Dismember – 18 febbraio – live report

Di Alberto Fittarelli - 22 Febbraio 2006 - 15:00
Dismember – 18 febbraio – live report

Ecco il report della serata di sabato 18 febbraio al Tempo Rock di Gualtieri (RE), che vedeva i Dismember come headliner accompagnati da 3 gruppi – tra cui i nostrani Infernal Poetry – per il tour europeo di supporto al nuovo album. Ringraziamo gli utenti Panzerfaust e Mircoas per il contributo.

Cosa vedono i miei occhi, i Dismember di nuovo in Italia! E con un nuovo album in dirittura di arrivo, per giunta! Inutile dire che perdere l’occasione di vedere dal vivo i cinque svedesoni sarebbe una cosa da rimpiangere a lungo, soprattutto vista la possibilità di poter ascoltare canzoni in anteprima dal nuovo disco. Quindi, caricata l’auto di stuzzichini da discount e altri due passeggeri, mi sono diretto verso il Tempo Rock carico di aspettative.

Dopo varie inversioni di marcia, richieste di informazioni a passanti, disperazione crescente, ecc., giungiamo infine al locale, dove, dopo pochissimo, comincia l’esibizione dei Requiem, che per motivi non molto chiari sono stati spostati nel bill in modo da suonare per primi. I nostri si dimostrano bravi tecnicamente, con un buon brutal death di impatto, lineare e con ottimi suoni, anche se il gruppo pecca di poca presenza scenica a causa di chitarristi e bassista immobili a fronte del palco, lasciando al solo cantante un po’ di animazione. L’esibizione fila liscia, senza cali ma senza neanche picchi, lasciando comunque i presenti per lo più soddisfatti e divertiti.

Neanche il tempo di una birra, ed ecco che gli Infernal Poetry danno fuoco alle polveri, carichi a dovere e con una tenuta di palco da far invidia a nomi ben piu conosciuti ed altisonanti. Il death tecnico del combo totalmente italiano fatica un po ad entrare in testa al pubblico presente, ma l’energia sprigionata è alta ed è difficile rimanere impassibili e, canzone dopo canzone, gli Infernal sfornano la prestazione sicuramente migliore della serata assieme agli headliners. Forse troppo poco il tempo a loro disposizione, ma con altri due gruppi ancora da esibirsi, la scelta è inevitabile.

Altra pausa birra, ed altro velocissimo cambio a favore dei tedeschi Debauchery, autori di un brutal death a tratti cadenzato, a tratti veloce, che però non riesce a convincere a pieno gli ormai molti appassionati posizionati stabilmente nel centro dell’ampia sala del locale. Nonostante le trovate sceniche stra abustate, ma che fanno sempre piacere (tutti ricoperti di sangue), e la cover di Stripped, Raped And Strangled dei Cannibal Corpse sicuramente gradita, la prestazione finisce in noia, complice anche la grande attesa per i Dismember.

Finalmente, il buon Matti Karki e complici salgono sul palco inondando il locale con una valanga di puro death metal svedese e di storia del genere. Sfilano classici come la brutale Pieces, Skin Her Alive, dedicata alle signore presenti, il singolo di Massive Killing Capacity, ovvero il tanto criticato Casket Garden, Soon to be dead, e compagnia bella, mischiati a canzoni recenti come Where Ironcrosses Grow, Tragedy of The faithful, dedicata agli Iron Maiden, e alcune canzoni tratte dall’album in uscita: The God That Never Was. Le canzoni di quest’ultimo riproposte live sono apparse ottime, violente e quadrate, nella piena tradizione del combo svedese. La chiusura è invece lasciata al classico Dreaming in Red, che riceve pieni consensi dal pubblico ormai conquistato. Solita, energica prestazione da parte del gruppo, anche se il batterista preferiva, di tanto in tanto, suonare secondo tempi casuali, ricevendo ben più di un richiamo da chitarristi e bassista. Questo, però, non è riuscito a minare lo spettacolo, dimostrando che i Dismember sono ancora uno dei gruppi di punta della scena svedese, oltre che persone alla mano e modeste, cosa che, al giorno d’oggi, è molto molto rara.

Panzerfaust

 

Manca poco (o almeno dovrebbe) all’uscita di “The God The Never Was”, ultimo disco dei deathster svedesi Dismember.
Mi appresto ad entrare al locale alle 20.30. dopo qualche minuto ad aprire la serata sono gli svizzeri Requiem, gruppo brutal death che ottiene subito un buon consenso dal pubblico. Il gruppo mi era praticamente ignoto prima d’ora, e devo dire che non ho apprezzato particolarmente,ma il brutal non è mai stato troppo di mio gradimento. Nota di merito al batterista, un vero mostro.

Dopo pochi minuti per il cambio palco, ecco apparire sul palco gli italianissimi Infernal Poetry, gruppo che invece apprezzo molto, ma che non avevo mai avuto occasione di vedere live.
Una buona mezz’ora contornata dai classici del primo disco quali Hell Spawn e From Body to Eternal Soul. Il gruppo mi è parso in ottima forma anche se i suoni non sempre erano adeguati per un gruppo del loro calibro; nel complesso una buona mezz’ora di musica, ma spero vederli suonare magari headliner per un tempo maggiore.

Il terzo gruppo e esibirsi sono i Debauchery, gruppo brutal death che si ispira molto agli storici Cannibal Corpse.
Si presentano sul palco completamente ricoperti di sangue finto ed eseguono una mezz’ora tirata di pezzi brutal tra i quali un omaggio ai floridiani di Corpsegrinder. Come ho detto sopra non apprezzo particolarmente il brutal, e non ho quindi seguito molto il loro concerto, preferendo risparmiare le forze per coloro che avrebbero suonato dopo.

Verso le 23,20 salgono sul palco i 5 svedesi. Mi appresto a vederli per la prima volta, conoscendoli da qualche anno, e la curiosità è molta. La scaletta è molto varia, essendo un misto tra i brani più melodici e i pezzi più potenti e tirati. In anteprima vengono presentati alcuni pezzi del nuovo disco, quali Shadows over the mutilated, Trail of the dead e Autopsy.

L’esecuzione dei chitarristi è ottima e pulita, mentre il batterista, Fred Estby, purtroppo si esibisce in qualche fuori tempo di troppo. Fortunatamente la cosa non influisce particolarmente sull’esecuzione delle canzoni, che anche così sono particolarmente apprezzabili.
I 5 svedesi pescano un pò ovunque nel loro repertorio, riproponendo anche classici quali Fleshess, Pieces, Skin her alive , Soon to be dead e Casket garden.
Dopo la bellissima Tragedy of the faithful, i Dismember scendono dal palco per poi risalirci qualche minuto dopo, eseguendo la melodicissima Silent Are The Watchers e Dreaming in red, dallo storico Indecent and obscene.
Insomma ottima chiusura di un buonissimo concerto, promossi a pieni voti insieme agli Infernal Poetry.

Un sabato sera piacevole in compagnia di buona musica e alcuni utenti di Truemetal.
Speriamo di rivederli al più presto, magari quando il disco nuovo sarà finalmente nei negozi.

Mirco “Mircoas” Aserio