Wine Spirit (tutta la band)
L’ultima chiacchierata di Truemetal con i Wine Spirit, consolidata realtà del panorama Hard & Heavy italiano, risale ormai a qualche anno fa. Nel frattempo, fiumi di note sono passati sul pentagramma e i nostri rockers hanno macinato km e decibel in gran quantità, lungo la nostra penisola e all’estero, dando finalmente alla luce (data di nascita ufficiale: 25 ottobre 2008) la loro desiderata creatura, a distanza di quattro anni dall’ultimo cd. Il nome del neonato è “Three of a Kind”, che ci dà lo spunto per iniziare l’intervista.
Approfittiamo della cortesia e della disponibilità di questi ragazzi, pronti a rispondere al fuoco di fila di tutte le nostre domande in pieno relax, nella tipica atmosfera del backstage che precede un concerto, tra panini, cambi d’abito (vedi foto) e consueto warm up pre-show!
Allora, innanzitutto scusate per l’intrusione nella vostra… ehm… intimità. E diamo inizio alle domande. Immagino che il titolo dell’album sia riconducibile alla vostra… Trinità, giusto? A chi è venuta l’idea?
CONTE: Inizialmente l’idea era partita da Nicolò Fragile (tastierista dei Gotthard, ndr). Si era pensato al numero 3, semplicemente perché noi siamo in tre e perché si tratta del terzo cd, e quindi si è puntato l’obiettivo su un soggetto che potesse raffigurare i 3 elementi della band. Una notte il Corrado ha avuto l’idea delle 3 impronte: questa idea è piaciuta ed è pertanto stata sviluppata.
Ditemi qualcosa sull’artwork. Chi ne è l’artefice? Cosa rappresenta?
CONTE: L’artefice è sempre Nail.
GUAPO: Sì. L’autore del concept è il Corrado, per cui tocca a lui dare le dovute spiegazioni…
A quanto pare, tutti gli indizi convergono su di te, Nail… Coraggio… Raccontami di quella notte!
NAIL: Bene: visto che sono stato tirato in causa, ora fornirò la mia deposizione! Dunque: oltre al fatto che noi siamo in tre, questo è anche il nostro terzo album: il titolo recita, a grandi linee, “tre della stessa pasta “ e sta appunto a significare, se mai ce ne fosse bisogno, che noi tre percorriamo un cammino comune, perseguiamo un obiettivo comune. Ho cercato qualcosa che rendesse l’idea del numero tre in modo convincente, senza scadere nel banale, sperando che l’ispirazione mi venisse dalla mia collezione di vinili, guardando le copertine dei terzetti mitici della musica Rock: dai Police ai Rush, dai Motorhead ai King’s X. Volevo ottenere qualcosa che facesse inequivocabilmente intendere che noi siamo un gruppo Rock. Anche se non sono un grafico, mi sono messo a “smanettare” con un programma 3D e, dopo un milione di tentativi, ho proposto alla band la bozza di quella che è l’attuale cover.
E quell’immagine cosa vuole rappresentare, in sostanza?
NAIL: Tre impronte di animali: un canide, un felino e un rettile, selvaggi e aggressivi… molto Rock ‘n’ Roll insomma!
Ok. Adesso veniamo ai contenuti. Innanzitutto, vi ritenete soddisfatti della produzione del disco? Se ben ricordo, infatti, non si può dire che i due cd precedenti siano stati il massimo, sotto questo profilo…
CONTE: Sì, siamo soddisfatti di questa produzione. Nei due lavori che hai citato tu abbiamo riscontrato, in effetti, una certa insufficienza nella produzione.
GUAPO: Secondo me i due precedenti album, più che problemi di produzione, hanno denunciato gravi carenze di distribuzione, cosa che fortunatamente non sta accadendo con questo disco.
NAIL: Rispetto ai precedenti lavori non c’è proprio paragone: Nicolò Fragile e Roberto Salvadori di Cama Records stanno tuttora svolgendo un gran lavoro di “pompage” dell’album. Per ora siamo soddisfatti e, a giudicare dai positivi riscontri che sta avendo il lavoro, lo sono anche loro.
Però dal punto di vista della qualità dei suoni, secondo me, c’è stato un netto miglioramento rispetto a prima. Dico bene?
CONTE: Sì, hai perfettamente ragione, e sono felice che te ne sia accorto!
GUAPO: I suoni sono sicuramente ottimi, anche grazie alla qualità dello studio di registrazione (HIT Factory Studios) e ai fonici (Nicolò Fragile e Nicola Fanari).
NAIL: :Quattro anni da “Fire in the Hole” non sono passati invano. Abbiamo dedicato moltissimo tempo a ogni pezzo, presenziando a ogni fase del mixaggio; siamo stati sempre molto liberi di correggere ogni particolare che non fosse di nostro gradimento e questo, considerata anche l’esperienza di Nicolò, è stato un elemento veramente sorprendente.
Una domanda provocatoria. Come mai sono trascorsi quattro anni dall’ultimo disco? Non sono pochi…
CONTE: I molti impegni discografici di Nicolò Fragile, purtroppo, hanno ritardato tutto il lavoro.
GUAPO: La difficoltà di trovare una produzione affidabile e qualche ritardo nelle registrazioni, non imputabili al nostro gruppo, hanno rallentato l’uscita dell’album.
NAIL: Appunto… quattro anni non sono pochi ma è difficile, specialmente in questo Paese, sistemare tutti i tasselli di un album Rock (mi riferisco a: composizione, produzione, distribuzione e promozione) e farli perfettamente combaciare in breve tempo, specialmente per un gruppo come il nostro, che non segue il “trend” del momento.
Sia in “Bombs Away” sia in “Fire in the Hole” era presente una canzone di una band illustre (Deep Purple e Whitesnake, nella fattispecie). Nel nuovo album, invece, c’è tutto materiale vostro. Non siete forse riusciti a mettervi d’accordo sulla scelta di una cover?
CONTE: All’inizio avevamo pensato di inserire una cover, come al solito, ma successivamente abbiamo cambiato idea.
GUAPO: Mah… in verità avevamo molto materiale nostro, a disposizione, e perciò ci sarebbe dispiaciuto sacrificare una nostra song per una cover.
NAIL: Confermo “in toto” le versioni dei miei soci.
Uh! Non sapevo che parlassi latino, Corrado! L’accenno alle cover mi suggerisce un’altra provocazione: cosa pensate di chi (mi riferisco ai gestori dei locali, ma anche al pubblico) predilige le band che propongono cover nella loro scaletta, rispetto ai gruppi che suonano pezzi di produzione propria?
CONTE: Beh! Purtroppo, in questo caso, è il cassetto che parla: la gestione di un locale, prima di tutto, deve curare l’aspetto economico. Però, nel caso dei W.S., mi sembra che questo discorso non valga, giusto?
GUAPO: Dico semplicemente a tutti quelli che ci leggono di premiare le band e i locali che promuovono musica originale. Questo potrebbe cambiare lo cose (il pubblico ha sempre ragione).
NAIL: E’ una realtà che non ci fa impazzire, ma purtroppo è la prassi in tutti i locali. Noi, al terzo album, possiamo vantare un buon 70% di pezzi nostri in scaletta. Dopo quasi tredici anni di gavetta ce lo possiamo permettere, con buona pace di chi non si trova d’accordo. Ah ah!
Concordo in pieno. Tornando a “Three of a Kind”, si riscontra una presenza piuttosto consistente delle tastiere. Anche questo è un elemento da ascrivere a un nuovo corso, oppure è stato un indirizzo impostovi dalla produzione?
CONTE: No, non c’è stata alcuna imposizione: in alcuni brani stava bene la presenza delle tastiere, e del resto avevamo la fortuna di contare sul contributo importante di un musicista come Nicolò Fragile…
GUAPO: Anche negli altri album abbiamo usato le tastiere in alcuni brani. In questo un paio di canzoni (“Like a Sinner” e “Behind the Eight Ball”) hanno vantato l’ottimo apporto dell’Hammond di Nicolò, mentre in “It Ain’t Easy” c’è un bel arrangiamento di pianoforte.
NAIL: Le tastiere sono sempre state abbastanza presenti in tutti i nostri album, in verità; diciamo piuttosto che in “Three of a Kind” le parti risultano un po’ più impegnative rispetto ai semplici tappeti sonori. Il musicista d’eccezione non poteva che essere Nicolò, visto che lo fa di mestiere con i Gotthard..! Comunque non c’è mai stata alcuna imposizione da parte di chicchessia; semplicemente, sarebbe stato un peccato non sfruttare le qualità artistiche di musicisti così preparati.
Un altro fattore piuttosto innovativo, come aveva anticipato prima il Corrado “rubandomi” la domanda, è la presenza di una ballad, che secondo me avrebbe tutte le carte in regola per diventare una hit (se fosse adeguatamente supportata in radio). Anche questa si può interpretare come una vostra nuova tendenza?
CONTE: Mah: a volte ti vengono idee che possono stare bene anche all’interno di un contesto come il nostro, e a volte no… In questo caso abbiamo pensato che una ballad di questo tipo poteva starci… Poi, come ben sai, è importante come viene arrangiata la canzone, in modo che si possa proporre nella maniera più consona. Il resto, ovviamente, dipende da come sarà supportato dai media, in primis dalle radio appunto.
GUAPO: “Three of a Kind” è giudicato l’album più Heavy dei tre. Sicuramente non è la ballad che cambia la tendenza del gruppo.
NAIL: Ritengo che “It Ain’t Easy” sia un gran bel pezzo e, fra l’altro, penso che sia Wine Spirit al 100%.
Parlando di radio, mi rendo conto di toccare un tasto dolente. Infatti sono convinto che per radio passi una marea di liquame. Siete in grado di smentirmi suggerendomi le coordinate di qualche emittente su cui sintonizzare il mio stereo, o devo rassegnarmi a viaggiare con il mio fedele porta cd?
CONTE: Guarda: è diventato molto difficile potersi sintonizzare su qualche frequenza che trasmetta musica di un certo livello. .A volte ci provo ancora, nella speranza di trovare qualcosa di valido. Poi però mi devo rassegnare. Sigh!
GUAPO: Rassegnati a viaggiare con il tuo fedele porta cd. Dalle nostre parti (Varese, Como, Milano) fa eccezione Radio Lupo Solitario.
NAIL: Preferisco avvalermi della facoltà di non rispondere!
Sotto il profilo compositivo, avete dichiarato che le vostre canzoni risultano essere il frutto del contributo di ognuno di voi. Onde soddisfare la curiosità di chi non ha mai messo piede in una sala di incisione, potete descrivere nei dettagli il percorso di una vostra canzone, dal suo stato embrionale di idea fino al momento finale del parto di una traccia?
CONTE: Inizialmente si porta in sala prove un’ idea, un riff, che viene proposto agli altri: se piace, allora si comincia a lavorarci, cercando di costruirgli intorno il brano. Poi, una volta creata la base, si passa alla una melodia e infine si aggiunge il testo. A volte una canzone nasce in un’ora, a volte il riff viene accantonato, in attesa di altre idee. In studio si parte registrando la batteria, con una traccia guida di basso e chitarra; dopo la parte di batteria si registra il basso e quindi le parti di chitarra definitive. Infine arriva il canto, con i cori (se servono), poi si aggiungono eventualmente le tastiere e poi, finalmente, si può passare alla fase di mixaggio.
GUAPO: A volte un brano viene completato in una o due sessioni, altre volte la composizione e l’arrangiamento non ci soddisfano e i tempi si dilatano. Una volta completate le composizioni, le registriamo in sala prove (si chiamano, appunto, “provini”) ed eventualmente si ritoccano, in studio, alcuni particolari durante le registrazioni definitive.
NAIL: Si parte sempre dalla parte musicale che, per un gruppo Rock che si rispetti, è la parte più importante. Quindi l’input può essere un riff di chitarra (o di basso) oppure un groove di batteria particolarmente efficace. Da lì si costruisce la song: intro, strofa, inciso, special, solo, finale. Quando la parte strumentale è finita, inizia la ricerca di una traccia vocale adatta e, infine, arrivano gli arrangiamenti, che possono essere cori, parti strumentali armonizzate, percussioni, effetti vari…
Per fare un esempio concreto, vorrei allacciarmi all’argomento precedente e porvi una domanda di mio specifico interesse. Considerati i miei gusti, vi confesso che la mia preferita di tutto l’album (a parte la ballad) è “The Greedy King”, sia per il testo sia per la musica. Chi devo ringraziare, in particolare? Ovvero: sul piano creativo, chi di voi ha contribuito di più alla stesura di questa canzone di reminescenza sabbathiana?
CONTE: Hai detto bene: “reminescenze”…. un giorno ho portato in sala prove il riff iniziale: è piaciuto subito, grazie al nostro background e, nel giro di poche ore, il pezzo cominciava a prendere una forma ben definita; successivamente, in studio, sono stati elaborati altri accorgimenti e il risultato finale, a quanto pare, è stato soddisfacente…
GUAPO: Come appassionato di storia sento mio il brano in questione come tematica, anche se la composizione è frutto del lavoro di tutta la band.
NAIL: Confermo tutto.
Domanda forse un po’ prematura: come sono le reazioni dei vostri fans, a fronte della presentazione dei nuovi pezzi che avete inserito nei vostri concerti da un mese a questa parte?
CONTE: Positivissime!
GUAPO: Fortunatamente le reazioni sono entusiastiche, e questa è la migliore soddisfazione per un musicista.
NAIL: Premetto che, già dal “Rough Mix”, i miei allievi erano al corrente dei pezzi che avremmo messo sull’album ed erano entusiasti delle nuove composizioni. Forti di questi primi riscontri e del fatto che l’album sta andando bene, sono contento che anche i fans che ascoltano le nuove composizioni per la prima volta reagiscano in modo positivo.
In effetti ho notato che, ai vostri concerti, si vedono già parecchi fans che cantano le nuove canzoni. Mica male, considerato che è trascorso solo un mese dall’uscita del disco!
A proposito delle nuove tracce: leggendo il testo di “Ink a deal”, si ha l’impressione di cogliere fra le righe una vena polemica, una sorta di risentimento verso qualcuno. Sbaglio?
CONTE: L’idea è nata dalle menti del buon Nail e del Guapo; il testo è stato elaborato con espresso riferimento ai super contratti che le band stipulano con le Major e che, immancabilmente, non vengono rispettati. E (morale della favola) a rimetterci sono sempre i musicisti.
GUAPO: In generale quando hai a che fare con l’ambiente musicale ti imbatti spesso in personaggi bravi con le parole, ma cialtroni nei fatti. Negli anni ne abbiamo incontrati tanti e in questo brano, appunto, ne parliamo.
NAIL: Non vorrei sembrare quello che si piange addosso ma, in questi anni di duro lavoro, abbiamo incontrato una tale quantità di: cacciapalle, venditori di aria fritta, buffoni di ogni risma, ladri, caciottari e tirapacchi, che abbiamo deciso di dedicare loro una song; questa è appunto “Ink a Deal”. Il tuo presentimento è quindi assolutamente corretto.
Ai Wine Spirit viene universalmente riconosciuto il merito di essere una band che, dal vivo, esprime al meglio le proprie potenzialità. Non avete mai pensato di pubblicare un Live?
CONTE: Sì. Si è pensato anche a questo. E’ probabile che, in un imminente futuro, si riesca a pubblicare un Live. Prima però, ci piacerebbe procedere alla ristampa di Bombs Away che, vista la cattiva distribuzione, ha tuttora una forte richiesta da parte della gente.
GUAPO: Ne abbiamo già parlato con la nuova etichetta. Potrebbe rientrare nei progetti futuri.
NAIL: Per incidere e vendere un Live album, devi essere molto famoso o, almeno, aver fatto tour e venduto migliaia di copie di tuoi precedenti lavori. Inoltre devi trovare una locazione adatta che sia anch’essa davvero speciale: tanto per intenderci, se il Live lo registri al ristorante “L’Unghia Nera” di Caronno Pertusella, non so se vendi molto… Ah ah!
E si mangia bene in questo ristorante? Fanno musica live? Ma… di genere Southern Rock o Folk?
Tornando al vostro album. Quali sono le vostre aspettative all’indomani dell’uscita di “Three of a Kind”?
CONTE: Che piaccia a tutti e che dia ai Wine Spirit maggiori opportunità di lavoro.
GUAPO: Che la risonanza dell’album ci porti a promuoverlo in Europa e oltre.
NAIL: Quando esce un nuovo lavoro, qualunque band si aspetta sempre grandi riscontri e noi non facciamo eccezione. Però stavolta qualcosa di diverso c’è, e non siamo solo noi a dirlo. Per di più, con una produzione così importante, siamo ancora più ottimisti: vedremo tra qualche mese se le attese saranno confermate.
Un’altra domanda provocatoria. Oggettivamente stiamo assistendo a una preoccupante ondata di riflusso, negativo, a livello musicale, nel senso che nei locali e ai concerti si vede sempre meno gente, eccezion fatta per gli eventi che hanno come protagonisti i soliti noti, ovvero i grandi nomi. A cosa pensate sia dovuto questo calo di interesse?
CONTE: Inflazione commerciale e poco investimento sulle band che propongono musica propria.
GUAPO: Da un lato la crisi economica, dall’altro la poca fantasia delle proposte stanno creando un po’ di stanca. Sono convinto, comunque, del fatto che chiunque possa vantare uno show interessante riesca a stare dignitosamente a galla.
NAIL: Posso astenermi dal rispondere?
Cosa pensate del fatto che, ormai da qualche anno, il mercato discografico risulti nettamente cambiato, se si pensa alla possibilità di scaricare musica direttamente dal web, grazie a programmi come E-mule o Torrent? E’ da interpretare come un segnale preoccupante, secondo il vostro parere, in particolare per le band meno affermate rispetto ai soliti “mostri sacri”?
CONTE: E’ chiaro che i primi a saltare sono i gruppi meno affermati. Ma è altrettanto chiaro che questa cosa, prima o poi, doveva succedere. Troppo lucro, troppo sfruttamento, troppo di tutto…
GUAPO: Fortunatamente il pubblico Metal pare ancora abbastanza attaccato al supporto discografico. Di contro il download dei brani sarà un problema col quale bisognerà misurarsi in futuro, in misura sempre maggiore. Il lato positivo è che, grazie alla rivoluzione introdotta da Internet, chiunque può avere una vetrina mondiale.
NAIL: Forse, paradossalmente, sono proprio le band meno affermate che possono trarre il maggior “vantaggio” da una tale situazione. Chi gode di grande o addirittura grandissima visibilità (mi riferisco ai mostri sacri) perde davvero una montagna di soldi dallo “scaricamento selvaggio”, perchè sono migliaia (in alcuni casi milioni) le copie di cd che restano, in tal modo, invendute. Le band minori però, forse, hanno la possibilità di farsi conoscere maggiormente grazie a mezzi “illegali” quali il file-sharing .E’ comunque una situazione tristissima, irreversibile, che molto difficilmente potrà sanarsi.
Si può dire che il progresso tecnologico, da un lato, abbia portato dei vantaggi sotto il profilo qualitativo (nel senso che i prodotti risultano sempre più validi sotto il profilo dei suoni, per esempio), ma dall’altro abbia determinato una crescita esponenziale, quantitativamente parlando, di prodotti discografici mediocri, che di fatto hanno invaso il mercato (nel senso che ormai chiunque sia dotato di buoni software è in grado di prodursi un cd in casa)?
CONTE: Oh sì. Si può tranquillamente affermare. Ma non ci si deve dimenticare che non è “solo” la tecnologia che ti permette di realizzare dei bei dischi: la chiave, piuttosto, è saper usare le macchine in modo intelligente.
GUAPO: Il fatto di potersi produrre un cd in casa aiuta molti gruppi a non dipendere da un’etichetta spesso invadente. Alla fine, comunque, è sempre il pubblico che decide il successo o meno di un album Rock.
NAIL: Questo, secondo me, è uno dei principali motivi per cui la gente si scarica album interi. Chi ha voglia di spendere 18 Euro per un album, prima di averlo ascoltato, o per una band di cui non ha mai sentito parlare? Proprio per questa ragione tutti i gruppi mettono on line anteprime da scaricare gratuitamente sui loro siti web. Molti prodotti sono confezionati da band che addirittura non esistono: basta un buon producer e un musicista (magari anche cantante) che scriva i brani, poi il computer fa tutto il resto. Sì, hai detto bene: spesso si tratta di prodotti mediocri, anche se c’è sempre la fatidica perla (esempio: Cosmosquad) in tanta paccottiglia.
Ditemi ora come giudicate la scena Hard Rock e Metal italiana attuale.
CONTE: Faticosa.
GUAPO: Ottimi musicisti, buone band, tante idee e tanta ottusità da parte dei media.
NAIL: Mmhhh… passo!
E cosa pensate della situazione Hard Rock e Metal a livello mondiale?
CONTE: Forse meno faticosa di quella italiana.
GUAPO: Molte band storiche si stanno riunendo. Speriamo che questo rilanci l’Hard Rock e il Metal, che hanno sofferto parecchio negli anni novanta.
NAIL: La penso nello stesso modo riguardo alle reunion. Moltissimi gruppi storici o personaggi che hanno fatto la storia dell’Hard and Heavy sono ritornati, vedi Guns ‘n’ Roses o Heaven & Hell. Questo rappresenta un ottimo segnale di ripresa che fa ben sperare per un genere come il nostro, che, anche se viene spesso un po’ bistrattato, è sempre presente e mantiene inalterato il suo gran fascino!
Mi viene spontaneo chiedervi: che musica ascoltate nel vostro tempo libero? Soddisfate l’udito esclusivamente con le vostre band preferite, oppure siete aperti verso altri orizzonti?
CONTE: Ascolto musica a 360 gradi. Ogni tanto mi diletto a suonare con altri musicisti di genere totalmente diverso rispetto al nostro. Ultimamente mi sono lasciato coinvolgere, di buon grado, con un quartetto Miles Davis Tribute… Fantasticamente appagante.
GUAPO: Dal Jazz al Funk, dalla Soul Music alle nuove tendenze. Come musicista e insegnante mi piace ascoltare tutto. Il Rock, ovviamente, è il genere in cui mi riconosco di più.
NAIL: Ascolto di tutto, tranne il Reggae e la musica italiana, che davvero non sopporto… e anche l’Hip-Hop mi fa veramente schifo!
Anch’io sono d’accordo con te. Anzi, scusatemi: vado un attimo in toilette, e torno subito.
Sempre in tema di gusti più o meno segreti, mi sorge spontanea una domanda per ciascuno di voi.
Conte, qual è il tuo chitarrista preferito?
CONTE: Mah, guarda: la lista sarebbe troppo lunga. Non saprei essere sintetico, sorry, ma non ce la faccio proprio a dirti un nome.
Va beh, per stavolta ti perdono.
Guapo, il tuo bassista preferito?
GUAPO: La lista è lunghissima. Cito fra tutti: Paul Mc Cartney, Gezer Butler, Jeff Berlin, Stu Hamm, John Ghallagher (Raven), Billy Sheehan.
Nail, il tuo batterista preferito?
NAIL: E’ una domanda alla quale sinceramente non so rispondere. Avrei 300 batteristi preferiti, alcuni dei quali non sono più in vita (Buddy Rich su tutti). Li dovrei suddividere per settore o per genere musicale. Posso dirti invece quale batterista mi ha veramente impressionato ultimamente: Shane Gaalaas. Con chi suona? Non te lo dico, non te lo dico… Eh eh eh!
Ah… adesso suona? Ma non giocava come centrale difensivo nel Chelsea? E poi, insomma! Sono io che faccio le domande! Cerchiamo di ristabilire i ruoli, eh?
Torniamo seri. Con quali musicisti famosi vi piacerebbe collaborare?
CONTE: Anche qui la lista sarebbe davvero lunghissima! Bisognerebbe vedere se loro sono altrettanto disposti a collaborare con me! Ah ah!
GUAPO: Saxon!
NAIL: Con Paul Stanley! Dio, quanto mi piacerebbe fare un solo pezzo dei Kiss con lui alla voce..! Va beh, è solo un sogno, quindi posso spararla grossa! Sarebbe un omaggio alla mia giovinezza, visto che per me tutto è partito dai Kiss!
So che una buona parte del vostro tempo viene dedicato all’attività didattica. Come reagite se un vostro allievo vi chiede di insegnargli una canzone di Jovanotti?
CONTE: Mmhh… non saprei: fortunatamente non mi è mai successo un incidente del genere.
GUAPO: Ma scusa, non avevi detto “torniamo seri”? Va beh, ti rispondo. Gliela insegno, a patto che mi dimostri che sa ascoltare tutti gli stili musicali.
NAIL: Prendo un antiemetico, poi lo assecondo… Il cliente ha sempre ragione, no?
Beh… credo che nel tuo caso, Corrado, saresti il più fortunato: basterebbe la batteria elettronica! Ah ah!
Una domanda ricorrente: come giudicate il vostro bilancio dal 1996 (data di formazione dei Wine Spirit) a oggi?
CONTE: Faticosamente in crescita.
GUAPO: Tanta fatica, purtroppo qualche delusione, ma molta soddisfazione per i concerti e per il sostegno dei fans.
NAIL: E’ stata una continua crescita: il fatto che siamo ancora una band e che pubblichiamo nuovo materiale dimostra che siamo sempre uniti. Il miglioramento è – non lo diciamo solo noi – evidente, quindi il bilancio non può che risultare molto positivo.
Guardando indietro, c’è qualche scelta – professionalmente parlando – della quale vi siete pentiti?
CONTE: No. Nessuna.
GUAPO: Mmhh… Aver dato ascolto ai cialtroni di cui sopra (vedi “Ink a Deal”).
NAIL: Non saprei.
So che, in un passato più o meno recente, ciascuno di voi ha avuto più di una chance per lavorare in un contesto più “remunerativo”, diciamo, rispetto a ciò che accade in ambito Hard Rock o Heavy Metal. Mi riferisco alle proposte di natura commerciale ricevute nell’arco della vostra carriera, che però sono state rispedite al mittente in virtù della vostra fede nei confronti di un genere musicale ben definito. Avete qualche storia da raccontare a questo proposito?
CONTE: Alcune esperienze sono state positive. Vedi Paola Turci, il progetto discografico con Vittorio Nocenzi del Banco… E poi, altre collaborazioni in studio di registrazione con vari artisti… Ho avuto un gran numero di esperienze, direi… A un certo punto della mia carriera, però, ho capito l’importanza di seguire la strada che ancora oggi mi fa vivere in armonia con me stesso: vivo con quello che mi piace fare! Meglio di cosi…
GUAPO: Prima di Wine Spirit, come turnista, ho avuto l’occasione di suonare con grossi nomi del pop italiano. Ma il richiamo del Rock ‘n Roll, malgrado le sue incognite economiche, ha stravinto.
E tu, Corrado? So che ti aveva cercato insistentemente Casadei, quando suonavi sulle navi da crociera…
NAIL: Ah ah! Buona questa! Ti dirò che anch’io, quando facevo il turnista (in epoca post-nautica), ho ricevuto diverse proposte interessanti; tuttavia ho preferito continuare a creare qualcosa di nostro, cioè qualcosa in cui credevamo profondamente, ovvero il progetto Wine Spirit.
Ora una domanda che stimola la vostra fantasia: se non foste diventati musicisti, qual è il mestiere che avreste voluto svolgere nella vita?
CONTE: Acc., non me ne viene in mente proprio neanche uno!
GUAPO: Sicuramente l’enologo!
NAIL: Io ho studiato per qualche anno all’Università (facoltà di Farmacia….ehm!). Volevo specializzarmi in Cosmesi… sai quante gnocche? Poi, però, il Rock ‘n’ Roll ha preso decisamente il sopravvento: buon sangue non mente… mai..!
Basta! Vi richiamo ufficialmente alla serietà! Anche perché tra poco vi tocca salire sul palco… Andiamo quindi con l’ultima domanda. Quali programmi avete per il futuro?
CONTE: Il quarto album Wine Spirit.
GUAPO: Suonare, suonare, suonare e poi andare in vacanza alle isole Svalbard.
NAIL: Aspettiamo i primi riscontri dalle vendite dell’album: mi piacerebbe pianificare un tour. Vedremo..!
Per finire: sentitevi liberi di fare un saluto ai lettori di Truemetal.
CONTE: Ciao! E… grazie per la fiducia!
GUAPO: Ciao a tutti. E… sforziamoci tutti insieme nel riportare il Rock dove merita… cioè ai vertici.
NAIL: Un megasaluto e un grazie a te, Marcello, e a Truemetal per averci concesso questa bella intervista. E poi con l’occasione, se mi permetti, vorrei poter salutare i nostri sponsor, Nicolò Fragile, Roberto Salvadori di Cama Records, Simone Gagliardi di Gatti Promotion, Mara (la nostra Webmistress) e, soprattutto, i nostri Fans, ai quali dobbiamo sempre moltissimo. There’s only one way to Rock! Wine Spirit.
Alla fine della nostra amichevole intervista ci viene naturale scambiarci un bell’abbraccio, spontaneo e sincero come il Rock and Roll che questo inossidabile trio continua a celebrare, da una dozzina d’anni, con coerenza e coraggio, incurante delle tendenze e delle spinte modaiole. Avanti così, ragazzi: “proud to be loud”!
Marcello Catozzi