Live Report: Cradle Of Filth @Live Club, Trezzo sull’Adda (MI)
CRADLE OF FILTH + MOONSPELL
12/02/2018 @Live Club, Trezzo sull’Adda (MI)
Avvolto da una luce verde, vestito con soprabito in pelle e cappello, con in mano una lanterna, Fernando Ribeiro si muove sul palco sulle note dell’intro di “En Nome Do Medio”, come se fosse uno dei sopravvissuti al terribile terremoto che colpì Lisbona il primo novembre del 1755. Con l’apparizione degli altri membri della band lo spettacolo ha inizio. Oltre alla presenza di cori epici e melodiche orchestrazioni, componenti fondamentali in questa prima parte di scaletta dedicata al loro ultimo album, anche la componente teatrale non viene lasciata in secondo piano come in “1755”, pezzo nel quale Ribeiro indossa una maschera a becco da dottore della peste, e più tardi durante il brano “Todos Os Santos” impugna un crocifisso dal quale partono raggi laser, che vanno a illuminare il locale. In tutto questo tempo Fernando non smette mai di muoversi, incitare e, nelle pause, ringraziare il pubblico, anche in italiano, regalando un’immagine più calda, rispetto ad alcune esibizioni passate. In uno show come questo non poteva mancare l’immancabile “Opium”, cantata da tutti presenti, e come gioiellino della serata una bel duetto su “Scorpion Flower”, con Lyndsay Schoolcraft tastierista dei Cradle of Filth e ugola meravigliosa. Tutta dedicata al passato la chiusura dei lusitani, “Alma Mater” e “Full Moon Madness”, mettono fine a una performance di alto livello e che mette tutti d’accordo sul fatto che i Moonspell siano più vivi che mai.
Tracklist
Em Nome Do Medo
1755
In Tremor Dei
Desastre
Opium
Ruínas
Scorpion Flower (con Lindsay Schoolcraft)
Evento
Todos Os Santos
Alma Mater
Full Moon Madness
Sulle note dell’intro “Ave Satani”, i Cradle of Filth salgano sul palco e, contrariamente a quanto fatto dai Moonspell , aprono lo show con “Gilded Count” estratta da Nymphetamine, una decisione decisamente in controtendenza visto che questa è una tappa del Cryptoriana World Tour, ma d’altronde Dani Filth è persona cui piace sempre spiazzare il proprio pubblico. Eccellente la prova vocale su “Beneath The Howling Stars”, tanto da chiedersi se i tempi di Cruelty and the Beast siano ritornati tanto è vero che un boato accompagna le note di “Bathory Aria” eseguita per intero e senza sbavature. Sugli scudi il batterista Martin “Marthus” Škaroupka, chiuso dietro a pannelli di plexiglas e forte di un’impeccabile precisione e velocità. Purtroppo, per quanto l’esibizione musicale sia di buon livello, non riesce a smuovere un pubblico abbastanza statico e poco ricettivo alle incitazioni di Dani e degli altri membri della band; immobilismo che nemmeno un brano come ”Dusk And Her Embrace” riesce a scuotere. Da sottolineare ancora una volta la presenza vocale in tutte le parti corali di Lindsay Schoolcraft, che duetta pure con Dani nei brani “Blackest Magick in Practice” e “The Death of Love”. “You Will Know the Lion by His Claw”, uno dei due pezzi estratti dall’ultimo album, chiude la prima parte dello show. Con “Promise of Fever”, “Nymphetamine (Fix)” (grazie Lyndsay) e “Her Ghost In The Fog”, riescono a fare colpo nel pubblico, benché siano ormai le battute finali dell’ottima prova data dal combo inglese, che non si è per nulla risparmiato sul palco e che, con una scaletta di tutto rispetto, ha dimostrato di essere lontano dalla via del declino che avevano pericolosamente imboccato.
Tracklist
Ave Satani (Intro)
Gilded Cunt
Beneath The Howling Stars
Blackest Magick In Practice
Heartbreak And Seance
Bathory Aria: Benighted Like Usher / A Murder Of Ravens In Fugue / Eyes That Witnessed Madness
Dusk And Her Embrace
The Death Of Love
You Will Know The Lion By His Claw
Encore
A Bruise Upon The Silent Moon (Intro)
The Promise Of Fever
Achingly Beautiful
Nymphetamine (Fix)
Her Ghost In The Fog
Born In A Burial Gown
Blooding The Hounds Of Hell (Outro)
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