Fotoreport: Candlemass (16/09/07, Milano)
Parole di Angelo ‘KK’ D’Acunto
Foto di Alberto ‘metal_priest’ Vedovato
Forti dell’uscita dell’eccellente King Of The Grey Islands e dell’ingresso di Robert Lowe, i Candlemass tornano sul suolo Italico dopo il precedente e un po’ ambiguo tour con i Destruction, con la consapevolezza di trovarsi su un vero e proprio banco di prova e di sentirsi ancora addosso i rancori di quella manciata di fan scettici che continuano ancora a sentire la nostalgia di Messiah Marcolin. La location, ovvero il Transilvania Live di Milano, è forse una delle migliori per l’esibizione di una band di questo calibro, che non ha di certo bisogno di riempire grandi spazi, ma che trova negli show nei locali chiusi e di piccole dimensioni la giusta atmosfera per dar luogo ad uno spettacolo oscuro ed emozionante a base di sano e puro Doom Metal. La scelta per lo special guest della serata (gli Italiani Thunderstorm) è risultata una mossa decisamente azzeccata, riuscendo a proporre nella stessa serata una band che ha fatto la storia di un genere a livello mondiale, e un altro act che attualmente la sta facendo a livello nazionale.
Thunderstorm
Con un lieve ritardo sulla tabella di marcia, si posizionano sul palco i Thunderstorm, una band che con gli anni è riuscita ad uscire dall’underground per trovare posto nell’olimpo degli dei del metallo tricolore. La setlist, per l’occasione, è incentrata sopratutto sull’ultimo studio album (quattro le tracce estratte), e così si dà il via alle danze con una granitica Hawking Radiation prima traccia di As We Die Alone: i suoni sono perfetti fin dalle prime note e rimarranno tali per tutta la durata del set, mettendo in mostra le grandi capacità esecutive dell’act bergamasco. I Thunderstorm continuano a pestare duro con sonorità Hard Rock di stampo settantiano (sound che caratterizza l’ultimo album della band) con una cattivissima Death Rides On The Highway; la band è al massimo della forma e travolge il pubblico presente con una scarica di energia enorme, in grande spolvero sopratutto la sezione ritmica della band con un Attilio Coldani dietro le pelli che si fa apprezzare per un tocco potente e preciso, ed un Omar Roncalli al basso che accompagna con destrezza le ritmiche oscure e drammatiche che fuoriescono dalla chitarra di Fabio Bellan. Ancora una scarica di emozioni estratte dall’ultimo disco con la bellissima We Die As We Dream (Alone) e con la lenta e affascinante S.L.O.W., due pezzi che non perdono il loro valore rispetto alle versioni su disco e che riescono regalare alcuni momenti magici a tutto il pubblico presente. Per la parte finale del set, trovano spazio nella scaletta anche due pezzi estratti dai primi album; la diabolica Star Secret e la più ritmata e coinvolgente Time, rispettivamente estratte da Witchunter Tales e Sad Symphony, che chiudono 40 minuti circa di set coinvolgente e suonato ad altissimi livelli.
Setlist:
Hawking Radiation
Death Rides On The Highway
We Die As We Dream (Alone)
S.L.O.W.
Star Secret
Time
Candlemass
Subito dopo la fine del set dei Thunderstorm si riaccendono momentaneamente le luci del Transilvania e viene scoperto il palco dei Candlemass composto semplicemente da due grosse croci bianche posizionate di fronte la batteria di Jan Lindh, una scenografia decisamente minimalista che non bada a grandissimi effetti. L’ora della leggenda del Doom è finalmente arrivata, si spengono le luci e parte subito in sottofondo l’intro Marche Funebre di Chopin seguita subito dall’iniziale The Well Of Souls, direttamente dal capolavoro Nightfall; un’opener da brividi che ci mostra subito una band nel pieno della sua forma; Leif e Mats precisissimi al millimetro sulle ritmiche che vanno ad accompagnare gli assoli praticamente perfetti di Lars, ma ciò che cattura più di tutti l’attenzione del pubblico presente è sicuramente l’apparizione di Robert Lowe. Il singer texano ci mostra subito fin dalle prime note tutte le sue qualità vocali ed un’apparizione scenica da brividi. Nemmeno il tempo di ascoltare le ultime note scandite dalle chitarre che subito il pubblico del Transilvania viene investito dall’accoppiata At The Gallows End/Solitude; due brani che solitamente vengono proposti in chiusura di set, ma che in questa occasione vengono utilizzati fin da subito, una scelta che ovviamente coglie di sorpresa tutti i presenti. Dopo un primo assaggio di grandi classici arriva il turno di due brani dal nuovo King Of The Grey Islands, ed è così che vengono proposte la cavalcata Emperor Of The Void che crea una buone dose di scompiglio fra le prime file del pubblico e la possente e malefica Devil Seed, che in sede live risulta essere ancora più coinvolgente e affascinante risplendendo in tutta la sua luce oscura. Abbastanza prevedibile l’inserimento in setlist della successiva Mirror Mirror, un grande classico sempre fisso in sede live; forse meno attesa ma non per questo non apprezzata dal pubblico la successiva Under The Oak, direttamente dal primo lavoro Epicus Doomicus Metallicus. A concludere la prima ora di set vengono proposte la magica Of Stars And Smoke (altro estratto dal nuovo album) ed una strappalacrime A Sorcerer’s Pledge. Pochi minuti di pausa per la band che si ritira momentaneamente nel backstage, ed ecco che si parte con la tanto attesa Black Dwarf che alimenta il movimento delle prime file, e prepara l’apice dell’esibizione: giusto quando arriva il momento del pezzo di chiusura, Robert annuncia che sta per cantare il suo pezzo preferito dell’intera discografia dei Candlemass ed è così che viene proposta una Samarithan emozionante e coinvolgente cantata a squarciagola da tutti i presenti, che chiude un’ora quindici minuti circa di set impeccabile e senza un qualche minimo errore da parte di una band nel pieno della sua forma. Ovviamente un grande merito va sopratutto a quel Robert Lowe da tutti definito “il sostituto di Messiah“, che con il suo ingresso è riuscito a far salire non di poco il livello tecnico e sopratutto visivo della band con una voce calda, emotiva e passionale ed una presenza scenica quasi teatrale, tutto questo a dimostrare che non è un qualsiasi sostituto, bensì “il nuovo cantante dei Candlemass Sperando che la band sia riuscita a convincere anche i fan più scettici, in ogni caso questo rimane un concerto che resterà a lungo impresso nella mente di tutti i presenti.
Setlist:
Marche Funebre (Intro)
The Well Of Souls
At The Gallows End
Solitude
Emperor Of The Void
Devil Seed
Mirror Mirror
Under The Oak
Of Stars And Smoke
A Sorcerer’s Pledge
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Black Dwarf
Samarithan