Arriviamo in loco giusto in tempo per apprezzare i Faust (purtroppo motivi lavorativi non ci hanno concesso di vedere i Darkrise) i quali, penalizzati soprattutto all’inizio da suoni non ottimali, si riprendono nel giro di poco e danno il la alla nostra serata. La band di Aleister sfodera un’ottima prestazione, di grande impatto e precisione. I brani provengono ovviamente dal loro album e stupisce il fatto che SteveDiGiorgio non partecipi a nessun pezzo, avendo suonato su disco. In ogni caso, resta una performance degna di nota, ottimo preludio agli Obscura.
Decisamente carichi, gli Obscura iniziano con il loro cavallo di battaglia, cioè Anticosmic Overload. Rispetto agli scorsi tour, va detto che sembrano essere molto più spigliati e l’interazione col pubblico è aumentata non di poco, soprattutto da parte del chitarrista/cantante. Sistemati i suoni,inizialmente un po’ impastati, i Nostri riescono a dar vita ad uno show ricco di pathos e impatto. La freddezza che li contraddistingueva agli esordi sembra dissolta, merito forse del “nuovo” innesto al basso che, se dal punto di vista tecnico non può dirsi all’altezza del predecessore, sembra aver donato coesione e serenità all’interno della band. Prestazione più che positiva per i tedeschi, ora non resta che attendere il piatto forte.
Setlist Obscura
The Anticosmic Overload
Incarnated
Choir Of Spirits
Imaginative Soul (inedito)
Septuagint
Ocean Gateways
Drum Solo
Centric Flow
Accompagnati dalle mille polemiche sull’uso più o meno proprio del monicker, arrivano i Death. O meglio: i sopravvissuti. Il locale è pieno in ogni ordine di posto, indice che, operazione commerciale o meno, un tributo ai Death erano in tanti ad aspettarlo, soprattutto se vede coinvolti determinati nomi.
Proponendo moltissimi estratti da Human, il tuffo al cuore è notevole e la memoria va, ovviamente, al compianto Chuck. La formazione americana non sbaglia un colpo e i presenti intonano a memoria ogni singolo verso. Colui il quale mostra di divertirsi di più è sicuramente lo scatenato Paul Masvidal, seguito a ruota da Steve DiGiorgio. I due interagiscono spesso tra loro e con il pubblico dando vita ad uno show sentito e vissuto con grande trasporto. Il ruolo di cantante/chitarrista è, invece, affidato a Max Phelps (Cynic), il quale appare estremamente concentrato e poco incline ad interagire col pubblico. Ad ogni modo, nei limiti del possibile, non fa rimpiangere il fondatore della band. Certo, il suo è il compito più difficile e probabilmente la pressione è tanta, però il concerto fila liscio e non ci sono cali da parte sua.
Un filmato con spezzoni e fotografie riguardanti il grande assente viene proiettato strappando diversi minuti di applausi e, al rientro della band il set prosegue con non poche lacrimucce che sgorgano dagli occhi dei presenti. Arriva poi il momento in cui Masvidal e Reinert abbandonano il palco in favore di metà degli Obscura, i quali eseguono una sentita Spirit Crusher. Tornati i due ex-Death sul palco, è tempo per Lack Of Comprehension, brano dichiarato come ultimo della scaletta, ma in realtà c’è ancora tempo per chiudere con Pull The Plugs, brano che segna la fine dello spettacolo.
Setlist Death
Flattering Of Emotions
Leprosy/Left To Die
Suicide Machine
In Human Form
Spiritual Healing/Within The Mind
Cosmic Sea
Intermission (Chuck Schuldiner’s Tribute Video)
Zombie Ritual/Baptized In Blood
Together As One
Crystal Mountain
Spirit Crusher
Lack Of Comprehension
Pull The Plugs
Il pensiero che prende piede alla fine di questa serata è che risulta davvero incredibile cosa si possa comporre con l’ausilio di una chitarra distorta. Forse i Death senza Chuck non hanno senso di esistere, ma i brani che Schuldiner scrisse pesano irrimediabilmente sulla storia del metal e, alla fine, è questo ciò che davvero conta.