Die Apokalyptischen Reiter – 24/11/06 – Live report

Di Alberto Fittarelli - 27 Novembre 2006 - 21:51
Die Apokalyptischen Reiter – 24/11/06 – Live report

Difficile commentare un concerto come quello tenuto dai Die
Apokalyptischen Reiter
e non infuriarsi: e non col gruppo, anzi! Con il
pubblico italiano, che preferisce andarsi a vedere una serie di gruppi ignobili
invece di questi sani e divertentissimi sperimentatori del metal. Inutile anche
alimentare le polemiche, ma quando ci si trova di fronte ad un centinaio scarso
di persone per quello che è lo show più coinvolgente degli ultimi mesi va
detto che ci si chiede se valga davvero la pena di tentare nuove strade,
piuttosto che riproporre i cliché medi e mediocri.

Un’altra piccola amarezza è stata quella di non poter vedere, come band di
supporto, i baresi Natron, che hanno iniziato il tour di spalla ai Reiter solo
il giorno successivo. Ma sono i buoni milanesi Sleep Of Thetis, dediti ad
un gothic metal molto, molto vicino ai vecchi Lacuna Coil a dare il via alle
danze, davanti a pochi ma attenti spettatori. La band capitanata dalla coppia di
cantanti Silvia Viglione/Nicola Cozzi, già autrice del buon disco Thin Limits,
dimostra di saperci fare sul palco, anche se l’attitudine è ancora
evidentemente vicina ai “maestri” del settore. Una manciata di brani
scivola via molto bene sul pubblico presente, con qualche parentesi più
spiccatamente ‘danzereccia’ (le tastiere fanno molto in questo senso), che è un
po’ il pregio ed allo stesso tempo il limite della loro proposta. Niente male
comunque, da rivedere in un contesto più appropriato.

I tedeschi Die Apokalyptischen Reiter si presentavano invece forti di Riders
of the storm
, forse il disco migliore della loro carriera, ad oggi. La
curiosità per il loro spettacolo era abbastanza forte, anche per
l’imprevedibilità che li caratterizza: si tratta infatti di una band che gioca
molto sulla goliardia, sulla spettacolarizzazione degli elementi più divertenti
ed energici del metal, a prescindere dal genere. E così si sono presentati
anche sul palco milanese: con un Fuchs istrione come di dovere, vero e
proprio mattatore della serata.

Un abbigliamento all’orientale per lui, che canterà tutta sera a piedi nudi,
arrampicandosi praticamente ovunque e incitando la piccola, piccolissima folla
senza mai perdere il sorriso: snocciolando pezzi come la prima, ovvia Friede
sei mit dir
, la bellissima Soldaten Dieser Erde, l’inno Seemann,
tutte dall’ultimo disco. Ma si fanno apprezzare anche i vecchi brani, grazie
alla partecipazione più o meno forzata di personaggi del pubblico, soprattutto
una ragazza prelevata da Fuchs e “costretta” a ballare con lui
la gitana Revolution, e poi ammanettata alle tastiere del folle Dr. Pest,
come regalo di compleanno per quest’ultimo.

Dr. Pest che è l’altra grossa attrazione della serata: se non altro
perché è esilarante mentre, in completino sadomaso, sventola una frusta ogni
volta che non suona! La serata continua con brani quali Sehnsucht, la
sognante Mmmh e intermezzi in cui la band intera suona dei grossi
tamburi, Fuchs esegue numeri come mangiafuoco e un roadie si inserisce
suonando il didjeridoo, strumento tipico australiano, dalla forma e dal suono
particolarissimi.

I bis sono d’obbligo, anche perché richiesti a gran voce, e dopo il vero
anthem della serata, Reitermania, si chiude con Ghostriders in the sky,
cantata in blocco dal pubblico.
Una serata da ricordare e da ripetere: peccato per chi non c’era e si è perso
così tanto.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli