Live Report: Breaking Sound Metal Fest II – 31 luglio 2016, Mesagne (Brindisi)
TrueMetal.it – LIVE REPORT
BREAKING SOUND METAL FEST II
31 LUGLIO 2016, MESAGNE (BRINDISI)
L’area concerti dell’evento
Se la speranza fosse la prima cosa a morire nel Mondo, allora potremmo rinunciare di sicuro ad eventi organizzati per pura passione e spirito di iniziativa come il Breaking Sound Metal Fest, giunto anche quest’anno per la gioia dei nostri padiglioni metallici alla seconda edizione.
Una seconda edizione di rilievo, degno seguito di una manifestazione nata tra la scommessa ed il sogno solo lo scorso anno, che già allora registrò un discreto numero di presenti, il tutto offerto rigorosamente gratis con contorno di stand di dischi (tra cui il buon Tony Urso della Blasphemous Art Records, che saluto anche in quest’occasione), cibo e bevande di tutto rispetto: quest’anno al prima cosa balzata all’occhio é la maggiore presenza del numero di stand, che offriva un contorno di sicuro di maggiore impatto rispetto alla pur sempre notevole scorsa edizione.
L’area dell’evento, la sempre adatta ex-area ortofrutticola situata all’ingresso di Mesagne, é quindi quest’anno più appariscente, con i portafogli che si svuotano a meraviglia tra un disco, una t-shirt, un panino e qualche decina di bicchieri di birra.
Ma dopo un primo impatto ben più che positivo, passiamo al vero e proprio cuore del festival: le band ed il relativo palco.
Sottolineamo a tal punto la principale peculiarità del festival: solo metal italiano e valide realtà dell’entroterra meridionale.
( – E mi scuso anticipatamente per la pessima qualità di alcune foto, ma non possiedo tuttora una fotocamera adatta allo scopo….ci stiamo attrezzando! Ringrazio inoltre il compagnone Maurizio Ambriani per alcune foto – Nda)
LAST RESISTANCE
Sono i Last Resistance, formazione melodic death/metalcore, ad introdurre le danze.
Lo fanno con un set sentito, sbattendosi sul palco come animali per cercare di coinvolgere l’ancora sparuto pubblico presente (sotto il palco in particolare vi erano situate 30 persone al massimo) proponendo il loro death melodico/metalcore a tinte moderne: le capacità tecniche ci sono tutte, il set appare preciso e su tutte va segnalata la capacità del vocalist, sempre a suo agio sia tra screaming/growling vocals ruggenti che tra le linee più melodiche, sempre intonate e precise.
Da tenere d’occhio se siete dell’entroterra pugliese, perché vale davvero la pena sentirli: in questa veste purtroppo non riescono più di tanto a coinvolgere il pubblico purtroppo, ma la cosa ha ben poco a che fare con la qualità della loro esibizione dato che il pubblico, in questa fase, pareva più attento a scrutare gli stand attorno all’area del fest mentre le poche, sparse porzioni di folla sotto al palco sembravano intende più che altro a scattare foto e chiacchierare con l’amico di fianco….é il triste destino degli opening acts (ed il sottoscritto ne sa qualcosa a riguardo nella sua scarsa carriera da pesudo-musicista quale sono….).
Comunque non mollate ragazzi!
Facebook: https://www.facebook.com/Last-Resistance-193215137534284
Da segnalare anche quest’anno il buon sound ottenuto dal service presente all’evento, esattamente come lo scorso anno.
Garanzia di qualità.
CHRISTINE IX
Il prossimo act in scaletta é Christine IX, formazione che propone un rock venato di sfumature dark e post-punk.
In realtà si tratta di un solo-project della sola frontwoman, che per l’occasione si é costruita attorno una band di tutto rispetto con Andrea Benegiamo alla batteria, Salvatore Zullino al basso e Gabriele Gallucci alla chitarra.
Dispiace un po’ vedere queste sonorità (un po’ fuori tema per un Metal Fest ad onor del vero, ma pur sempre valide per chi ama tutte la sfumature del rock n’ roll) eseguite nel bel mezzo del sole cocente, perché tra arpeggi che odorano di luce soffusa e giri di basso in puro stile post-punk (o almeno quella é l’impressione che mi hanno dato) forse una posizione in un’ora più tarda avrebbe aiutato a concentrare l’atmosfera: poco male comunque, perché quel che rimane é un set di buona fattura, con la frontwoman ormai completamente a suo agio sul modesto palchetto del festival: brani scritti 10 anni fa a suo dire, ma ancora oggi validi.
Classico esempio di sonorità che non moriranno mai e che resteranno sempre fervide ed affascinanti nonostante il passare del tempo e che forse avrebbero meritato maggiore calore da parte del pubblico, che cominciava sì a popolare le zone più vicine al palco ma che era ancora in uno stato emotivamente freddo e poco coinvolto.
Facebook: https://it-it.facebook.com/christineix/
EVILLIVE
Quando salgono sul palco i tarantini Evillive l’armosfera comincia a farsi bollente, il sole comincia definitivamente a calare d’intensità e cresce l’energia sprigionata on stage: il death metal a tinte vagamente melodiche dei cinque adepti del Metallo della Morte viene proposto con ferocia degna di tal nome, una furia che risveglia le menti ancora torbide dei presenti che comnciano ad occupare le zone più vicine agli spalti, partono i primi headbanging (che seguono quelli del cantante Marco) nonché i primi timidi tentativi di moshpit/pogo.
Il set é intenso e, nonostante alcuni problemi di natura tecnica ad una delle due chitarre durante il primo brano (che scompariva e ricompariva a tratti nel mix a causa forse di qualche problema legato al service), prosegue compatto dall’inizio alla fine: sia le parti vocali che strumentali si rivelano all’altezza, ed anche il chitarrista Kris, intento alla vocals melodiche, si rivela preciso ed intonate in tutte le volte che viene chiamato a duettare col singer principale.
Esibizione di valore, band promossa.
Facebook: https://www.facebook.com/evillivepage/
SLOWDEATH
Formazione progessive/power metal a tinte sinfoniche, i leccesi SlowDeath sono qui chiamati a rappresentare l’area più classica delle sonorità metalliche del festival.
Il genere non é propriamente il mio ma la band dimostra di farsi apprezzare in sede live, anche per via di una seducente danzatrice del ventre rinchiusa all’interno di una gabb….ehn, intendevo TECNICAMENTE scusate, tecnicamente!
Ottima la prestazione vocale del cantante Stefano Lombardi, dall’elevato registro vocale, così come ottima é la prestazione di tutta la band con il chitarrista Andrea Chiriatti sugli scudi, vera furia dietro la sua sei corde e totalmente incapace di stare fermo sul palco, ‘incapacità’ condivisa anche dal bassista Nicola Lezzi (già nei Ghost Of Mary e visto in azione nella precedente incarnazione del Breaking Sound Metal Fest).
Il pubblico é finalmente presente e le interazioni tra band e folla sono ormai numerose, cosa che premia la band con ricchi applausi ed un’esibizione abbastanza lunga e ben accolta dall’inizio alla fine.
“….heavy metal….,puro, fo**uto!”
Così ha annunciato il cantante Stefano durante lo show, e così é stato: non hanno deluso.
Facebook: https://www.facebook.com/slowdeathheavymetal
DEWFALL
Arrivano i baresi Dewfall a tingere di nero le atmosfere del festival: compare sul palco la loro caratteristica asta da microfono con il loro logo ed ecco che partono furibondi sulle note del loro death/black d’assalto.
I loro giri di chitarra, dal suono tipicamente freddo e misantropico, vengono catturatti perfettamente in sede live dal service che regala loro un suono di grande impatto, decisamente superiore (comuqnue già ottimo) a quello offerto alle band esibitesi finora. Il tiro che hanno dal vivo é realmente impressionante e, sebbene il cantante Vittorio Bilanzuolo non si risparmi di certo quanto a resa scenica (nei limiti del death/black ovviamente), é il monolite sonoro raggelante a catturare il pubblico presente, che costringe finalmente le prime file ad un pogo sfrenato ed ossessivo.
Il set ha il medesimo impatto dall’inizio alla fine, senza cali di tensione: quindi possiamo tranquillamente affermare che tutte la band finora salite sul band hanno dato il massimo, ed anche le prossime non faranno eccezione.
Facebook: https://www.facebook.com/DewFallOfficial/
SHORES OF NULL
Arriva il momento dei co-headliner.
L’organizzazione Breaking Sound quest’anno ha optato per i gothic/doom deathsters romani Shores Of Null, ed é difficile dar loro torto: nonostante una presenza scenica forse a tratti altalenante e dei pezzi che peccano in lunghezza, alla fine bisogna ammettere che tale fiducia non é immeritata.
Le sonorità si rifanno palesemente al doom/death a tinte gotiche tipico dei primi Paradise Lost, il tutto condito con pesanti sprazzi melodici sia strumentali che vocali, che richiamano alla mente altri acts come Moonspell e My Dying Bride: anche stavolta, il genere non é propiamente il mio preferito ma la band ci sa discretamente fare in sede live sebbene, come già detto, l’enfasi emotiva sul palco é apparsa come spezzata, alternandosi in momenti di maggiore presa sul pubblico ed altri di sentita chiusura in se stessi.
Ciò nonostante, il pubblico dimostra di apprezzare moltissimo la loro lunga esibizione, che alterna i brani più spiccatamente death ad altri più rarefatti e melodici, pescando appieno da tutta la propria produzione: nella parte finale la band pare ‘sbloccarsi’ definitivamente per lanciarsi in un calore finalmente costante verso l’approccio live oltre che verso il pubblico, che saluta sotto applausi scroscianti.
E comunque, non riesco tuttora a levarmi dalla testa la definizione data da un mio compagno di viaggio alla proposta sonora dei romani “….ma questi sono la versione doom degli Alice in Chains!” e, sebbene la cosa sulle prime non suscitò alcun effetto, devo ammettere che la band di Jerry Cantrell ritornava prepotente in alcuni riff e, soprattutto, nel cantato dato che nei momenti più melodici sia la prestazione che il timbro assomigliavano decisamente a quello del compianto Layne Staley.
Vi dirò, indipendentemente se ciò sia vero e meno, la sensazione “Alice in Chains” per me c’era tutta e me li ha fatti apprezzare molto più del dovuto….potere dei compagni di viaggio.
Un buon biglietto da visita nel territorio pugliese insomma, per una formazione che ha meritato appieno una posizione così in alto all’interno del bill, nonostante alcune incertezze: ma si sa, nessuno é perfetto!
Facebook: https://www.facebook.com/shoresofnull
NECRODEATH
E’ arrivato il momento degli headliner, il momento solenne, quello che per cui molta gente é accorsa fin qui in quel 31 luglio….i Necrodeath!
Prima visita dei Nostri dopo 9 anni di assenza dal territorio pugliese e ben 30 anni di onorata carriera underground, dopo una lunga intro fatta di suoni orrorifici e sibili raggelanti (….la band si é fatta attendere, logicamente), eccoli comparire sul palco a diecimila all’ora!
Francamente ho perso il conto di tutte le volte in cui ho visto i Necrodeath dal vivo, ma di Peso & soci non si ci può certo stancare: la carica che anima la band italiana ed una scaletta zeppa di classici sono qualcosa che non si può ignorare in nessun evento, ed anche questa volta la furia iconoclasta di Peso, GL, Pier & Flegias si riversa alla grande sul palco del Breaking Sound, sotto un pubblico adorante e scatenato (anche se a tratti avrebbe potuto esserlo molto di più)!
Da ‘The Flag of the Inverted Cross’, passando per ‘Mater Tenebrarum’, ‘Forever Slaves’ fino a ‘Master of Morphine’, il loro set é un efficace vetrina di una carriera senza compromessi sin dagli esordi fino ad oggi, condito anche di efficaci trovate come l’esibizione del solo Pier Gonella a spezzare entrambe le metà dello show, tutte cose che mandano in visibilio il pubblico presente.
L’intera esibizione si dimostra assolutamente all’altezza della loro fama storica e, sebbene una certa brevità di fondo (o forse sarò troppo incontentabile io?), il calore e l’entusiasmo dimostrato da tutta la band é un qualcosa in grado di farti capire la ragione per cui i Nostri siano tanti amati: da un Peso intento a suonare a tratti praticamente in piedi e perennemente sorridente, passando per un GL perennemente intento a provocare il mosh tra il pubblico ed un Flegias come sempre indiavolato sul palco (e che ringrazia a più riprese lo staff organizzatore dell’evento), si ha una sensazione di calore impareggiabile e, sotto le note della tributaria ‘Black Magic’ (da sempre ringraziamento doveroso della band nei confronti del compianto Jeff Hanneman) di Slayeriana memoria, suonata perlopiù a velocità leggermente superiore ai loro standard, si conclude vittoriosa un’altra edizione di quello che rischia di divenire sul serio, da ora in poi, il Metal Fest pugliese per eccellenza.
CONCLUSIONI
Insomma….cosa dire?
Anche quest’anno direi che l’operazione si può ritenere ampiamente riuscita con successo.
Tutte le band hanno dato l’anima anche quest’anno ed anche il service audio/video si é dimostrato efficace, regalando all’intera performance un sound di ottima fattura dalla prima all’ultima band: l’affluenza di pubblico é stata soddisfacente anche se mi sarebbe piaciuto vedere molta più gente, specie se si considera che il festival era gratuito e che una birra gelata ed un panino in compagnia della musica che tanto amiamo non fa mai male a nessuno.
…ma alla fine, nulla di negativo da segnalare.
Un ringraziamento speciale a Stefano, Annachiara, Davide e tutta l’organizzazione del Breaking Sound per aver mesos su, anche ques’anno, un’edizioone praticamente impeccabile, con l’augurio si rivederci alla terza edizione!
Perché a rompere il muro del suono, qui in Puglia, ci pensa la Breaking Sound!