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Work Of Art (Robert Säfsund)

Di Fabio Vellata - 24 Febbraio 2008 - 0:05
Work Of Art (Robert Säfsund)

Autori di un debut album convincente e ricco di buona melodia, gli svedesi “Work Of Art” vanno a rinverdire i fasti di un genere sempre prodigo di belle sorprese come l’AOR di matrice scandinava.
L’ottimo “Artwork” è stata l’occasione per farci presentare questa nuova realtà del rock melodico direttamente dal chitarrista del gruppo, Robert Säll.




Robert, iniziamo, come di consueto, presentando la band con qualche notizia biografica. A te la parola…

Tutto è iniziato nel lontano 1992 quando io ed Hermann Furin, il nostro batterista, frequentavamo la stessa scuola di musica. In quel periodo Hermann aveva una band di funky/jazz alla quale mi chiese di unirmi e dove militava già Lars Säfsund, l’attuale singer del gruppo che, all’epoca, si occupava però solo delle tastiere.
Fu evidente sin da subito che la nostra sintonia era grande e decidemmo così di fondare qualcosa di assolutamente nuovo, ponendogli proprio il nome di “Work Of Art”.
Al termine della scuola tuttavia, ognuno di noi prese la propria strada, ed i W.O.A. vennero messi temporaneamente da parte. Tutti noi sapevamo però, che il gruppo aveva potenziale e non abbiamo mai perso la speranza di poter registrare un album un giorno.
Cosa che ora è accaduta e così, eccoci qua!

Avete atteso comunque sedici anni prima di dar vita nuovamente al progetto. Motivo?

Fondamentalmente perché ognuno di noi era molto impegnato nella propria carriera di musicista.
Work Of Art non era una nostra priorità immediata: negli anni ’90 questo tipo di musica non attraversava un grande momento in termini di successo e le chances di ottenere un contratto per la pubblicazione, erano effettivamente molto esigue.
Alla fine però è stato inevitabile: nel 2002 ci siamo ritrovati e da allora il clima pare essere molto cambiato.
Oggi c’è molta più attenzione per un genere come l’AOR, e questo soprattutto grazie anche ad etichette come la Frontiers Records.

Interessante il moniker Work Of Art…molto “aristocratico” ed altisnonante…

E’ il nome che abbiamo avuto sin dagli esordi. Già all’epoca lo ritenevamo un moniker molto cool per un gruppo AOR, e reputiamo lo sia ancora oggi.
Non è da prendere molto sul serio comunque, non vogliamo apparire, in alcun modo, presuntuosi o immodesti!



Parliamo un po’ del vostro debut.
Ascoltando “Artwork”, è impossibile non pensare ai Toto. Ma se ti chiedessi di elencarmi tutto ciò che ti viene in mente quando scrivi una canzone, cosa mi risponderesti?

Journey, Mr. Mister, Giant e Chicago sono alcune delle nostre bands favorite in senso assoluto e costituiscono, senza dubbio, le nostre ispirazioni.
Quando scrivo questo tipo di musica, cerco di mettere giù qualcosa che abbia la miglior melodia possibile e credo che i gruppi che ti ho citato, così come i Toto di cui hai parlato tu, siano davvero in grado di offrire grande qualità in questo senso.

La tua ricetta per un buon album di rock melodico quindi parte da qui?

Direi di sì. Comporre canzoni con buone melodie e molti suoni accattivanti è fondamentale.
Naturalmente, per ottenere un buon disco, non devono mancare ottime performances da parte dei musicisti coinvolti, arrangiamenti accurati ed una produzione di grande valore!

In effetti le vostre canzoni sembrano essere molto impregnate di sensazioni positive ed estremamente catchy. Me ne daresti una breve panoramica?

Credo di poter riassumere i nostri brani in quattro tipi ben definiti.
Prima di tutto abbiamo gli “up tempo”, quelli che sanno comunicare sensazioni positive in classico stile AOR come “Why Do I?”, “Her Only Lie”, “Maria”, “Too Late” e “Peace Of Mind”, a mio parere, la nostra canzone più rappresentativa.
Poi ci sono i pezzi un po’ più oscuri ed heavy, come “Whenever You Sleep”, “Lost Without Your Love”, “Cover Me”, e “One Hour”, tracce che servono a creare un minimo di bilanciamento con gli attimi più melodici del disco.
Infine, qualche episodio più “groovy” in stile “west coast”, tipo “Camelia” e “Like No Other” e l’immancabile ballata, di cui ogni degno album AOR non può fare a meno, come “Once In A Lifetime”.
Insieme, credo siano in grado di fornire al nostro sound molte variazioni anche se, al di la di tutto, è proprio come dici tu: lo spirito accattivante ed il feeling positivo, sono in fondo i due aspetti su cui si concentra tutta la nostra musica!!!



Cambiando argomento, ogni musicista ha un sogno nel cassetto riguardante qualche collaborazione di lusso. Se potessi scegliere, con chi vorresti suonare un giorno?

Beh, adorerei lavorare e scrivere musica per cantanti come Eric Martin, Jeff Scott Soto e Joe Lynn Turner, perché credo che le loro voci siano il top per il rock melodico.
Credo sarebbe interessante sentire Eric Martin su qualcosa in stile “west coast”, tipo Chicago XVII o Toto VII. La sua voce è molto duttile e penso risulterebbe ottima per quel genere.
Il sogno proibito poi, sarebbe quello di poter collaborare con tutti i Toto, presenti e passati, ma questo credo sia evidente anche senza dirlo!

Mi pare di capire che nutri una sana venerazione per gli anni ’80…

Apprezzo anche cose di altre epoche, ma è negli eighties che, sebbene qualche volta la produzione risulti un po’ “datata”, sono state realizzate alcune delle canzoni meglio assortite e composte di sempre!

Come definiresti, in poche e semplici parole, i tuoi Work of Art…

Melodici, spensierati ed in grado di fornire belle sensazioni…

…e cosa ti aspetti da loro?

Quando abbiamo messo su Myspace il nostro demo non avevamo idea di quale reazione il pubblico avrebbe avuto, ma poi la stampa, gli ascoltatori e la nostra etichetta discografica ci hanno letteralmente sorpreso per i buoni commenti.
Ora come ora non pensiamo ad altro che mettercela tutta per vedere quanto possiamo andare lontano con questo gruppo.
E speriamo di arrivare sino alle stelle!!!

L’immediato futuro invece?

Attualmente è un po’ tutto incasinato, ma per adesso il nostro desiderio principale è, sempre se la label vorrà accordarci ancora la fiducia, quello di poter scrivere ed incidere altri dischi dei Work Of Art.
E non ci dispiacerebbe poter scrivere e produrre canzoni anche per qualche altro artista del settore…

Bene, siamo in fondo Robert. Lo spazio finale è tuo, fanne ciò che vuoi!

Voglio ringraziare tantissimo tutti coloro che sono venuti ad ascoltare i nostri brani su Myspace o che ci hanno fornito supporto in altra maniera: siamo entusiasti dei commenti positivi ricevuti.
Spero che il nostro disco possa soddisfare tutte le aspettative degli AOR fans.
Non lo abbiamo scritto per diventare ricchi, ma lo abbiamo fatto esclusivamente per tutti coloro che, come noi, ancora amano profondamente questo tipo di musica!

Fabio Vellata