Live Report: Finntroll a Bologna
E’ un assortimento di gruppi piuttosto eterogeneo quello che ci viene presentato stasera all’Estragon: si va dall’ heavy metal epico dei Rosae Crucis, passando per il death melodico dei No More Fear, per arrivare infine alla peculiare miscela di folk, black e “humppa” degli headliner Finntroll, almeno sulla carta il piatto forte della serata, nonchè certamente la band più attesa dai (per la verità non moltissimi) presenti. Ben due gruppi nostrani ad aprire il concerto ai finlandesi dunque e, anche se l’accostamento tra generi diversi poteva apparire un po’ forzato, il pubblico ha generosamente riservato un certo apprezzamento per tutte le band presenti.
Immagini di Daniele Peluso, parole di Pierpaolo Tomasinsig e Riccardo Angelini.
ROSAE CRUCIS
(di Riccardo Angelini)
L’apertura è affidata ai veterani Rosae Crucis, chiamati a difendere l’egida del metallo classico in una serata più generosa verso l’estremo. La band capitolina calca il palco avvolta nei suoi neri manti d’ombra e assale il pubblico con il suo cocktail di sangue e acciaio. Nonostante i protagonisti annunciati della serata siano i Finntroll, i cavalieri della Rosa Croce dimostrano di essere largamente apprezzati dal manipolo di fan radunato sotto il palco per accompagnare il loro cantato in lingua madre. Nonostante i suoni scadenti, la colata di Acciaio e Sangue miete vittime fra le prime file. Più distaccata la reazione di chi non si considerava un estimatore della band: di certo non era il contesto adatto per cambiare idea.
NO MORE FEAR
(di Pierpaolo Tomasinsig)
Il tempo di un rapido cambio palco ed è il turno dei No More Fear di esibirsi per il pubblico bolognese. il death melodico, venato da influenze “core”, proposto dal combo abruzzese, caratterizzato da riff corposi e incalzanti, risulta sin dalle prime battute dotato di buon impatto in sede live. Pezzi discretamente strutturati in cui si esprime un buon tasso tecnico; a dispetto di suoni sia pur accettabili, ma ben lungi dal risultare ottimali, la band offre una prestazione collettiva più che dignitosa, con una menzione particolare per il lavoro di Montoneri e del frontman Peluso alle chitarre. Il responso del pubblico è diversificato tra coloro che, nella zona antestante al palco, si dimostrano maggiormente coinvolti e il comportamento più freddo e distratto di quelli nelle “retrovie”. Un buon concerto nel complesso, anche se alla lunga la proposta musicale dei No More Fear, indubbiamente molto derivativa, è risultata un po’ monocorde.
FINNTROLL
(di Pierpaolo Tomasinsig)
Quando finalmente arriva il momento dei finlandesi di salire sul palco dell’Estragon l’esigenza impellente, almeno da parte di chi scrive, è di gustarsi un concerto di un certo livello, che possa risollevare le sorti della serata; beninteso, non che Rosae Crucis e No More Fear non si siano resi entrambi protagonisti di show onesti e ben eseguiti, ma c’è anche da dire che sinceramente fino a questo momento lo spettacolo è stato avaro di grandi emozioni. Perciò, quando le luci si spengono e parte in sottofondo la solita intro strumentale, epica ed oscura, l’auspicio è che i Finntroll rendano una prestazione in grado di spazzare via ogni dubbio. Tale auspicio, purtroppo, è destinato a non realizzarsi: fin dai primi pezzi appare tristemente chiaro che la resa sonora questa sera non sarà all’altezza: gli strumenti sono mal bilanciati e i suoni distorti e impastati, con le chitarre che si confondono in un maelstrom indistinto e le tastiere che si sentono a malapena, anche se nelle immediate vicinanze del palco la situazione per vero è un po’ meno disastrosa. Anche la voce, soprattutto durante l’esecuzione dei primi pezzi, appare un po’ in sordina; la prestazione di Vreth d’altronde convince solo in parte: lo slanciato frontman non manca di presenza scenica e certamente non si risparmia, con un headbanging furioso e quasi ininterrotto, ma la sua prova dietro al microfono risulta convincente solo a momenti e il suo screaming appare nel complesso un po’ anonimo, molto più efficace su disco che dal vivo.
Da censurare assolutamente la prova offerta dietro le pelli da Samu “Beast Dominator” Ruotsalainen, probabilmente in una delle peggiori serate della sua carriera: il drummer sembra non azzeccarne una, finendo più volte per andare fuori tempo e offrendo agli ascoltatori un vero e proprio campionario di svarioni, impietosamente evidenziati dai volumi piuttosto alti della batteria.
C’è da dire però che il pubblico non sembra soffermarsi più di tanto su questi aspetti negativi, dimostrandosi al contrario caloroso ed entusiasta, non lesinando di pogare, saltare e cantare senza sosta. Del resto il concerto dei Finntroll, sia pur in parte pregiudicato da suoni pessimi e dalla prestazione incerta del batterista, risulta ad ogni modo energico, adrenalinico e divertente, risollevato peraltro da una scaletta molto appagante, che riserva il giusto spazio a tutti gli album del combo finlandese, con l’esecuzione di pezzi quali Nedgång, Rivfader, Det Iskalla Trollblodet, Korpens Saga, Trollhammaren, fOrmhäxan, Nattfödd per chiudere in bellezza con brani amatissimi quali Fiskarens fiende, Svartberg, Jaktens Tid e una Midnattens Widunder molto ben eseguita.