Agglutination Metal Festival: report
PREMESSA: A causa di numerose email giuntemi che richiedevano il report sull’Agglutination metal festival pubblicato il 14 Agosto su queste pagine, ho ritenuto opportuno ripubblicare il report in home page cosicchè tutti i metallers tornati dalle vacanze che mi hanno chiesto e continuano a chiedermi il report via mail, possano finalmente leggerlo.
L’annuale appuntamento con il più grande festival metal del Sud Italia anche quest’anno si è rispecchiato nell’Agglutination Metal Festival di Chiaromonte (Potenza). Dopo un travagliato viaggio con partenza da Napoli di ben 6 di automobile (causa traffico, quando da Napoli bastano semplicemente 2 orette abbondanti per raggiungere la località), l’accoglienza è subito molto buona ed esemplare. L’organizzazione è ben strutturata, e l’organizzatore Gerardo si è mostrato una persona molto disponibile insieme a tutti i ragazzi della security e dello staff, ragazzi professionali, intelligenti, ben lontani da certi elementi conosciuti in altri concerti in giro per l’Italia, dove invece di creare ordine, erano i primi a provocare risse (concerto Manowar, Roma 2002 docet).
La principale attrazione del festival quest’anno erano indiscutibilmente i Virgin Steele, seguiti da affermati ed emergenti nomi del panorama metal italiano. Ma andiamo con ordine analizzando via via le band che si sono esibite dalla più importante a seguire.
Premessa:in questo report sono state omesse delle band che si sono esibite alla manifestazione, non per antipatie o ragioni varie nei loro confronti, ma solamente perchè non ho potuto persoalmente assistere alle loro esibizioni, preso com’ero da impegni dal palco e dal backstage. Ci scusiamo quindi con i lettori garantendo che i report per le band omesse saranno inseriti al più presto.
Virgin Steele: dev’essere stato emozionante suonare per David nella terra che direttamente appartenne ai Greci prima ed ai Romani poi. La band di Defeis e company è in grande forma, quando cala la sera la magia ha inizio ed appena le luci del palco illuminano i nostri eroi sembra di attraversare un magico varco per un’altra dimensione, la dimensione dell’acciaio che rivive ancora una volta davanti ai nostri increduli occhi. Due ore, due ore di purissimo Virgin Steele sound, 2 ore in cui la band americana ha dato il meglio di se, due ore che rimarranno impresse per sempre nella memoria di ogni defenders che insieme a me ha intonato con voce struggente i magici cori di Symphony Of Steel, Burning Of Rome, Invictus, Kingdom of Fearless e cosi via. Il carisma della band e la classe individuale dei musicisti mista all’epica magia scaturita da questa musica persa nel tempo hanno sotterrato tutte le piccole mancanze tecniche con un’incandescente e rovente colata di purissimo metallo pesante epico che è calata sui nostri spiriti. La partecipazione del pubblico è stata calorosa, ed a parte qualche emerito imbecille che pogava anche durante le ballate e che era lì solo per far casino, tutto è stato avvolto da quele magiche atmosfere tipiche del Virgin Steele sound che hanno incantato ed affascinato tutti i presenti, anche chi dei VS non conosceva nemmeno una song (ed erano in molti). La perizia tecnicha alla voce di Defeis è davvero disarmante per quanto possente e bella, attestandosi ad essere un singer di razza non solo su disco ma specialmente dal vivo…nettare per gli Dei la sua voce. Pursino alla chitarra fa spettacolo, la sua classe non è acqua, e lo dimostra con superbi assoli che mettono a tacere più di una volta tutti i presenti. Frank Gilchreist da spettacolo alla batteria. Note di più altissimo livello passionale sono raggiunte durante un frammento eseguito di Emalaith dove il coinvolgimento ha dell’assurdo e lacrime scorrono dai cuori commossi di ognid efenders all’udire l’interpretazione di David davvero impressionante, e dopo la splendida I Will Come For You si tocca un’altro dei punti più altri del concerto con l’incredibile ed appassionante Noble Savage riproposta in versione live per tutti i cultori delle vecchie sonorità della band e per ogni dannatissimo amante di questa magica musica che prende il nome di Epic Metal, una musica senza spazio, senza tempo.
I’m Savage…I’m a King.
Labyrinth: tengono bene il palco con una randissima dose di energia i Labyrinth che coinvolgono davvero alla grande un pubblico assetato di metal. Anche se non sono mai stati una band che ho seguito molto, devo dire che dal vivo sono molto carismatici, trainati dal loro singer di indubbio valore e con una scenografia che li vede favoriti dal calare della sera, riescono a trasportare con i loro brani un pubblico caloroso.
Fire Trails: grandissima prova su palco per la band di Lio Mascheroni e Pino Scotto, che hanno ereditato sulle loro spalle tutta la carica storica di una band come i Vanadium. C’è poco da fare, i Fire Trails spaccano, circondati da musicisti di grandissima esperienza (tra i più capaci che abbia visto all’intera manifestazione), riescono a coinvolgere il pubblico e ad accattivarlo con tutta la loro carica di energia e alla straordinaria tenuta sul palco. Da segnalare uno dei momenti più alti e coinvolgenti con la stupenda cover di Long Live Rock ‘n Roll che credevo pressocchè irriproponibile decentemente dal vivo da qualsiasi band…ma evidente non avevo considerato i Fire Trails! Grande!
Elvenking: molto molto scenografici gli Elvenking, davvero molto bella la loro proposta musicale (che tutti già conoscevamo), uno stacco dai soliti canoni grazie alle melodie molto “folk oriented”. Il palco è tenuto alla grande, peccato però per un incidente di percorso del chitarrista che si vede saltare una corda, ad una manifestazione metal del genere è pressocchè d’obbligo portarsi dietro un altro strumento, bisogna essere dannatamente pignoli su ciò. Spero che l’episodio valga per esperienza alla giovane band, d’altronde è con l’esperienza scaturita da qualche mancanza che ci permette di migliorare. Buono il lavoro del singer, buona prova su palco la sua, peccato per il suo look vestiario orribile e davvero poco adatto rispetto a quello degli altri elementi della band (l’aspetto su palco è importante e dimostra sintonia con la band e la musica suonata e questo è bene sempre ricordarlo). Un complimento vivissimo va al violinista, davvero bravo nell’esecuzione dei pezzi.
Marshall: della storica formazione napoletana formatasi negli anni 80 rimane solo l’energico batterista Lino MAzzola, che, non a caso, si dimostra tra i più potenti e tecnici dell’intera manifestazione, davvero eccellenti le sue doti. Ma nemmeno gli altri elementi sfigurano, magari un pò esperienza live non farà che aumentare le loro doti da palco, già tuttavia messe in grande evidenza da un batterista dannatamente LOUD. Di grande esperienza anche il duo basso/chitarra accompagnato da tastiere molto “prog oriented”. La loro proposta musicle è molto complessa, un heavy metal dalle venature prog davvero raffinate, dal vivo i nostri riescono a rendere alla grande il loro complesso sound, e ciò denota grande maturità tecnica. Un’unica nota stonata…la politica, si, questo grande elemento divisionale, meglio lasciarlo al di fuori dai palchi della nostra musica, che non dividono, ma uniscono.
Rosae Crucis: incredibilmente convinti e dediti alla causa del True Metal italiano questi Romani, ma già dimostrarono di esserlo ai tempi dei loro primissimi demo cantati in italiano (una vera novità quando li ascoltai anni addietro). L’intera band risulta validissima dal vivo come lo è su disco, e per la maggior parte dell’esibizione il gruppo ruota intorno al carismatico (a dir poco) singer Giuseppe Cialone che ci regala momenti di puro e sano heavy metal. La perizia dei musicisti c’è tutta, ma diciamoci la verità, il cantante in questo caso fa la differenza. Con un look dannatamente hard, heavy and loud, Cialone convince tutti grazie al suo stile “Adams oriented”, ottima scelta stilistica, ottima abilità tecnica, buono per lui e per la band.
Vincenzo “Enzo” Ferrara
Bill:
VIRGIN STEELE
VADER (saltano il festival)
LABYRINTH
THEATRES DES VAMPIRES
BEHOLDER
FIRE TRAILS
ELVENKING
MARSHALL
ROSAE CRUCIS
MANTRA
REQUIEM K626
THE HUNCHBACK