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Live Report: Summer Metal 2022 @ Summermusic Arena, Lonca di Codroipo (Ud)

Di Marco Donè - 14 Agosto 2022 - 10:30
Live Report: Summer Metal 2022 @ Summermusic Arena, Lonca di Codroipo (Ud)

LIVE REPORT: SUMMER METAL 2022

SUMMERMUSIC ARENA, LONCA DI CODROIPO (Ud)

5-6-7 AGOSTO 2022

 

Dopo due anni di stop forzato, a causa delle restrizioni dettate dalla pandemia da Covid-19, in questa calda estate del 2022 ha fatto il suo ritorno il Summer Metal. Il festival friulano, come da tradizione, si è svolto il primo weekend di agosto nella Summermusic Arena, l’area verde di Lonca di Codroipo (Ud). Senza inutili giri di parole, l’evento è ormai uno degli appuntamenti più attesi per i fanatici del metallo pesante del Nord-est. Un festival che quest’anno ha potuto vantare una line-up di prim’ordine e che viene valorizzato dalla splendida cornice della Summermusic Arena, un’oasi verde diventata ormai il punto di ritrovo estivo per orde di metalhead incalliti. Quest’anno il festival si è sviluppato nelle giornate di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 agosto. Eccovi il resoconto di queste tre giornate infuocate.

 

Live report a cura di Marco Donè

 

VENERDÌ 5 AGOSTO

Il Summer Metal 2022 prende il via venerdì 5 agosto, con l’apertura ufficiale dei chioschi alle ore 19:00. I live sono previsti a partire dalle 20:00. Al nostro ingresso all’area concerti, la Summermusic Arena si presenta in tutto il suo fascino e, nell’attesa che inizino a esibirsi i gruppi, ci soffermiamo ad ammirarla, degustando una buona birra fresca. Un autentico refrigerio, vista l’arsura pomeridiana! Notiamo subito la presenza di un numero maggiore di stand rispetto alle edizioni passate, sinonimo di come il Summer Metal stia attirando sempre più interesse, rivelandosi un festival ambizioso e in crescita. Inutile nascondere che nell’arco delle tre giornate abbiamo speso più tempo agli stand di CD e vinili – il collezionismo crea dipendenza, d’altronde – ma in questa edizione 2022 il Summer Metal può vantare un vero e proprio mercato al suo interno. Le 20:00 stanno per scoccare e il primo gruppo di questa serata fa il suo ingresso sul palco.

THE DEAD FLOWERS GRAVES

La formazione veneta si presenta con un look di scena curato e intrigante, che lascia subito il segno. Colpisce in particolare la cantante, dal moniker 19.03, che si esibisce avvolta in veli neri, rappresentando alla perfezione il sound e i contenuti trattati nei testi dai The Dead Flowers Graves. I Nostri, infatti, propongono un heavy-doom oscuro, toccando temi legati agli spiriti e alle mitologie lunari. I The Dead Flowers Graves tengono bene il palco e il loro show ruota attorno alle movenze di 19.03, ammaliante e ipnotica. I Nostri sono un nome nuovo della scena del Nord-est, all’attivo hanno un solo EP, ma trovano un ottimo supporto dal pubblico, che gradisce molto lo spettacolo offerto e vive con intensità il set della band veneta. Poco importa se la proposta dei Nostri in qualche passaggio si riveli un po’ acerba, il Summer Metal è completamente coinvolto nella performance del combo veneto. I risultati al banchetto merch parlano chiaro. I The Dead Flowers Graves, insomma, accendono a dovere il Summer Metal, per quello che si rivela un ottimo inizio di serata.

A TEAR BEYOND

La formazione di Vicenza era una delle band più attese di giornata – per il sottoscritto, almeno – e gli A Tear Beyond non hanno assolutamente deluso le aspettative. Il combo vicentino rappresenta il nome più sperimentale di quest’edizione del Summer Metal. La loro proposta, d’altronde, mescola industrial, gothic ed elettronica, un connubio che viene letteralmente fatto esplodere da dei suoni potenti e curati. I Nostri tengono il palco con esperienza e più passano i minuti più aumenta il numero di metalhead ai piedi dello stage. Anche gli A Tear Beyond esibiscono un look curato, che rappresenta alla perfezione il concept della band. Attraverso i testi e la propria immagine, i Nostri trovano definizione nella dimensione onirica, attraverso la quale possono trattare temi legati alle contraddizioni del genere umano, come ad esempio le maschere con cui l’uomo si presenta in pubblico. Non a caso, infatti, gli A Tear Beyond, sfidando la calura di questo primo venerdì d’agosto, in qualche traccia aumentano la teatralità del loro spettacolo indossando delle maschere veneziane, con il chiaro intento di sottolineare questo aspetto. Dal punto di vista musicale la band sfoggia una grande preparazione tecnica e se a questo sommiamo la teatralità con cui il cantante Claude Arcano si muove sul palco, possiamo facilmente comprendere come gli A Tear Beyond si siano letteralmente presi il pubblico del Summer Metal. Ce ne rendiamo conto nelle battute conclusive dello show, durante ‘Behind the Curtains I’m Dying (Opium)’, quando le prime file diventano un’autentica bolgia. Show esplosivo, poc’altro da dire. Per il sottoscritto la vera sorpresa di queste tre giornate.

VALLORCH

Per i veneziani Vallorch quello di stasera è lo show del ritorno al Summer Metal, visto che nell’ultima edizione, quella del 2019, la folk metal band veneta aveva dovuto interrompere il proprio set a causa di un diluvio che si era abbattuto sulla Summermusic Arena. Un diluvio che nemmeno il palco coperto era riuscito a limitare. I Vallorch entrano in scena carichi come molle, forti di uno zoccolo duro di seguaci che li sta attendendo in estasi. I Nostri regalano uno spettacolo fatto di adrenalina pura, che alterna le melodie della cornamusa e del flauto, suonati dalla cantante Sara Tacchetto, all’impatto del metallo pesante, fatto di parti cadenzate in cui è impossibile trattenere l’headbanging. Sul palco i Vallorch si muovono con grande energia, trascinando il pubblico. Spicca in particolare l’enfasi della cantante Sara Tacchetto, che non smette di agitare nemmeno per un secondo la sua lunga chioma, tenendo in pugno l’intero Summer Metal. E poco importa se la sua prova al microfono non è quella delle serate migliori, il pubblico risponde alla grande, dimostrando quanto la band veneta sia amata e apprezzata. Da segnalare, poi, gli ottimi suoni, fiore all’occhiello del Summer Metal. Fino a questo momento si sono esibite tre band molto diverse tra loro, caratterizzate sia dai classici strumenti del metallo pesante, che altri appartenenti alla cultura folk, come nel caso dei Vallorch: i suoni sono sempre usciti potenti e puliti. I Vallorch chiudono il loro set verso le 23:00 e salutano un Summer Metal in totale ebollizione. Questa prima serata sta regalando solo grandi emozioni.

FUROR GALLICO

I Furor Gallico entrano in scena verso le 23:30 davanti a un’autentica marea umana. Veniamo a scoprire che, a causa di un piccolo problema di salute, il batterista Mirko Fustinoni non accompagnerà la band in questo weekend, in cui i Furor Gallico si esibiranno prima al Summer Metal e, il giorno successivo, a Padova. Al suo posto la formazione lombarda, con l’intento di non arrecare disagi agli organizzatori, il giorno prima dello show in terra friulana ha reclutato un sostituto che, a tempo di record, si è chiuso in sala prove e ha imparato l’intera scaletta. Un particolare che sottolinea la serietà e la professionalità della band. Sul palco i Furor Gallico puntano in particolare sull’ultimo lavoro “Dusk of the Ages”, il disco che ha definitivamente consacrato il loro nome nell’olimpo del Folk Metal. Lo show del combo lombardo è un susseguirsi di classici: ‘Nebbia della mia Terra’, ‘Canto d’Inverno’, ‘Banshee’, ‘Venti d’Imbolc’, pezzi cantanti e vissuti con totale trasporto dall’intero Summer Metal. I Nostri sfoggiano uno show energico, valorizzato da dei suoni curatissimi, che permette al cantante Davide di tenere il pubblico in pugno. Sul palco i Furor Gallico si muovono con entusiasmo e in totale sinergia, sintomo del grande affiatamento che caratterizza i singoli. È inoltre evidente come i due anni appena vissuti, con i concerti ridotti all’osso, abbiano caricato i Nostri di una grande voglia di esibirsi dal vivo; una voglia, una fame di live che si respira in ogni singola nota suonata e cantata dai Furor Gallico, tanto che il Summer Metal viene avvolto da una sorta di incantesimo che lega gruppo e pubblico in un rapporto indissolubile. La serata volge al termine e i Furor Gallico chiudono il proprio set con ‘Caccia Morta’, chiedendo e ottenendo il wall of death. La formazione lombarda saluta un Summer Metal entusiasta chiedendo la classica foto dal palco, invitando tutti al banchetto merch per foto e autografi. Il pubblico non si lascia pregare e prende letteralmente d’assalto il banchetto, per quello che si rivela il degno epilogo di una serata che può essere definita magica. Un inizio migliore di questo non ci poteva essere per il Summer Metal 2022.

SABATO 6 AGOSTO

Per il Summer Metal 2022, la giornata di sabato 6 agosto sembra essere nata sotto una cattiva stella: a una settimana dall’inizio del festival è stato annunciato il cambio di headliner proprio di questa giornata. I White Skull, causa covid, non hanno potuto presenziare alla kermesse. Al loro posto sono stati confermati i Trick or Treat, un nome che ha saputo tenere alta la qualità della giornata. Nella mattinata di sabato 6 agosto, poi, arriva l’annuncio di un’altra defezione: i Black Reflex non potranno esibirsi e, al loro posto, vengono assoldati i Fanteria di Prima Linea, formazione hardcore-punk della provincia di Udine. Se a queste due “disavventure” sommiamo le avverse previsioni meteo – che segnalano un forte rischio pioggia in serata – diciamo che possiamo immaginare la tensione degli organizzatori. Fortunatamente, come vedremo, tutto è andato per il meglio. Eccovi quindi il resoconto di questa seconda giornata del Summer Metal 2022.

FANTERIA DI PRIMA LINEA

La giornata di sabato 6 agosto viene battezzata dalla pioggia, sì, perché subito dopo il soundcheck un leggero rovescio si abbatte sulla Summermusic Arena. È questione di un attimo, giusto venti minuti, che però ha sicuramente inciso sull’affluenza iniziale al Summer Metal. Sono le 18:00 quando i Fanteria di Prima Linea entrano in scena, in perfetto orario con il ruolino di marcia previsto. Al momento, il pubblico presente non è tantissimo, la pioggia iniziale deve aver sicuramente messo paura a più di qualche metalhead. Questo però non spaventa i Fanteria di Prima Linea che, in pieno stile hardcore-punk, vomitano tutta la loro aggressione sonora sul Summer Metal. I Nostri si muovono bene sul palco, suonano sporchi, grezzi, diretti, come il genere richiede. Sanno coinvolgere a dovere il pubblico presente, tanto che in più di qualche frangente si scatena un pogo forsennato sotto lo stage. Nella mezz’ora a loro disposizione la band punta tutto sull’impatto, mettendo in luce anche un chiaro schieramento politico. A fine show i Fanteria di Prima Linea salutano il Summer Metal, scusandosi per il “casino” e dicendo di lasciare spazio alle band “serie”. Un inizio atipico ma sicuramente convincente.

KROSS OF KHAOSS

La formazione trevigiana entra in scena truccata a puntino e accompagnata da uno scheletro seduto su un trono, che riporta alla mente più di qualche similitudine con una sedia elettrica. I Kross of Khaoss propongono uno show incentrato sulle figure dei serial killer e sulle contraddizioni del genere umano, tematiche che caratterizzano il concept della band. Nei trenta minuti a disposizione, il quartetto di Treviso abbatte sul Summer Metal tutto il tiro del suo heavey metal grezzo, in cui compaiono influenze Venom e stoner-doom. Il set dei Kross of Khaoss è pieno di spunti e siparietti degni di nota, come quando il chitarrista El Grindo, durante ‘Machete Happens’, esegue la parte solistica suonando la chitarra con un vero e proprio machete! Nonostante qualche piccola sbavatura alla batteria, i Kross of Khaoss regalano un live intenso e coinvolgente, che ha sicuramente lasciato il segno tra i presenti.

FIST OF RAGE

Quando gli hard rocker triestini Fist of Rage entrano in scena, il cambio di passo è impressionante. La formazione capitanata dall’ugola al vetriolo di Piero Pattay sfodera uno show dirompente, sia per quanto riguarda le doti tecniche dei singoli, sia per la capacità di resa sul palco. Canzoni come ‘Loving in Vain’ e ‘New Beginning’ lasciano letteralmente a bocca aperta. I Nostri sono dotati di un groove e di un tiro pazzesco. Sul palco si muovono con esperienza e intensità, riuscendo a coinvolgere i presenti ogni qualvolta il cantante Piero Pattay ne chieda la partecipazione. Definire lo show dei Fist of Rage trascinante, è dire poco. Peccato che l’affluenza, al momento, non sia ancora altissima. L’hard rock dall’animo Seventies del combo triestino avrebbe meritato un audience maggiore. Prestazione di altissimo livello quella messa a segno dai Fist of Rage, che rientrano di sicuro tra i migliori di giornata e dell’intera tre giorni del Summer Metal.

SACRO ORDINE

Tocca poi agli isontini Sacro Ordine, gli autentici defenders of the faith del Friuli Venezia Giulia. Avevamo imparato a conoscerli con una formazione a cinque elementi, con un cantante di ruolo. Li riscopriamo questa sera con una formazione a quattro, senza cantante. A occuparsi delle parti al microfono sono il bassista Claudio “The Reaper” e il chitarrista Davide Olivieri. In questa nuova veste i Sacro Ordine guadagnano in impatto e resa sul palco. I Nostri si muovono in sintonia e con grande coordinazione, mettendo in mostra tutta la purezza dell’acciaio che caratterizza la loro proposta. I Sacro Ordine regalano una prestazione di assoluto spessore, che ci catapulta a ritroso nel tempo, direttamente negli anni Ottanta, grazie a ritmiche personali – lontane anni luce dalle mode del momento – e twin solo affascinanti. E la voce? Eh, Claudio e Davide sfoderano una prova impressionante. La loro alternanza al microfono, poi, regala maggiore espressività ai pezzi, che guadagnano in resa. Claudio si occupa delle canzoni più evocative, Davide di quelle più heavy, dove bisogna spingersi più in alto. Nei quaranta minuti a loro disposizione i Sacro Ordine sfoderano una prova magistrale, un concerto sensazionale per una band che ha trovato la propria dimensione.

REVOLTONS

C’era grande attesa per l’esibizione dei Revoltons, un nome storico della scena friulana che, forse, ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. E per capire il forte interesse che ruota attorno alla prova dei Revoltons basta guardare la Summermusic Arena, ora completamente riempita. I Nostri entrano in scena con una formazione rinnovata, che vede oltre alle figure storiche di Alex Corona, Elvis Ortolan e Simone Sut, il chitarrista Carlo Venuti, in prestito dai Sacro Ordine, e il cantante Antonio Boscari, ex Animalhouse. Beh, bastano le prime note di ‘The Pure Soul Cry’ per venire completamente catturati dalla performance del quintetto friulano, che sfodera una prestazione da paura. Le partiture articolate che hanno sempre contraddistinto le ritmiche e la solistica dei Nostri vengono riproposte alla perfezione. Se su questo aspetto non c’erano dubbi, a impressionare è il come lo fanno: perennemente in movimento sul palco, pose plastiche, spostamenti combinati e coordinati. Uno show che rasenta la perfezione, che rappresenta appieno il termine heavy metal. Le due chitarre, da quanto sono in simbiosi, sembra suonino assieme da decenni, invece lo fanno solo da qualche mese. Elvis Ortolan picchia sulla batteria come non lo vedevo fare da tempo e Antonio Boscari sembra aver trovato la sua dimensione, potendosi spingere in alto come mai prima, raggiungendo vette da far invidia all’Everest. I Revoltons si concentrano soprattutto sugli ultimi tre album e quando annunciano l’ultimo pezzo, ‘Danger Silence Control’, il pubblico inneggia il nome della band, come a voler esprimere il desiderio che il concerto non finisca. Dopo ‘Danger Silence Control’, visto il clamore del Summer Metal, i Revoltons piazzano un encore, riproponendo ‘The Pure Soul Cry’. Concerto spettacolare per una band che conferma una volta in più le proprie qualità e che rientra di diritto tra le migliori di questa tre giorni.

TRICK OR TREAT

Sono circa le 23:30 quando i Trick or Treat entrano in scena, davanti a una Summermusic Arena davvero gremita. La formazione emiliana è in tour per supportare a dovere il nuovo e interessantissimo “Creepy Symphonies” e, non a caso, il palco del Summer Metal è agghindato a dovere, con delle affascinanti e divertentissime grafiche che richiamano l’album. I Trick or Treat puntano proprio sul nuovo lavoro, da cui vengono pescate alcune gemme come ‘Creepy Symphony’, la scanzonata ‘Crazy’ e la diretta ‘Escape from Reality’. I Nostri sfoderano una prestazione al fulmicotone, sfoggiando classe da vendere. Impressionante la prova delle due asce, Guido Benedetti e Luca Venturelli, e la performance al microfono di Alessandro Conti che in molti, tra il pubblico, definiranno come il Michael Kiske italiano. I Trick or Treat portano avanti lo show con quello spirito goliardico, fatto di tanta autoironia, che li ha sempre contraddistinti. Un aspetto che, tra sorrisi e battute reciproche, creerà un legame fortissimo tra la band e l’intero Summer Metal. Se poi puoi contare su un ugola d’oro come quella di Alessandro Conti che, all’occorrenza, può diventare un vero cabarettista, beh, hai la vittoria in pugno. Credo basti citare il momento in cui, a inizio show, il cantante si è detto felicissimo di essere a suonare a Codroipo, visto che nella sua vita ha anagrammato così tante volte il nome della città, per capire a cosa ci stiamo riferendo. Ad Alessandro sono bastati gli sketch iniziali per avere il pubblico in suo pugno. Uno spettacolo incredibile quello offerto dai Trick or Treat, capace di legare assieme tanto sano divertimento e metallo di gran classe. I Nostri, infatti, sfoderano il meglio che la loro discografia possa offrire, pezzi come ‘Aquarius: Diamond Dust’, il classico ‘Loser Song’ e ‘The Great Escape’, senza dimenticare di farci tornare tutti un po’ bambini proponendo due chicche come ‘Jem’ e ‘Ken il Guerriero’ – pescate da quel folle album intitolato “Re-Animated” – cantate a squarciagola da tutto il Summer Metal. Uno show davvero riuscito quello del quintetto emiliano, che erige i Trick or Treat come assoluti vincitori della giornata odierna. Da sottolineare, inoltre, il saluto che i Nostri hanno portato ai White Skull, formazione che i Trick or Treat hanno sostituito a seguito dell’impossibilità della band veneta di esibirsi questa sera. E vedere il banchetto merch dei Trick or Treat assaltato a fine concerto fa capire come il quintetto abbia saputo conquistare il pubblico. Grandi!

DOMENICA 7 AGOSTO

Se la pioggia delle 17:00 aveva limitato l’affluenza iniziale al Summer Metal nella giornata di ieri, sabato 6 agosto, la situazione viene completamente ribaltata in questa soleggiata domenica. Già all’apertura dei chioschi, alle 17:00, la Summermusic Arena vanta una considerevole presenza, con birra che scorre a fiumi. Le 18:00 stanno per scoccare e il primo gruppo in scaletta fa il suo ingresso sul palco.

HORROR FARM

La compagine veneta entra in scena con un bel piglio e il suo black-thrash sinfonico si rivela una vera mazzata. Il punto di forza degli Horror Farm sta sicuramente nella batteria, randellata da un autentico rullo compressore che risponde al nome di Sathrath. La botta e le velocità raggiunte dal giovane batterista sono davvero impressionanti. Sebbene i Nostri siano un po’ statici sul palco e in alcuni passaggi, in particolare nelle linee vocali, la loro proposta suoni ancora un po’ acerba, gli Horror Farm riescono nel non facile compito di scaldare a dovere il pubblico, che vive con partecipazione lo show del combo veneto. Affinati un paio di aspetti, i Nostri saranno pronti al disco di debutto. Un inizio di giornata interessante.

HOUNDS OF DEVIL

Grezzi, sporchi e cattivi: gli Hounds of Devil possono essere descritti così! La compagine di Pordenone entra in scena con un tiro micidiale e con il suo speed metal strappa consensi a destra e a manca. Gli Hounds of Devil portano avanti un vero e proprio assalto frontale, con un sound crudo e diretto, che trae ispirazione da Motorhead e Venom. Anche gli Hounds of Devil risultano un po’ statici sul palco, se riuscissero a preparare dei movimenti combinati il loro live diverrebbe dinamite pura. Un elemento che potrà sicuramente essere affinato in futuro. Al di là di quest’aspetto, gli Hounds of Devil al Summer Metal lasciano il segno, eccome. E non a caso, durante la loro esibizione, il consumo di birra aumenta in maniera esponenziale. Promossi a pieni voti!

GATES OF DOOM

A detta di chi scrive i Gates of Doom, attualmente, rappresentano il nome di punta del movimento estremo friulano. Forti del disco di debutto “Aquileia Mater Eterna”, pubblicato nel 2021, i Nostri entrano in scena con l’atteggiamento di chi è convinto dei propri mezzi. La formazione di Cervignano è rodata a dovere e tiene il palco con personalità, trascinata dal carisma del cantante Stefano Declich. La sua perfomance, maschia e teatrale, è davvero il valore aggiunto dei Gates of Doom. Se poi ci soffermiamo sul lato prettamente musicale, dal vivo la proposta della formazione friulana risulta ancora più accattivante. Ripercorrere la storia del Friuli, partendo dalla lontana epoca romana, descrivendone le battaglie più sanguinarie attraverso un death melodico, maestoso ed epico, si rivela una vera e propria esperienza. E proprio il sound dei Gates of Doom, la loro voglia di narrare la storia e le leggende più antiche del proprio territorio, per certi aspetti accomuna la compagine di Cervignano con quanto fatto dai nordici Amon Amarth. Nella mezz’ora a loro disposizione i Gates of Doom ci regalano uno show entusiasmante e si rivelano una piacevole conferma. Teniamoli d’occhio.

KRYPTONOMICON

Tocca poi agli isontini Kryptonomicon, un nome che sta acquisendo sempre più consensi, live dopo live. I Nostri, forti di un full length e di due EP, rappresentano un nome nuovo dell’underground italico, visto che si sono formati solo nel 2019. In line-up troviamo però alcune vecchie volpi della scena estrema italiana: basti pensare a Stefano Rumich – ex Karnak, qui in veste di chitarrista – e al bassista Francesco Ponga – ex Karnak e un trascorso live con gli Angel Corpse –. I Nostri si muovono con esperienza sulle assi dello stage e la loro proposta, fortemente debitrice ai Celtic Frost, conquista l’intero Summer Metal. I Kryptonomicon puntano tutto sull’impatto e il loro spettacolo trova nel mastodontico cantante Luca Sterle l’assoluto protagonista. Luca, sul palco, impersona alla perfezione lo spirito della band, e la sua personalissima asta del microfono – una vera e propria accetta – ne è il tratto caratteristico. Durante l’esibizione dei Kryptonomicon fa capolino una timida pioggia, che sembra non impensierire il numerosissimo pubblico del Summer Metal, anzi, i presenti sembrano davvero fregarsene e continuano a supportare il combo isontino con entusiasmo. Anche oggi, nei loro quaranta minuti di set, i Kryptonomicon portano a casa solo consensi. Show impeccabile.

SEPOLCRAL

Dal vivo i Sepolcral sono una garanzia, per impatto e aggressione sonora. Il tiro che sanno generare con il loro brutal death è di quelli atti a non fare prigionieri. Oggi, poi, appaiono particolarmente in forma, a partire dalla batterista Aleks, autore di prestazione esplosiva. Ma è tutta la formazione friulana a girare a mille. Il fatto di suonare in casa deve aver dato loro stimoli ed energie illimitate, che vengono riversate con brutalità sulla gremitissima Summermusic Arena. Sul palco i Nostri si comportano come il classico gruppo extreme metal: i musicisti statici sul posto, presi a vomitare sul pubblico tutta l’aggressività delle proprie ritmiche, e il cantante, con la giusta dose di cattiveria e convinzione, a tenere il pubblico in pugno. Una miscela collaudata, che i Sepolcral sanno come far funzionare a dovere. Da sottolineare, poi, la prova al microfono di Daniele T., sia per quanto riguarda la prestazione vocale, che per la resa sul palco. Daniele sembra sempre più a suo agio in questa dimensione un po’ atipica per lui, visto che è nato e cresciuto come chitarrista nei deathster Chronic Hate. Anche per i Sepolcral una quarantina di minuti di pura violenza sonora, che miete consensi tra i presenti. Se solo fossero un po’ più attivi in studio…

DEATH DIES

Sono passate da poco le 22:30 quando i Death Dies, uno dei nomi culto della scena black metal nazionale, fanno il loro ingresso in scena. Il momento è di quelli importanti e lo si capisce da come il pubblico si affretti a prendere posizione sotto il palco. I Death Dies, d’altronde, sono uno di quei gruppi no compromise, lontani anni luce da logiche di mercato e ogni loro live è un piccolo evento. I Nostri si presentano sul palco con intenti belligeranti, rispettando tutti i cliché del genere, a partire dall’immancabile face painting. I Death Dies, a sorpresa, propongono una scaletta che non prevede pezzi estratti dalla vecchia discografia, decidono invece di puntare su composizioni nuove e proporre alcuni classici griffati Evol, l’altra leggenda black patavina dalle cui ceneri i Death Dies sono nati. Lo spettacolo si rivela in questo modo più atmosferico e meno in your face, ma di qualità assoluta. Se a questo sommiamo che dietro il palco, in lontananza, l’oscurità del cielo viene squarciata da ripetuti fulmini, possiamo dire che anche le entità ultraterrene hanno compreso l’importanza del momento, regalando ai Death Dies la perfetta coreografia per lo show. Per aumentare la dose di malvagità e oscurità il quintetto di Padova decide di eseguire la cover di ‘Dethroned Emperor’, dei Celtic Frost, facendo letteralmente sobbalzare tutta la vecchia guardia presente al Summer Metal. Show davvero efficace quello messo a segno dei Death Dies, che i presenti ricorderanno per un po’ di tempo.

HIDEOUS DIVINITY

A chiudere non solo la domenica ma l’intera tre giorni del Summer Metal tocca agli Hideous Divinity, nome di spicco della scena technical brutal death nazionale. La formazione romana rappresenta uno di quei gruppi capaci di esportare oltre confine il metallo Made in Italy e l’imminente tournée in territorio americano – la quarta oltreoceano in carriera – parla chiaro. Gli Hideous Divinity sono in costante ascesa e disco dopo disco hanno saputo conquistare nuovi adepti. Stasera, al Summer Metal, i Nostri hanno fatto capire, se ancora ce ne fosse bisogno, il perché di tanto clamore attorno al loro nome, mettendo in atto uno show che ha letteralmente spazzato via tutto e tutti. Tecnica spaventosa, velocità assurde, impatto, violenza, presa sul pubblico: una prova che ha rasentato la perfezione. Un’ora di totale bombardamento sonoro, valorizzato da dei suoni grossi come macigni, in cui gli Hideous Divinity hanno ripercorso la propria discografia, partendo dal più recente “LV-426”, passando per l’impressionante “Simulacrum”, fino ad arrivare ad “Advenies”. I Nostri hanno letteralmente preso a mazzate in faccia i presenti, con una prestazione caratterizzata da una precisione chirurgica, che non ha assolutamente messo in secondo piano l’impatto. A dominare questo impressionante tappeto sonoro ci ha pensato Enrico Di Lorenzo, la cui prestazione al microfono è stata di grandissimo spessore. Il cantante ha vomitato il suo growl, cavernoso e viscerale, senza scordarsi di interagire con il pubblico: un vero e proprio animale da palco. La teatralità e la fisicità con cui si è mosso sulle assi dello stage è di quelle che non si dimenticano facilmente: è come se fosse stato posseduto dalle note uscite dalle casse, portandole quindi in vita. Gli Hideous Divinity chiudono lo show con il classico ‘Cobra Verde’ e salutano un Summer Metal in totale estasi, con il pubblico che li acclama a gran voce. Prestazione disarmante.

CONCLUSIONI

L’edizione 2022 del Summer Metal segnala un festival in netta crescita, sotto molti aspetti. Se da un lato è stata rispettata la filosofia dell’organizzazione, che piazza una rassegna delle migliori realtà del Nord-est metallico, dall’altro abbiamo trovato tre headliner di caratura internazionale, che rappresentano il presente della musica dura italiana, e non solo. Ottima le gestione dei grandi spazi offerti dalla Summermusic Arena, con la presenza di nuovi stand. Estremamente funzionale il servizio birra – con la possibilità di scegliere più tipologie di birre, tra cui alcune artigianali – e cucina. Da segnalare poi la grande attenzione per il rispetto dell’ambiente e della Summermusic Arena. Un messaggio che è passato anche tra i metalhead, dato che nell’intera tre giorni non si è visto un solo bicchiere a terra, ma tutti risposti negli appositi contenitori. La grande partecipazione in tutte e tre le giornate è un segno evidente di come il Summer Metal stia crescendo. In attesa di vedere come il festival evolverà in futuro, al momento possiamo dire che il Summer Metal è, a tutti gli effetti, una delle realtà open air più interessanti dell’intero Nord-est. L’appuntamento è per il 2023, con l’augurio che il festival possa garantire la stessa qualità offerta quest’anno e, perché no, migliorare ulteriormente. Horns up!

 

Marco Donè