Live Report: Crazy Lixx e Tabby Cats a Romagnano Sesia (NO)
Reportage a cura di Fabio Vellata
Foto di Carmine Rubicco
Gradevole cornice quella del Le Piccole Iene di Romagnano Sesia – locale tra i live pub più quotati sul territorio nazionale – per la terza data del tour italico dei Crazy Lixx, band glam svedese autrice, qualche tempo fa, di un convincente debut album scandito dai tipici ritmi hard rock di matrice anni ottanta, alfiere di un movimento divenuto in terre scandinave, sempre più corposo ed animato.
Con un’affluenza purtroppo condizionata un po’ dalla serata d’intensa pioggia ed un po’ dal ponte vacanziero del 2 giugno, l’atmosfera tende subito a farsi di tipo familiare, limitando il numero dei partecipanti all’interessante evento, ad uno sparuto drappello di un centinaio d’appassionati, incuriositi dal buon nome della band in cartellone, nonché dall’insolita location scelta, una sala da concerti dispersa nel cuore della Valsesia e così lontana dalle rotte concertistiche tradizionali.
Originariamente composto da tre nomi, il bill ha visto sfortunatamente la defezione improvvisa del primo gruppo di supporto, i trevigiani Big Guns, (tribute band agli Skid Row) costretti alla ritirata per cause non meglio specificate.
Dopo un’attesa piuttosto lunga, causata in buona parte dal cambio di programma, tocca quindi ai simpatici milanesi Tabby Cats l’onore di inaugurare l’evento, aprendo le danze con un’esibizione che, sin dall’immagine e dagli atteggiamenti, non lascia dubbi sulla provenienza smodatamente glam del quartetto.
Il gruppo, pur giovane ed ancora molto acerbo, mostra alcune doti di accettabile valore artistico e strumentale, con particolare menzione per
il drummer Ken (dotato anche di interessanti corde vocali) e per il chitarrista Matt, anima carismatica della band e vero trascinatore del combo.
Il loro è un hard rock semplice e diretto, figlio della classica scuola Motley, Ratt e W.A.S.P., che non di rado indugia in attacchi leggermente più potenti e quadrati.
“Street Life”, “Hard, Hard Love” e l’anthemica “Tabby Cats”, sono i momenti più riusciti di una performance discreta, che tuttavia lascia ancora parecchio in sospeso in termini d’affiatamento e pura personalità (l’ostentata voglia di apparire “duri”, ingollando birra a più non posso tra un brano e l’altro, non sa molto di professionismo). Errori veniali per una realtà giovanissima e bisognosa di più esperienza, ma comunque con qualche minima carta da giocare in prospettiva futura.
Chi il professionismo lo frequenta già da tempo e sa metterlo in evidenza senza colpo ferire, sono invece gli headliner della serata, ovvero gli svedesi Crazy Lixx.
Nemmeno il tempo per una breve escursione all’esterno del locale per saggiare le avverse condizioni metereologiche, che il four piece di Malmö è già sul palco del Le Piccole Iene, pronto ad allietare i pochi convenuti con l’esaltante miscela di hard rock anni ottanta e glam scandinavo, già ben sperimentata nel piacevolissimo “Loud Minority”, disco edito nel corso del 2007.
Sono considerati uno degli astri nascenti del settore e, data la prova convincente e di grande sostanza fornita in quest’occasione, non appare davvero troppo difficoltoso comprenderne le ragioni.
Incuranti del poco pubblico, i quattro musicisti non lesinano in energia, grinta e sudore, producendo un flusso continuo di note vibranti e ricche di feeling che non concederanno dubbi, al termine dell’ora scarsa di concerto, su bravura, esperienza e capacità di coinvolgimento.
Eccellente il nuovo arrivato Andy Dawson alla chitarra, sostituto del dimissionario Vic Zino (ex Hardcore Superstar), giovanissimo axeman di soli vent’anni in possesso di doti invero eccelse, in grado di stupire con assolo e spunti strumentali di spiccato valore tecnico. Ma davvero di grande spessore l’intera Line Up dei Lixx, molto ben rodata e sicura in ogni frangente.
L’esibizione scivola veloce e senza requie di sorta, toccando grosso modo l’intera scaletta dell’ottimo “Loud Minority”. In evidenza, oltre all’estrema qualità offerta da Dawson, anche le doti da “animale da palco” del singer Danny Rexon, ben assecondato dal monolitico ed imponente bass player Luke Rivano, il classico tipo da evitare accuratamente in una rissa.
“Hell Or High Water”, “Death Row”, “Do Or Die”, “Boneyard”, “Love On The Run” e la semi ballad “Make Ends Meet”, offrono estratti di musica di qualità eseguita in modo alquanto professionale e formalmente inappuntabile, conferendo la dimensione effettiva dei Crazy Lixx, band in possesso di tutti i numeri necessari per poter “contare” nel panorama hard del prossimo futuro.
Ma è con le hit di maggior fama, “Dr. Hollywood”, “Want it” e la conclusiva “Heroes Are Forever” – singolo di gran successo in terra scandinava – che i quattro svedesi mostrano il meglio, mettendo sul piatto tutto ciò che un concerto di vigoroso e robusto hard rock deve possedere. Grinta, coinvolgimento ed adrenalina, elementi che smuovono anche i pochi intervenuti – prontamente esortati da Rexon – ad intonare in coro i trascinanti ritornelli dei brani.
Al termine del concerto, sono dunque pochi gli interrogativi sull’effettivo valore del quartetto di Malmö. Un’esibizione d’evidente spessore, infarcita da prove strumentali di pregio e beneficiata oltretutto, da suoni molto ben curati (un plauso allo staff del Le Piccole Iene, molto cortese e di eccellente professionalità), lascia solo un po’ d’amaro in bocca per la scarsa affluenza, unico neo di una serata musicalmente perfetta.
Una certezza insomma: i Crazy Lixx meritano un pubblico da grandi occasioni. Sapranno di certo conquistarlo e noi, naturalmente, non mancheremo!
Fabio Vellata