di trasmettere le mie emozioni.

Ti senti realizzato col lavoro che hai fatto e che stai facendo per la tua attuale band? Hai avuto proposte da qualche gruppo magari più in voga e, soprattutto, hai mai pensato ad un album solista?

Abbiamo fatto un bel lavoro fin’adesso, spero di lavorare sempre così con la voglia e la passione di sempre. In quello che facciamo cerco sempre di dare il meglio e di cercare di essere originale.
In varie occasioni sono stato contattato per fare degli altri lavori ma non ho accettato. Già da un anno sto preparando un album solista, sarebbe molto bello dopo tanti anni di musica riuscire a realizzare un sogno.

Vorrei un commento su ognuno dei cantanti italiani che ti scrivo qui in basso:

Michele Luppi (Vision Divine)
Ci siamo visti in diverse occasioni, bravissimo cantante, molto simpatico.

Roberto Tiranti (Labirinth)
Cosa posso dirti di Roberto, un “ciclone”, non so dove prende l’energia, veramente bravo. Lo ringrazio per avermi fatto conoscere Glenn Hughes. Grazie Roby!!!!!

Fabio Lione (Rhapsody)
Arrivare ad esportare il metal italiano è un onore ed è un motivo di elogio per lui. Con lui ho una cosa in comune: il coupè! Spero di rivederlo presto e fare un’altra chiacchierata insieme.

Alessio Garavello (Arthemis)
Perché ti sei tagliato i capelli?? Lo ringrazio per i suoi bellissimi interventi nei nostri dischi, un ragazzo eccezionale con cui abbiamo vissuto tanti concerti. Devo dire che la sua voce matura e si supera di disco in disco. Senza dubbio diventerà un grande.

Titta Tani (DGM)
Non lo conosco bene, ci siamo visti solo in qualche concerto. Anche lui, come gli altri, è un bravo esponente dello stile metal italiano. Bravissimo nei lavori che ha fatto con i DGM.

A proposito di “Metallo Italiano”, che opinione hai in merito? C’è qualche band che ti affascina?

Il metal italiano ha subito alcune metamorfosi negli ultimi anni, molti stili diversi si sono formati e tanti piacciono all’estero. Non approvo l’emulazione di tanti gruppi minori che cercano di accaparrarsi meriti altrui invece di fare un metal più personale, però è inevitabile che i ragazzi prendano ispirazione dai più grandi. Come vedi noi siamo un po’ fuori dallo stile “italiano”, senza nulla togliere a questo modo di fare metal, il nostro metal è un po’ una fusione di stili, basta sentire un cd dei White Skull per accorgersene, ed è per questo che mi piacciono.
Non c’è un gruppo italiano che mi affascina più degli altri, li sento molto volentieri e penso che stiano lavorando bene.

Torniamo all’argomento “contratto discografico”: quanto è difficile oggi giorno riuscire ad ottenere qualcosa di veramente professionale in tal senso?

E’ un argomento particolare, è come tornare prima degli anni ’90 quando esisteva tanta difficoltà per realizzare un bel contratto discografico. Logicamente stiamo passando un pessimo periodo per il metal, lo sappiamo tutti. La difficoltà si presenta in quanto le case discografiche non possono (o non vogliono?) garantire le richieste di un gruppo come il nostro, che non sono tante e penso vivamente che i White Skull hanno tanto da dire, noi lo sappiamo e siamo sicuri di quello che facciamo.

Quali sono i prossimi appuntamenti dei White Skull oltre al già citato nuovo album? Un bel live cd magari? Riguardo al DVD, se non sbaglio, ne avete prodotto uno in versione “casalinga”. Ci puoi parlare dei contenuti?

Dopo tanti mesi di inattività abbiamo fatto 2 concerti a Como e Biella, dove veramente siamo stati contenti di tornare sul palco. A me personalmente mancava tanto ed era un buon motivo per testare il mio fisico in situazione live. Dopo di questo non abbiamo nessun appuntamento confermato, stiamo pianificando per l’anno prossimo un tour sudamericano, ma è ancora presto per parlarne.
L’idea di un live Cd non è ancora stata sviluppata, sempre per la mancanza di dialogo con la casa discografica, speriamo in futuro, con la nuova etichetta, di riprendere il discorso.
Abbiamo all’attivo 2 DVD dal vivo che però non sono stati pubblicati da nessuna etichetta. In uno c’è il concerto del Blind Guardian festival a Coburg, con tanto di fans e backstage; l’altro contiene il concerto a Milano, quando abbiamo suonato con i Grave Digger.

Passiamo ad una domanda al fulmicotone: cosa pensa la tua ragazza della tua filosofia di vita che appare sul sito italiano dei White Skull? Sto parlando di Sex, Love and Rock and Roll… 😀

Michela è una ragazza straordinaria ed è d’accordo con la mia filosofia. Logicamente non sono un divo di Hollywood, sono solo un rocker e la mia vita gira attorno alla musica e a quello che mi sono costruito e a lei non dispiace, anzi se non fosse stato per la musica non ci saremmo mai conosciuti, comunque sex, love and rock’n’roll è una frase fatta, però calza a pennello!

Il tuo sogno, è eseguire un concerto sulla Luna… E se la luna si chiamasse Wacken Open Air?

Eh, magari! Tanti ragazzi e fans ci domandano non solo per il Wacken, anche per il Gods of Metal, senza andare tanto lontano; sappiamo tutti che ci sono delle “difficoltà” che non dipendono da noi, prima di schiattare spero che riusciremo a suonare là!

Bene Gus, siamo al termine di questa intervista che, molto probabilmente, appartiene più alla tua persona che alla band nella quale militi. Vuoi salutare i “tifosi” di TM?

Prima cosa grazie a te per l’intervista, chiedo scusa per la sua lunghezza! Senz’altro devo salutare tutto il pubblico di TrueMetal che vedo, anno dopo anno, è sempre più numeroso. Sono loro la vera nostra forza e noi possiamo promettere di non deluderli e fare il metal con la convinzione e l’onestà come sempre abbiamo fatto. Sono sicuro che ce la faremo. Un grande abbraccio a tutti. Gus.