Wind of Hate (all band)
Concettualmente parlando, Torino è una città che nasconde in se un certo fascino arcano, un luogo dove il mistero è di casa, dove la sempiterna dicotomia fra il chiaro e l’oscuro è talmente tangibile, che a volte la puoi toccare con mano. Mistero dicevamo, non per niente è da sempre considerata la nera per eccellenza, pensiero che non scaturisce certamente dalla forte presenza di blacksters che da sempre formano una buona fetta del sottobosco metal “sabaudo”, ma un dato di fatto che fonda le sue radici nella notte dei tempi e che fa di Torino una città dove magia, rito e misticismo si intrecciano per dare vita ad un alone che la avvolge perennemente, e che da sempre ha partorito numerose “menti contorte”. Figli dello spirito più oscuro ed ignoto di questa città perversa, i Wind of Hate si incastonano perfettamente in questo mosaico sia per la loro attitudine, così perfetta da incarnare l’aria che si respira durante le notti cittadine, che per la loro musica che richiama alle mente le gesta delle band più significative del dark sound per eccellenza, che racchiude in se lo spirito dell’horror music, genere tanto di voga agli inizi dello scorso secolo, e che ha avuto come epigoni più significativi Angel Witch, Witchfynde General e i nostri Death SS.
Ciao Sirio, vorrei iniziare questa intervista chiedendoti di spiegarmi la genesi del vostro ambiguo monicker…
(Sirio) L’ispirazione del nome Wind of Hate nasce dopo una grigia serata autunnale sulle colline torinesi dove il gruppo si rifugia per ammirare l’alba oscurata dalle nuvole che venivano spazzate via dal vento; si presentava così davanti a noi il paesaggio spettrale di una città che stenta a vivere. Dalla similitudine del vento che scaccia le nubi con il vento dell’odio che spazza schemi e stili comuni che uccidono la creatività e la pura libera espressione dell’anima e dell’arte, viene scelto il nome attuale.
Se non sbaglio rispetto al vecchio demo ci sono stati dei grossi stravolgimenti a livello di line-up, puoi parlarcene?
Abbiamo iniziato a lavorare sul primo demo con una line-up di 6 componenti che ha subito delle variazioni con la dipartita dal gruppo del secondo chitarrista e del cantante in quanto non condividevano le ispirazioni e gli obbiettivi di noi altri quattro. Dopo un breve periodo siamo entrati in contatto con l’attuale cantante Sir Terry.
In che modo siete venuti in contatto con Sir Terry? È stata la vostra prima scelta, o avevate provato altri vocalist? Come si è integrato con il resto della band? E soprattutto, qual è stato il suo apporto all’interno dell’economia finale del song writing?
(Devas) Dopo aver provato un buon numero di cantanti, le cui espressioni vocali non rispecchiavano le sensazioni che il gruppo voleva esprimere, si stava ideando un progetto unicamente strumentale. Venuti a conoscenza della separazione di Terry dalla sua vecchia band, si è pensato di proporgli il nostro materiale prevedendo un fantastico connubio. Infatti, ascoltando le nostre composizioni, Terry ha capito che tutto questo era proprio ciò che aveva sempre cercato. La sua integrazione con il resto della band è stata immediata e positiva sia a livello musicale che, soprattutto, umano. In particolare, per quanto riguarda il song writing il suo è stato una apporto decisivo, in quanto è lui personalmente ad occuparsi di testi e liriche delle nostre canzoni, in massima libertà di interpretazione ed espressione. In questo caso il suo compito è stato decisamente impegnativo, in quanto l’opera si basa su un concept che tratta tematiche profonde e non comuni.
Il salto di qualità rispetto al vecchio demo, mi sembra evidente sin dalle prime note di “Mystical…”, perciò è logico che vi chieda quanto tempo vi ha portato via la gestazione delle sei songs.
Per comporre in maniera definitiva i sei brani presenti sul CD abbiamo impiegato circa due anni sia perché la continua ricerca di una voce ha comunque rallentato il lavoro ma, soprattutto, perché prima di concludere ogni canzone volevamo essere certi di aver espresso a pieno l’idea di partenza.
Quanti sacrifici non solo economici, vi siete trovati ad affrontare?
Immensi ed incommensurabili…
Si ma le soddisfazioni…..
ci ripagano di gran lunga per gli sforzi fatti. La soddisfazione più grande è stata il riuscire a trasmettere ciò che volevamo comunicare e, finora, chi ha ascoltato il disco pare aver compreso gran parte di questi messaggi.
In che maniera siete arrivati ad ottenere quelle sonorità e quelle ambientazioni a dir poco intriganti che si possono ascoltare fra i solchi del nuovo lavoro?
(Angel) Il gruppo, nella sua evoluzione musicale, aveva deciso di comporre pezzi più oscuri e coinvolgenti a livello emozionale; è per questo che spesso alla potenza abbiamo alternato momenti melodici cercando di esaltare maggiormente le tastiere e le sonorità introspettive.
Terry chi meglio di te può parlarci in modo più esplicativo del concept attorno a cui ruota “Mystical opera of delirium?
Nessuno. A parte gli scherzi, si tratta di un viaggio nel profondo della psiche umana, una elaborata presa di coscienza della mente che dà vita ad un connubio tra misticismo e follia. Ciò che vogliamo ottenere è il sorgere di profonde emozioni, sensazioni e sentimenti che solitamente le persone ignorano di trascurare o che non osano provare.
Da chi o da che cosa hai tratto spunto per la stesura dei testi? In alcuni frangenti ho notato che il lavoro assume delle connotazioni molto intimiste nonché autobiografiche , sbaglio?
Non sbagli assolutamente. Posso affermare che Mystical… è la colonna sonora di un mio vissuto personale, il gioco a cui invito il prossimo è: “ti racconto una favola vera che in sé cela parecchi messaggi, diverse verità, misteriche vie, concetti che potrai elaborare per raggiungere alcune parti di te, per vedere ogni cosa sotto ottiche differenti da quelle solite e ricorrenti”.
Ma per capire ciò, bisogna ascoltare il disco ed elaborare i testi rispetto alla musica ed alle liriche.
Volente o nolente il tuo caratteristico timbro vocale, ha attratto su di te molti commenti discordanti del tipo ” o lo odi, o lo ami”, cosa vuoi replicare a chi critica, a mio modo di vedere, senza senso le tue doti canore?
De gustibus… il timbro può piacere o meno; quel che invece mi taglia il cuore è l’avversione che spesso è stata posta rispetto alle mie modalità interpretative ed ai molteplici stili e tecniche canore che utilizzo in ogni canzone, poiché questo non ricopre esattamente lo standard di quel che già è stato sempre proposto, di ciò che chi ascolta si aspetta. Chi paga per produrti preferisce proporre tematiche scontate, che è sicuro di vendere. Purtroppo io voglio comunicare me stesso e spesso questo non coincide con qualcosa di già sentito, cosi che pochi osano assumersi il rischio di vendere qualche copia in meno; questo a mio avviso uccide la libertà di offrire al pubblico qualcosa di nuovo, cosa che invece aprirebbe immense strade al mondo della musica. Continuo a pensare che un buon produttore non dovrebbe doversi abbassare a chiedere all’artista di seguire schemi coatti e prevedibili per potergli dare fiducia.
In che modo i vostri personaggi si intrecciano con il personaggio principale del concept?
(Rastlin) In realtà i personaggi rappresentati nel booklet non vengono citati nel concept, infatti rappresentano semplicemente la figura di ogni componente all’interno del gruppo; ognuno di noi per le proprie caratteristiche rappresenta una figura unica ed inimitabile che ha un certo peso all’interno della band…la nostra musica è magia e mistero così che anche noi assumiamo un contorno che ha qualcosa di magico e misterioso.Comunque è probabile che in futuro faremo rientrare nelle tematiche delle nostre composizioni anche i singoli personaggi…
Classic metal, gothic, power e prog metal, ma come diamine siete riusciti ad amalgamare tutte queste influenze sonore?… come potresti definire la vostra musica a chi non ha avuto ancora la possibilità di ascoltarvi?
Penso che l’amalgama tra i suddetti generi sia dato soprattutto dal fatto che ogni membro del gruppo durante la composizione dei vari brani dà il proprio contributo fatto sia di esperienze che di gusti musicali differenti che, come dici tu vanno dal classic al gothic, ma che comunque spaziano anche al di fuori dello stesso metal.
Per quanto riguarda la definizione del nostro genere, penso che non ce ne sia una precisa, soprattutto perché non abbiamo, a differenza, penso, di molti altri, una vera e propria band da emulare e quindi è difficile riuscire ad inquadrarci secondo i tradizionali canoni metal.
Quali sono le band che hanno contribuito a solidificare il vostro back ground di musicisti?
(Angel) Sicuramente le band che hanno fatto scuola per antonomasia come i vari Iron Maiden, Metallica, Megadeth sino ad arrivare a gruppi più particolari che spaziano sui generi più disparati e che ci differenziano all’interno della band dandoci modo di poter attingere da diverse fonti di ispirazione.
So che avete incominciato a spedire il nuovo materiale a case discografiche e magazine del settore, come pensi possa essere accolto?
(Angel) La nostra speranza è di riuscire ad ottenere consensi maggiori rispetto al precedente lavoro, perché comunque il nostro obiettivo è innanzitutto quello di migliorare e penso che almeno sotto questo aspetto i Wind Of Hate l’abbiano dimostrato.La gente spero accoglierà positivamente il nostro lavoro, ma a prescindere dal giudizio positivo o meno, l’importante penso sia sapere se siamo riusciti nell’intento di dare un’emozione all’ascoltatore, la stessa che ci fa suonare e comporre perchè la musica per noi è soprattutto un’emozione e se riusciremo a condividerla con più persone vorrà dire che avremo fatto un buon lavoro.
L’ultima volta che ci siamo sentiti mi raccontavi che anche dal vivo ci saranno delle belle sorprese, vero?
(Sirio) Sì, certamente ci saranno alcune sorprese sia a livello scenografico, per quanto ci sarà possibile, sia a livello musicale. Speriamo che la parte teatrale che presenteremo dal vivo riesca ad integrare quella musicale, portando gli spettatori a comprendere meglio il nostro messaggio e le nostre ambientazioni.
Dunque cosa c’è nel futuro più prossimo dei Wind of Hate?
(Devas) Per quanto riguarda il futuro vogliamo promuovere il nostro lavoro nella maniera migliore, abbiamo voglia di fare, di suonare dal vivo, con la speranza che il pubblico riesca a cogliere il nostro spirito ed a condividere le emozioni che cerchiamo di trasmettere. Per quanto riguarda il lavoro di sala, abbiamo già a disposizione nuovi brani in previsione del prossimo CD che dovrebbe essere nuovamente un concept, visto che questo tipo di composizioni si adatta in maniera sublime al nostro modo di comporre e ci viene abbastanza naturale pensare alla nostra musica come qualcosa di unico ed unito, non un insieme di tracce da ascoltare ma un vero e proprio “viaggio” che abbiamo intenzione di percorrere ancora a lungo.
Prima di concludere passo la palla ancora a Terry. Senti, la frase più bella frase che vi ho sentito dire è ” l’unica cosa importante è l’amicizia, se i risultati verranno meglio ancora “, ma visto il risultato della tua precedente esperienza musicale, sono solo parole di circostanza, o hanno un significato profondo?
Sai benissimo che è la verità. Prova ne sia che ho rinunciato a firmare un contratto discografico lasciando la mia precedente band nel momento in cui l’interesse ha soffocato l’amicizia e ritengo di esser stato premiato dal karma per aver incontrato i Wind of Hate e trovato in loro soprattutto degli ottimi amici.
Ragazzi siamo alla fine, vi lascio carta bianca per dire quello che volete, ma ricordatevi di fare un mega saluto ai nostri lettori, ok?
Innanzitutto ci teniamo a ringraziare te e chi come te si impegna per promuovere i gruppi “minori” che godono di scarsa pubblicità e popolarità: siamo sicuri che la vostra passione e la vostra determinazione sia di enorme aiuto a tutte le band che, come noi, hanno voglia di fare musica e quindi necessitano di spazi per emergere….veramente ancora GRAZIE!!!
Un ringraziamento ed un saluto vanno anche a tutti i lettori di TRUEMETAL.IT che sostengono il movimento del metal Italiano…GRAZIE ANCHE A VOI!!!!
Beppe “HM” Diana