Live Report: Death Angel + Extrema + Dew Scented a Brescia (BS)

Di Stefano Burini - 5 Dicembre 2013 - 8:00
Live Report: Death Angel + Extrema + Dew Scented a Brescia (BS)

DEATH ANGEL + EXTREMA + DEW-SCENTED + ADIMIRON
29/11/2013 @Circolo Colony, Brescia (BS)
 

Causa impegni lavorativi arriviamo un po’ tardi e riusciamo ad assistere solo agli ultimi minuti dello show dei romani Adimiron, quel tanto che basta per avere in ogni caso una buona impressione dal punto di vista dell’attitudine da parte dell’opening act della serata, intento ad esibirsi di fronte ad un pubblico ancora sparuto e in buona parte concentrato sulle tipologie di birra offerte dal locale.

In attesa dell’entrata in scena di Dew-Scented abbiamo in ogni caso modo di ambientarci tra le mura del nuovo Colony, costretto a traslocare da Travagliato in quel di Brescia a causa di ben note liti con le autorità locali. La nuova location è peraltro piuttosto insolita; non tanto dal punto di vista geografico/urbanistico (si tratta di un capannone nella zona industriale nella zona di Brescia Est, come accade nove volte su dieci anche a Milano e a Bergamo), quanto piuttosto per la natura del locale: un ex strip club con divanetti e specchi e con pavimenti e soffitti a scacchiera. A primo impatto piuttosto spiazzante; ma pazienza, siamo qui per la musica, non per disquisire di arredamento d’interni e tra poco ne vedremo certamente delle belle!

 

Poco prima delle 21:00 salgono sul palco i tedeschi Dew-Scented, band di purissimo (e durissimo) thrash metal old school capitanata dall’energico ma soprendentemente cordiale Leif Jensen. I teutonici sono in giro ormai da parecchio ed in effetti il loro show è decisamente professionale e privo di sbavature; il livello tecnico esecutivo dei cinque thrasher è davvero elevatissimo e la loro grande carica viene  interamente riversata su di un pubblico che mostra di gradire (e non poco!) l’impegno e la grande energia profusi. A dirla tutta, e come più volte rimarcato anche in sede di recensione, il vero tallone d’Achille dei Dew-Scented è una certa piattezza di fondo, ravvisabile tanto nel rifferama (ultraclassico e piuttosto uniforme), quanto nelle vocals (un urlato sì potente e graffiante quanto alla lunga un po’ monocorde) e nella struttura canzone (pochi cambi d’umore, pochissimi assoli, nessuna escursione in territori non propriamente “raging thrash”). Eppure, come detto, i presenti hanno dimostrato estremo gradimento per vere e proprie mazzate come “Sworn To Obey”, “Turn To Ash” e “Storm Within” (tratte dall’ultimo “Icarus“) cui si alternano cavalli di battaglia come le ormai classiche “Cities Of The Dead” e “Acts Of Rage” (da “Impact“). Tutti pezzi sui quali la suddetta monotonia viene parzialmente mascherata da una potenza esecutiva assolutamente non indifferente, rendendo lo spettacolo, quindi, un più che degno riscaldamento in vista dei “big”.

Setlist:

01. Sworn to Obey
02. Turn To Ash
03. Cities of the Dead
04. Confronting Entropy
05. Never to Return
06. Storm Within
07. Soul Poison
08. Acts of Rage 

 

 

Alle 22 e 15 tocca ai nostrani Extrema, promossi (come raccontato da GL Perotti in persona) in seconda posizione nel cartellone della serata di casa grazie alla disponibilità dei Dew-Scented e, quindi, autori di una setlist più lunga rispetto a quella proposta nel resto del tour. L’apertura è affidata (come d’altronde buona parte della scaletta) ad un brano estratto dall’ultimo “The Seed Of Foolishness“, l’ottima “Between The Lines”; seguono a grande velocità (seppur con qualche intermezzo parlato di troppo, ma con GL non è una novità) altri brani nuovi e molto ben riusciti come “Again And Again”, “Pyre Of Fire”, “The Distance” e la spettacolare “The Politics”, alternati a vecchi classici come la sempreverde “Money Talks” (benissimo accolta da un pubblico in visibilio), “Selfishness” e “From The ’80s” (entrambe da “Pound For Pound“) e “Join Hands” (dal mitico “Tension At The Seams“). Peccato per la totale esclusione di “Set The World On Fire“, neppure un estratto, e per un certo calo di voce da parte del Perotti, udibile in particolare su “The Distance”; Perotti che ad ogni modo si scusa per la “voce in cantina” e non si risparmia nel caricare il pubblico, facendo cantare più di un ritornello alle prime file e lanciandosi addirittura in uno spericolato body surfing. Gli Extrema sono una garanzia, live come su disco, e lo show di stasera, pur non esente dalle leggere pecche di cui sopra, è lì dimostrarlo, così come l’elevato grado di convolgimento da parte dei presenti.

Setlist:

01. Between The Lines
02. Deep Infection
03. Selfishness
04. Again and Again
05. Pyre of Fire
06. The Distance
07. The Politics
08. Join Hands
09. Money Talks
10. From The 80’s 
 

 


Ore 23 e 30 ed è un pezzo di storia del thrash metal, quello che si accinge a salire sul palco del Colony di Brescia: i californiani Death Angel. La band di origini filippine fa irruzione sulle note di “Left For Dead”, opener del nuovissimo (e molto riuscito) “The Dream Calls For Blood“, ed è subito delirio: la voce di Mark Osegueda è acuta e tagliente come un rasoio, il basso e la batteria spingono che è un piacere e le due chitarre colpiscono con l’energia di un autotreno e, nel contempo, con la precisione di un bisturi. Compatti e letali le leggende tramandano insomma.

Come preventivabile, grande spazio alle canzoni che compongono il nuovo album e, visto il valore delle stesse, nessuno può dirsi in alcun modo deluso. Brani come la citata “Left For Dead” e “Son Of the Morning” (una doppietta iniziale davvero al cardiopalma) hanno tutte le carte in regola per sfondare cuori e timpani, e non sfigurano in alcun modo (anzi) allorché frammiste a vecchi classici come “Mistress Of Pain” (dall’ormai leggendario “The Ultra Violence“) o “Seemingly Endless Time” (da “Act III” l’unica su cui Osegueda dà qualche segno di cedimento andando a zoppicare un po’ sul refrain). Tutto funziona pressoché alla perfezione: dall’attitudine dei cinque, alla resa fonica (ottimi, a proposito, i suoni  lungo tutto l’arco della serata), sicché al pubblico ora più numericamente più consistente (seppur lontano da cifre realmente entusiasmanti) non resta che godersi lo spettacolo. Spettacolo la cui riuscita va ascritta equamente a tutti i protagonisti, con menzione speciale per il già citato Osegueda e per il fenomenale Rob Cavestany, uno dei chitarristi più bravi ed efficaci sulla piazza.

La scaletta prosgue nel segno dell’ultimo nato, dal quale vengono estratte le cattivissime “Succubus “e “Execution-Don’t Save Me”, ma c’è spazio anche per brani tratti da  “Relentless Retribution” (“Claws In So Deep”), “The Art Of Dying” (“Thicker Than Blood”) e “Killing Season” (Sonic Beatdown”), tutti eseguiti in maniera impeccabile e senza cedimenti di sorta. Dopo una piccola pausa durante la quale il piccolo ma tostissimo cantante approfitta per riprendere fiato e presentare i compagni d’arme (Rob Cavestany e Ted Aguilar alle chitarre, Damien Sisson al basso e Will Carroll alla batteria), i Death Angel escono e poi tornano in campo per un “encore” di quelli da mandare a memoria. All’iniziale “Lord of Hate” succedono, infatti, l’acclamatissima “Lord Of Hate”, “Truce” e la conclusiva “Thrown To The Wolves”, sulla cui coda si innesta l’acclamatissima “The Ultra Violence”.
 

Setlist:

01. Left for Dead
02. Son of the Morning
03. Mistress of Pain
04. Fallen
05. Relentless Revolution
06. Claws In So Deep
07. The Dream Calls for Blood
08. Seemingly Endless Time
09. Succubus
10. Execution – Don’t Save Me
11. Thicker Than Blood
12. Sonic Beatdown
13. Caster of Shame

Encore:
14. Lord of Hate
15. Truce
16. Thrown To The Wolves / The Ultra Violence 

Al tirar delle somme, un concerto davvero memorabile, di quelli che contribuiscono a tenere ben viva la fiamma dell’Heavy Metal (in senso lato, of course); il tutto grazie ad un pugno di band compatte, affiatate e capaci di dar vita, ognuna a modo proprio, ad uno spettacolo di elevata qualità. Avercene di serate così…

Live Report a cura di Stefano Burini