Live Report: Agnostic Front + Il Complesso + Middle Finger @ Cinema Vekkio – Corneliano d’Alba (CN) – 20/06/2022
Qualche anno fa è uscito nelle librerie italiane un volume che mi ha incuriosito ma che non ho ancora avuto modo di leggere: ‘My Riot. Agnostic Front: la mia vita Hardcore’, edito da Red Star Press nel 2019 e scritto a quattro mani da Jon Wiederhorn e Roger Miret, per l’appunto arcinoto cantante degli Agnostic Front. Riempirò appena possibile questa lacuna: nella vita ho ascoltato molto volentieri Punk e Hardcore pur definendomi sempre e orgogliosamente metallaro, alla faccia di chi è ancora convinto che le due cose si debbano necessariamente escludere a vicenda. Da ragazzo vedevo il movimento musicale Hardcore come un rispettabilissimo cugino di certe prime incarnazioni dell’Heavy Metal, in particolare quelle più sanguigne e veraci di fine anni ’70 / inizio anni ’80; crescendo ho poi scoperto di non esserci andato poi molto lontano, considerando i primi vagiti della scena NWOBHM e, soprattutto, la nascita del Thrash Metal negli anni ‘80, genere che tanto deve agli estremismi sonori e tematici propri dell’Hardcore. Non vi dico la confusione di cui sono stato preda quando ho scoperto che, intorno alla metà degli anni ‘80, si è iniziato a parlare apertamente di una scena Crossover Thrash, che vedeva tra i suoi componenti di spicco proprio gruppi come Agnostic Front, Suicidal Tendencies, Cro-Mags, Cryptic Slaughter,…questo sottogenere mostrava apertamente la sua natura ibrida, incorporando elementi Thrash e Hardcore per consegnare agli appassionati un devastante blend di violenza sonora e crudo realismo nei testi. Queste unioni feconde, a dirla tutta, ben rappresentavano la mescolanza tra le sottoculture tipiche della zona di provincia in cui sono cresciuto: se avessi dovuto cercare solo ed esclusivamente la compagnia di metallari puri e duri avrei trascorso una giovinezza assai solitaria…cosa che, sia chiaro, non mi garbava per niente. Condividevo serenamente il mio tempo, le mie esperienze e i miei ascolti con convinti blacksters, entusiasti del Nu Metal e fans dei Sick Of It All, così da trasformare un’apparente limitazione in una formula vincente, tale da permettermi di ottenere una mentalità aperta e un discreto gusto in fatto di Musica…ebbene, come ogni Fede che si rispetti, tanto il Metal quanto l’Hardcore avevano bisogno di templi che permettessero ai fedeli di riunirsi. A Milano c’erano il Rolling Stone, il Midnight Pub e il Transilvania Live? A Torino si andava al Faster? In provincia di Cuneo, a Corneliano d’Alba, c’era il Cinema Vekkio. La sostanziale differenza con i famosi locali citati poc’anzi è che il Cinema Vekkio è ancora attivo, aperto ed esattamente uguale a come lo ricordavo.
Entrare in questo storico Circolo Arci mi ha riportato indietro di un’abbondante ventina di anni. Nulla è cambiato, nemmeno le facce che incontro: qualcuno ha meno capelli, qualcun altro ha qualche chilo in più, qualcun altro, come il sottoscritto, raccoglie entrambe le caratteristiche: ciò che non cambia sono i riti. Si entra, si salutano i conoscenti, si inizia subito la coda per la prima di una lunga serie di birre. Il cartellone, come ormai si sarà capito, prevede la presenza degli Agnostic Front come headliners; li precederanno un paio di interessanti gruppi Punk: i Middle Finger, che ascolterò stasera per la prima volta, e i ragazzi de Il Complesso, già incontrati in era pre-covid tra i vari gruppi che introdussero un concerto dei The Exploited in un altro insospettabile paesino della Provincia Granda, Caramagna. Questo ridente paesino è la tana degli organizzatori del concerto di stasera, la Last One To Die Crew. Se ho capito bene i componenti de Il Complesso e dei Middle Finger sono proprio l’anima della Last One To Die, crew responsabile di aver portato in Piemonte un sacco di grandi nomi: tanto per dirne alcuni, citerò Eyehategod, Angelic Upstarts, Marky Ramone, GBH, tra poco i Cro-Mags in data 26/07/2022…e scusate se è poco. Mi riservo la possibilità di fare quattro chiacchiere in futuro con i capoccia della Last One To Die Crew: purtroppo non ho avuto modo di scambiare qualche parola con i membri de Il Complesso, vuoi perché sono arrivato al Cinema Vekkio un po’ in ritardo, vuoi perché a fine concerto si era già tutti carichi di decibel e birra…ma torniamo al momento in cui si sono fatti i primi brindisi. Giusto il tempo di comprare una t-shirt del tour degli Agnostic Front e una non ben precisata voce avverte tutti i presenti: ‘INIZIANO’! E noi, rispettosamente, ci avviciniamo al palco…
MIDDLE FINGER
Il quartetto picchia duro, i ragazzi sono giovani e la voglia di spaccare tutto si sente forte e chiara: non sempre, d’altronde, si ha l’opportunità di suonare poco prima di una band di mostri sacri come gli Agnostic Front. I Middle Finger, forti del loro recente album “Abbiamo Ancora Voce”, scaldano a dovere gli astanti proponendo il loro veloce e trascinante Street Punk senza disdegnare rare, brevi ma riconoscibilissime schitarrate a pochi passi dal Metal, come d’altronde i tatuaggi e la canottiera del chitarrista sembrano velatamente indicare. Il logo tribale degli Slipknot tatuato su una spalla e una canottiera dei Black Sabbath…addosso a un chitarrista Punk con tanto di megacresta blu? Ma volentieri, anzi, datemene ancora! Andate a sentirvi la canzone “Il Nostro Mondo”, se volete verificare…lo vedete che alla fine, come cercavo di far capire qualche riga fa, si tratta di una grande famiglia allargata? Il chitarrista mi ha anche confidato di essere ‘cliente’ di TrueMetal.it, e spero che gli faccia piacere leggere questo articolo tanto quanto ha divertito me scriverlo. Lo spettacolo dei Middle Finger procede liscio come l’olio, tra i cori di “Vecchio Pub” e i devastanti inni di “La Voce Dei Ragazzi”, introdotta dal cantante che dedica il pezzo a ‘tutti coloro che credono che gridare qualcosa in faccia alle persone abbia ancora un senso’. Indubbiamente sono parecchie le persone di questo genere presenti sotto al palco, perché l’incitazione ottiene l’effetto voluto, cioè un ulteriore scatenarsi di danze, pogo e mani alzate verso la band, che giocando in casa sa benissimo cosa aspettarsi dalla sua audience. Diamine, non ho mai ascoltato i Middle Finger prima di questo concerto ma mi sono completamente fatto travolgere dall’onda, un po’ come recita il brano introduttivo del loro precedente, nonché primo, album: “Soli Contro Tutti”, datato 2018 e anch’esso cantato rigorosamente in Italiano come l’ultimo “Abbiamo Ancora Voce”. Gli abbondanti litri di sudore versati tanto dai musicisti quanto dal pubblico sanciscono la fine della riuscitissima esibizione dei Middle Finger: la canicola di Giugno non perdona e, giunti alla fine dello spettacolo, si rende necessaria un’altra puntatina davanti alla spillatrice di birra…
I Middle Finger su Spotify: cliccate qui.
IL COMPLESSO
Tempo di scolare la ‘birra di passaggio’ da un gruppo all’altro e Il Complesso sale sul palco. Li ricordavo trascinanti e ricchi di carisma e personalità: si conferma in questo caso la mia ottima memoria in quanto a musica dal vivo, dal momento che la band si presenta esattamente in questo modo. Anche Il Complesso gioca in casa e sono molte le persone pronte a cantare tutti i testi insieme al cantante, favorendo una comunicazione tra pubblico e musicisti se possibile ancora maggiore rispetto a quanto già visto con i Middle Finger. Questo risultato è sicuramente frutto di una militanza in terreno Punk iniziata nel 2008: l’esperienza accumulata nel corso degli anni ha contribuito a far crescere la fama del gruppo, tra un live in Piemonte e alcune zingarate in Europa e nel resto d’Italia, come ad esempio al recente Questa è Roma – Open Air Fest 2022. Riconosco con piacere alcune canzoni che avevo già sentito durante la serata con i The Exploited, tra cui spicca l’inno del ritornello di “Vecchia Band”: ‘alzeremo le mani al cielo, sotto il palco di una vecchia band, convinti che non moriremo, sotto il palco di una vecchia band’. Alzi la mano il Lettore che non si è sentito chiamato in causa…ed ecco il bello dei testi in Italiano: anche se non si conoscono i brani ci si ritrova immediatamente coinvolti, come nel caso di “4 Amici”, evidentemente un altro grande classico della band. Citare e contemporaneamente distorcere l’evergreen di Gino Paoli (‘eravamo 4 amici al Bar, nessuno vuol cambiare il mondo’) permette a Il Complesso di portare avanti un tema sempre più pressante, vale a dire la sacrosanta critica verso l’alienazione tecnologica (‘realtà virtuale/annulla quel che sei’). D’altronde la band stessa dimostra di non gradire particolarmente l’esposizione mediatica garantita da piattaforme come Spotify e simili: potete trovare qualche videoclip della band caricato su YouTube, ma il modo migliore per ascoltare la musica de Il Complesso è, semplicemente, quello di incrociare il gruppo in sede live, sperando di essere più fortunati di me perché ho trovato il banco del merch della band già bello che vuoto al mio arrivo…stavolta, per me, niente CD; mi toccherà beccarli dal vivo un’altra volta! La filosofia del gruppo è il DIY, o fai da te per dirla all’italiana, come recita il retro della loro maglietta indossata qualche minuto dopo dal chitarrista degli Agnostic Front Vinnie Stigma: ‘DIY or DIE’. Non a caso il primo brano con cui Il Complesso ha dato inizio alle danze è proprio “I Ragazzi Fan Da Sé”, e anche qui sfido chiunque abbia cercato date per far suonare il suo gruppetto underground a non riconoscere le amare parole ‘qui abbiamo spazio, dimmi solamente quanta gente porti’. Il pubblico ha potuto godere di un altro momento particolarmente ricco di emotività durante l’esecuzione del brano “Il Peso Del Mondo”, dedicato all’ex-batterista Samuele: un modo decisamente meritevole per ricordare un amico che non c’è più. Così come i Middle Finger si sono rivelati un’ottima scoperta, i ragazzi de Il Complesso si sono confermati un’ottima live band. Avvertimento valido per tutti gli amanti della buona musica dal vivo: questa è gente da tenere d’occhio…anche e soprattutto quando il cantante, dopo aver sfoderato con orgoglio una sciarpa da ultrà che recita il titolo di un brano degli Sham 69, “If The Kids Are United”, si lancia sul pubblico in uno stage diving riuscitissimo. La canzone citata, oltre ad essere stata scelta da Il Complesso come cover ufficiale da presentare durante le esibizioni live, ben rappresenta il rapporto con i fans cementato nel corso degli anni: le belle scene di comunione tra pubblico e musicisti, in ogni modo, continueranno fra breve, non appena gli Agnostic Front saliranno sul palco.
Il Complesso su You Tube: cliccate qui.
AGNOSTIC FRONT
Eroi dell’Hardcore newyorkese, fra i primi ad incorporare elementi Metal nella loro musica, gli Agnostic Front si presentano dopo una puntatina in uno dei festival più grandi dell’estate europea, il noto Hellfest tenutosi a Clisson in Francia a metà Giugno. Fa effetto, dopo certe date così ‘rumorose’, vedere musicisti di questo calibro in un luogo sicuramente meno…blasonato come il Cinema Vekkio. E certo che fa effetto, un effetto meraviglioso! Per questi artisti non c’è alcuna differenza tra suonare davanti a 200 o a 10000 persone, anzi: le 200 persone presenti al Cinema Vekkio sembrano dare ancora più energia al combo americano, evidentemente molto più a suo agio in luoghi in cui il contatto con il pubblico è ravvicinato, senza la presenza di transenne capaci di separare i ruoli in modo troppo netto. Roger Miret si muove costantemente, sporgendosi a più riprese verso le prime file del pubblico e offrendo più di una volta il microfono a tutti i presenti; è praticamente impossibile scattargli una foto senza che la sua figura risulti mossa o completamente fuori fuoco…non che i suoi compari siano da meno: è stato particolarmente difficile immortalare col mio povero smartphone il già citato chitarrista Vinnie Stigma, che oltretutto diventa la star della serata nel giro di un paio di brani. Miret ricorda che gli Agnostic Front festeggiano il quarantennale dalla nascita della band, fondata nel 1982 proprio da lui e Stigma. Lungi dal voler diventare il fulcro dello show, Roger Miret dà molte volte spazio alle trovate del compare Vinnie, davvero un secondo frontman sul palco…e non solo. Infatti, poco prima di iniziare “Your Mistake”, celeberrima canzone coverizzata nel corso degli anni da gruppi come Fear Factory e Hatebreed, Roger Miret decide di ‘fare un regalo’ al pubblico: manda Vinnie Stigma in mezzo ai presenti, chiedendo a gran voce un circle pit da effettuarsi con il funambolico chitarrista nell’occhio del ciclone…il tutto continuando ovviamente a suonare! Si scatena così un circle pit degno di un concerto sudamericano dei Sepultura anni ’90, con Stigma ‘king of the pit’ nel mezzo e decine di scalmanati turbinanti intorno, contentissimi tra l’altro di abbattere in modo così palese le barriere tra audience e musicisti…queste sono le cose che rendono indimenticabile un concerto! Tra l’altro, un circle pit intorno a Stigma all’Hellfest se lo sono sognato…potete verificare in rete voi stessi! Tutta questa condivisione, la sentita partecipazione all’evento da parte della band e del pubblico, persino cose relativamente piccole come la maglietta de Il Complesso indossata da Stigma: tutto questo sembra nascondere qualcosa in più, come se anche gli Agnostic Front fossero in qualche modo ‘di casa’ davanti al pubblico presente. In effetti non è la prima volta in cui il gruppo viene ospitato dalla Last One To Die Crew, ma c’è dell’altro. E’ risaputo come Roger Miret abbia combattuto (e vinto) recentemente la sua battaglia contro un tumore: parte delle sue cure sono anche state sostenute economicamente dai proventi della vendita di una compilation, prodotta proprio dalla Last One To Die Crew, che ospita brani di molti gruppi italiani come Nabat e Svetlanas, tanto per dirne un paio. Oltre al normale legame tra musicisti e fans qui si parla anche di iniziative concrete per aiutarsi l’un l’altro; al momento questa rimane l’unica volta in cui io abbia saputo di un’iniziativa simile, assolutamente lodevole e degna di essere copiata cento, anzi, mille volte. Il concerto prosegue con un’intensità sempre maggiore, con il pubblico che non sa più se pogare, saltare a tempo o cercare un modo di fare entrambe le cose contemporaneamente, mentre gli Agnostic Front sciorinano brani aggressivi come “Police State” alternandoli a mitiche canzoni dai cori irresistibili come “For My Family” e “Gotta Go”. C’è anche spazio per un paio di cover di tutto rispetto, grandi classici nel repertorio degli Agnostic Front: “Crucified”, originariamente suonata dalla punk band americana Iron Cross, e l’immancabile “Blitzkrieg Bop” degli intramontabili Ramones, con cui si chiude un concerto che ha fatto alzare la temperatura interna del Cinema Vekkio di almeno una dozzina di gradi, nonostante le porte aperte sul cortile interno della struttura.
Conscio di aver avuto l’onore di gustarmi dal vivo un pezzo di storia della Musica, esco nella frescura notturna della campagna piemontese soddisfatto e assetato; con l’ennesima capatina al bar mi procuro un’ultima birra da scolare tranquillamente per far sbollire l’adrenalina accumulata, approfittando dell’occasione per andare a disturbare i musicisti che incrocio nel cortile. Mi ha fatto molto piacere scambiare due parole con i Middle Finger e con Mike Gallo, bassista degli Agnostic Front, dopo averlo individuato accanto al banco del merch. Dopo essermi fatto fotografare in sua compagnia non mi ha nemmeno chiesto di seguirlo su Instagram: mi ha praticamente sequestrato il cellulare per inquadrare il ‘suo’ QR code…così facendo ha collegato il telefono al suo profilo personale Instagram per poi premere in autonomia il tasto “segui”, permettendomi così di scoprire tante cose interessanti sul suo conto. Si è reso disponibile per una futura intervista, per cui…rimanete sintonizzati perché, modestamente parlando, potrei anche accettare la sua proposta! Insomma: ottima musica, bello spettacolo, belle esperienze nell’aftershow…tutti segni che mi fanno sperare in bene per questa stagione estiva di concerti. Gli spettacoli dal vivo sono belli, gratificanti e divertenti: andateci a più non posso perché di doman non v’è certezza! Alla prossima!
Bob e Mike Gallo