Wine Spirit (Corrado)
Dopo la maiuscola prestazione di “Fire In The Hole“, ho scambiato quattro chiacchiere con Nail, batterista dei Wine Spirit, realtà tutta italiana che non mi stancherò mai di ripetere, sono orgoglioso rappresenti all’estero il nostro metal.
Intanto ti rinnovo i complimenti per il nuovo disco, che pare mettere
tutti d’accordo, e visti i tempi non è cosa da poco. Mi parli un po’ del
percorso musicale che vi ha portato a registrare Fire In The Hole?
Grazie per i complimenti, in effetti il CD ha ricevuto grandi consensi da parte di critica e pubblico………incredibile! Fire In the Hole è la continuazione del discorso musicale intrapreso da Bombs Away, il genere non ha subito grosse variazioni, è sempre il buon vecchio Rock’n’Roll a farla da padrone. Il Cd è stato registrato a Gallarate(VA) nei Conquest Studios, la casa discografica è la Sacred metal ed è distribuito in Italia da Audioglobe.
Le studio sessions si sono svolte molto tranquillamente, il materiale non e’ stato modificato rispetto al promo inciso in sala prove anzi abbiamo registrato due pezzi in più (non presenti nell’edizione europea) esclusivamente per il mercato giapponese, come vuole la prassi.
Quali sono le differenze tra il precedente Bombs Away e quest’ultimo
album dal punto di vista compositivo, secondo te?
Il primo album risente delle influenze dei nostri gruppi preferiti, c’è un po di Van Halen, un po’ di Motorhead, un po’ di Kiss e di Black Sabbath. Nel secondo, queste influenze, pur sempre presenti, sono meno intellegibili, lo stile proprio della band è piu’ marcato e questo ci fa piacere. E’ un grande complimento quando i fans ti dicono che suonano il genere “Wine Spirit”, noi non siamo certo innovatori tuttavia l’Hard’n’Roll, come mi piace chiamarlo, immeritatamente accantonato nel panorama metal, ci ha permesso di essere un motivo di riscoperta dei grandi che hanno fatto la storia dell’Hard Rock e dell’Heavy Metal prima maniera.
Bombs Away era stato distribuito dalla Perris Records. I motivi dello
split e dell’accordo con la Sacred Metal sono da imputare a negligenze della
Perris o piuttosto ai vantaggi offerti dalla collaborazione con la Sacred
Metal?
Entrambi, la Perris ci ha ammazzato il primo album, complice anche la pessima distribuzione nazionale fatta da Frontiers, la Sacred Metal ci ha offerto un’opportunità e noi l’abbiamo subito accettata se non altro perché se qualcosa fosse andato storto avremmo potuto rimediare discutendone “faccia a faccia”… il Texas invece è un po’ troppo lontano!!
I Wine Spirit oggi sono una delle realtà italiane di Metal “tradizionale”
più apprezzate e conosciute. Ma un gruppo come il vostro riesce a campare di
musica?
Certo che sì! L’attività live è la più redditizia anche se anche la scuola di musica dove insegnamo aiuta e non poco il bilancio mensile!! Come ogni lavoro Freelance, quello del musicista alterna periodi di “magra” a periodi più lusinghieri dal punto di vita “pecuniario” hehe! Comunque non ci lamentiamo, ci va bene così.
In pratica la domanda precedente è l’interrogativo che si pongono i
metallers di oggi. Secondo te è sbagliato questo tipo di approccio (nel
senso che ci si dovrebbe solo preoccupare di divertirsi) oppure pensi che
sia un buon viatico per il professionismo?
Su questa domanda potrei scrivere un tomo! Il divertimento sta alla base di tutto, se ti va di culo trasformi la tua passione (la musica) in professione (cioè la realizzazione di un sogno, almeno nel nostro caso). Ma non basta: se vuoi fare Metal in Italia (sempre da professionista cioè guadagnare abbastanza per pagarsi l’affitto, la benzina, le bollette, i canoni vari e avanzare qualche spicciolo per cinema e birra) allora il discorso si complica e spesso dai cento per ricevere uno e i momenti di sconforto affiorano di tanto in tanto in compenso fai veramente quello che più ti piace, che non ti annoia mai, che ti fa godere ogni volta che sali sul palco ed è strepitoso! Se vuoi fare i soldi allora puoi fare il turnista, suoni qualunque schifezza che ti propongono basta che ti paghino… però alla lunga è un po’ triste (e poi la tua faccia non c’è mai sulle copertine dei CD, c’è solo una noticina all’interno del booklet!!). In sintesi, se la musica è ad uno stadio dilettantistico o poco più, suona ciò che piu’ ti piace e divertiti piu’ che puoi!
Le tematiche che affrontate nei vostri album (la polvere da sparo è
quanto mai protagonista) provengono in qualche modo da una letteratura o una
cinematografia particolare? Cosa vi ispira?
Sono io il responsabile di queste tematiche…ehm! Sono molto interessato agli episodi che hanno caratterizzato la seconda guerra mondiale e adoro gli aerei da guerra. La copertina del primo album ne è un esempio lampante e anche il pezzo “Tail Gunner” non tradisce questo iter. Ma non tutti i testi parlano di guerra, ci mancherebbe, alcuni parlano della gnocca (“She’s a Regular Boogie Woogie”) che ultimamente nel Metal, con i dragoni di cartone e le spade di plastica, è stata un po’ accantonata, altri testi parlano di ecologia (“A New Mankind”) altri di fatti di cronaca (“Hide & Kill”). C’è un po’ di tutto insomma.
A volte nel nostro genere le band di tre elementi sono simbolo di
compattezza e solidità, anche dal punto di vista del sound. Penso ai Rush o
ai Motorhead. Vi riconoscete in qualche modo in questa numerologia?
Assolutamente!! Il Power Trio e’ sempre stato il nostro obiettivo e i Motorhead il nostro motore trainante!
La fortuna è avere almento un cantante-strumentista così da ridurre all’osso la formazione.
Quando poi ho visto i Rush (mio dio che bravi!!!) ho capito che non serve un’orchestra per riempire il palco!
Come è nata l’idea di registrare la cover dei Whitesnake, “Sailing Ships”?
Era una cover che suonavamo già tempo prima e Graziano la interpretava parecchio bene, il pezzo è molto bello (Steve Vai fa delle cose egregie con la chitarra) e quindi abbiamo deciso di inserirla. Moltissimi non sapevano neanche che fosse un pezzo dei Whitesnake… non dimenticate i Maestri accidenti!!!
Sembrerebbe che la vostra notorietà sia esplosa dopo l’esibizione al Gods
Of Metal del 2000. Come arrivaste, all’epoca, ad un palcoscenico così
importante?
Nel 2000 fu Yamaha a portarci allo stadio Brianteo a Monza, all’epoca eravamo solo una metal-cover band e non potevamo certo salire sul palco principale (cosa che e’ successa nel 2001 al Palavobis con l’uscita di Bombs Away). Facevamo un po’ da tappabuchi, tra un gruppo e l’altro, noi suonavamo 20-30 minuti su un piccolo palco posto lateralmente a quello principale, il tempo di preparare lo stage per il gruppo successivo. Fu un successo assolutamente inatteso che ci ha fatto conoscere anche all’estero: in Brasile sulla rivista Roadie Crew ci hanno ricordato come vera sorpresa dell’edizione GOM 2000.
Quell’esibizione decretò il vostro successo soprattutto come live band.
Questa dimensione è sempre più rara nelle band di oggi. Sai avanzare
un’ipotesi sul perché?
Non saprei, posso dire che l’esibizione live dovrebbe essere la Vita per ogni rock band che si rispetti, con la tecnologia attuale, si possono fare CD anche con mezzi economici e si può “barare” molto facilmente sulle effettive capacità del gruppo!!!! Per questo cerco sempre la prova live (dove possibile) e mi è anche capitato di rimanere molto deluso da gruppi considerati “Mostri Sacri” su disco, i cui concerti rivelavano invece grandi lacune strumentali e vocali.
So che hai un passato da bluesman. Hai abbandonato questa passione o
ancora la coltivi negli ascolti? Quali sono le tue preferenze nel genere?
Sì, il blues mi ha cambiato il modo di suonare, anche nelle band tipicamente Hard Rock cerco sempre la vena Blues, soprattutto nei cantanti, ecco perché mi piace Glenn Hughes, David Coverdale, Jeff Scott Soto, Sammy Hagar, Jorn Lande (che mi fa venire la pelle d’oca ogni volta che lo sento) e… Janis Joplin!
Quali sono i prossimi progetti dei Wine Spirit?
Preparazione del terzo album (sì, sì, siamo già al lavoro) e ristampa del primo (con l’aggiunta di bonus e grafica aggiornata) visto che non è arrivato da nessuna parte!Speriamo sempre di fare un tour europeo di spalla a qualche “BIG” (Sacred Metal stiamo aspettandoooooooooo!!!!!!!).
L’ultima parola, come al solito, è rivolta ai lettori di Truemetal.it.
Da parte mia ti ringrazio e ti saluto, facendoti un grosso in bocca al lupo
per il futuro.
Ringrazio Truemetal.it per l’ospitalità, ai lettori musicisti ripeto di suonare tanto, studiare tantissimo e divertirsi tantissimissimo! Ai lettori non musicisti faccio i miei complimenti per essersi fermati sulle pagine di questo splendido portale metal e soprattutto per essere arrivati in fondo a quest’intervista!!
Ciao e grazie.
Nail of Wine Spirit