Wizard (Snoppi Denn)
Ti chiedo: ti sei mai annoiato ascoltando del sano heavy metal? Io no, mai!
Questo significa che non importa da quanto tempo ascolti o suoni questa musica, ciò che importa è che la ami dal profondo del cuore…
(Snoppi Denn)
Intervista a cura di Fabio Vellata
Partiamo parlando un po’ del nuovo album. “Trail Of Death” arriva dopo due anni da “Of Wariwulf And Blutovarwes” ed è il vostro decimo disco in carriera. Beh, come vi sentite dopo tanti anni d’esperienza? È sempre come la prima volta o è diventata una sorta di routine,ormai?
Già…siamo arrivati al decimo album…
E devo dire che, in effetti, non mi sembra che ci siano cambiamenti particolari, ne nell’attitudine ne nel suono che proponiamo. Certo, qualche piccolo esperimento lo abbiamo tentato, roba non troppo evidente: qualche pezzo non proprio identico al nostro stile classico, se vogliamo.
Ma dopo tutto va bene così: per noi l’eccitazione dell’uscita di un nuovo disco è sempre uguale a quando abbiamo debuttato tanti anni fa…
Quindi per voi, la musica ha sempre lo stesso sapore di quando avete iniziato…
Ti chiedo: ti sei mai annoiato ascoltando del sano heavy metal? Io no, mai!
Questo significa che non importa da quanto tempo ascolti o suoni questa musica, ciò che importa è che la ami dal profondo del cuore. Non c’è noia o nulla di scontato. Nemmeno dopo mille feste con gli amici a base di musica heavy non potrai mai considerarla “routine”!
Il vostro gruppo oltretutto, a parte l’innesto del chitarrista Dano Bolano, avvenuto qualche anno fa, non ha mai variato line up…praticamente una famiglia…
Si è verissimo!
Siamo amici da sempre: è la nostra metal family ed è qualcosa di grande. Tutto intorno a noi sta cambiando, ma una cosa rimane sempre la stessa: il martedì abbiamo le prove dei Wizard.
Il tempo corre così alla svelta: ormai sono quasi passati venticinque anni da quando abbiamo suonato insieme per la prima volta…wow!!!
Com’è nato questo “Trail Of Death” allora? Avete un modo di lavorare sempre uguale a se stesso?
In realtà ci sono, di volta in volta, metodi differenti. In qualche caso suoniamo insieme e se esce qualcosa di buono ne facciamo una canzone. Altre volte qualcuno ha un’idea interessante a casa sua e la registra autonomamente, preparandola per gli altri sul computer.
Dopodiché decidiamo se è valida ed è possibile svilupparla magari dal vivo, così ci lavoriamo un po’ su suonando la linea base un po’ di volte, in modo da poterne ottenere qualche spunto aggiuntivo, altrimenti lasciamo tutto sul PC.
Insomma, come vedi, il procedimento può essere diverso e variare da canzone a canzone…
Mi sembra tuttavia di capire che nel vostro nuovo disco, l’immagine della “morte” sia un po’ il filo conduttore che lega tutti i brani tra loro…
È proprio così. Non è un vero e proprio concept, ma ogni pezzo parla della morte.
Come puoi morire, cosa c’è dopo la morte, le differenti modalità in cui può accadere e via discorrendo…
Anche la cover, come avrai visto, ritrae la figura della morte. C’è poi anche un piccolo segreto da sapere: se leggi il titolo del disco solo dalle iniziali, si compone l’acronimo T.O.D…
Che null’altro è che la parola “morte” in tedesco.
C’è qualche pezzo più di altri che pensi possa essere maggiormente rappresentativo?
Ho scritto io tutti I testi quindi, come puoi ben capire, per me tutte le canzoni assumono una certa importanza. Molte hanno significati particolari dei quali, al momento, non posso spiegarti molto.
Ci vorrebbe davvero troppo tempo.
Ma ce n’è una su cui voglio soffermarmi ed è “Angel Of Death”. L’ho scritta appena dopo il salvataggio di quei minatori rimasti imprigionati e sepolti per mesi in sud America. Ho immaginato quanto potesse essere pesante per la psiche un’esperienza del genere: soffrire così nel profondo della terra, aspettando l’arrivo della morte…
Com’è andato il disco sinora? È già fuori da qualche mese…
Reazioni buone, nulla da dire. In Germania abbiamo ricevuto alcune critiche per qualche minimo esperimento nel sound di brani quali “Death cannot embrace me” e “Angel of the dark”, ma nei paesi stranieri pare che il disco sia piaciuto parecchio.
Ora vedremo di mettere insieme qualche pezzo nuovo e preparare alcuni show…c’è molto da fare, non abbiamo proprio di che annoiarci.
Siete in giro da un pezzo, innegabile. A tuo parere c’è qualcosa che davvero è cambiato nel vostro stile e, in generale, nel modo in cui percepisci la musica ed il business che ruota attorno?
Trovi qualche differenza tra gli esordi ed oggi?
Non più di tanto in realtà.
Abbiamo sempre suonato il nostro stile di heavy metal e non abbiamo mai prodotto cambiamenti significativi nel suono. Magari giusto un po’ quando Dano è entrato nel gruppo, visto che è molto influenzato dal thrash: tutto sommato un minimo arricchimento che non ci ha disturbati affatto. Anche quello è un genere che apprezziamo molto.
Per quanto riguarda il business, beh, quello è un po’ buono ed un po’ cattivo oggi come un tempo: non è cambiato granché.
Ciò che si è modificato è solo il mezzo con cui viaggia la musica. Una volta c’erano i vinili, poi i CD ed ora gli Mp3. Ma ad essere onesti, non me ne importa più di tanto. Per me non è importante il supporto su cui le note sono incise: a me interessa la sostanza…che sia cd o mp3 non fa differenza, basta che sia qualcosa di buono…
Diciamo pure che nella musica heavy, il nome Wizard è un po’ sinonimo di coerenza.
Quanto conta questa parola come valore nella vostra musica e nel vostro vivere quotidiano?
È assolutamente una cosa per noi di fonadamentale importanza nella quale crediamo molto. Tra noi c’è massimo rispetto. Siamo coerenti con le nostre idee e siamo tutti quanti legati al metal.
Non conta altro!
E allora facciamo un saltone all’indietro. Quando e perché hai iniziato ad ascoltare heavy metal?
Uhhh…ahahah…è stato davvero tanto tempo fa! Ho iniziato ad ascoltarlo quando avevo 14/15 anni insieme al mio vicino di casa Michael Maass (il chitarrista del gruppo, guarda caso!). Suo fratello aveva sempre nello stereo band come Iron Maiden, Accept, April Wine, Black Sabbath, Saxon e Judas Priest…ed è stato naturale che mi impressionassero. Da allora sono un fiero metalhead!
E se avessi mai potuto prendere parte all’incisione di un grande disco del passato?
Humm…non so…mi piace molto la musica datata e penso che non ne cambierei una virgola. Perché? Perché chi l’ha composta era probabilmente un genio quindi, non penso avrei mai potuto ne cambiare ne tanto meno migliorare un classico del passato. Non avrebbe avuto senso!
Se proprio devo…avrei magari proibito ai Maiden di usare le tastiere in “Somewhere In Time”. Ahahah! “Wasted Years” fu uno shock per me!
L’ultima domanda è diversa dal contesto. Beh insomma, avete mai pensato di tradurre il vostro sito anche in inglese? Chi non parla il tedesco rischia di non capirci nulla, ahaha…
Eheh, grazie per il suggerimento…sai com’è è un lavoraccio! Ed al momento non ho proprio il tempo per metterci mano.
Ho una marea di casini a livello personale da affrontare e temo di non essere troppo nello spirito adatto per sobbarcarmi un impegno di questo tipo al momento!
Ma senza dubbio è una cosa che faremo…ad ogni modo, chiunque volesse avere più informazioni sul gruppo, sulla sua storia e sulla sua attività non ha che da scrivermi una mail o contattarci via facebook! (facebook.com/WizardMetal).
Intervista finita Snoppi. Grazie mille, piacere di averti conosciuto e a te l’ultima parola!
Io ringrazio molto te per l’intervista ed il tempo che hai voluto dedicarci.
Spero di aver fornito qualche risposta interessante…nel frattempo chi vuole venga a trovarci su facebook o, se ne ha l’occasione, a vederci dal vivo.
Con ogni probabilità l’anno prossimo (l’attuale 2014 NdA), saremo anche dalle tue parti per qualche data…venite ad ascoltarci!
E ricordate: siamo tutti uniti dal metal!
Fabio Vellata
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Discografia Wizard:
– Son of Darkness (1995)
– Battle of Metal (1997)
– Bound by Metal (1999)
– Head of the Deceiver (2001)
– Odin (2003)
– Magic Circle (2005)
– Goochan (2007)
– Thor (2009)
– … Of Wariwulfs and Bluotvarwes (2011)
– Trail Of Death (2013)