Heavy

Live Report: Crystal Viper + Savage Master @ Ziggy Club, Torino – 18/10/2024

Di Roberto Castellucci - 3 Novembre 2024 - 14:00
Live Report: Crystal Viper + Savage Master @ Ziggy Club, Torino – 18/10/2024

La stagione concertistica autunno/inverno 2024 sta procedendo splendidamente. Dopo essermi goduto lo spettacolo torinese musical-teatrale degli Inchiuvatu a inizio ottobre, torno nella città sabauda per un evento più tradizionale. Lo Ziggy Club ospita l’unico appuntamento italiano del Silver Key Tour, intrapreso un mesetto orsono dai polacchi Crystal Viper per promuovere degnamente il loro ultimo nonché nono full-length intitolato, per l’appunto, “The Silver Key”. Il compito di accompagnarli in giro per l’Europa tocca agli statunitensi Savage Master. Mi aspetta una serata di Heavy Metal puro e duro, insomma, oltretutto impreziosito dalla presenza di ben due frontwomen. In queste occasioni, infatti, mi torna in mente il mio primo Live Report scritto per TrueMetal.it: si trattò di un concerto declinato al femminile, animato dalle inossidabili Wicked Asylum e dai gruppi purtroppo non più attivi Kalidia e False Memories, anch’essi caratterizzati dalla presenza di una cantante dietro l’asta del microfono. Speriamo solo che le band di stasera non seguano l’esempio di questi due ultimi combo e che ci garantiscano ancora tanti anni di dischi e concerti! D’altronde ci vorrà pur qualcuno pronto a raccogliere il testimone dai ‘grandi nomi’: anche solo per ragioni meramente anagrafiche i gruppi che più amiamo non potranno assicurare i loro servizi ancora per molti anni. Una caratteristica che accomuna i gruppi di stasera è infatti l’età relativamente bassa. Intendiamoci: non ci troveremo di fronte a dei diciottenni scapestrati, sia chiaro. Qualche membro mostra i segni del passaggio di alcuni decenni ma possiamo benissimo sostenere come l’età media degli artisti si attesti intorno ai 30/35 anni. Meglio non includere nel computo la mia età e quella di molti inossidabili metallari presenti all’appello…il numero si innalzerebbe clamorosamente!

Benvenuti allo Ziggy Club!

Una bella selezione di classici brani degli Anthrax accompagna il mio ingresso nel locale e la prima birretta di riscaldamento, mentre noto con un po’ di dispiacere la totale mancanza di CD nel seppur fornitissimo banco del merch. In 30 anni di concerti non ho mai visto i miei cari dischi ottici andare sold out…d’altronde i gruppi sono alla terzultima data del tour ed è comprensibile come alcune referenze siano esaurite. Nulla cambia tuttavia per gli amanti del vinile, che potranno trovare abbondante pane per i loro denti e portarsi a casa le discografie di entrambe le band, compreso un disco solista della cantante dei Crystal Viper Marta Gabriel, “Metal Queens“:  trattasi di un’interessante raccolta di cover pubblicata con l’obiettivo di celebrare alcune delle cantanti Hard’n’Heavy preferite dall’energica artista. Io porterò a casa un paio di toppe da cucire come souvenir: se non sbaglio c’è ancora qualche angolino libero sul mio battle jacket di jeans!

Savage Master

Le macchine del fumo iniziano a produrre la loro mefitica nebbia e il logo dei Savage Master appare sul telone alle spalle del batterista: lo show può cominciare. Le casse del locale diffondono una minacciosa introduzione preregistrata composta da rumori elettronici, ritmi ossessivi di grancassa e melodie inquietanti. Questi elementi in pochi secondi gettano i presenti in un’atmosfera che sembra essere stata presa da un film horror di una quarantina di anni fa. Si intuisce fin da questi primi istanti come la produzione musicale e l’immagine dei Savage Master si ispirino palesemente alle derive più sulfuree del Metal anni ’80. Le copertine dei vinili appese dietro al banco del merch e soprattutto gli oggetti di scena presenti sul palco avvalorano quest’impressione, confermata in pieno dai costumi indossati dai musicisti. Gli strumentisti salgono sul palco col capo completamente coperto da cappucci in cui, fortunatamente, sono stati praticati alcuni buchi per permettere loro di respirare e vedere gli strumenti. I musicisti resteranno incappucciati per tutta la durata del concerto, in barba completa al calore prodotto dalla calca e al sudore che ben presto impregna la stoffa: complimenti per la resistenza! L’unica a non presentarsi incappucciata è la cantante Stacey Savage, il cui personaggio sembra essere una via di mezzo tra una vampira e una dominatrix. Vedere al microfono una ragazza abbigliata come se si trovasse nel bel mezzo di un Sabba, circondata dai suoi degni compari vestiti a tema, non può che richiamare alla mia mente tutte quelle band Occult Rock che hanno fatto della presenza femminile una delle caratteristiche fondamentali della propria immagine.

Mentre il pensiero vola agli ‘antichi’ Coven o ai più recenti The Devil’s Blood i nostri Savage Master mi riportano brutalmente alla realtà. Il Beato Lemmy diceva ‘we are Motörhead and we play Rock ‘n’ Roll’? In questa sede potremmo aggiornare la frase in questo modo: ‘loro sono i Savage Master e suonano Heavy Metal’. La band scarica infatti sul pubblico cannonate di Heavy Metal genuino, granitico e molto energico che il chitarrista e cantante dei torinesi Lilith Legacy, presente in sala, ha valutato con ammirevole concisione: ‘che botta!’. Le produzioni in studio, in quanto a impatto, non rendono piena giustizia a ciò che la band propone sul palco. Canzoni già piuttosto terremotanti su disco dal vivo guadagnano molto sia in termini di potenza che di coinvolgimento infuso nel pubblico; penso ad esempio a “The Hangman’s Tree” e “Spirit of Death”, presenti nell’ultimo album del 2022 “Those Who Hunt at Night”, o “Ready to Sin”, estratta da “With Whips and Chains” del 2016.  I Savage Master conquistano il pubblico dello Ziggy su due fronti, aggredendo gli astanti con una musica senza troppi fronzoli e una forte presenza scenica. Il gruppo predilige un approccio più diretto e immediato alla ‘materia’, limitando il più possibile la presenza di assoli e virtuosismi per lasciare maggior spazio a riff maligni e ritmi aggressivi. Per quanto riguarda la teatralità, invece, i momenti meritevoli di essere raccontati sono molti. Prima di “Child of the Witch”, estratta dall’EP del 2017 “Creature of the Flames”, la cantante frusta i chitarristi e il bassista, genuflessi sul palco in modo da porgere la schiena alla loro crudele despota. Durante l’esecuzione di “Devil Rock” il Demonio in persona fa la sua comparsa sul palco, abbigliato con una stola da prete e impertinenti guanti dotati di lunghe unghie nere che infastidiscono tanto gli strumentisti quanto la cantante. Durante “Hunt at Night” la cantante beve sangue finto da una coppa argentata e continua la performance con un rivolo cremisi che le cola dalle labbra. Ogni tanto vengono perpetrati altri atti di maltrattamento sui poveri musicisti, che rischiano a più riprese di venire bruciacchiati da un candelabro o di venire sgozzati da un elaboratissimo pugnale che Stacey Savage maneggia con la gioia negli occhi.

I Savage Master fanno bene attenzione a non tralasciare una certa dose di ironia durante la messa in scena di queste divertenti trovate, rendendo così lo spettacolo godibile da molti punti di vista. I metallari più attempati possono ricordare con non poca nostalgia un’epoca in cui certi stratagemmi da Shock Rock la facevano da padrone. La bassista dei succitati Lilith Legacy Roberta Finiguerra, anch’essa presente in sala, mi ha fatto invece notare come in occasioni come questa gli appassionati più giovani abbiano modo di vivere esperienze perdute per banali ma insormontabili ragioni anagrafiche. In serate come quella che stiamo vivendo si può toccare con mano la longevità del Metal e comprendere i motivi che rendono così coriacei questo stile musicale e la fiorente sottocultura in cui affonda le radici. Il Metal, non essendo mai alla moda, paradossalmente si trova ad essere perennemente al passo con i tempi! Ringraziamo i Savage Master per l’ottima musica, per averci fatto divertire e per aver dato il la ad alcune riflessioni di un certo spessore. Avanti un altro!

SCALETTA

Ready to Sin

With Whips and Chains

Child of the Witch

Blood on the Rose

Never Ending Fire

Creature of the Flames

Myth, Magic and Steel

The Hangman’s Tree

The Ripper in Black

Burning Leather

Devil Rock

Hunt at Night

Spirit of Death

Crystal Viper

Meno teatrali dei colleghi statunitensi, i Crystal Viper lasciano che a parlare siano la musica e… l’anzianità di servizio. La band polacca vanta infatti una storia ventennale costellata da numerose pubblicazioni discografiche. Pur trovandosi nel bel mezzo del tour dedicato all’ultimo albumThe Silver Key” i Crystal Viper proporranno molti classici del loro repertorio. Il brano più ‘antico’, “The Last Axeman”, risale al 2007 e fa parte del primo full-length del gruppo, “The Curse of Crystal Viper”; ascolteremo inoltre canzoni estratte da “Metal Nation” del 2009 e “Legends” del 2010 fino ad arrivare ai più recenti “The Cult” e “Queen of the Witches”, dati alle stampe rispettivamente nel 2021 e nel 2017. Nonostante gli anni trascorsi e i molti cambi di formazione che hanno interessato il gruppo la scaletta dimostra a tutti come la band dia un grande valore a tutta la sua produzione artistica. Il timone del gruppo, d’altronde, viene tuttora retto dagli unici due membri fondatori della band rimasti saldamente al loro posto: la cantante Marta Gabriel e il biondo chitarrista Andy Wave. Degna di nota la presenza di un membro italiano, approdato al porto sicuro dei Crystal Viper nel 2024: si tratta dello shredder Giuseppe Taormina, tuttora parte integrante dei gruppi siciliani Xenos A.D. e Sirrush.

Giuseppe Taormina

Anche i Crystal Viper affidano alle casse del locale il compito di annunciare l’inizio del loro spettacolo. I suoni fantascientifici di quella che mi sembra essere la traccia iniziale di “The Silver Key”, “Return to Providence”, sono particolarmente indicati per introdurre le tematiche lovecraftiane trattate nel disco. La cantante appare fin dalle prime note particolarmente in forma, anche nel piccolo accenno di growl compreso nelle linee vocali del primo brano. Growl? Proprio così: i Crystal Viper propongono un Heavy Metal moderno, assolutamente rispettoso degli stilemi classici ma allo stesso tempo arricchito da qualche scivolata verso sonorità più estreme. Oltre agli assaggi di vocalità estreme compaiono qua e là ritmi in blast beat e parti in up-tempo molto serrate, quasi ad un passo dal Thrash Metal, che contribuiscono a modernizzare la proposta del gruppo. Non a caso, prima di suonare l’inno “Metal Nation”, Marta Gabriel dice che non importa quale sia il nostro genere preferito, sia esso  Black, Death o chissà che altro. Siamo e rimarremo una grande famiglia: una metal nation, per l’appunto. Niente male come messaggio…speriamo che posizioni di questo tenore presto o tardi arrivino alle orecchie, e soprattutto ai cuori, di tutti gli appassionati!

La cantante invita a più riprese il pubblico a partecipare attivamente allo spettacolo, mantenendo un costante collegamento di call and response tra artisti ed astanti. Non che i Savage Master si siano fatti i cavoli loro, ci mancherebbe: gli americani però hanno strutturato il loro show in modo diverso, prediligendo comunicare con il pubblico attraverso il ‘filtro’ rappresentato dagli artifici teatrali. I Crystal Viper hanno preferito scambiare emozioni con i presenti in maniera più canonica; oltre a stimolare cori e battiti di mani i chitarristi e la cantante hanno continuamente cambiato posizione sul palco, in modo da arrivare a guardare negli occhi il maggior numero di persone. Particolarmente abbondanti i momenti strappa-applauso di ‘scambio delle asce’, in cui la bassista e i chitarristi si sono messi faccia a faccia incrociando gli strumenti o addirittura suonando gli uni le corde dell’altra e viceversa. Il dinamismo sul palco che caratterizza lo spettacolo dei Crystal Viper non danneggia in alcun modo l’esecuzione dei brani, riprodotti con grande aderenza alle loro versioni immortalate su disco. Per quanto mi è dato constatare, l’esibizione della band fila via liscia, senza intoppi né sbavature. Ciò dimostra come le molte date sostenute in questo tour abbiano portato sicuramente parecchia coesione fra i membri, rappresentando inoltre un gran bell’allenamento per i componenti entrati recentemente in formazione. Oltre al chitarrista siciliano, infatti, anche il batterista Kuba Galwas è un acquisto recente: classe 1998, il giovane e ‘chirurgico’ percussionista fa parte della line up dei Crystal Viper da un paio di anni. A quanto pare i metallari attempati di cui sopra, me compreso ovviamente, possono dormire sonni tranquilli: il ricambio generazionale forse sarà meno traumatico di quanto si pensi!

SCALETTA

Intro

Fever of the Gods

The Cult

The Witch is Back

The Silver Key

Cosmic Forces Overtake

At the Edge of Time

Night of the Sin

Metal Nation

Gladiator, Die by the Blade

Under Ice

Stronghold – Under Siege

When the Sun Goes Down

Still Alive

The Last Axeman

Witch’s Mark

Il concerto si conclude con molti applausi e parecchi volti soddisfatti: la serata è stata piacevole e le band hanno riscosso numerosi consensi tra le fila del pubblico. Non è per niente facile, durante l’aftershow, riuscire a penetrare i nutriti ranghi dei fan vecchi e nuovi, accorsi davanti ai musicisti per complimentarsi o per portarsi a casa una foto ricordo. Caso vuole che io sia riuscito ad avvicinarmi esclusivamente alle due cantanti, molto disponibili nei confronti di tutti coloro che desideravano scattare un selfie con le loro eroine e farsi firmare la copia di qualche vinile. Scrivo quest’ultima frase con la speranza che mia moglie non arrivi a leggere l’articolo fino a questo punto, conscio che il rischio a cui mi sottopongo potrebbe portare la mia stagione concertistica autunno/inverno ad una prematura conclusione…che posso dire, amo il rischio! Grazie a tutti i Lettori per essere giunti alle ultime righe dell’articolo e a risentirci (speriamo…) al prossimo concerto!