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Live Report: Breaking Sound Metal Fest 1a Edizione, 28 Agosto 2015, Mesagne (BR)

Di Giuseppe Casafina - 1 Settembre 2015 - 17:02
Live Report: Breaking Sound Metal Fest 1a Edizione, 28 Agosto 2015, Mesagne (BR)

BREAKING SOUND METAL FEST

Venerdì 28 Agosto 2015

Mesagne (Brindisi)

La fame di metallo si sa, è un qualcosa che va assecondata, specie se questa proviene da terre altamente “disastrate” dal punto di vista geografico per quanto concerne la frequenza nell’organizzazione di eventi atti a richiamare alle armi i sempre più numerosi guerrieri del metal, di qualunque fascia di età questi siano.

Ed è con un certo orgoglio e stupore che per una volta tanto è la mia (e nostra, per tutti i corregionali) Puglia ad offrire una chiamata alle armi degna di tal nome, attraverso l’urlo di un suono che distrugge imperiosamente ogni cosa al suo passaggio: sto parlando, appunto, del Breaking Sound Metal Fest, attuato grazie all’operato dell’ente culturale Breaking Sound, con la somma “benedizione” del Comune di Mesagne.

Per quanto mi riguarda è stato un festival a rischio assenza, causa una fastidiosissima infiammazione intestinale che mi aveva colpito nel pomeriggio e che ha continuato a “pungolarmi” leggermente ma fastidiosamente per tutta la prima metà del festival tra nausee, dolori e “buchi” alla pancia….di mio però non ho mollato, perché volevo onorare la causa di questa intrepida organizzazione, ed alla fine, da buon yogi, sfrutto il dono del controllo interiore riuscendo a presenziare al piccolo evento nonostante qualche leggero acciacco, ma veniamo a noi, bando alle ciance intestinali e passiamo al festival vero e proprio….

 

IL TARDO ARRIVO (+ HEADAXE)….

L’inizio era previsto per le ore 18:00, ma purtroppo per innumerevoli ragioni arrivo con considerevole ritardo all’area del festival: poco male, dato che scopro che quella a suonare sul palco al momento del mio arrivo è ancora la prima band prevista per la serata, gli Headaxe, formazione che gioca in casa con il suo Alternative Nu-Metal (immagino che ai più puri defender stia venendo ora, un’infezione intestinale, ma cercate di essere rispettosi e guardate oltre se proprio non riuscite a tollerare la cosa), tra schitarrate stop n’go e basso slappato.

Molto di più non posso dire, in primis perché come già specificato nonostante il delay nell’orario di inizio sono arrivato in ora davvero tarda e quindi mi son beccato giusto il loro ultimo pezzo in scaletta, in secondo luogo perché dati i miei precedenti dovevo urgentemente presenziare ad un altro evento che si teneva all’interno di un meraviglioso e putrido bagno pubblico….non mi sembra il caso di aggiungere ulteriori dettagli.

Facebook (Headaxe):  https://www.facebook.com/pages/Headaxe/151625995041447?fref=ts

 

IZŌ

L’evento “improvviso” coincide, per mia fortuna, perfettamente con l’inizio del set degli IZŌ, quartetto leccese che propone uno stoner/sludge strumentale tutto sommato coinvolgente.

I brani infatti, pur non tradendo affatto la loro natura puramente strumentale per struttura e composizione, riescono a smuovere l’ancora ridotto pubblico presente all’evento: la band vive in modo fisico la propria esibizione permettendo così ai suoni di venir fuori precisi e serrati, la carica sprigionata da ogni componente plasma una marasma strumentale che profuma di deserto e testate Orange.

La cosa più importante è, pero, che il pubblico comincia finalmente ad avvicinarsi al palchetto dell’evento, proprio grazie alle trasudanti movenze dei quattro ispirati salentini, mentre il sole calante del tardo pomeriggio conferisce inoltre un sottofondo visivo azzeccatissimo per la loro esibizione.

Promossi, ottimo trip, passiamo ai prossimi.

Facebook (IZŌ): https://www.facebook.com/Izoband

 

ALLDEAD

E’ il turno dei tarantini Alldead salire sul palchetto, il sole comincia a lasciare il posto alle prime luci della sera quindi l’atmosfera è quella giusta per il loro black/death mai banale, infarcito di brani lunghi ed articolati ed un basso elettrico che richiama a più riprese l’operato ascoltato in sonorità decisamente più classiche ed ancorate al classico hard n’heavy.

Ma chi ci mette più impegno di tutti è il vocalist Antonio Guerra il quale, ‘armato’ di tutto punto con tanto di face painting, scaglia contro i malcapitati le sue urla di ampio registro (si va dal growl più ribassato allo scream più lacerante) che dilaniano un pubblico finalmente partecipe dopo un’ accoglienza piuttosto freddina: i presenti cominciano a rispondere alla ferocia dell’ensemble tarantino con il giusto entusiasmo, facendo partire così i primi timidi accenni di pogo, le prime corna al cielo, le prime urla.

La loro miscela è nel complesso decisamente originale grazie alla particolare struttura dei brani, che colpisce spesso l’ascoltatore sorprendendolo con improvvise variazioni ora ritmiche, ora atmosferiche.

Le luci del retro palco ed il fumo di scena donano maggiore carisma alla performance, che si conclude imperiosa sulle note di “Black Light of Death”.

Un’ottima prova, sentita e suonata con passione da parte di tutta la formazione per un suono originale ma fortemente ancorato alla vecchia scuola, spero di sentirne parlare più spesso nei giri che contano.

Fiamma nera dell’underground italico….speriamo bene per voi.

Facebook (Alldead): https://www.facebook.com/pages/Alldead/14227386916890

 

GINKGO DAWN SHOCK

Si cambia registro con le schitarrate ruvide dei Ginkgo Dawn Shock, formazione di Molfetta che definisce il proprio suono come progressive post-rock.

Dopo dei sentiti ringraziamenti verso l’organizzazione, le danze possono avere inizio!

Basso aggressivo e plettrato, accordi infuocati ed ampi registri vocali colorano il sound del giovane quartetto, che sul palco si sbatte come un ossesso coinvolgendo il pubblico nel massimo delle loro possibilità, ed in parte ci riescono: di mio posso affermare che questo minore coinvolgimento rispetto alla band precedente è chiaramente dovuto al drastico cambio di sound, che qui si fa fortemente rock-oriented più che metal puro, ma il frastuono generato è comunque un vero piacere per le orecchie ed il cantante/chitarrista Alessandro Ciccolella sa davvero il fatto suo, variando senza problemi dalle melodie in tonalità più ribassate a quelle più acute e graffianti, tra urla e sussurri.

Ottime anche l’operato del chitarrista Giordano Bufi con le sue trame violente che si colorano di rumorismo eclettico, senza nulla togliere al resto della band per nulla intimorita dal darci dentro alla grande nonostante la costante presenza di tempi dispari e stacchi improvvisi.

Il vero problema di fondo, nel loro caso, è la loro eccessiva derivazione dal suono Tool/A Perfect Circle, una somiglianza che si riflette praticamente in ogni singolo elemento della loro proposta ma soprattutto nel basso e nelle parti vocali: le basi ci sono e sono enormi, le potenzialità infinite, basterà svezzarsi maggiormente ed avremo fuori un grande nome all’interno della scena alternative rock/metal italiana. A percuotere ulteriormente questa marcata vicinanza ci si è messo, forse solo per via di un ignaro scherzo del destino, il service che al termine del loro set ha trasmesso un pezzo dei Tool, oltretutto piuttosto simile all’ultimo pezzo da loro suonato (con la collaborazione del cantante dei Ghost of Mary in abbigliamento casual), come sottofondo per il cambio di palco tra una band e l’altra.

Consiglio alla band di non mollare, di continuare e darci dentro e di trovare davvero loro stessi: le basi ci sono e, pur non essendo chiaramente il mio genere di riferimento, mi hanno impressionato.

Ma questo credo che si sia capito.

Facebook: https://www.facebook.com/pages/Ginkgo-DAWN-Shock/189073574457396

 

GHOST OF MARY

(Logo by Lux Malagnino)

I toni cambiano radicalmente con i Ghost of Mary, formazione di sei elementi che, salendo sul palco con un mix di camicie nere ed abiti gotici/marinareschi, azzanna le gole dei presenti con il loro gothic death metal: violino suadente, parti chitarre di stampo swedish-death ma sempre attente nel ricercare un certo groove rock-oriented, batteria in doppia cassa, growling vocals con alcuni accenni di cantato piuttosto sofferto.

Anche in questo caso devo ammettere che il genere da loro proposto non è propriamente il mio ma aldilà di ciò il feeling dei sei con il pubblico è davvero ottimo, la band parte carica presentando il proprio suono elegante e di ispirazione fortemente sinfonica (la band fa uso di parti campionate on stage) ma non per questo risultando smielata, anzi ad essere sincero ho parecchio apprezzato il loro impatto live decisamente aggressivo e fortemente orientato a scuotere il pubblico più che ad ammaliarlo con sinfonie strappalacrime con invece ho visto fare da parte di ben altri gruppi “goticheggianti”.

Lungo il loro set snocciolano molti brani, presentando più o meno quello che sarà il loro disco di debutto e come anteprime promettono piuttosto bene anche perché come già accennato, l’energia live è quella giusta.

Devo essere sincero, di loro non conosco molto e quel poco che so è molto minore rispetto alle band che li hanno preceduti, posso solo valutare la loro performance definendola ottima, convincente e sentita: il pubblico ha danzato, urlato, pogato tributando alla grande l’entusiasmo della band ed è questa la cosa più importante.

Promossi anche loro.

Facebook: https://www.facebook.com/ghostofmaryband

 

CRUENTUS

Ci si avvicina al momento degli headliner, ma per ora tocca ai baresi Cruentus dare fuoco alle polveri ed è inutile dire che la scintilla tra il pubblico e la band si è accesa immediatamente, facendo scoppiare subito il cannone!

La band è una delle più “antiche” sul territorio pugliese, la loro esperienza in materia thrash/death si fa sentire pesantemente con un set dalla portata altamente distruttiva, che fa alzare un polverone dinanzi al palco: il vocalist Nicola Bavaro, ex-Natron, tormenta come un pazzo il microfono con le sue urla di stampo hardcore, accompagnato da suoni di chitarra hi-gain che saturano piacevolmente sia gli ampli che le nostre orecchie.

Il tutto ovviamente viene completato dall’operato ritmico di un batterista semplicemente mostruoso, qui a nome di Valerio Di Masi, in pratica un dream-team del massacro a livello locale.

Il pogo si fa realmente violento ed ossessivo e d’altro canto è impossibile dare torto al pubblico, in quanto la band è in forma splendida, muovendosi sul palco a più non posso mentre sciorina la sua setlist fatta di bombe a mano e cariche di dinamite ad esplosione rapida!

La loro esibizione si conclude tra sudore, urla e qualche livido: di sicuro male non fa…no, non mi riferisco al dolore fisico….

Facebook: https://it-it.facebook.com/pages/Cruentus/115649751835086

 

DARK LUNACY

Rimettendo assieme i cocci delle poche ossa rimaste dopo la terremotante esibizione dei Cruentus, arriva il turno degli headliner e l’organizzazione ha optato per i nostrani Dark Lunacy.

Col senno di poi, direi che ha centrato appieno l’obiettivo: la band del buon Mike Lunacy infatti è ormai rodatissima, spinge il proprio sound malinconicamente death come un treno in piena corsa senza bisogno di troppi orpelli scenici, segno di un’esibizione di qualità.

I Nostri si presentano in divisa, il grande Mike guida alla grande con tutto il suo carisma la formazione dominando il set ma allo stesso tempo senza prevalere su nessuno degli elementi del combo, lasciando ad ognuno di essi la giusta dose di carisma e visibilità sul piccolo palco del Breaking Sound e ringraziando a più riprese l’organizzazione e la città di Mesagne stessa, segno di grandissima modestia e voglia di dare al massimo al proprio pubblico anche nelle situazioni più piccole, a dispetto dei recenti concerti in Giappone tenuti dal combo: anche su palchi di ridotte dimensioni come questo gli Eroi nostrani danno il massimo, si smuovono il giusto ma senza strafare, perfetta esternazione di un suono sicuramente aggressivo ma elegantemente abbellito da numerosi inserti di cori e marce sinfoniche, ormai parte interante del DNA Dark Lunacy, dove chitarra e basso ruggiscono come leoni ammaestrati mentre il frontman ondeggia sognante tra le note prodotte dalla sua creatura.

La precisione è assoluta, il set sciorinato dalla band è talmente convincente che stimola effetti collaterali quali headbanging, urla ed applausi da rottura di muro del suono da parte di gente di tutte le età.

Sotto la magia del cielo stellato (contornato dala presenza di qualche involontaria lanterna cinese che si propaga nel cielo), Mike & compagni presentano alla grande ogni singolo step di questa performance, passando da “Stalingrad” (tratta dallo splendido debutto “Devoid”) ad inni alla madrepatria (“Motherland”), per terminare vittoriosi (letteralmente) con “Victory” sotto gli occhi di un pubblico estasiato.

Ed è così che termina questa prima edizione del Breaking Sound Metal Fest: vittoriosa, proprio come questo pezzo.

Facebook: https://www.facebook.com/OfficialDarkLunacy

 

CONCLUSIONI

Che dire?

Alla fine, è stato un grande evento, segno che con la giusta dose di passione e motivazione nel proprio piccolo si possono fare grandi cose.

Il service coinvolto per l’occasione ha offerto un suono preciso e cristallino per tutta la durata del festival, di gran lunga superiore a quanto ho potuto ascoltare in sede di festival ben più grossi come il recente Agglutination e questo ha giocato molto sulla perfetta fruibilità dell’evento, senza contare inoltre che tutte le band presenti hanno dato il massimo in termini di performance sul palco.

L’affluenza di pubblico è stata dignitosa (credo attorno ai 200 partecipanti, più o meno) e l’ingresso era gratuito, quindi offerto a chiunque volesse passare una serata in compagnia di una buona dose di metallo tuonante tricolore, persino i bagni pubblici erano più puliti della media!

Un’altra dimostrazione data da piccole realtà organizzative come queste è data proprio dalla constatazione di come le band italiane e addirittura locali, non abbiano nulla in meno rispetto ai tanti nomi blasonati che vengono dall’estero, nonostante la sindrome di esterofilia forzata sia ancora parte integrante del modus vivendi dell’italiano metallaro medio (per dire, i Necrodeath all’estero ce li invidiano mentre da noi si beccano quasi sempre le posizioni medie dei bill, ed anche il recente ritorno dei Dark Lunacy dal Giappone dovrebbe far pensare).

Colgo occasione per ringraziare Stefano, Annachiara e tutti gli altri membri della Breaking Sound Crew, così come quel mattacchione di Tony dello stand della Blasphemous Arts Records che anche questa volta ha saputo scucire un discreto malloppo dal mio portafoglio con uscite allettanti, e che oltretutto mi ha intrattenuto alla grande tra una band e l’altra con sospirate rimembranze dei vecchi tempi del metal estremo assieme al suo collega….

Un piccolo evento che spero possa divenire negli anni sempre più grande fino ad imporsi come un’imposizione tra i festival non solo del Sud Italia, ma dell’Italia tutta.

Arrivederci alla seconda edizione, ragazzi.

Io sarò tra voi.

 

Un saluto sentito.

Giuseppe “Maelstrom” Casafina