Live Report: Electric Wizard a Bologna
Tornati in Italia a poco più di due anni dall’ultimo tour in compagnia dei Blood Ceremony, gli Electric Wizard hanno deciso di “regalare” al pubblico italiano ben tre date sparse tra centro e nord della penisola (Bologna, Roma e Torino). Per l’occasione abbiamo seguito il primo dei tre show, che si è svolto in un locale piccolo come il Locomotiv, ma capace comunque di garantire, come ben vedremo, una buona resa sonora che, per una band di tale caratura, è quantomeno il minimo sindacale.
L’apertura è affidata ai Caronte, band di recente formazione che propone uno stoner doom sabbathiano in linea certo con le coordinate stilistiche della serata, ma che poco convince dal punto di vista live. Non perfetta soprattutto l’esecuzione a causa dei diversi errori commessi dai due chitarristi e ancor più meno convincente la voce del cantante, che a tratti sembra emettere dei veri e propri versi indistinti (tanto per sottolineare l’imprecisione della sua pronuncia in lingua inglese).
Fortunatamente le cose sono destinate a cambiare nel giro di pochi minuti, quando di lì a poco arriverà l’ora degli Electric Wizard. La band capitanata da un Jus Oborn in netto sovrappeso, a parere di chi scrive, sia su disco e, soprattutto, dal punto vista live, è sicuramente una delle garanzie più assolute che possano esistere in ambito doom. Non ne fa eccezione nemmeno la serata di Bologna, caratterizzata da note positive, ovvero da una band in gran forma, un pubblico numeroso e suoni ben definiti, ma anche da qualche rimpianto di troppo, come una setlist composta da soli otto pezzi suddivisi in un’oretta scarsa di concerto. Poco male, in ogni caso, lo show dei quattro inglesi ha comunque sfiorato la perfezione, se escludiamo i problemi dell’amplificatore di una Liz Buckingham additata dai soliti imbecilli, con esclamazioni dal dubbio gusto morale, più per il suo essere donna che per il ruolo di chitarrista (ottima, tra l’altro). Setlist che, come da previsione, attinge dalle ultime pubblicazioni degli Electric Wizard, con ben tre pezzi tratti dall’ultimo Black Masses (Scorpio Curse, Night Child e Black Mass), più le tre dal precedente Witchcult Today (la stessa title-track, The Chosen Few e Satanic Rites Of Drugula) e, ovviamente, altre due vere e proprie perle del calibro di Return Trip (Come My Fanatics) e il finale dedicato ai dieci minuti della pesantissima Dopethrone.
Rimane comunque il rammarico per uno show della durata fin troppo breve, soprattutto se contiamo che il prezzo del biglietto di 22 euro (15 più 7 euro per una tessera che nessuno utilizzerà mai) appare fin troppo sproporzionato rispetto ad una band che, nonostante il suo valore, concede ai presenti solamente un’oretta scarsa di concerto.
Angelo D’Acunto