Fotoreport Kansas + Styx, Milano 28 Giugno 2005

Di Redazione - 6 Luglio 2005 - 9:23
Fotoreport Kansas + Styx, Milano 28 Giugno 2005

Parole di Alessio Battaglia con il contributo di Giulio Caputi
Foto di Alessio Battaglia

La Barley arts ha avuto la grandissima idea di portare due supergruppi, rispettivamente Styx e Kansas, che si sono esibiti per la prima volta in assoluto in Italia.

Non c’è molta folla fuori dall’Alcatraz, alle 19 si contavano poco più che 200 persone; probabilmente il caldo torrido piuttosto che il lavoro ha messo fuori gioco qualche fan; esattamente come al concerto dei Rush speravo in un sold out ma ormai si sa che in Italia ogni scusa è buona per non spostarsi neanche di un centinaio di chilometri, soprattutto per un concerto esclusivo di questo calibro.

A causa di qualche inconveniente tecnico non del tutto precisato sono riuscito ad entrare quando i Kansas stanno già suonando “Belexes”; nervosismo e malumore a parte per il ritardo nella consegna dei pass, ho cominciato a scattare diverse foto.

Il gruppo è figurato in ottimo stato a parte i suoni che all’interno del famigerato Alcatraz sono decisamente impastati: le tastiere di Steve Walsh mi sono parse troppo alte e le chitarre abbondantemente coperte dal drumming di Phil Ehart.
Dopo parecchi concerti in questo locale ho cominciato a dubitare dell’acustica del suddetto piuttosto che attribuire la colpa ai fonici dei gruppi.
I Kansas si mantengono su altissimi livelli proponendo tra l’altro l’acclamata suite “Icarus”; dal centro dell’Alcatraz ho notato con piacere che i suoni erano di poco migliorati.
A seguito della song “Point of know return” si è chiusa la prima parte di un’ottima esibizione; l’attesa maggiore si è concentrata per le due song finali, soprattutto perché la placida “Dust in the wind” e quella spettacolare “Carry on wayward son” in chiusura non potevano in ogni caso mancare.

Si può esprimere lo stesso giudizio sull’esibizione degli Styx, promossi a pieni voti in particolare per il calore manifestato verso i fan italiani. Scaletta superba in tutti i brani proposti, in oltre un’ora di spettacolo sono stati proposti i grandi classici “Blue Collar Man”, “The Grand Illusion”, “Boat on the river” e “Fooling Yourself” con un’inaspettato Chuck Panozzo che spalleggia il resto della band, come accadde in quel concerto di Riverport del 2000 assieme ai REO Speedwagon. Il tutto si è concluso con un encore comprendente “Doctor” e “Renegade”, nel quale il gruppo regala alle prime file e ai più fortunati alcuni palloncini, plettri e asciugamani marchiati Styx.

Sono rimasto molto soddisfatto sia dell’esibizione dei Kansas che degli Styx, ma con degli appunti che riguardano l’organizzazione del concerto.

Innanzitutto non è stato assolutamente diviso in maniera eguale il tempo a disposizione visto che i Kansas hanno suonato per u’ora mentre gli Styx per un’ora e quaranta, questo ha comportato dei tagli alla scaletta dei Kansas imperdonabili come “Song for America”, “Mysteries and Mayhem”, “Cheyenne anthem”.

In effetti il comportamento del pubblico è stato nettamente a favore dei Kansas (i cui fan hanno acquistato le magliette originali nel giro di pochissimo tempo fino ad esaurirle). Per quanto riguarda gli Styx decisamente sopra le righe il nuovo tastierista Lawrence Gowan dotato di una tecnica vocale ed esecutiva veramente notevole oltre che di un grande carisma live.

Purtroppo rimane la delusione da questa discrepanza di trattamento tra i due gruppi che rimane incognita.

     

Kansas

Styx