Live Report: Extrema, Game Over + Damnation @ Blah Blah, Torino – 31/01/_01/02/2025
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Il weekend a cavallo di gennaio e febbraio sarà impegnativo. Sono stato in grado di strappare un permesso speciale a mia moglie e mio figlio, valido per due giorni, per presenziare ad una gran bella doppietta di concerti Thrash al Blah Blah di Torino. Ho raggiunto quest’ambizioso obiettivo promettendo di portare entrambi a Mirabilandia in estate, per un’intera settimana, e garantendo numerose gitarelle ad Albissola Marina (SV) tra maggio e giugno, nutrendo la segreta speranza che tutte queste promesse vengano seppellite dalle sabbie del tempo prima che il mio portafoglio subisca seri danni. Ciò che spenderò dietro a birre alla spina, merch e cheeseburger nel locale, tra l’altro, intaccherà pesantemente il suo contenuto di moneta sonante, già di per sé piuttosto limitato…ma che diamine, una volta ogni tanto avrò pure il diritto di trattarmi bene. 30 anni fa, anche solo per pagare il biglietto di ingresso ad un piccolo concerto Underground, ero costretto a fare sanguinosissime economie per mesi e mesi. A 45 anni suonati, finalmente, il mio potere d’acquisto si è leggermente accresciuto e posso togliermi dalle scarpe qualche sassolino in più. Alla fine siamo persone semplici, accaparrarsi qualche souvenir al banco del merch e farsi spillare un paio di birre senza dover contare i centesimi basta e avanza. Il Metal è proprio un hobby virtuoso: si sta insieme, si socializza, si spende il giusto, ci si diverte. Diventa un po’ rischioso quando si partecipa ad una serie di spettacoli intensa come quella organizzata dal Blah Blah, soprattutto se si vuole rimanere in ‘zona moshpit’ sotto al palco. Un Thrash Weekend di questo genere richiederà come minimo un’intera settimana di riposo per le mie stanche (e distrutte) membra…
Venerdì 31 gennaio
Gli Extrema metteranno stasera a dura prova la tenuta del palco del Blah Blah; domani, sabato 1 febbraio, toccherà ai ferraresi Game Over e ai torinesi Damnation finire l’opera di smantellamento. La presenza degli Extrema mi riporta indietro di 30 anni: la memoria torna proprio a quel periodo di ‘squattrinamento’ a cui accennavo qualche riga fa. Il primo concerto ‘serio’ a cui ebbi la fortuna di partecipare, infatti, vide come protagonisti proprio gli Extrema, accompagnati da due validi gruppi Thrash piemontesi ormai dimenticati: i Dionisia e i Nosferatu. Lo sferisterio di Dogliani in provincia di Cuneo, se non ricordo male, ospitò l’evento; voci incontrollate raccontano come in quell’area del bel comune delle Langhe, in notti particolarmente inquiete, ancora si senta l’eco delle innumerevoli imprecazioni urlate dall’allora cantante degli Extrema G.L. Perotti…
La formazione odierna della band lombarda vede rimanere saldo alla sua postazione il chitarrista Tommy Massara, ultimo rappresentante della line up originale. Formazione rinnovata, nuovo abile cantante che ha dato bella prova di sé nell’ultimo ottimo album “Headbanging Forever“, montagna di chitarre sistemate sul palco sino a sfiorare il soffitto…gli elementi per una serata di ‘amichevole e violento divertimento’, come dicevano gli Exodus nel lontano 1991, ci sono tutti. In che stato arriverò davanti ai Game Over e ai Damnation domani sera non è dato sapere. Vivrò alla giornata, sperando che lo spirto guerrier ch’entro mi rugge riesca a resistere all’inusuale tensione. Voci tra il pubblico, confermate poi dallo stesso cantante durante il concerto, mi fanno notare che questo è il primo concerto degli Extrema dopo i problemi di salute che hanno colpito il vocalist Tiziano Spigno qualche mese fa. Il gruppo avrebbe infatti dovuto suonare poco prima di Natale al Blah Blah: la data è saltata proprio a causa di questi intoppi. Oltre alla succitata montagna di chitarre, sul palco fa bella mostra di sé un telone old school con il logo del gruppo stampato sopra. I proiettori che negli ultimi anni permettono alle band di mettere in mostra il loro logo senza dispendio di denaro e materie prime vanno benissimo, ci mancherebbe, però i vecchi dinosauri come me non possono far altro che emozionarsi quando si trovano di fronte ai mitici ‘bandieroni’ che, appesi dietro alle spalle dei batteristi, dominavano le scene nei locali di musica dal vivo qualche decennio fa. Il telone degli Extrema, in particolar modo, mostra di avere qualche anno sul groppone proprio come me e altri attempati veterani presenti all’appello. Fortunatamente, prima che io inizi a fischiettare con malcelata malinconia “Nostalgia Canaglia” di Al Bano e Romina Power, gli Extrema salgono sul palco e l’impianto del locale inizia a diffondere il brano introduttivo: “Nel Blu, Dipinto di Blu”, o “Volare” che dir si voglia, di Domenico Modugno.
La canzone viene interrotta bruscamente da “The Call”, irrequieta opener di “Headbanging Forever“, seguita a ruota da un’altra mazzata proveniente dal medesimo disco: “For the Love and the Lost”. I due brani fanno partire un pogo selvaggio che fin dalle prime battute scaraventa molti astanti quasi sul palco, praticamente ai piedi dei quattro portatori sani di ‘ascia’. L’obiettivo fotografico del mio povero smartphone già di suo si trova in difficoltà nel portare a casa qualche fotografia decente…figuriamoci in mezzo ad un pogo forsennato come quello in cui mi trovo invischiato. Nemmeno l’headbanging tentacolare e vorticoso del batterista Francesco ‘Frullo’ La Rosa mi aiuta negli scatti: ho visto il volto del musicista immobile forse tre volte in tutta la serata, in un paio di intervalli tra un brano e l’altro e in un momento fugace prima dell’inizio delle danze. Il batterista infatti ha avuto buon gioco nel fare un po’ di umorismo ai danni del Vostro Scrivente poco prima del concerto. Mi ha infatti ‘beccato’ in disparte mentre ero intento a pulire i miei denti malandati con un ultratecnologico filo interdentale ad archetto, esteticamente equivoco e intriso di un tragico sapore di pre-pensionamento. Se cercavate una maniera innovativa e inusuale per farvi canzonare da un membro degli Extrema, eccovi serviti!
La scaletta prosegue con le energiche “Between the Lines” e “Deep Infection”, estratte da “The Seed of Foolishness” del 2013: ho visto partire il pogo per molto meno…e infatti il pubblico non si fa pregare. Noto con grande piacere in mezzo alla bolgia teste ricchissime di capelli roteare sulle spalle di ragazzi molto giovani: il ricambio generazionale è realtà! Trent’anni fa scapocciavo al ritmo dei brani di “The Positive Pressure…of Injustice”? Oggi lo faccio ancora in compagnia di ragazzi poco più grandi di mio figlio. Non tutto è perduto! Non a caso ho accennato a “The Positive Pressure”, personalmente il disco degli Extrema che ho amato di più. L’album del 1995 viene omaggiato con l’esecuzione della title track e di “New Confusion”, canzoni che ancora oggi suonano attualissime. Brani come questi potrebbero benissimo essere stati scritti e registrati pochi mesi fa: il senso delle parole “Headbanging Forever” esprime alla perfezione il desiderio da parte degli Extrema di mostrare quanto, in realtà, il fandom del Metal non sia poi cambiato molto negli ultimi decenni. Vecchi e nuovi fan si ritrovano uniti sotto al bandierone della band con il medesimo obiettivo che trent’anni fa portava i metallari sotto ai palchi: divertirsi, fare un po’ di sano casino…oppure, volendo citare il mantra degli Extrema, per ‘produrre, fieri e potenti, un fottuto massacro collettivo’. Tiziano Spigno non perde l’occasione di incitare i presenti con questa frase poco prima di passare a “Modern Times” e ad una devastante serie di estratti da “Tension at the Seams”, tra i quali non possono mancare le immortali “Join Hands” e “Child o’ Boogaow”. Aizzare i gli scalmanati evocando il proverbiale ‘fottuto massacro collettivo’ fa parte del rito, ci mancherebbe, però è già da inizio concerto che ci si ammazza nel pit…per la gioia della Signora in Giallo Jessica Fletcher, ritratta come ‘Master of Murders’ sulla t-shirt del cantante mentre alza al cielo le Corna del Metallo.
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Il gran finale dello spettacolo prevede un rapido ripasso di brani contenuti nei dischi evocati sino a questo momento con un’ultima aggiunta: la band ricorda l’album “Pound for Pound” con l’inserimento della programmatica “From the 80’s”. Il cantante chiede che con questo brano si ‘scateni l’inferno’: tutti i presenti, giovani o meno, sanno che certe tradizioni e certe abitudini musicali devono continuare a vivere. Senza di loro, senza di ‘noi’, senza gli appassionati riuniti a sudare sotto al palco ‘tutto questo non ci sarebbe più’. Come si fa, d’altronde, a rinnegare la ‘fratellanza metallara’ quando una band storica come gli Extrema mette in fila una dietro l’altra canzoni come “Money Talks”, “Headbanging Forever”, la grandissima “This Toy” e “Life”? Prima di sganciare sul pubblico la title track dell’ultimo disco il cantante con ironia ricorda ai presenti che ‘questa la canto io, fate headbanging…anche se è da inizio concerto che lo fate. Fatene di più!‘ Anche lui si è accorto della presenza di leve giovanissime e scatenatissime in mezzo al pubblico: è impossibile, d’altronde, non notare un folto gruppo di ragazzi che a turno fanno crowdsurfing rischiando a più riprese di prendere a pedate nelle tempie astanti e artisti! Vedere un abbassamento così repentino dell’età media inorgoglisce tanto gli spettatori quanto i musicisti, sicuramente galvanizzati dall’apprezzamento ricevuto da questo gruppetto di giovani prestanti. Con ogni probabilità domani mattina loro non avranno memoria delle ‘carezze’ prese nelle costole sotto il fuoco degli Extrema. Io, invece, non solo me le ricorderò tutte ma dovrò pure sorbirmene una seconda dose domani sera con i Damnation e i Game Over. Temo che almeno per un mesetto mia moglie non dovrà temere altre mie fughe concertistiche…saranno direttamente le mie ossa a dirmi ‘NO’!
SCALETTA
“The Call”
“For the Love and the Lost”
“Between the Lines”
“Deep Infection”
“The Positive Pressure…of Injustice”
“New Confusion”
“Modern Times”
“Displaced”
“And The Rage Awaits”
“Truth Hits Everybody” (cover The Police)
“Join Hands”
“Child o’ Boogaow”
“Money Talks”
“Headbanging Forever”
“From the 80’s”
“This Toy”
“Life”
Pagina Facebook degli Extrema: https://www.facebook.com/extrema.official?locale=it_IT
Sito web ufficiale: https://extremateam.com/
Canale YouTube: https://www.youtube.com/@Extrema_Official
Sabato 1 febbraio
La prossima volta in cui farò una doppietta al Blah Blah considererò molto seriamente la possibilità di dormire a Torino. Casa mia non è lontanissima dal capoluogo sabaudo ma, dopo serate come quella di ieri, i ritorni in macchina sotto la pioggia battente (forse con qualche birretta sul groppone, o forse no) diventano piuttosto difficoltosi. La selezione musicale proposta dal Blah Blah prima del concerto di oggi è più in linea con la proposta live della serata. Ieri sera, prima e dopo gli Extrema, i DJ presenti abitualmente al venerdì sera hanno servito ai clienti una bella scaletta incentrata sul rock anni 60/70 a colpi di The Who e compagnia cantante. Ottima selezione, nulla da dire, però entrare nel locale con l’accompagnamento dei Judas Priest ha tutto un altro sapore, soprattutto prima delle legnate sonore e corporali che mi preparo a ricevere da parte dei Damnation e dei Game Over. Riceveranno le medesime legnate anche i molti ragazzi e le molte ragazze di giovanissima età già in attesa davanti al palco. L’età media verrà nuovamente abbassata grazie alla presenza del medesimo ‘mucchio selvaggio’ di giovani leve che ieri sera hanno riempito di gioia e speranza gli attempati metallari come il sottoscritto. Il gruppo di ragazzi stasera è ancora più numeroso, eterogeneo e propositivo: i chitarristi dei Damnation Domenico e Paolo, appena saliti sul palco per accendere la strumentazione, vengono accolti dal coro ‘ooooh Damnation portateci a putt disoneste’ intonato sulla melodia della famosa filastrocca franco/canadese ‘Alouette, gentille alouette’…ed ecco già bell’e pronta la traccia nascosta da infilare in fondo al primo album! Dovrò cercare di stazionare il più possibile vicino a questi giovani eroi. Le loro foltissime chiome mi garantiranno la comodità di una ventilazione continua: il loro headbanging genererà un notevole e utilissimo spostamento d’aria!
Damnation
Ho già incrociato un paio di volte questa band Thrash torinese, nata nel 2022 su iniziativa di musicisti già da tempo attivi in Piemonte. I Damnation riuniscono elementi che si sono fatti le ossa nel sottobosco Underground pedemontano nel corso degli ultimi decenni. I membri del gruppo provengono dalle formazioni di ottime band tuttora attive come Hollywood Killerz, Kebrah e Invisible Horizon, tanto per citarne alcune. L’esperienza c’è e l’abilità pure, come i ragazzi hanno avuto modo di dimostrare nelle altre occasioni: il chitarrista Paolo Carrone mi ha anticipato ieri sera che la loro mezz’ora sarà scandita quasi esclusivamente dalle note di canzoni veloci, potenti e distruttive…e ci mancherebbe altro! Perché dovremmo partecipare a concerti come questi, se non per mettere sotto pressione orecchie e anime? La promessa del chitarrista viene mantenuta fin dalle prime note e la reazione del pubblico non si fa attendere. I ragazzi di cui sopra, che ormai sono sicuro essere fatti di gomma, stupiscono i musicisti con la loro estrema vitalità. L’eccitazione dei giovani scalmanati è giustificatissima. I Damnation propongono un energico e aggressivo Thrash Metal di stampo americano, influenzato dalle band della mitologica Bay Area di San Francisco: gli echi di Slayer, Megadeth, Exodus, Testament e compagnia bella si sentono forti e chiari.
Non di sola prepotenza campano i Damnation, sia chiaro. Un brano come “The Master, the Priest and the Death” mette sul piatto curiosi richiami alle cavalcate Speed Metal dei primissimi anni’80, mentre l’incedere marziale di “Killed by the Dawn” costituisce una gradevole variazione nell’esperienza d’ascolto. Il gruppo mostra una notevole crescita professionale rispetto alle ultime volte in cui li ho visti in azione. La band appare sempre più coesa e in costante miglioramento: i numerosi concerti hanno sicuramente contribuito a cementare l’alchimia tra i membri e il nuovo bassista, subentrato poco tempo fa a Davide Tieri, sembra essersi fin da subito ‘messo in carreggiata’ nel migliore dei modi. Lo show al fulmicotone del quintetto genera una grande risposta da parte del pubblico: come si diceva nella mensa della mia vecchia caserma, i Damnation si sono dimostrati ‘ottimi e abbondanti’.
Anche al rapporto col pubblico viene data la giusta importanza, come dimostra il primo wall of death organizzato in questo Thrash Weekend e chiamato a gran voce dal cantante Pi poco prima di “Dead Again”. La canzone, una mitragliata impetuosa e rapidissima, sembra essere nata appositamente per fare da colonna sonora ai violenti scontri tra gli scalmanati che hanno iniziato ad affollare il pit. Purtroppo i Damnation hanno una mezz’oretta scarsa per portare a casa il risultato; conosco però un ottimo metodo per misurare il successo di uno spettacolo, ed è la gran quantità di gomitate ricevute dai pogatori folli che mi rimbalzano sulle costole prima di ributtarsi nella bolgia. Con canzoni come “Dead Again” e l’altro evergreen dei Damnation “Scream All My Hate” ho iniziato a temere seriamente per la mia incolumità…prima dei Game Over dovrò riuscire a consumare almeno un’altra birra: con un mosh pit di questo livello potrebbe essere l’ultima!
SETLIST
“The Master, the Priest and the Death”
“Mr. Mayhem”
“Killed by the Dawn”
“Damned”
“Dead Again”
“Scream All My Hate”
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Game Over
Ho già avuto l’opportunità di gustarmi uno spettacolo dei Game Over nel mese di giugno del 2024, quando l’allora quartetto ha aperto le danze prima dei Megadeth all’Alcatraz di Milano. Ottimo concerto, però dal punto in cui mi trovavo, vuoi per la distanza, vuoi perché i miei occhi ormai maturi stanno perdendo lo smalto dei tempi d’oro, mi rendevo a mala pena conto della presenza di quattro esseri umani sul palco. Mi fa molto piacere vedere i Game Over al Blah Blah: in un contesto a misura d’uomo come questo, in cui la distanza tra il pit e il palco è pari a zero, il livello di coinvolgimento tra pubblico e artisti aumenta esponenzialmente. I ragazzi di recente hanno parzialmente rivoluzionato la line up del gruppo trasformandosi in un quintetto. In seguito all’uscita dalla band del cantante/bassista Renato ‘Reno’ Chiccoli il basso è stato imbracciato da Leonardo Molinari, mentre il posto al microfono è stato occupato da Danny Schiavina. Il nome della band la dice lunga sul DNA musicale condiviso dai cinque ferraresi: le parole game over evocano immediatamente il ricordo di uno dei capolavori del Thrash Metal statunitense. Parlo dello storico album “Game Over” degli altrettanto storici Nuclear Assault, gruppo newyorchese germogliato nel 1984 dalle prime ceneri generate dalla turbolenta nascita degli Anthrax.
L’introduzione strumentale diffusa dalle casse del locale a inizio concerto ci trasporta per qualche minuto in un cinema di tanti anni fa, davanti ad un classico film a metà tra l’erotico chic e l’infinita serie di Vacanze di Natale. Il contrasto con i suoni minacciosi della ‘vera’ introduzione, stavolta giocata su melodie horror/fantascientifiche come molti altri intermezzi che il gruppo ha sistemato lungo il resto della scaletta, contribuisce ancor di più a riportare indietro nel tempo i presenti con qualche primavera sulle spalle. Che i Game Over abbiano tratto ispirazione per alcune loro canzoni dal cinema di genere di 30/40 anni fa non è un mistero, ovviamente. I thrasher più stagionati accorsi al Blah Blah riescono in un battibaleno ad associare le inquietanti note di synth agli efferati massacri cinematografici perpetrati qualche decennio fa da scienziati pazzi, folli serial killer e alieni arrabbiatissimi. L’intenzione di scatenare un massacro passa anche per la mente dei Game Over, considerando le prime due fucilate proposte dalla band: la gloriosa “Another Dose of Thrash”, presa dal primo album “For Humanity”, e “33 Park Street”, estratta dalla terza fatica intitolata “Crimes Against Reality”.
Inutile dire come io mi ritrovi nuovamente nel bel mezzo della bolgia, ulteriormente aizzata da canzoni feroci come “Masters of Control”, “Last Before the End” e “Call of the Siren”. Queste tre tracce sono state rispettivamente pescate da “Burst into the Quiet”, “Claiming Supremacy” e “Hellframes”, vale a dire secondo, quarto e ultimo album dei Game Over. Il gruppo, così facendo, ha tenuto conto di tutti i dischi prodotti finora; noto che i ragazzi si soffermano in particolare sulla tracklist di “Hellframes”. I motivi alla base di questa scelta sono chiarissimi: in primis, il disco è uscito nel 2023 e giustamente deve ancora essere ‘pubblicizzato’ a dovere (l’unico CD presente al banco del merch dei Game Over, difatti, è proprio questo). L’ultimo disco, inoltre, presenta parecchi brani dall’andatura marziale e, per così dire, ‘pacata’: tracce come “The Cult” o “Path of Pain” sembrano fatte apposta per far riprendere fiato agli scalmanati tra una randellata e l’altra. La solennità di “Path of Pain” avrà tranquillizzato tutti questi bollenti spiriti? Temo di no: il cantante di punto in bianco rivolge a tutti una domanda che in un attimo riaccende il fuoco sotto il pit. ‘Conoscete per caso una band di nome Motörhead?’…e i Game Over si lanciano in una rovente cover di “Iron Fist”. Sarà l’effetto della canzone di Lemmy e soci, sarà il caldo che impazza, ma l’invito a portare a disoneste i giovani prestanti precedentemente rivolto ai Damnation viene inoltrato a gran voce anche ai Game Over. Il chitarrista Luca ‘Ziro’ Zironi non solo ascolta con attenzione la richiesta ma si preoccupa anche di chiedere ai ragazzi con quali optional preferiscano le disoneste desiderate…ecco cosa significa prendersi cura dei fan!
Il pubblico, subito dopo questo gustoso siparietto, ha accolto con piacere un’altra dichiarazione. Il cantante con orgoglio afferma che il 25 aprile 2025 uscirà “Face the End”, nuovo album dei Game Over. Ecco una prima descrizione dell’album, chiarissima e professionale, pronunciata da Danny Schiavina: ‘sarà una mina!’. E meno male, aggiungo! Sappiamo tutti quanta necessità di bombe musicali ci sia in questo periodo storico: non a caso il Blah Blah è di nuovo strapieno di metallari che non vedevano l’ora di sgranchirsi le ossa sfogando i malumori di un’intera settimana. Le ultime canzoni suonate dai Game Over serviranno allo scopo, come dimostrano le reazioni degli astanti ai missili intitolati “Seven Doors to Hell” e “Neon Maniacs”. Il cantante afferma che “Neon Maniacs” sarà l’ultima canzone del lotto…anzi no: ‘se ci comportiamo bene ne arriverà un’altra’. ‘Noi non ce ne andiamo finché non fate l’ultima’, cantano in coro i ragazzacci smaniosi di andare a interloquire con le gigolette in compagnia dei loro idoli musicali. Ed ecco che ‘l’ultima’ arriva: il brutale inno “Tupa Tupa or Die”, altro estratto da “For Humanity”, chiude in bellezza questo Thrash Weekend del Blah Blah spedendo tutti i presenti a rifocillarsi al bancone del bar e a scialacquare con piacere qualche soldo ai banchi del merch.
Spero vivamente che questo non sia l’ultimo Thrash Weekend ad essere organizzato dal locale: basta che mi si dia il tempo di rimettere al loro posto le costole colpite da innumerevoli pedate, spallate e chi più ne più ne metta. Me lo dovevo pure aspettare, però. I Game Over nel testo di “Tupa Tupa or Die” avevano già avvertito tutti gli ascoltatori: ‘Thrash is back to kick your ass’…e i calci, come volevasi dimostrare, sono arrivati! Grazie ai Lettori per essere arrivati fino a qui e alla prossima!
SCALETTA
“Another Dose of Thrash”
“33 Park Street”
“The Cult”
“Masters of Control”
“Last Before the End”
“Call of the Siren”
“Path of Pain”
“Iron Fist”
“Seven Doors to Hell”
“Synthetic Dreams”
“Neon Maniacs”
“Tupa Tupa or Die”
Qui il collegamento alla pagina Facebook dei Game Over.
Sito web ufficiale: http://www.gameoverofficial.net/
Link alla pagina Bandcamp: https://gameoverofficial.bandcamp.com/
Pagina Instagram del gruppo: clicca qui.