Hard Rock

Live Report: AC/DC + The Pretty Reckless @ RCF Arena, Reggio Emilia – 25/05/2024

Di Davide Sciaky - 27 Maggio 2024 - 9:59
Live Report: AC/DC + The Pretty Reckless @ RCF Arena, Reggio Emilia – 25/05/2024

Live Report: AC/DC + The Pretty Reckless @ RCF Arena, Reggio Emilia – 25/05/2024
a cura di Davide Sciaky

Quando qualche mese fa abbiamo avuto il piacere di ospitare sulle nostre pagine Claudio Trotta, numero uno di Barley Arts, ci aveva detto con convinzione che quello degli AC/DC sarebbe stato il concerto Rock dell’anno. I numeri parlano chiaro, pochissimi musicisti riescono a spostare 100.000 persone, vendere tutti quei biglietti in appena 8 ore al giorno d’oggi è un evento quasi più unico che raro.
Se le premesse per un grande evento c’erano tutte, a posteriori possiamo dire che la promessa… è stata mantenuta, il ritorno degli australiani in Italia è stato un successo sotto ogni punto di vista!
Un concerto attesissimo, la band mancava nel nostro Paese da quasi 10 anni, e anche se nel frattempo la formazione è stata scombussolata in più di un modo – l’allontanamento di Brian Johnson temporaneamente sostituito da Axl Rose alcuni anni fa, la morte di Malcolm Young, il ritiro del bassista Cliff Williams e la sostituzione di Phil Rudd – nulla ha frenato l’entusiasmo dei fan che hanno invaso la RCF Arena di Reggio Emilia. Entusiasmo tale da spingere i più temerari ad arrivare in location più di 24 ore prima dell’apertura dei cancelli già venerdì!
Al nostro arrivo, nel primo pomeriggio del giorno del concerto troviamo già tantissimi presenti, anche se l’arena si deve ancora riempire, e abbiamo modo di osservare un’organizzazione ben oliata che permette l’ingresso di migliaia di persone senza troppe attese. Tanti bagni ben distribuiti, acqua gratuita, una buona selezione di cibo (anche se forse non vicinissimo a tutte le aree) e di bevande completano un pacchetto che non possiamo che apprezzare per l’evidente impegno dimostrato per far funzionare tutto al meglio. Unico tasto dolente, se vogliamo, è il merch che troviamo veramente eccessivamente caro con magliette a 50€ e tanti altri accessori anche questi a prezzi molto alti. Se è vero che al giorno d’oggi tante band riescono a sopravvivere solo grazie al merch, è anche vero che se c’è qualcuno per cui il discorso non vale sono le band enormi come gli AC/DC e quindi sarebbe stato apprezzabile trovare prezzi un po’ più accessibili.
Nelle ore che ci avvicinano all’inizio dello show vediamo l’arena popolarsi sempre di più in uno spazio, come preannunciato, leggermente inclinato in modo da permettere a tutti gli spettatori di vedere agevolmente il palco da qualunque posizione. Poco dopo le 19 arrivano sul palco i The Pretty Reckless che cominciano a scaldare il pubblico, ormai ben nutrito, con il loro Rock graffiante ed energico. La frontwoman Taylor Momsen è assolutamente a suo agio sul palco enorme e si muove da un’estremità all’altra per coinvolgere tutti gli spettatori. Salta, canta, urla e prova pure qualche parola in italiano – con risultati poco comprensibili, ma apprezziamo il tentativo – e nel complesso fa un ottimo lavoro per convincere il pubblico che si scioglie e presto inizia ad applaudire a tempo e a cantare. Come succede spesso in eventi di questa portata, purtroppo, non manca qualche ignorante che passa il concerto ad inneggiare agli AC/DC se non proprio ad insultare la band di apertura. La maggioranza degli spettatori però sembra coinvolta dalla band e i musicisti tirano dritto con una performance potente che per quasi un’ora diverte (quasi) tutti.
Nella pausa prima degli headliner l’arena finisce di riempirsi e si illumina delle migliaia di corna marchiate AC/DC indossate dai fan. Puntuali come un orologio, alle 20.45 i megaschermi sul palco si illuminano con un’animazione che mostra una macchina sfrecciare, presumibilmente sull’”autostrada per l’inferno”, in direzione Reggio Emilia. Una volta arrivata a destinazione, spuntano sul palco i cinque musicisti che si lanciano subito in “If You Want Blood (You’ve Got It)”.
Il pubblico esplode e inizia la festa: tanti iniziano a cantare, saltare, o anche solo ad urlare, e alcuni non si fermeranno fino a fine serata. Tanti saranno curiosi di vedere come si comporta la nuova formazione e tanti occhi si volgono verso la sezione ritmica – Stevie Young, Chris Chaney e Matt Laug – che non delude. Non cambiando nulla della ricetta collaudata da tanti anni, i tre musicisti rimangono statici sul fondo del palco, fornendo una solida base ritmica e permettendo ad Angus Young di rimanere sotto i proiettori a catalizzare l’attenzione del pubblico. Arriviamo quindi agli unici due membri storici rimasti nella band, Angus Young e Brian Johnson, e davanti a loro non possiamo che toglierci il cappello.
Dopo i problemi di udito che avevano costretto la band ad allontanare temporaneamente Johnson nel 2016 ci poteva essere qualche timore per la performance del cantante, ma basta poco per togliersi ogni dubbio; a 76 anni Brian è in gran forma e canta e si muove sul palco come se gli anni per lui si fossero fermati. Che dire di Angus? A 69 anni e messa da parte la tinta per capelli ci si potrebbe aspettare un rallentamento dal chitarrista, ma sembra quasi il contrario. Inarrestabile, corre da un lato all’altro del palco concentrando su di sé ogni attenzione tra un “duck walk” e un assolo.
In due ore di concerto tiratissimo – solo in un paio di occasioni Johnson si rivolge al pubblico, sempre brevemente, per il resto la band non fa passare più di una manciata di secondi tra una canzone e l’altra – gli AC/DC passano da un classico all’altro, con il leggendario “Back In Black” in testa tra gli album più rappresentati con ben cinque canzoni in scaletta, ma non mancano brani da tutta la carriera, inclusi “Demon Fire” e “Shot in the Dark” tratti dall’ultimo album della band. Ovviamente c’è anche tanta attenzione all’epoca Bon Scott con pezzi leggendari come “Whole Lotta Rosie”, “Highway to Hell” e “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”, tra gli altri. La scenografia non è particolarmente elaborata, una muraglia di amplificatori Marshall fa da sfondo ai musicisti, i megaschermi inquadrano a rotazione tutti mantenendo il grosso dell’attenzione su cantante e chitarrista, e solo in un paio di occasioni vediamo qualche elemento extra. Uno di questi è ovviamente l’immancabile campana che viene calata dall’alto mentre la band inizia a suonare “Hells Bells”. Angus Young nel corso del concerto “perde pezzi” e una canzone dopo l’altra si sfila prima la giacca da scolaro, poi il cappello, poi la cravatta e infine si apre la camicia. Con un abbigliamento rimasto così essenziale, sudato fradicio, non perde un minimo di energia ed è forse ancora più carico in risposta al pubblico galvanizzato quando sul finale di “Let There Be Rock” si lancia in un lungo assolo che suona correndo attraverso tutto il palco e, una volta arrivato in fondo alla lingua di palco che si estende in mezzo al pubblico, viene sollevato verso l’alto da una struttura meccanica. Corre, salta, collassa sul palco, ma non smette un istante di suonare. Al termine il pubblico è in visibilio e la band si allontana dal palco. Ovviamente non può mancare il canonico bis e quindi i cinque tornano per una coppia di classici immortali, “T.N.T.” e “For Those About to Rock (We Salute You)”, con la quale salutano 100.000 fan esaltati, e forse anche commossi, davanti alle esplosioni dei cannoni comparsi sul palco.
La scaletta avrebbe dovuto includere tre brani in più suonati nelle due date precedenti, ma questo conta poco nell’economia di un concerto di 21 brani suonati uno via l’altro, tirati, potenti, sentiti fortemente da tutti i presenti.
Se qualcuno avesse avuto il minimo dubbio prima del concerto, al termine della serata è chiaro ai 100.000 presenti: gli AC/DC sono ancora campioni indiscussi del nostro genere preferito. Se questa sarà l’ultima volta che li vediamo in Italia, gli australiani ci lasciano un ricordo meraviglioso che nessuno di noi dimenticherà mai.

 

Setlist:

If You Want Blood (You’ve Got It)
Back in Black
Demon Fire
Shot Down in Flames
Thunderstruck
Have a Drink on Me
Hells Bells
Shot in the Dark
Stiff Upper Lip
Shoot to Thrill
Sin City
Rock ‘n’ Roll Train
Dirty Deeds Done Dirt Cheap
High Voltage
Riff Raff
You Shook Me All Night Long
Highway to Hell
Whole Lotta Rosie
Let There Be Rock 

 

T.N.T.
For Those About to Rock (We Salute You)