Disgorge: report della data di Brescia

Di Alberto Fittarelli - 14 Maggio 2004 - 15:28
Disgorge: report della data di Brescia

Scritto da Samuele Gavazzi

Ennesimo concerto brutal/death underground di un certo livello il 6 Maggio alla Sfinge di Brescia.
Dopo Waco Jesus e Isacaarum, e poi Fleshless, adesso tocca a
Bastard Saints, Deflorace, Sanatorium e Disgorge(MEX)
vomitare la loro violenza sul pubblico del locale bresciano.
Di pubblico parlando, i presenti saranno stati circa 40-50… tutto sommato non è male, contando che era un
giovedì e che comunque questi gruppi nel loro tour l’Italia la toccavano 4 volte in altrettanti posti diversi (di cui altri 2 sempre al nord…).
Certo, ad un concerto così interessante sarebbe stato molto bello vedere ancor più gente, ma non male comunque… alla fine essendo in pochi si è anche creato un clima più “tranquillo”, “rilassato” e dove si poteva muoversi senza problemi e scambiare due parole con chiunque, gruppi compresi.
Ma veniamo alle prestazioni dei gruppi in particolare…

Ad aprire le danze, alle 22 circa, in una Sfinge che più di così non si riempirà tanto ci sono i varesini
Bastard Saints. Per me è la prima volta che li vedo dal vivo e prima ne avevo solo sentito parlare (bene) nel circolo underground o ascoltato qualcosa… una prestazione veramente sfolgorante la loro!!!
Grind malatissimo e ultraviolento, caratterizzato da improvvise sfuriate velocissime. Magari non originalissimi, ma dal vivo sicuramente una garanzia.
Con lyrics e tematiche basate soprattutto a rappresentare l’odio e la violenza estrema dell’uomo (qualcosa di vicino ai
Retaliation forse?), i 4 dal vivo danno vita esattamente a ciò che propongono. Il cantante Andrea è veramente un pazzo deviato, una furia incontenibile dal vivo, uno psicotico. Mai fermo un minuto e in preda a deliri schizzoidi, sfrutta soprattutto vocals laceranti e a volte più vicine al growl, risultando efficaci. Prestazione ottima la sua, davvero un bravo cantante (per il genere, sia inteso…) e animale da palco (es.: memorabile il momento in cui si gira il cavo del microfono attorno alla faccia a mò di corda, oppure lo sguardo con gli occhi fuori dalle orbite da malato di mente… veramente un grande!). Da apprezzare anche il lavoro svolto dagli altri due alle asce… il chitarrista s’impegna moltissimo a dare il massimo e a sembrare anch’egli uno schizzato, e gli riesce pure bene!
Mai fermo e carico di rabbia, continua ad agitarsi come un forsennato continuando a suonare. Ne è un chiaro esempio l’ultima canzone, dove pur dovendo all’inizio fare solo degli accordi lenti, tra uno e l’altro continua a muovere la mano in modo frenetico, come volesse suonare, fare esplodere la sua rabbia, ma fosse bloccato da qualcosa… ottima prestazione pure la sua. Il bassista invece è forse quello risultato più statico, ma del quale ho apprezzato molto la tecnica (cosa che mi sembra doveroso far notare visto che al gruppo, pur facendo un grind non originalissimo e superveloce, non manca affatto). Ha suonato tutto il concerto con le dita e viaggiava ad una velocità incredibile, senza dimenticare alcuni stacchi molto interessanti.
Merita una menzione d’onore anche il batterista, bravo a sorreggere il tutto con un drumming velocissimo e preciso, non sbagliando un colpo.
In conclusione, un gruppo perfetto per aprire la serata. Come già detto, forse, la loro pecca maggiore è l’originalità, ma l’ottima tecnica e tenuta del palco mostrata stasera fa sperare molto bene, in attesa che facciano anche uscire qualcosa di nuovo (sono ormai quasi 3 anni che non si sentono, dallo split con i Nefas, anche se avevo letto che forse il loro primo album sarebbe potuto uscire per Nuclear Abomination… mah! auguri!). Bravi anche nel dare il meglio pur non avendo davanti centinaia di persone, pubblico che comunque apprezza la loro prestazione.

Cambio di palco e, dopo qualche minuto per sistemare apparecchiature e suoni, ecco salire i cechi
Deflorace.
Se devo essere sincero non ho seguito con attenzione la loro prestazione. All’attivo hanno già 3 album, e come pallino questi est-europei hanno quello dei serial killer, in particolare uno che doveva essere un loro connazionale, citato da loro pure durante il concerto e presente sulle loro magliette.
Salgono sul palco in 3: voce (un omone enorme con una fantastica pronuncia inglese…), chitarra e batteria. Scopro che ci sarebbe dovuto anche essere il bassista, ma era in ospedale… il genere da loro proposto è un grind non complicatissimo ma comunque abbastanza efficace e apprezzabile. Nulla di originale comunque. La loro prova dal vivo non è il massimo, a causa della staticità del cantante, ed anche essendo in 3 la presenza scenica non è il massimo. Buono e apprezzabile l’impegno del chitarrista. La mancanza del basso sembra comunque non incidere molto, probabilmente anche per il genere proposto.
Secondo me la loro è una prova senza infamia né lode. Come già detto non suonano male (ed i suoni sono anche molto buoni, batteria compresa, senza essere comunque elevatissimi), ma peccano soprattutto in presenza scenica. Anche se, ripeto, questa prestazione non l’ho seguita attentamente… in conclusione, una mezz’oretta che passa via tranquillamente (a voler essere sinceri senza neanche stancare). Risulta comunque simpatico il cantante, che presenta ogni canzone con un inglese “fantastico”, non tanto per la pronuncia, quanto per la tonalità della voce ed il tipico accento est europeo… alla fine c’è anche il tempo per scherzare, con una canzone che loro introducono dicendo essere una cover di Michael Jackson… “Radio Gay-Gay”!

Finiscono anche i Deflorace ed ora tocca agli slovacchi Sanatorium infiammare gli spettatori.
I Sanatorium per me sono sempre stati un gruppo “particolare”, un po’ anomalo, una cosa diciamo personale…
Pur non avendoli mai ascoltati seriamente, li ho sempre considerati uno dei gruppi più schifosi che ci fossero in giro, un po’ convinto anche dalle recensioni lette.
Non so perché, ma mi stavano un po’ antipatici per diversi motivi … prima della serata comunque speravo facessero come avevano fatto un mese prima gli Waco Jesus, che, da gruppo odiato, in una serata sono diventati degli idoli (e chi era presente non può che confermare… una serata storica!).
Ma veniamo alla loro prova: come già detto hanno appena finito di cantare i Deflorace, ma il batterista e il chitarrista rimangono ancora sul palco… pensavo a qualche ritardo dovuto alla sistemazione della strumentazione, invece scopro con mia grande sorpresa che in pratica i 2 gruppi hanno gli stessi membri per 3/4, quindi cambia solo il cantante! (Ho letto dopo che per questo tour a causa di cambi di line-up i nostri avrebbero sfruttato batterista e bassista dei Deflorace… ma comunque non è presente il secondo chitarrista dei Sanatorium…). Quindi, come per il precedente gruppo, anche per questi il bassista è assente.
Martin è già un singer molto più rodato dall’esperienza e si vede! Ma se prima l’assenza del basso nel suono aveva cambiato ben poco, o comunque non era parsa così importante, qua pesa come un macigno la sua assenza. Troppo poco suonare brutal con una sola chitarra, il suono è troppo poco potente e carico come dovrebbe.
Nonostante l’impegno messo da Martin e dal chitarrista Onecque (che in teoria lui con i Deflorace non c’entra niente, però ha suonato la chitarra per loro… boh… capisco sempre
meno!) dal vivo e dal furente drumming del batterista (durante il line-in dà prova della sua potenza e precisione), il suono che ne esce è assolutamente troppo scarico, si avverte la mancanza di qualcosa.
Andando ad analizzare le prove singole, il frontman Martin come già detto cerca di impegnarsi molto sbattendosi, la sua voce è un growl profondo, un po’ statico a dire la verità, ma alla fine questo è il genere… insomma, nulla di particolare, nella media. Sembrava anche un pochino sconfortato dalla situazione, ma non si è lasciato comunque andare, e fino alla fine si è impegnato dando il massimo, un atteggiamento più che corretto e che rappresenta l’attaccamento e la passione di quest’uomo per la sua musica.
Sia per Onecque che per il batterista il modo di suonare è cambiato rispetto alla precedente prova, più tecnico e meno grezzo/superficiale.
Però come già detto la prova è pesantemente compromessa dalla mancanza del basso, strumento questo fondamentale per il brutal di matrice americana, genere in cui il gruppo si sta sempre più dirigendo.
La gente accoglie così così la loro prestazione… guadagnano lo stesso applausi, ma non c’è certo un grandissimo seguito e la loro prova dopo un inizio che avvicina al palco un po’ di spettatori, finisce per diventare troppo piatta e monotona. Prova di ciò ne è l’immagine del batterista dei Disgorge, che si trova appoggiato/addormentato su di un tavolino praticamente davanti al palco, muovendo solo le dita a ritmo su di una bottiglia che sembrava piena d’acqua (siamo sicuri??…).
Da menzionare l’impegno ugualmente tenuto dal gruppo, grintoso dall’inizio alla fine e senza dimostrare cedimenti
nonostante tutto. Lo stesso Martin a fine concerto si dimostra disponibilissimo e felice di quanto fatto.
Per curiosità, ricordo tra le canzoni proposte le più recenti “Oral Fistfuck” e “Goresoaked Reincarnation” e se non sbaglio anche qualcosa dal nuovo… ma alla fine la differenza tra una canzone e l’altra non era poi così
percepibile!
In conclusione… il commento più corretto mi sembra “rimandati”, ma non per la loro prova, quanto come già detto per l’assenza del basso. Non me la sento di giudicarli in una serata dove non hanno certo potuto proporre il loro meglio, o quantomeno il loro tipico… se non altro a livello strettamente “umano”, si sono dimostrati (il cantante soprattutto) delle persone disponibilissime e molto orgogliose della loro musica, nessun atteggiamento da rock star (che ad essere sincero un pò temevo) nonostante la loro ormai grande esperienza live con grossi calibri del genere (Internal Suffering, Sepsism, Lividity, Mangled, Centinex,… senza contare nel loro paese date d’apertura a Cannibal Corpse, Dying Fetus, ecc…) e l’ormai consolidato stato di culto. Alla prossima!

Finiscono anche i Sanatorium alle 23,30 e ora tocca agli headliner della serata, i messicani
Disgorge, attesissimi dal pubblico, difatti si crea una certa curiosità nei presenti prima dell’inizio. Molti sono qua per loro!
Purtroppo ci sono novità anche per loro inerenti alla line-up… infatti si viene a sapere che Antimo, storico bassista e cantante (la formazione è sempre rimasta uguale dal 1993 come loro tenevano a far notare…) è uscito dalla band.
Per chi non li conoscesse, questo gruppone (ormai un culto nell’uderground estremo) ha già prodotto 3 full lenght e un paio di split, e suona un death/brutal molto oscuro e blasfemo, un pò old style e dal suono molto marcio e impastato (attenti a non confonderli con gli omonimi brutalloni/supertecnici californiani). Trademark del gruppo sono le incredibile copertine (storica quella di Forensick, album dove appariva come guest un tale George Fisher… andate a vederla, sempre che non siate deboli di stomaco!) ultragore e violentissime, soprattutto le prime.
Giunti come detto alla terza release, l’acclamato “Necrholocaust”, ormai album della consacrazione, i nostri si sono imbarcati nell’ennesimo tour europeo (tour questo incredibilmente imponente, qualcosa come 45 date in 2 mesi…), ancora in compagnia dei Sanatorium.
Dalla loro musica ti immagineresti di trovarti di fronte a chissà quali “cinghialoni” (se mi passate il termine…), e invece sono tre ragazzetti (a me almeno sembravano anche piuttosto giovani dalle facce, anche se sono in giro da un po’…) dai tipici lineamenti messicani, magrissimi! Il batterista Guillermo sembra poi uno scheletro! salvo poi vederlo all’opera dietro le pelli… una macchina! Mi dicevano che a fare da contraltare a Edgar e al già suddetto Guillermo (o Willy, fate voi…) una volta c’era Antimo, un bestione animelesco (soprattutto per la voce!!)… ma come già detto, stupendo un pò tutti i presenti che non lo sapevano (anche la stessa persona che era andata a riceverli mi ha detto di aver avuto la sorpresa quando li ha incontrati nel pomeriggio… ciao Giovanni!!!), è fuori dal gruppo, non so bene per quali ragioni… sta di fatto che al suo posto Giovedì scorso c’era un altro ragazzo, anche lui fisicamente simile agli altri, ma non so chi fosse, probabilmente un loro amico… il problema purtroppo è che lui ha sì preso il posto di Antimo, ma non lo stesso ruolo! infatti costui è solo un chitarrista, e le parti vocali sono tutte slittate sulle spalle (o meglio, sull’ugola…) di Edgar, venendo così a mancare anche per questo gruppo il basso! (serata nera per il basso!!!!). Dico purtroppo per due motivi principali: uno appunto l’assenza del basso, che in un genere come il loro grava
tantissimo, e due la voce di Edgar… non so se avesse problemi di suono o questi non fossero buoni (sta di fatto che fino a prima per me erano ottimi…), ma la sua voce assolutamente non lascia il segno che dovrebbe… a volte addirittura si fatica a percepirla.
Veniamo alla loro prova: si presentano in 3 sul palco con due chitarre, una delle quali
anche voce.
I suoni sono molto sporchi, giustamente come sono sull’album, ma lasciano un po’ a desiderare… vuoi per l’assenza del basso (anche stavolta il suono che ne esce risulta troppo “vuoto”, troppo poco “spesso” e profondo… e stavolta lascia ancor più il segno la sua assenza…) e vuoi per il suono marcio, ma anche troppo per me (le chitarre sono un gorgoglìo continuo di rumori contorti e ben poco precisi… certo, l’avere un suono impastato e molto grezzo è il loro marchio, ma a me non hanno convinto troppo… troppo incasinato… anche se questo è abbastanza personale come commento…). Da notare sicuramente il drumming di Guillermo, furente, continuo, preciso e allo stesso tempo primitivo e grezzo, insomma… bestiale! Te lo vedi così minutino e non lo immagineresti in grado di sorreggere così tutto quanto, invece lavora splendidamente. Non tecnicissimo, ma assolutamente l’ideale per i Disgorge dal vivo, ne rappresenta l’essenza. Durante tutto il concerto pare poi abbia avuto qualche problemino tecnico con la batteria, soprattutto con la cassa, difatti ad un certo punto si è dovuto fermare per risistemarla, e spesso tra una pausa e l’altra lo si vedeva trafficarci. Da notare poi che ad un certo punto gli è partita la bacchetta (in modo comico…è schizzata in avanti a mò di pallonetto!), ma prontamente ne ha presa una in parte ed ha proseguito.
Di Edgar in veste di vocalist purtroppo ho già parlato… se vediamo invece la sua prestazione alle 6 corde, beh, si vede che è un musicista rodato dall’esperienza, sa stare sul palco piuttosto bene e come sempre sfoggia borchie e spuntoni sulle braccia, cosa che lo rende ancora più selvaggio. Come modo di suonare, ho già detto che a me non ha convinto molto, però rappresenta bene la loro immagine selvaggia e brutale, comunque piuttosto buono.
Dell’altro chitarrista, beh, che dire… non molto!! Come tenuta è un pò statico, sembra un pò spaesato, ma tutto sommato fa il suo dovere…
Tutto sommato mi aspettavo un pò di più ad essere sincero… anche per i Disgorge forse non per colpa loro, ma l’assenza di basso ha penalizzato, e non poco, la loro prova…
peccato …anche loro da rivedere, magari per intero la prossima volta.

Siamo giunti quindi alla fine…beh, che dire… una buona serata con ottimi gruppi dell’underground brutal, pur non essendo riuscita in pieno per cause varie, ma comunque non male… la continua presenza di concerti di questo genere mostra una certa salute all’interno del genere, e questa è sicuramente una buona notizia.
Rimane un pò l’amaro in bocca per aver visto un concerto diciamo a metà, o se non a metà comunque non nella sua “forma” migliore, ma pazienza… eventi come questi non vanno che supportati e sono sempre interessanti, sia per i gruppi sia per la presenza quasi sempre di merchandise altrimenti introvabile in giro… presenti sul posto c’erano infatti, oltre al merchandise dei gruppi, anche qualcosa della Forensick music (la label gestita da Martin dei Sanatorium appunto) e dell’etichetta di Edgar dei Disgorge, Embrace my Funeral… e poi le italiane Permeated Records e The Flood, anch’esse con il loro merchandise
… la possibilità di parlare con i gruppi… e poi il prezzo, 7€ se ricordo bene… insomma, di motivi per venire a concerti simili ce ne sono a bizzeffe, e scuse non ne
avete!
Alla prossima!