Live Report: Airbourne a Roma

Di Damiano Fiamin - 22 Giugno 2013 - 9:36
Live Report: Airbourne a Roma

Airbourne + The Guestz @ Orion (Roma) – 19/06/2013
Report a cura di Damiano Fiamin
Foto a cura di Francesco Sorricaro

Estate, tempo di concerti, magari all’aperto… Magari! Purtroppo, nella Capitale il privilegio di respirare durante uno show sembra essere contrastante con l’idea stessa di Metal. Per gli australiani Airbourne, tornati a Roma dopo tre anni per promuovere il loro nuovo “Black Dog Barking”, nessuna eccezione; la location prescelta per la loro esibizione è infatti l’Orion di Ciampino, che solo pochi giorni prima aveva ospitato i leggendari Saxon.

È un afflusso lento e costante quello che riempie il locale: un pubblico variegato sia per sesso che per età fa il suo ingresso in sala, pronto a divertirsi e a far casino grazie alle note degli eredi/emuli degli AC/DC. Alcuni dettagli dell’esibizione erano ancora pochi chiari; fino all’ultimo momento, per esempio, il nome del gruppo spalla era rimasto avvolto nel mistero. Nessuno era in grado di rivelare l’identità di quei “+ guest” che avrebbero dovuto accompagnare gli australiani durante la loro calata in centro Italia. Alla fine, com’era già successo l’ultima volta, l’apertura viene affidata a un gruppo locale, i romani The Guestz.

The Guestz

Curioso come il nome della band sia una perfetta soluzione agli interrogativi che circolavano sulla loro identità anche a livello lessicale. I quattro salgono sul palco, incastrati alla bell’e meglio tra l’occulta attrezzatura degli headliner e attaccano a suonare senza alcuna remora, per nulla intimiditi dal compito riservatogli. Smargiassi e goliardici, i nostri tirano fuori una mezzora di ottimo hard rock vecchia scuola, tutto riff e assoli, con il cantante Mimmo God che, tra un brano e l’altro, infarcisce l’esibizione di una sana dose di facezie. Il gruppo evita di prendersi troppo sul serio ma non per questo suona in maniera superficiale. Nonostante una lunga tradizione contraria, i settaggi acustici sono miracolosamente ben bilanciati. Il pubblico sotto palco si scalda e accompagna la band mentre propone pezzi propri e cover.  Non possono che essere le note degli AC/DC a gettare un ponte tra il quartetto capitolino e il piatto forte della serata. Dopo i doverosi applausi per i The Guestz, c’è tempo per rifiatare prima che il palco venga preso nuovamente d’assalto.

Airbourne

Ed è proprio un assalto quello della band australiana. L’attacco viene, inevitabilmente, affidato alla nuova versione di “Ready to rock”, inno che trova la sua perfetta collocazione in sede live. Da quel momento, è il delirio. Capita fin troppo soventemente che un gruppo non riesca a esprimersi appieno su un palcoscenico, magari perché la sua proposta musicale mal si pone in quel contesto o perché i musicisti non sono in grado di “riempire” la scena in maniera decente. Gli Airbourne non hanno di certo questo problema; scatenati e irrefrenabili, saltano da una parte all’altra senza fermarsi un istante, avvolti in un turbinio di note e sudore che esalta i presenti e li trascina pezzo dopo pezzo.

Nonostante le temperature inumane, il pubblico reagisce positivamente alla follia di Joel O’Keeffe e compagni; il frontman è talmente su di giri da saturare la scena con la sua esuberanza. Pur facendo egregiamente il loro lavoro, i suoi compagni, in confronto, appaiono degli statici comprimari. O’Keeffe non conosce il significato della parola moderazione: salta, corre, si spacca lattine sulla testa, beve, scende dal palco e si ritrova a suonare sul bancone del bar, corre e salta di nuovo, ben deciso a dare un’impronta particolare allo spettacolo della sua band. È innegabile, i quattro sono bestie da concerto, un’antologia vivente di numeri da rock ‘n’ roll che potrebbe risultare quasi eccessiva se non fosse così divertente.

I brani scorrono veloci, tra una trovata e l’altra dell’istrione indemoniato e dei suoi gregari, con ben poche sbrodolature a rovinare la festa: la qualità dell’audio è buona e regge per quasi tutta la durata dello show, impastandosi solamente verso le tonalità più taglienti prodotte dagli strumenti; il muro di amplificatori produce un’esplosione sonora perdurante forse sproporzionata alla location ma, al diavolo, anche questo è rock ‘n’ roll!

Un’ora e mezza al fulmicotone, uno show tanto bello da vedere quanto da ascoltare. Gli Airbourne sono una band che non brilla decisamente per l’originalità in nessuna delle cose che fa: soluzioni musicali, presenza sul palco e atteggiamento, tutti gli elementi che caratterizzano un loro concerto sono già stati visti in passato. È innegabile, però, che i nostri hanno studiato bene la lezione e sono riusciti a creare un amalgama così coinvolgente da far scordare anche ai più schizzinosi di storcere il naso. Senza velleità di sorta, i quattro hanno deciso di abbracciare il rock più grezzo e diretto. Lasciate stare la testa e affidatevi al cuore quando li sentite; lo spettacolo è garantito.

Scaletta:
1.    Ready to Rock
2.    Chewin’ the Fat
3.    Born to Kill
4.    Diamond in the Rough
5.    Back in the Game
6.    Raise the Flag
7.    Cheap Wine & Cheaper Women
8.    Black Dog Barking
9.    No Way But the Hard Way
10.    Live It Up
11.    Too Much, Too Young, Too Fast
12.    Runnin’ Wild

Bis
13.    Stand Up for Rock ‘N’ Roll