Black Death Vario

Live Report: Beyond The Gates Festival Day 1 @ Bergen (NO) 31/07/2024

Di Paolo Manzi - 1 Dicembre 2024 - 17:36
Live Report: Beyond The Gates Festival Day 1 @ Bergen (NO) 31/07/2024

Guarda il photo report qui.

Quest’anno ci siamo avventurati in Norvegia nella città di Bergen per visitare il Beyond the Gates. Detta la capitale dei fiordi per la sua posizione strategica a metà tra i due più grandi fiordi norvegesi, il Sognefjord e l’Hardangenfjord, questa città di quasi 300 mila abitanti – la seconda per grandezza dopo la capitale Oslo – é meta turistica visitata da numerose crociere nonché capolinea della famosa linea ferroviaria che viaggia appunto tra Oslo e Bergen, ritenuta la più bella del mondo per i suoi paesaggi che ricordano un po’ l’interno della Svizzera, ma con l’aggiunta appunti dei caratteristici fiordi.

Con le sue tipiche case di legno bianche arroccate sulle montagne, e le tante viuzze strette che si divincolano dal centro città per perdersi in uno dei tanti sentieri di montagna, Bergen é anche famosa tra le altre cose per il sito UNESCO di Bryggen (dove per i ben informati si trova anche la galleria d’arte di Gaahl e del suo partner Robin Jakobsen), nonché per il caratteristico mercato del pesce dove poter trovare cibi esotici ai più come ad esempio la carne di balena. È anche una città piena di vita, con un decimo della popolazione composta da studenti, e di arte – il KODE é uno dei musei più vasti dei paesi nordici in ambito di arte, musica e design, ed ospita la casa del celebre compositore Edvard Grieg, dove ha vissuto per 22 anni. Ovviamente in periferia si trova anche la celebre chiesa in legno di Fantoft, quella che fu famosamente bruciata da Burzum, e poi in seguito ricostruita. Bergen é anche una delle città più piovose al mondo, anche se quest’anno in questo siamo stati veramente fortunati, avendo trovato pioggia solamente l’ultima serata del festival, a parte qualche tentativo isolato. E pensare che per tutto giugno e luglio é piovuto quasi sempre.

Ci sono molti altri fatti interessanti riguardo alla città che vi lasceremo scoprire, ma capirete durante il resto del report come il soprannome “la città tra le sette montagne” invoglia sia residenti che visitatori a fare escursioni non appena le condizioni lo permettano (con Fløyen ed Ulriken certamente le più visitate tra le montagne che circondano Bergen).

Passiamo invece al resoconto di questi cinque giorni appunto tra turismo, escursioni in montagna, gallerie ed esposizioni d’arte, avventure culinarie e tanto, tanto metallo estremo.

Day 0 (il prequel)

Dopo il lungo viaggio in treno da Oslo a Bergen, ricco di meraviglie della natura al punto che in certi tratti non si sa neanche più da che lato del treno guardare, ci siamo subito gettati all’avventura visitando il quartiere di Bryggen e comprando qualche souvenir alla Galleri Fjalar (la sopracitata galleria d’arte di Gaahl). Tempo di ritirare il nostro accredito passando nel frattempo per il centro con il famoso mercato del pesce pieno di turisti (e di italiani che ci lavorano, grazie ai quali eventualmente abbiamo provato questa famosa carne di balena), e dopo una ottima cena a base di costolette di maiale e birra artigianale Norvegese siamo andati verso lo Stereo Bar. Qui veniva presentata la birra ufficiale del festival. Abbiamo però optato per saltare il pre-party nel seminterrato del locale, che era davvero strapieno e in cui si faceva fatica a parlare senza alzare la voce. In serata, essendoci ancora parecchia luce, abbiamo poi avuto modo di apprezzare un po’ di murali e graffiti nei vari vicoli della città, oltre che ricreare un omaggio alla classica foto di Kvitrafn scattata da Peter Beste. Ovviamente abbiamo anche passato del tempo a seguire i tanti gatti che scorrazzano per i vicoli di Bergen, prima di andare a riposarci e recuperare le forze dopo il viaggio, in vista della prima giornata vera e propria di festival.

Day 1 (l’inizio)

I piani della mattina sono andati in fumo quando alzandoci abbiamo visto che era una splendida giornata. Avendo a disposizione fino al tardo pomeriggio prima di cominciare con il festival, abbiamo quindi deciso di improvvisare approfittando del bel tempo e di andarcene a fare un giretto in montagna.

Da notare che il festival stesso organizza diverse attività durante tutti i 4 giorni dell’evento, che vanno da visite organizzate alla chiesa di Fantoft, fino alla degustazione di vino con Gaahl (su prenotazione e rigorosamente sold-out). Inoltre alcuni locali e musei offrono sconti per chi ha il braccialetto del festival. Sono cose che sarebbe bello vedere più spesso anche in Italia visto che eventi di questo tipo aiutano davvero molto a promuovere il turismo e l’imprenditoria locale, come si vede ad esempio anche in Olanda o in Germania.

Comunque dopo una veloce colazione a Det Lille Kaffekompaniet, a due passi dalla funicolare che porta al punto panoramico sulla montagna di Fløyen, abbiamo infine deciso di fare un’escursione su quest’ultima (per evitare le code alla biglietteria, sopratutto in alta stagione, comprate il biglietto online sul sito… mi ringrazierete). Tra paesaggi mozzafiato con vista sui due fiordi che circondano la città, sentieri e laghetti – con noleggio canoa gratuito – capre molto amichevoli e pecore altrettanto simpatiche, ci siamo avventurati il più in alto possibile finché non era ora di dover tornare indietro. Giusto il tempo di un pranzo molto tardivo da Marg & Bein e di fare quattro passi attorno al laghetto artificiale circondato dai musei che compongono il KODE, e ci siamo incamminati verso l’USF Verftet, venue principale del festival per i primi due giorni, ad un 15-20 minuti di cammino dal centro. Questa ex fabbrica trasformata in centro culturale multifunzionale ospita due palchi, quello principale – Hallen – situato proprio dentro un grosso capannone, ed uno più piccolo, Røkeriet, in una vera e propria sala concerti.

Ad aprire il festival sono stati i Whoredom Rife. Prima del concerto c’era già molta gente in attesa di entrare per poi correre ad accaparrarsi un posto in prima fila di fronte al palco. Non condividendo questo eccessivo entusiasmo, bisogna comunque dire che la band ha fatto il suo, in un set breve e bilanciato tra nuovi e vecchi brani. Rivedremo alcuni dei membri più avanti, essendo parte di band come Vemod, Djevel, e Ritual Death, nonché del tributo ai Bathory nel gran finale. Per ora ci accontentiamo di questo riscaldamento in classico Norsk svart metall, influenzato sopratutto da band come Mayhem (che vedremo a fine serata) e Taake (il cui cantante era presente più tardi in veste di DJ).

I Polacchi Manbryne invece hanno un approccio più ritualistico, con un sound che richiama ad esempio ai loro connazionali Mgla. A parte le decorazioni ed il fervore del cantante, per il poco visto del loro concerto non rimane tanto impresso nella memoria, forse anche perché eravamo già proiettati verso i Watain.

La band di Erik Danielsson é una garanzia dal vivo, e ha letteralmente scaldato il pubblico a suon di torce e fiammate, con un set incentrato sopratutto attorno a “Lawless Darkness”. Inevitabile apprezzare la prestazione degli Svedesi, avendo uno show ed una formazione ben rodata, la band di Uppsala ha dimostrato ancora una volta – senza neanche troppi sforzi – di meritarsi la propria fama in ambito estremo. Unica pecca i suoni non certo all’altezza che hanno un po’ guastato il la qualità del concerto, un problema che ha afflitto quasi esclusivamente questo palco e questa prima giornata.

Gli Americani Black Anvil hanno portato con loro quell’energia sul palco tipica delle band statunitensi. Una sorta di antipasto prima dello show di Venerdì notte degli Aura Noir, con il loro black/thrash hanno tenuto alta la temperatura prima dei Mayhem. È a questo punto che ci siamo anche avventurati nella scelta non proprio vasta di cibo da festival (in pratica gyros, burger di manzo tirato o nachos con salsa più o meno piccante), chiaramente ai tipici prezzi norvegesi. Fortuna che il cambio era molto favorevole all’euro.

Dopo una cena veloce siamo dunque arrivati alla portata principale di oggi, i Mayhem. La band guidata da Attila sta festeggiando i 40 anni di attività con una serie di concerti che vedono proiettati video ed estratti di interviste e commenti vari sugli eventi attorno alla band e la sua storia, il che rende il tutto più interessate, focalizzando l’attenzione del pubblico sullo schermo sopratutto tra una canzone e l’altra. Poco di nuovo avendo visto la band molte volte, ma fa sempre comunque piacere sentire dal vivo alcuni tra i loro pezzi più classici. Nel finale poi Messiah e Manheim si sono presentati sul palco per gli ultimi tre brani (“Deathcrush”, “Necrolust”, ed ovviamente “Pure Fucking Armageddon”). Tutto sommato la band ha dimostrato di essere in buona forma.

La serata non era però ancora finita, con Gaahl che si apprestava a debuttare dal vivo coi sui Trelldom, freschi di nuovo materiale grazie a “…by the Shadows…” a 17 anni di distanza dal precedente “Til Minne…”. Presentandosi su un palco adornato da due altissime statue antropomorfe di legno, la band si é ovviamente concentrata sul nuovo materiale, che vede anche l’uso del sassofono ed in generale sonorità molto atipiche per i puritani del black metal, anzi a volte non si potrebbero neanche definire metal, spingendosi su sperimentazioni che dividono a metà la critica (chi apprezza e chi li trova invece noiosi…). Per noi il loro show é stato certamente uno degli highlights di questa prima giornata e tra i concerti più attesi del festival, sorpassando persino le nostre aspettative. Ascoltare – e vedere – per credere!

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