Live report: Crashdiet a Milano e Pinnarella Di Cervia (Ra)

Di Fabio Vellata - 4 Giugno 2013 - 10:00
Live report: Crashdiet a Milano e Pinnarella Di Cervia (Ra)

Nonostante il recente lutto  – la morte del tour manager – e la triste scoperta di avere una marea di debiti, i componenti di Crashdiet e Sister si sono messi in moto per ripianare le loro finanze decidendo “coraggiosamente” di fare l’unica cosa davvero plausibile: saltare su di palco e scatenare il pubblico con le loro canzoni.
Era del resto l’unico modo attraverso il quale mettere in moto la macchina di solidarietà mediatica,tramite la quale riuscire a vendere il possibile per potersi finanziare le date schedulate per il 2013.
Purtroppo nonostante il buon esito dell’operazione, le magliette personalizzate e l’oggettistica varia non sono stati sufficienti per poter portare in tour tutte e quattro le band originare previste, così con l’amaro in bocca, qualcuno è dovuto rimanere giù dal tour bus.

Noi vi racconteremo due delle date italiane, Milano al Factory e Pinarella di Cervia al Rock Planet.

Live report e foto a cura di Michele Aldeghi

DAY I – 17-05-2013
Milano – Factory

Il locale è nuovo sebbene il nome ricordi l’originale Factory rock metal di gioventù che, tuttavia, non ha nulla in comune con l’odierno.
Tutto appena allestito, location perfetta per piccoli concerti con un palco abbastanza alto da permettere anche alle retrovie di seguire bene le band durante gli show.
Al posto del pit con transenna c’è un vero e proprio muro che tiene a distanza il pubblico dalle band. Security in assetto antisommossa e con il cervello abituato a ragionare come un mandriano con le proprie mucche, ma su questo argomento torneremo più avanti…

Band apertura scelta per l’evento sono i Sleekstain, gruppo francese a me sconosciuto, formatasi nel 2006.
Di chiara influenza hard rock alla G’n’R, Motley Crue e Skid Row, si presentano sul palco in modo sobrio per essere una band in tour con dei veri animali da palco come Crashdiet e Sister.
Quasi timidi, attaccano i loro brani cercando di scaldare il pubblico che, pur apprezzando la performance, rimane un po’ freddo per via, supponiamo, della scarsa conoscenza.
Esibizione buona, per quanto i ragazzi siano apparsi un po’ troppo anonimi in termini di comunicatività oltre che musicalmente: il loro sound, infatti, non ha nulla di eccezionale, non esce dal già sentito e riciclato.
Pur non dispiacendo, non ci sentiamo di inserirli nel novero delle prossime band emergenti in campo hard rock.

Vedi il photo report completo degli Sleekstain al Factory di Milano

 

 

Veniamo invece ai Sister, che poco dopo il cambio palco saltano in scena ed attaccano col loro sound sleaze/punk/metal inconfondibile. I Sister sono una band che non ha mezzi termini, o ti piacciono o ti fanno schifo. Se riesci a comprendere il loro sound carico di energia rock e voglia di spaccare tutto te ne innamori, altrimenti rientrano quasi nel fastidioso frastuono. Non è facile mischiare i due generi, ma a quanto pare visto il seguito che hanno i ragazzi di Stoccolma, ci sono riusciti piuttosto bene.
Con un album all’attivo e uno in prossima uscita, gli svedesi ci propongono una setlist un po’ “ritrita” ma che ha il vantaggio di essere ben collaudata ed eseguita senza sbavature: in anteprima all’uscita del nuovo album  vengono proposte due canzoni, “Slay yourself for me” e “Don’t mind if you die”.
Jamie, il frontman, è scatenato, non sta fermo un attimo e cerca continuamente il contatto con il pubblico, arrivando continuamente al bordo del palco e infilando la testa fra la gente quasi volesse cantare con loro.
Anche gli altri membri della band non sono stati da meno e non si sono risparmiati una goccia di sudore. Ragazzi che danno l’anima ogni volta che suonano, che abbiano davanti 10 paganti (come capitò in un piccolo pub a Como) o come questa sera, davanti a qualche centinaio di persone.
Il pubblico ha apprezzato molto la performance, partecipando con calore e cantando ogni canzone, segno che la band è ben conosciuta anche nel nostro ristretto – “musicalmente parlando” – paese.

 

Vedi il photo report completo dei Sister al Factory di Milano

 

Altrettanto veloce cambio di palco ed ecco salire i Crashdiet, headliner della serata.
Anche loro svedesi, hanno da poco pubblicato il nuovo album “The savage playground” da cui ci propongono buona parte dei brani. Da notare che nella setlist non appare nessun pezzo tratto dall’album “The unattractive revolution”, forse segno che la ferita con l’ex cantante non è ancora rimarginata, o forse come certe malelingue dicono, l’estensione vocale di Simon non ha la portata di quella di Holly.
Di certo i due frontman sono agli opposti, sia come approccio al pubblico sia come modo di cantare: l’unica cosa che li unisce è che sono due veri animali da palco, cosa che Simon ha dimostrato anche questa volta.

Vedi il photo report completo dei Crashdiet al Factory di Milano

Sfoggiando una cresta punk azzurra stile anni ’70 ed un abbigliamento più in vena Hard Rock, ha letteralmente infiammato il pubblico: ragazzine deliranti e urlanti si sono consumate l’ugola cantando, piangendo e strillando per tutto il tempo, pause comprese, mentre Peter London al basso saltellava in continuazione avanti e indietro a testa bassa e Martin Sweet  – ormai inquartato dentro a pantaloni troppo stretti – ha dato il meglio con la sua chitarra.
Alla fine dell’ultima canzone si sono accese le luci a giorno, quasi a voler sancire la fine della serata, ma Simon, ripreso il microfono, ha chiesto al pubblico se volesse ancora una canzone e con un autentico boato lo show è proseguito. Armonica a bocca e chitarra acustica, una sorsata di Jack Daniels e via con l’ultima canzone.

Performance molto buona: anche questra volta tuttavia, abbiamo avuto l’impressione che Simon finisse la voce subito nelle prime canzoni, perdendo via via potenza, cosa che nelle registrazioni da studio non si avverte.

Ed ecco le note dolenti: i “poveri” membri delle band a fine show si sono catapultati al banchetto del merchandise per cercare di vendere il più possibile, (ricordate il dissesto finanziario di cui sopra?), peccato soltanto che la security avesse l’ordine di buttare fuori tutti, smontare il palco e ripristinare quello che il Factory è in realtà – ovvero una macchina fabbrica soldi – per far posto alla serata vera e propria fatta di musica disco e tamarri con mutande a vista firmate.

A nulla sono valse le proteste di Simon e Jamie, che hanno dovuto impacchettare il merchandise e tornarsene sul tour bus.
Il povero pubblico è stato SPINTO letteralmente dalla security, che senza guardare età o sesso, ha sbattuto fuori tutti in malo modo, gridando di prendere le auto e andare via.

Supponiamo che un simile comportamento sia quanto meno da stigmatizzare e ci auguriamo vivamente che, sia le band, sia gli organizzatori dell’evento, tengano conto di questi aspetti non certo edificanti e positivi la prossima volta che dovranno scegliere una location.

DAY II – 18-05-2013
Pinarella di Cervia – Rock Planet

Seconda giornata di rock, questa volta in trasferta verso il mare, ad accompagnarci una bella ma fredda giornata di primavera.
Arrivati sul posto nel primissimo pomeriggio, ci avventuriamo alla ricerca del Rock Planet e di un locale aperto per mangiare: con grande sorpresa incrociamo alcuni membri delle band con lo stesso problema e ci infiliamo in una piadineria ad assaggiare le delizie locali.
Più tardi i ragazzi passeranno il pomeriggio a prendere il sole e a fare il bagno…c’era bandiera rossa per il vento e l’acqua era talmente tanto gelida che solo uno svedese pieno di birra poteva avere l’idea di immergersi.

 

Come la sera precedente, il pubblico arriva scaglionato per Sister e Crashdiet, così agli Sleekstain tocca suonare davanti ad una platea scarna: poche decine di persone, la setlist è la medesima della sera prima e il risultato è ovviamente lo stesso. Gli Sleekstain pagano la loro poca notorietà sul suolo italico, ma si difendono onorevolmente.

 

Cambia decisamente la presenza del pubblico con i Sister tanto che lo spazio nella sala dedicata al concerto è quasi pieno. Jamie attacca a cantare con un’energia incontenibile: non resta fermo un secondo, salta giù dalla pedana della batteria e scalcia sulle casse a fronte palco, non disdegna il contatto col pubblico, lanciandosi sulla transenna e rischiando più di una volta di venire fagocitato dalle mani dei fan che lo afferrano, tirandolo dentro alla prima fila.
Il palco è più piccolo rispetto a quello del Factory, ma nonostante questo handicap, i Sister non si tirano indietro, provvedendo a scaricare tutto i watt disponibili sul pubblico. Anche per loro, stessa setlist del giorno precedente con l’aggiunta dei due nuovi brani.

 

Vedi il photo report completo dei Sister al Rock Planet di Pinnarella di Cervia

 

Nemmeno questa sera gli headliner si fanno aspettare: lo show è il medesimo, stesse canzoni stesse movenze, unica pecca, questa volta Simon sembra essere spento. Sarà stato il sole del pomeriggio o i litri di alcool che ha trangugiato mentre aspettava di salire sul palco, ma la voce se ne è andata.
In certi passaggi non riesce a salire di tono con la voce che sembra spegnersi in gola. Nonostante tutto la soluzione è sempre la presenza scenica: da vero animale da palco si dimena con l’asta del microfono in mano e in alcune canzoni afferra la sua chitarra per accompagnare Martin.
Un vero peccato, ma anche se qualcuno se ne è accorto, la maggior parte delle fan in prima fila di certo non ha fatto caso alla debacle vocale.

I brani scorrono come un copione stracollaudato, ad ogni pausa Simon esce, scrocca alcuni tiri di sigaretta dagli addetti ai lavori, afferra una bottiglia di liquore non meglio identificato e risale sul palco. Non si può dire che non impersoni lo spirito del Rock’n’roll vecchio stile, peccato solo che verso la fine la voce fosse finita davvero del tutto e che il nostro, forse nemmeno più troppo lucido, si trovasse a bisticciare con le strofe delle canzoni, non certo aiutato dal resto della band che, più di una volta, ha a sua volta sbagliato entrate e alcuni accordi.

Vedi il photo report completo dei Crashdiet al Rock Planet di Pinnarella di Cervia

Lo show è stato seguitissimo ed il locale riempito all’orlo. Purtroppo, intorno alla mezzanotte, l’organizzazione ha dato libero accesso un po’ a tutti, anche a chi non aveva nulla a che vedere col rock e dei Crashdiet non aveva mai nemmeno sentito parlare.
Si sa, in tempo di crisi ci si arrangia come si può e la sala si è così trasformata in una discoteca revival anni ’90, con ragazzini scatenati che in quegli anni non erano ancora nati. O forse erano in fasce…
Band un po’ nervosa all’uscita, con pubblico misto fra curiosi in tenuta disco e ragazzine con vestiti succinti in pelle nera che inseguivano autografi e foto.

Speriamo che al prossimo passaggio i ragazzi abbiano smesso di affogare i dispiaceri nell’alcool e si siano ripresi: sarebbe un peccato distruggere nel vizio quel sound eccellente che sono riusciti a creare negli anni.

Michele Aldeghi