Hard Rock

Live Report: Duff McKagan @ Santeria, Milano 08/09/2019

Di Davide Sciaky - 12 Settembre 2019 - 9:00
Live Report: Duff McKagan @ Santeria, Milano 08/09/2019

DUFF MCKAGAN + SHOOTER JENNINGS

08/09/2019 @Santeria, Milano

Duff McKagan non ha certo bisogno di presentazioni: tra eccessi e redenzione, milioni di dischi venduti e stadi riempiti è lo stereotipo vivente della rockstar.
Solo tre anni fa, tornando nei Guns N’ Roses insieme all’amico Slash, ha dato il via al “Not in This Lifetime tour” che è diventato il secondo tour più redditizio di tutti i tempi.
Nonostante l’impegnativo tour della sua band madre, il bassista non è rimasto a riposo dopo le ultime date dei Guns (risalenti allo scorso dicembre) ed è tornato subito in studio per pubblicare a maggio il nuovo album solista “Tenderness”.
Ovviamente un album non si promuove da solo e così il bassista è partito subito in tour in veste di cantante e chitarrista, questa volta.
Così scopriamo un altro lato del musicista di Seattle, un lato più intimo e rilassato che l’ha portato dai palchi degli stadi a quelli dei piccoli locali dove ha potuto suonare veramente a stretto contatto con i suoi fan.
La data italiana del tour europeo, a Milano al Santeria, è stata l’ultima del tour e anche l’unica a registrare un sold out anticipato, segno del grande affetto dei fan italiani.
Ad aprire il concerto troviamo Shooter Jennings, figlio della leggenda del Country Waylon Jennings, e musicista a sua volta; la storia di Jennings si intreccia più volte con quella di Duff, prima quando gli viene offerto due volte di diventare il cantante dei Velvet Revolver, poi quando produce “Tenderness” e collabora su alcune canzoni.
La performance di Shooter Jennings e della sua band è energica, divertente e intrattiene piacevolmente gli spettatori arrivati abbastanza presto da godersela. La maggior parte dei presenti probabilmente non conosceva la musica, ma questo non toglie molto allo spettacolo che sembra piacere ai più; lo show si conclude con un’ottima cover di ‘Rock N’ Roll Suicide’ di David Bowie che ci prepara all’arrivo del protagonista della serata.
I musicisti lasciano il palco ma gli strumenti rimangono, strano, ma viene presto fatta luce sul mistero: Shooter Jennings e la sua band diventeranno a loro volta la band di Duff.
Dopo alcuni minuti di soundcheck, infatti, i musicisti tornano sul palco e arriva McKagan tra le urla del pubblico.
Si inizia con ‘You Ain’t the First’, una delle poche concessioni della scaletta ai Guns N’ Roses da parte del musicista che evidentemente crede molto nel suo disco: “Tenderness” sarà infatti suonato per intero nell’arco della serata.
Ecco quindi che seguono varie canzoni nuove, ‘Breaking Rocks’, ‘Tenderness’, ‘Chip Away’ e ‘Feel’ che Duff dedica ai colleghi scomparsi, Chris Cornell, Prince e altri commuovendosi mentre parla.
Dopo un altro paio di canzoni, tra cui la cover di ‘River of Deceit’ dei Mad Season, si arriva ad una sorpresa davvero speciale per i fan italiani: un po’ per ringraziarli del sold out, un po’ per festeggiare la fine di un tour di successo, Duff suona per la prima volta nel tour (e per la prima volta in un po’ di anni) ‘So Fine’ dei Guns N’ Roses.
I fan avevano supplicato sui social i musicista di suonarla e lui, racconta dal palco, ha deciso di accontentarli e scherza, “L’abbiamo imparata solo poco fa durante il soundcheck”.
Ad esclusione di questa canzone suonata con la chitarra elettrica, quasi tutto il concerto lo vede suonare un’acustica e, tra questo, le molte ballad e il suo continuo parlare al pubblico e ai suoi compagni sul palco, si crea un’atmosfera intima e genuina che fa sentire tutti i presenti come ad una festa tra amici.
Tra un pezzo e l’altro, Duff annuncia che ora scriverà una canzone in diretta e la band inizia una piccola, simpatica jam in cui canta “Milano We Love You” e qualche altra frase di apprezzamento per i suoi fan e la città che lo ha accolto questa notte.
In mezzo alle canzoni nuove troviamo qualche cover e un medley che mette insieme ‘You Can’t Put Your Arms Around a Memory’ di Johnny Thunders e ‘Patience’ dei Guns, prevedibilmente accolta con entusiasmo dal pubblico.
Quando parla con i suoi fan Duff porta messaggi positivi, ricorda di volersi bene, di aiutarsi l’un l’altro, e d’altronde molti di questi temi li troviamo nel suo nuovo album.
Arrivando verso la fine del concerto il musicista ricorda a chi lo segue dai tempi dei Duff McKagan’s Loaded che quando lui lascia il palco è davvero la fine, non prende in giro il pubblico con finti saluti per tornare per dei prevedibilissimi bis: e con queste parole in mente sentiamo l’ultima coppia di canzoni, la struggente ‘Don’t Look Behind You’ e la cover di ‘Deepest Shade’ di Mark Lanegan.
Dopo quasi due ore i musicisti ringraziano il pubblico e lasciano il palco tra gli applausi entusiasti dei presenti.
Si chiude così il tour di “Tenderness”, con un concerto intimo, sincero e davvero bello che tutti i presenti si porteranno nel cuore per un bel po’ di tempo.
Tra due settimane i Guns N’ Roses torneranno sui palchi, ma questa notte Duff è stato solo nostro.

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