Live Report – Brian May e Kerry Ellis a Grado (GO)
Da rimanere a bocca aperta.
Il concerto di Brian May e Kerry Ellis sul lungomare di Grado mi ha toccato talmente nel profondo, che mi da quasi fastidio condividerne le emozioni in questo Report. Una location magnifica, con il mare alle spalle, un piccolo palco, posti a sedere ed un’atmosfera capace di far sentire tutti come se fossimo stati seduti accanto al fuoco su una spiaggia con Brian.
Brian May è un’artista che ha cambiato la mia vita. Sono state le sue note a staccarmi dalle sigle dei cartoni animati quando avevo quattro o cinque anni, facendomi entrare nel mondo della musica, e a tutt’oggi, se voglio essere sicuro al cento per cento di non perdere il mio tempo, ascolto i Queen. Ma il concerto di Grado non è stato solo Queen, ma un’occasione per celebrare un grandissimo artista – oltre che un superbo chitarrista – per l’occasione accompagnato da una donna brava quanto bella, con una voce a dir poco celestiale. Selezionata inizialmente per il musical “We Will Rock You”, Kerry Ellis è immediatamente diventata la partner musicale di Brian May ed in questa scelta come in molte altre, il buon vecchio Brian ha centrato il bersaglio.
Il concerto ha visto un alternarsi di pezzi estratti dall’ultimo lavoro di Brian e Kerry, cover del calibro di “Dust in The Wind” dei Kansas, e pezzi storici dei Queen, dall’immancabile “Love of My Life” (brividi e lacrime a fiumi sui volti dei sessant’enni come dei 15 enni) ad una versione country di “Tie Your Mother Down” poi riallineata all’originale con la comparsa di Brian con l’inseparabile Red Special a mandare in visibilio gli astanti facendo decollare il piccolo palco di Grado verso i fasti di Webley e gli anni ottanta. Durante l’esecuzione toccante di “No one but you” canzone scritta in ricordo dell’indimenticabile artista per noi, amico di una vita per Brian, Freddie Mercury, a Brian si incrina un po’ la voce per l’emozione, quando alle loro spalle viene proiettata la fotografia di un giovane Freddie ed il pubblico esplode.
Tutto il concerto è una festa, il pubblico canta, Kerry e Brian si divertono a far cantare il pubblico che dicono essere “un pubblico di cantanti”, e tutti noi ringraziamo per aver potuto cantare l’iconico “looove” di “Somebody to Love” con il microfono rivolto verso di noi e Kerry Ellis a dirigerci, come fossimo il coro della scuola. A parte qualche piccolo problema tecnico ad una delle chitarre di Brian all’inizio dell’esibizione, fila tutto liscio, e sul palco i due vengono raggiunti da Irene Fornaciari, con la quale intonano una superba versione di “Così Celeste” e “Uno dei Tanti”, canzone con cui già aveva partecipato a Sanremo con la coppia Inglese.
Alla fine, dopo due ore di concerto, tra le battute di astrofisica di Brian May, i complimenti al pubblico-coro di Kerry, e cascate di applausi, purtroppo il concerto finisce, e tutti se ne vanno col sorriso sulle labbra, sapendo che quelle due ore le ricorderanno per tutta la vita.
Io, che non ho mai avuto la fortuna di vedere dal vivo i veri Queen, sono uscito come un bambino uscirebbe dalla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka (quella di Gene Wilder, non quella di Johnny Depp) dopo esserne diventato il proprietario. Brian May è un mostro sacro della musica, in senso assoluto ed inopinabile. Kerry Ellis la perfetta partner vocale, in assenza di un certo Freddie Mercury. E chi non crede a queste parole, vada ad un concerto. Mi chiederà scusa, e ci organizzeremo per andare a vedere assieme il successivo.
Magnifico.