Fotoreport: Europe, Milano 10/03/2005
Report di Alessio “The Progman” Battaglia.
Ennesimo sold out in prevendita anche per questa data milanese degli Europe. Per fortuna nei botteghini qualcosa si trova ancora, alla faccia dei bagarini che, nella scorsa data, avevano sparato 60 euro per un ingresso.
Questa volta sono stati scelti i nostrani Mantra come support act degli svedesi, a dispetto dei Settevite che (ahimé) in un concerto simile sono del tutto superflui, infatti nella scorsa data ci furono più fischi che apprezzamenti.
Non conosco i Mantra a sufficienza per potermi esprimere compiutamente, tuttavia il loro show è stato molto onesto e nettamente più convincente rispetto al gruppo di supporto di cui sopra.
Gli Europe sono di qualche minuto in ritardo dopo lo spettacolo offerto dai loro predecessori; sono esattamente sotto il palco a scattare le foto dei primi tre brani per il suddetto report e, a malincuore, mi accorgo che i suoni sono a dir poco pessimi, le tastiere sono impercettibili, il basso rimbomba eccessivamente e i volumi della grancassa mi sono parsi troppo alti.
La setlist mi ricorda vagamente quella della prima data in Italia dopo la reunion; tra le prime abbiamo le famose “Ready or not” e “Superstitious” che, a mio modesto parere, sono state anche troppo semplificate rispetto alla versione studio, sia sulle linee vocali che sugli assoli, tuttavia le song si lasciano ascoltare abbastanza volentieri, se non fosse per l’equalizzazione globale dei suoni che non tende a migliorare.
Sempre restando tra i classici, “Sign of the times” non va proprio benissimo: addirittura l’assolo è pasticciato all’inverosimile e quasi inascoltabile e la tastiera è quasi impercettibile negli accompagnamenti. Un vero peccato perché si tratta di uno dei miei brani preferiti della band.
Buona l’esecuzione acustica della romantica “Carrie”, anche se non mi è sembrata una grandiosa idea rifare alla pari ciò che è stato proposto l’anno scorso; in questo caso mi sarebbe piaciuta sentirla per intero. Dopo “Flames” (dal vivo ha un impatto assolutamente migliore) e “Yesterday’s news”, il primo set termina con la gloriosa “Rock the night”.
Non c’è molto da dire sul finale: il potente trittico “Seven doors Hotel”, “Cherokee” e la stimata “The final countdown” fa tremare l’Alcatraz tra migliaia di urla e sudati saltellamenti.
Globalmente è stato un discreto concerto, senza infamia e senza lode (in data 4 novembre il quintetto era parso effettivamente più performante rispetto ad oggi, ndr); purtroppo, l’unica pesante nota di demerito di questo show, a parte l’indiscusso valore tecnico e compositivo dei vari componenti, sono i suoni poco curati e parecchio fuori luogo. A fine show c’è stato tra l’altro un piccolo meeting di truemetallers, tra cui Luck e Roby84 che si fermano volentieri a scambiare opinioni in merito al concerto appena visto. Abbiamo quindi sperato di rivederli in un periodo più opportuno, soprattutto con una setlist più varia e con Joey Tempest più carico e, possibilmente, senza raucedine.
- GOT TO HAVE FAITH [Album: Start From The Dark – 2003]
- READY OR NOT [Album: Out of This World – 1988]
- SUPERSTITIOUS [Album: Out of This World – 1988]
- AMERICA [Album: Start From The Dark – 2003]
- Interlude
- WINGS OF TOMORROW [Album: Wings of Tomorrow – 1984]
- LET THE GOOD TIMES ROCK [Album: Out of This World – 1988]
- HERO [Album: Start From The Dark – 2003]
- WAKE UP CALL [Album: Start From The Dark – 2003]
- Mic Michaeli Solo
- SIGN OF THE TIME [Album: Out of This World – 1988]
- John Norum Solo
- GIRL FROM LEBANON [Album: Prisoners in Paradise – 1991]
- START FROM THE DARK [Album: Start From The Dark – 2003]
- CARRIE (acoustic version by Joey Tempest) [Album: The Final Countdown – 1986]
- FLAMES [Album: Start From The Dark – 2003]
- YERSTERDAY’S NEWS [song unreleased from Prisoners in Paradise]
- ROCK THE NIGHT [Album: The Final Countdown – 1986]
Encore
- SEVEN DOORS HOTEL [Album: Europe – 1983]
- CHEROKEE [Album: The Final Countdown – 1986]
- THE FINAL COUNTDOWN [Album: The Final Countdown – 1986]