Live Report European Killfest Tour 2012: OVERKILL + 3 INCHES OF BLOOD + PURIFIED IN BLOOD + DEGRADEAD
10.10.2012 @Alcatraz, Milano – palco piccolo
Report a cura di Christian Tallone e Giacomo Cerutti, foto di Michele Aldeghi
A dare la prima scossa tocca ai DEGRADEAD, nati a Stoccolma nel 2000 come trio, hanno completato la line up nel 2004 aggiungendo altri due elementi. Da allora sono stati incisi solo tre album che, comunque, hanno raggiunto una discreta fama. In particolare “Til Death Do Us Apart” del 2008, che vanta la collaborazione con gli onorevoli In Flames in fase di mixaggio e realizzazione. Stiamo parlando di una band death metal con sfumature melodiche e thrash, che stasera, noncurante della scarsa affluenza (probabilmente nessuno sapeva che l’inizio dei concerti sarebbe stato anticipato), una volta salita sul palco ha tirano fuori tutta la propria grinta, sparando massicci riff di chitarra, linee di basso durissime, bastonate sulla batteria e un potente growl, oltre ad una forte tenuta del palco. In fin dei conti, si può dire che la Loro è stata un’esibizione di grande impatto e grazie a un buon incitamento verso i pochi presenti, sono riusciti a far pogare un’Alcatraz ancora quasi vuoto e, infine, a raccogliere applausi ben meritati.
Giacomo Cerutti
La serata prosegue con i PURIFIED IN BLOOD, all’insegna del metalcore di questa band norvegese nata nel 2003, forte del loro terzo album “Flight Of A Dying Sun” (2012). Pur essendo poco pertinenti con le band in scaletta e soprattutto con l’headliner di giornata, ciò non li intimorisce minimamente e dopo un vigoroso saluto d’incitamento, sparano un pezzo dopo l’altro mostrandosi molto agguerriti. Chitarre aggressive, basso rombante e batteria martellante costituiscono un sound molto solido, dimostrando che tra gli elementi c’è una forte sintonia. Senza dubbio la presenza scenica è tutta del frontman, che tiene in pugno il pubblico col suo feroce growl, cercando di aumentare l’interazione saltando giù dal palco per urlare letteralmente in faccia a spettatori e fotografi. Poi, ancora insoddisfatto, più volte scavalca la transenna scatenando il pogo tra il pubblico, leggermente aumentato ma ancora piuttosto freddo. Indubbiamente, un’esibizione degna di essere ricordata: grande energia e determinazione, ripagata con sonore urla e applausi; unica pecca il suono un po’ impastato. Alle 19:25 la band saluta… per risalire un secondo dopo a smontarsi la strumentazione! Molto bravi, promossi per la grinta e la voglia di spaccare; peccato solo che siano stati visti da poche persone.
Giacomo Cerutti
I 3 INCHES OF BLOOD salgono sul palco alle ore 19:50. Nonostante il loro sound sia molto più simile a quello degli Overkill di quanto non lo fosse quello dei Purified In Blood, i suoni sono molto confusi, anche meno puliti di quelli dedicati al gruppo precedente… È la voce del singer, però, che mi lascia qualche perplessità: troppo stridula, quanto a gusti personali. La loro scenografia è composta da un solo banner, innalzato mentre il locale inizia a riempirsi. Il combo canadese suona molto bene, purtroppo però, già al secondo pezzo la chitarra inizia a dare dei problemi producendo dei feedback che infastidiscono e rallentano la scaletta. Nonostante tutto, però, il pubblico è molto entusiasta e risponde alle incitazioni del cantante alzando le mani e cantando i ritornelli a squarciagola! Ciò non deve stupire, poiché la maggior parte del pubblico pagante consta di vecchi nostalgici del thrash anni 80, che, con il sound di questa band, ci vanno a nozze, a dispetto di qualche problema al mixer! Il loro concerto trascorre senza lasciare molto il segno per quanto mi riguarda: bravi tecnicamente ma nulla di speciale. I brani mi sono sembrati troppo simili tra di loro e sinceramente mi hanno pure un po’ annoiato. Tutto sommato, però, ci stavano bene nel contesto di questa serata e non sono pochi quelli che invece hanno gradito. Dopo i classici saluti di rito lasciano il palco per fare spazio al piatto forte della serata!
Un cambio palco con i Pantera in sottofondo sono quanto di meglio possa desiderare per far crescere in maniera esponenziale l’attesa per l’imminente show dei beniamini di tutti presenti… Intravedo uno dei due chitarristi dietro al suo amplificatore che si sta riscaldando e Bobby “Blitz” a bordo palco pronto ad assumere il comando della serata! Ore 21:05, il pubblico inizia a gridare ripetutamente «OVERKILL, OVERKILL» e improvvisamente parte l’intro! Le emozioni e l’eccitazione crescono a dismisura fin dalle prime note: gli Overkill sono una delle band che più mi ha impressionato da ragazzino al Gods Of Metal del ‘99 e rivederli dopo tredici anni ha per me un effetto deflagrante! Banner con il classico teschio con ali da pipistrello e luci verdi disseminate ovunque, rendono l’atmosfera unica. DD Verni & Co. iniziano come dei treni, Bobby corre come una trottola sul palco, dimostrando ancora oggi un fisico invidiabile (ogni volta che c’è uno stacco strumentale, ne approfitta per violare ogni singolo anfratto del palco dell’Alcatraz, per tutta la durata del concerto). La sua voce inizialmente è un po’ bassa, ma bastano alcuni versi a permettergli di scaldare le corde vocali e assieme ai suoi compagni si lancia a rotta di collo nell’esecuzione di “Bring Me The Night”. Che dire… la carica che sprigionano è semplicemente devastante e talmente contagiosa che il pubblico sembra davvero impazzire per loro! Solo dopo questo pezzo Bobby si concede il primo saluto al pubblico. Giusto il tempo di un fugace «Grazie Milano» che subito riattaccano con “Rotten To The Core”! Piccola nota di colore: sono solo le 21:30 e Manuela, una ragazza che fino a quel momento si era prodigata per catturare ogni singolo movimento e smorfia della band, così da lasciare un ricordo visivo anche ai lettori di TM che non hanno potuto assistere al concerto, a malincuore ci deve lasciare anzitempo, ben consapevole di quello che attenderà tutti gli altri. I Nostri, infatti, eseguono una scaletta in pratica senza pause, snocciolando un pezzo dietro all’altro senza perdere un colpo, con precisione meccanica in un turbinio mozzafiato! Questa è la dimostrazione che, quando vuole, la “vecchia scuola” è ancora capace di lasciare il segno. Uno spettacolo del genere si vede solo con queste grandi band! Alle 22 :27 i primi saluti, ma è il classico “finto finale” prima dell’infuocato encore. Risalgono, infatti, dopo un nuovo intro e tornano all’attacco con una veemenza da far impallidire e un classico che non poteva mancare: “COMA”. Canzone in grado di prosciugare al pubblico le ultime energie rimaste in un incessante e forsennato pogo! Chiudono poi il concerto con la mitica “FUCK YOU!” cantata da tutti all’unisono, lancio di plettri e generosi saluti ai propri sostenitori! Un concerto fantastico, cui sono felice di aver partecipato. Senza tanti fronzoli, amplificatori fumanti, pogo a go-go e vero thrash metal d’altri tempi! Non c’è altro da aggiungere, sennonché sembrava veramente di essere tornati indietro nel tempo, perché gli Overkill non sembrano assolutamente invecchiati!