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Live Report: Elvenking + Secret Sphere + Rosae Crucis + Levania + Stranger Vision @ Metal Fortress, Gradara (PU)

Di Luca Montini - 16 Settembre 2023 - 21:28
Live Report: Elvenking + Secret Sphere + Rosae Crucis + Levania + Stranger Vision @ Metal Fortress, Gradara (PU)

Elvenking + Secret Sphere + Rosae Crucis + Levania + Stranger Vision
The Metal Fortress, Gradara (PU) | 02/09/2023

 

Giunge alla seconda edizione il Metal Fortress, festival musicale che si svolge a fine estate nella cornice straordinaria del cortile interno del Castello di Gradara, alla sommità del magico borgo in provincia di Pesaro-Urbino. Una sede decisamente evocativa e adatta per ospitare generi epici come heavy e power metal, tra le mura del castello di origini medievali, ritenuto teatro delle vicende di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini cantate da Dante nel Canto V dell’Inferno, completamente restaurato negli anni ’20 del novecento dalla famiglia Zanvettori. L’evento giunge a poche settimane dal Bambù Festival di Monte Urano (FM) che ha visto protagonisti gli Stratovarius (qui il nostro live report), a rafforzare un’imprevedibile (almeno fino a qualche tempo fa) presenza del nostro genere preferito nelle Marche. Come lo scorso anno, il festival è organizzato da Cerberus Booking e presentato da Heavy Metal Webzine, in collaborazione con il Comune di Gradara e Gradara Innova. Anche quest’anno è decisamente il power metal a farla da padrona nella lineup delle band, tutte italiane, con i friulani Elvenking in posizione di headliner.

 

 

Stranger Vision

Aprono le danze gli Stranger Vision, giovane band emiliana attiva dal 2019 e dedita ad un heavy-power melodico con all’attivo due full-length, “Poetica” (2021) e “Wasteland” (2022). I ragazzi sono protagonisti di un’ottima prova, riuscendo a coinvolgere il pubblico non ancora molto numeroso. A giudicare dalla performance grintosa e pulita, il quartetto composto da Ivan Adami (voce), Riccardo Toni (chitarra), Daniele Morini (basso) e Alessio Monicelli (batteria) avrebbe potuto meritare un piazzamento più elevato in scaletta. Gli Stranger Vision portano sul palco brani recenti come la titletrack “Wasteland”, evocativa come su disco nonostante l’assenza della “voce ospite” di Hansi Kürsch dei Blind Guardian e forte di un’ottima melodia, così come “The Thunder”, altro singolo dal nuovo album, e “Soul Redemption” dal disco precedente. C’è anche posto per una cover della già citata band teutonica, “Bright Eyes”, ottimamente interpretata, a suggellare il legame del quartetto con i Blind Guardian, per i quali hanno anche vinto il concorso “Imaginations song contest” qualche anno fa, battendo temibili rivali del calibro di Mark “The Hammer” Arata. Ottima partenza!

Levania

Something Wicked This Way Comes. L’esibizione dei ferraresi Levania sembra partire in ritardo, con una serie di soundcheck che non vanno a buon fine; il chitarrista Richie permane a lungo sul palco mentre sembra non sentirsi in spia tra un chug e l’altro. Iniziano a presentarsi i primi problemi tecnici che purtroppo segneranno buona parte della serata. La band porta sul palco il disco “Fukushima” (2023), uscito un mese fa. Lo stile è quello dei Lacuna Coil (per maggiori info, qui l’intervista che la band ha rilasciato per Truemetal.it), con l’alternarsi della voce femminile di Elena “Taby” e quella maschile in scream di Marco “Still”. Nonostante le buone intenzioni del gruppo sul palco, forse in larga parte a causa delle problematiche audio e ai problemi in spia, la performance è solo discreta; il suono sembra mal amalgamato così come i membri della band sul palco, nonostante alcune prove singolari ben riuscite, a partire da quella di Marco. Molto forte e coraggioso il messaggio della cantante, che in “Genesis” esibisce una maglietta con un’eloquente “No Means No”. L’esibizione si chiude con l’orientaleggiante “Nadir”, sempre tratta dall’ultimo album, caratterizzata nell’intro dagli ottimi vocalizzi di Elena, che conclude una performance in crescita.

Rosae Crucis

Giunge l’ora dei veterani Rosae Crucis, gruppo laziale epic metal fondato nel lontano 1988 e fermo sul mercato discografico dal 2014 con l’ultimo “Massoneria”. La band si esibisce con gli abiti di scena da cultisti rosacrociani (il nome si rifà ad un celebre ordine misitco e alchemico) ai quali ci hanno abituati, mentre il pubblico inizia ad essere numeroso e sempre più carico. Anche la partenza di questa performance è rovinata dalle note problematiche: terminata l’intro la voce di Giuseppe “Ciape” Cialone non esce dal microfono. Falsa partenza. I ragazzi se la cavano sul palco con un po’ di ironia, e di nuovo fuoco alle polveri con i classici rosacrociani, rigorosamente cantati in italiano, come “Fede potere vendetta” dall’album eponimo, così come “Venarium” e “Crociata” alle quali il pubblico risponde con fervore, caricato da una performance incisiva e muscolare, così come in “Guerra Santa” dall’ultimo disco. A sorprendere positivamente è il riffing serrato ed incrociato di Andrea “Kiraya” Magini e Tiziano “Azagtoth” Marcozzi, sostenuti dal drumming incalzante di Piero Arioni. Il messaggio dei nostri è chiaro: supportate il metal underground italiano, e stando all’avvicendarsi di band tricolori sul palco questa sembra proprio la serata adatta.

Setlist
01. The Justice of Rome
02. Guerra Santa
03. Militia Templi
04. Fede potere vendetta
05. Venarium
06. Crociata

Secret Sphere

Tocca ora ai Secret Sphere, band power metal piemontese capitanata dal chitarrista e fondatore Aldo Lonobile e che presenta al microfono, dopo una parantesi con Michele Luppi, il ritorno del frontman storico Roberto Messina, a parere di chi scrive scelta azzeccatissima e identitaria. Il gruppo presenta ancora l’ultimo, ottimo disco “Lifeblood” (2021), uscito per Frontiers Records, dal quale viene estratta la maggior parte dei brani, in attesa del nuovo disco “Blackened Heartbeat” in uscita a novembre 2023. La band ha un’ottima presenza sul palco, coadiuvata anche da effetti pirotecnici. Partenza a razzo proprio con la titletrack dell’album, col suo ritornellone arioso e il tappetone di tastiere di Gabriele Ciaccia in perfetto stile prog-power tricolore, che irruppe sulla scena internazionale al suo apice durante i primi anni ’00. Molto efficace la performance di Messina che si impone con i suoi acuti nonostante qualche ronza di troppo del microfono, mentre il drumming potente e vigoroso di Marco Lazzarini, una vera bestia dietro le pelli, sostiene la sezione ritmica assieme al basso di Andrea Buratto. Un salto nel passato con “Welcome to the Circus” dai tempi di “Sweet Blood Theory” (2008). Sempre gustosi e raffinati i solos di chitarra di Lonobile che spesso dialogano e si confrontano con la tastiera di Ciaccia. Messina invita a pogare con la heavy “Loud & Raw”, mentre dedica all’autore Alessandro Del VecchioAlive”, sempre dall’ultimo disco, e ringrazia il Sindaco di Gradara per la splendida location e ospitalità; ottimo in generale il dialogo del frontman con il pubblico tra un brano e l’altro. Il concerto si conclude con “Legend”, da “A Time Never Come”, il classico per antonomasia della band pubblicato originariamente nel 2001 e ripubblicato nel 2015 con la lineup dell’epoca. Ottima esibizione e avanti tutta verso gli headliner!

Setlist
01. Lifeblood
02. Welcome to the Circus
03 Against All the Odds
04. Loud & Raw
05. The End of an Ego
06. Alive
07. Legend

Elvenking

Gli Elvenking sono ormai una garanzia. I nostri entrano in scena con oltre un’ora di ritardo a causa delle varie problematiche tecniche che hanno rallentato i vari cambi palco ma con un pubblico ancora decisamente caldo. Per fortuna la loro performance prosegue liscia e pulita. La band parte alla grande, con Damna che sale sul palco col capo che sfoggia alla sommità  le corna da alce mostrate nelle foto promozionali, e poi via tutto per lanciarsi in un hedbanging sfrenato. Fantastico anche il guitar work del veterano Aydan che armonizza perfettamente con il neoassunto HeadMatt, entrambi peraltro perfettamente equilibrati nel mixer, che si lanciano alternandosi nei solos. Peculiarità della band, naturalmente, il violino di Lethien che aggiunge il layer folk che caratterizza gli Elvenking. Alla sezione ritmica Symohn e Jakob non mancano un colpo, a riprova dell’ottimo stato di forma degli Elvenking, invitati la settimana successiva al Prog Power USA. La setlist si concentra sull’ultimo, ottimo album “Reader of the Runes – Rapture” uscito nella prima metà di quest’anno per AFM Records. Tra le più efficaci i singoli “Rapture”, “Silverseal” e “Bride of Night”, oltre all’opener (del disco) “The Hanging Tree”. Sempre divertenti i classici più o meno recenti da cantare tutti in coro come “Elvenlegions” e “Pagan Revolution” da “The Pagan Manifesto” (2014) o “The Wanderer” da “The Winter Wake” (2006) e relativa titletrack. Peccato per il ritardo accumulato che allontana buona parte del pubblico dalla venue prima della chiusura del concerto, nonostante la generosa setlist. Concludiamo con un plauso all’organizzazione e agli stand food&drink con prezzi onestissimi, per un festival che speriamo possa tornare anche l’anno prossimo con la terza edizione, nella stessa fantastica location.

Setlist
01. Rapture
02. The Hanging Tree
03. Draugen’s Maelstrom
04. Pagan Revolution
05. Silverseal
06. The Wanderer
07. Moonbeam Stone Circle
08. Bride of Night
09. The One We Shall Follow
10. Sic Semper Tyrannis
11. Herdchant
12. The Divided Heart
13. Elvenlegions

Encore
14. The Winter Wake
15. She Lives at Dawn (outro)

 

Live report a cura di Luca “Montsteen” Montini