Recensione: Sacred Warpath [EP]
Storicamente l’Ep, nato come via di mezzo tra un singolo e un album vero e proprio, è composto da tre a cinque canzoni e può essere chiamato anche mini album; il nome già dice tutto. Nella storia del metal esistono vari mini album oggetti di culto che hanno quotazioni esorbitanti e il primo che mi viene in mente è “Far Far North” degli Einherjer, recensito su queste pagine. Inoltre l’Ep viene usato soprattutto per uno scopo ben preciso: far ascoltare alcune canzoni al pubblico prima che ci si metta seriamente in studio a pensar al nuovo album. Dietro a questo concetto “nobile” da parte del gruppo, però, si insinua la casa discografica che vede l’immediato guadagno, ma questo tipo di prodotto è più consono al fan sfegatato, che al compratore occasionale. Va quindi detto, che nell’era di internet e di singoli scaricabili e comprabili a basso prezzo, l’Ep sostituisce quello che una volta era il singolo, 45 giri e successivo formato su cd, contenete un successo per lato.
In questo contesto si inserisce il nuovo lavoro dei Sodom “Sacred Warpath”, con un però. Qui siamo di fronte ad un mero prodotto commerciale voluto per tirar su soldi. Questo si evince dal fatto che i Sodom si siano “sprecati” nel registrare soltanto una traccia; un po’ pochino per questa storica band. Insieme a questa, troviamo tre tracce live, che sono un mero riempitivo per chi ha già la deluxe edition di “In War And Pieces” e vorrebbe ascoltare qualche traccia in più. Beh, per fortuna che non hanno pensato di registrare la medesima in una qualche strana lingua (turco, cambogiano, giapponese), come fatto dai Rage per “My Way”; cantano in spagnolo, ma cogliete l’ironia!
Quello che sorprende è più l’idea di fondo di questo prodotto, perché l’unica traccia “Sacred Warpath” è nettamente al di sopra dell’album “Epitome of Torture”. Innanzitutto il songwriting è sullo stile degli ultimi due album, ma quello che spicca è la chitarra che beneficia di una produzione più old style; pure la voce ricorda i vecchi fasti, cercando di risaltare le parti strumentali attraverso un allontanamento da quello che chiamo io “spit in your face” dell’ultimo album. Niente poi da ridire sulle tre tracce live, registrate e suonate come si deve.
Questo prodotto è una mera fregatura, basta andare su youtube e affini per ascoltare l’unica traccia. La domanda che sorge spontanea è: “dopo tutto quello che ci siamo detti, chi comprerà questo Ep?” la risposta è semplicissima, non di sicuro colui che si approccia per la prima volta a questa band, neanche colui che li conosce, ma neanche il fan sfegatato che pretende ben altro, semmai il collezionista incallito che non sa più cosa acquistare.
Il voto tiene conto di tutto ciò, ma se dovessimo giudicare soltanto l’unica traccia presente, aggiungete cinque punti in più e il gioco è fatto. Purtroppo dai Sodom mi sarei aspettato ben altro e questo è un rammarico. Che inizino a pensarla come i Metallica? lascio a voi questo dubbio.