Wolfmare (Dmitri e Andrei)
Anche i Wolfmare si allineano a tutti quei gruppi folk che stanno infestando il mercato dell’heavy metal. Whitemare Rhymes è un altro disco da tenere d’occhio: ne parliamo con Dmitri e con Andrei. Buona lettura.
Servizio a cura di Gaetano Loffredo
Ciao Dmitri, come mai il cambio di nome da Wolfsangel a Wolfmare? Speriamo che il cambio nome dia i risultati sperati. Ma vogliamo presentare ai nostri lettori i Wolfmare? Quando avete deciso di mettere in piedi un progetto folk-metal, e perché? Bene, ti elenco i nomi dei componenti della band. Alex Reddin, il cantante, è un animale da palcoscenico. Iana Nikulina suona le tastiere e fa uso di screaming vocals (esatto, è una donna), Stas Matveev è il chitarrista, Max Snaevsky il batterista. Dmitri, io, è un orchestra umana (ride, ndg). Suono diversi strumenti acustici e ogni tanto li suono tutti contemporaneamente, poi c’è Lyuba Maslova, violoncello e voce pulita. Non è tutto, il violinista è Maxim Zhupikov, un uomo estremamente impegnato, suona in decine di gruppi locali, infine ti faccio il nome di Andrei Sokolow che scrive i testi ed è il manager della band. I Wolfmare hanno cominciato nel 2002 e l’idea base era quella di creare un mix di musica folk, medievale e metal. Abbiamo cominciato per scherzo… e invece… eccoci qui.
Whitemare Rhymes è differisce molto dall’esordio Widdershins, non credi? E’ vero, i due album sono molto diversi. Qualcosa è cambiato all’interno della band, lo staff, il modo di scrivere la nostra musica… tutto. E praticamente impossibile mettere a confronto i due dischi. Perché la decisione di renderlo quasi totalmente folk nella prima parte e un po’ più heavy nella seconda? In tutta onestà credo siate molto più ispirati quando vi misurate con le composizioni acustiche… L’album riflette più o meno tutti i generi musicali che ognuno di noi all’interno della band apprezza, quindi puoi considerare il disco come uno specchio delle nostre preferenze. Prendi me per esempio, io adoro la musica folk e la maggior parte dei generi estremi del metal, ecco perché deve esserci una sorta di bilancia che pesa entrambi. E non voglio nel modo più assoluto che i Wolfmare perdano la loro influenza heavy. Una piccolo curiosità, l’occhio rappresentato in copertina è quello di un cavallo giusto? Non quello di un Unicorno… Si, è l’occhio di un cavallo. Bianco, certo. E sono sicuro che non ci fosse il corno, ho scattato io stesso la fotografia quindi ne sono certo (ride, ndg). Pensavo si trattasse di un disegno. Ti va di parlarmi dei testi del disco? Le tematiche sono in qualche modo connesse al mondo celtico? Andrei: non posso dirti se le liriche siano un estratto di pensieri celtici, nordici oppure di altre tradizioni, perché non lo so. Posso però dirti che non sono testi usuali, è tutto come un gioco di parole, una sorta di puzzle. E’ compito dell’ascoltatore ricercarne il significato, perché ce ne sono diversi di brano in brano… ho usato alcune immagini del passato ma anche del presente e le storie rappresentate possono anche essere chiamate “leggende” se preferisci. Ho cercato di creare una specie di nuova tradizione che si estende a quelle vecchie e, ovviamente, ammiro la tradizione folk che è ben presente in ogni testo dell’album. Torniamo alla musica Dmitri, stai seguendo la scena metal ultimamente? C’è qualche release recente che ha catalizzato la tua attenzione? Certamente. Io e Iana abbiamo una rubrica su St. Petersburg Radio Rock (102FM) quindi non perdiamo nemmeno una nuova uscita. Per quanto mi riguarda, i migliori dischi del 2007 sono stati Grimen degli Hardingrock, To The Mameless Dead dei Primordial, Cherno dei Kypck, In Requiem dei Paradise Lost e Hope degli Swallow The Sun. Solo una release attinente al folk a dire il vero, ma sono certo che quest’anno ce ne saranno molte di più. A questo punto, e dopo tutti questi nomi, sono curioso di sapere quali siano le tue ispirazioni & influenze… E ora un commento sui seguenti gruppi: Siamo amici dal 2002 e sono un grande fan di Keith & Co. Korpiklaani Non così difficile come sembra, Wolfmare non è un progetto da studio, siamo una live band e suoniamo tutto senza usare campionamenti: batteria, basso, chitarra, tastiere, violoncello, violino, diversi flauti, cornamusa, mandolino. Abbiamo tutti gli strumenti di cui necessitiamo per suonare dal vivo senza tracce pre-registrate e senza ospiti, ma in futuro non escludo possa anche accadere. Bene Dmitri, e quali sono i piani per il prossimo futuro? Registrare il nuovo disco, fare tanti concerti e dominare il mondo ovviamente (ride, ndg). Ehehehe, incrocio le dita per voi, potete salutare gli utenti di Truemetal, per quanto mi riguarda è tutto… ci rivediamo “In Tabern” nel prossimo tour. Gaetano Loffredo |