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Within Temptation (Sharon Den Adel)

Di Tarja Virmakari - 6 Giugno 2014 - 2:06
Within Temptation (Sharon Den Adel)

 

 

Intervista a cura di Tarja Virmakari, con la collaborazione di Tiziano Marasco, Luca Montini e Roberto Gelmi

Ciao Sharon, benvenuta su Truemetal, è un piacere parlare con te. Il vostro album Hydra è uscito da pochi mesi, quindi volevo chiedervi come è stato ricevuto da critica e pubblico.

Devo ammettere che le recensioni positive riguardano soprattutto le date live. Abbiamo avuto molte recensioni positive anche a riguardo di Hydra. Ma ancora prima che l’album e i singoli promozionali fossero pubblicati molti avevano sollevato delle perplessità circa la nostra collaborazione con Xzibit. Effettivamente non è stata una scelta convenzionale e parecchi hanno detto che Xzibit non potesse amalgamarsi col nostro sound. Dopo i live le cose sono cambiate e ne sono contenta.

Parlando del titolo, dato che non c’è una title track, come mai lo avete chiamato Hydra?

Alla fine simbolleggia soprattutto il percorso della nostra band. Abbiamo sempre cambiato il nostro sound. Se ci pensi, all’inizio eravamo quasi doom, poi con Mother Earth abbiam virato verso il Folk, con The Hearth of Everything abbiamo recuperato uno spirito organico grazie alle orchestrazioni, ma soprattutto con gli ultimi due album abbiamo cercato di dare una svolta verso un metal più americano e contaminato. Unforgiving presenta inserti elettronici, Hydra invece si muove in molte direzioni. Cerchiamo di prendere ispirazione da vari tipi di musica per poter dare più strade al nostro suono. Le canzoni di Hydra poi trattano le varie paure che ognuno di noi deve affrontare nella vita, quindi il mostro a più teste rende l’idea.

La prossima domanda che volevo farti riguardava proprio il vostro stile in costante cambiamento. Tra l’altro recentemente avete coverizzato parecchie canzoni mainstream di artisti come David Guetta, Adele e Lana Del Rey. Come avete maturato questa scelta e come hanno reagito i fan?

Inizialmente per caso, abbiamo deciso di fare alcune cover per un’emittente radio. Le prime cover erano di due band che al momento vanno piuttosto forte in Belgio e Olanda (nomi delle band non citati n.d.r.). Dato che eravamo già in studio per l’album  abbiamo deciso di continuare l’esperienza come un side project. Alla fine abbiamo fatto una canzone a settimana per 13 settimane (da presentare ogni venerdì mattina) e man mano che si andava avanti notavamo come sempre più gente si interessasse alla cosa. In tutto il mondo e soprattutto grazie a twitter. Dovevamo coverizzare pezzi pop o elettronici dando loro un aspetto metal. Non è che ci sia venuto tutto bene, ma la gente era divertita dall’idea. Naturalmente c’erano anche  detrattori ma dato il tipo di progetto era inevitabile. Ma non siamo stati i primi. Gli Alien Ant Farm hanno saputo fare molto meglio di noi, ad esempio. In ogni caso, credo abbia avuto un ottimo effetto.

A fine mese suonate all’Alcatraz. Sono passati ben tre anni dall’ultima vostra data in Italia. Come mai un’attesa così lunga?

Questo dipende soprattutto da motivi finanziari, non pensare che sia perché non vogliamo venire in Italia. Quando facciamo un tour non andiamo semplicemente nei posti in cui vorremmo suonare, ma in quelli che fanno le migliori offerte. Sembra cinico, ma tutto dipende da questo: non suoni in una venue se l’offerta non copre i costi. D’altra parte è sempre bello suonare in Italia perché gli italiani mostrano molto entusiasmo. Spero sia così anche questa volta.

Ritengo siate una delle poche band  metal, se non l’unica, che fa degli ottimi video. Ci mettete molta cura e il video alla fine mette in risalto la musica. Intendete proseguire questa direzione artistica?

È un altro modo di combinare musica e aspetti visivi. Abbiamo cercato sempre di trovare le persone giuste in modo da trovare il miglior intreccio tra audio e video. Alle volte è riuscito molto bene, altre meno, ma credo che negli ultimi anni le cose siano andate sempre meglio.

L’artwork di Hydra è molto affascinante, ha un ottimo design. Lo avete scelto per descrivere l’idea di un disco multifaccia? Alla fine Hydra è molto più vario di Unforgiving.

Si, penso di sì. Hydra è un disco positivo, è il disco più veloce e pesante che abbiamo fatto. Cioè, è chiaro che non siamo diventati gli Slayer (ride n.d.r.), mi riferisco semplicemente ai nostri album. E poi, come ho detto, Hydra presenta anche la nostra attitudine sperimentale.

Infatti solo alcuni pezzi possono essere comparati a quel che avete fatto in precedenza. Non volete ripetervi?

Alla fine ci riesce anche abbastanza facilmente. Ad esempio, non volevamo fare un altro disco orchestrale. Poi aggiungendo sfumature alle canzoni riusciamo ad ottenere sempre risultati molto diversi.

Come mai avete fatto un’edizione speciale di Hydra con il disco strumentale?

Soprattutto per dare più spazio alla musica. Nella versione strumentale puoi notare molte più sfumature, molti più dettagli che la voce fa passare in secondo piano dato che ti concentri sulle parole. Alla fine è dedicato ai nostri fan, una specie di regalo grazie al quale magari potranno capire il nostro disco ancora meglio.

Se dovessi fare nuove cover adesso, cosa sceglieresti?

Intendi di altre canzoni pop? Non saprei, in realtà non so cosa passino in radio ora perché non ho tempo di ascoltare musica quando sono in tour (ride). Alla fine gran parte della musica la ascoltiamo prima di registrare un disco, quando siamo in studio. Per il resto, quando siamo in Olanda cerchiamo di stare con gli amici e la famiglia perché non ci vediamo tanto spesso. Mi dispiace di essere così poco aggiornata (ride di nuovo).

Va bene, allora te lo chiederò quando tornerete in studio. Invece, come avete pianificato la vostra setlist per i festival estivi? Quanto spazio lascerete ai brani storici?

Naturalmente cercheremo di dare una presentazione esaustiva di Hydra, che dunque avrà più spazio rispetto alle cose vecchie. Poi è difficile stabilire cosa suoneremo in ciascuna data perché le condizioni saranno sempre diverse.

Invece come farete a proporre i numerosi duetti che avete realizzato per Hydra?

Abbiamo un grande schermo per gli show. Quando proporremo i duetti avremo le registrazioni dell’artista da sovrapporre alla nostra musica. Allo stesso tempo, l’artista con cui abbiamo collaborato comparirà sullo schermo. Poi se c’è l’occasione avremo il cantante in carne ed ossa sul palco, ad esempio Piotr Rogucki in Polonia. Per Xzibit invece sarà più difficile.

A proposito delle collaborazioni, cosa mi dici di quella con l’altra Tarja (Turunen)?

È stata un’esperienza positiva, perché siamo entrambe in giro da molto tempo eppure prima di ora non ci eravamo mai parlate. Per contro la stampa ha sempre cercato di metterci in competizione per ovvi motivi. Poi in studio abbiamo scoperto di essere molto simili, sia sul modo di lavorare che come persone. Alla fine ci siamo divertite molto e nel video credo lo si noti.

Prendendo la tua carriera invece, quali momenti ricordi volentieri?

Sicuramente quando abbiamo registrato il primo disco. Ero molto emozionata, ma pure molto nervosa di entrare in studio. Ora non lo sono di meno, ma lo sono in modo diverso. Poi alla fine, tutti gli awards che vinciamo o i dischi d’oro che abbiamo venduto in Olanda hanno segnato dei punti fermi nella nostra carriera. Ma ricordo soprattutto certe risposte che abbiamo avuto dai fan. In particolare ricordo volentieri un episodio accadutoci ai tempi di Mother Earth. I nostri fan crescevano e cercavamo di trovare qualche radio o televisione che trasmettesse il nostro singolo. Nessuno voleva sostenerci perché non ci adattavamo a nessun tipo di format. Nemmeno ora siamo allineati ma ai tempi era molto peggio (ride). Comunque alla fine trovammo un accordo con un canale internet che si chiamava The Box e che non esiste più, purtroppo. Quando la notizia si diffuse i nostri fan si fiondarono in massa sul sito e il video divenne in breve tempo uno dei più visualizzati. Fu un grande segnale da parte loro. Non che la chart fosse così importante, ma ci ha fatto capire che alla fin fine è il pubblico, e non l’emittente, a decidere chi mandare in onda. Eravamo praticamente l’unica metal band in mezzo a tanto pop.

Come vedi invece il tuo futuro?

Ah ho tanti progetti. Sostanzialmente l’obbiettivo è sempre quello di realizzare nuovi dischi che siano all’altezza di quelli precedenti. Quello che veramente vorrei però sarebbe un tour con una piccola orchestra. Non una cosa mastodontica, solo poche date in Inghilterra, Francia, Germania e Benelux, in ogni caso, dove ci verrà data l’opportunità.

Credo sia giunto il momento di separarci. Vuoi lasciare un saluto ai fan di Truemetal?

Spero di vederli all’Alcatraz e spero che portino l’entusiasmo per cui sono così famosi.

 

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Discografia Within Temptation:

    1996 – Enter
    1998 – The Dance
    2000 – Mother Earth
    2004 – The Silent Force
    2007 – The Heart of Everything
    2009 – An Acoustic Night at the Theatre
    2011 – The Unforgiving
    2013 – The Q-Music Sessions
    2014 – Hydra

 

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