Hard Rock

Live Report: Gene Simmons Band – Wolfmother @Cinzella Festival, Taranto – 16/08/2024

Di Francesco Maraglino - 8 Settembre 2024 - 14:55
Live Report: Gene Simmons Band – Wolfmother @Cinzella Festival, Taranto – 16/08/2024

Da alcuni anni il Cinzella Festival, per diverse edizioni ospitato nel suggestivo scenario delle Cave di Fantiano di Grottaglie, la città in provincia di Taranto celebre per le sue ceramiche, è un appuntamento imperdibile per i rock fans pugliesi e non solo.

Il target del festival è stato quasi sempre quello degli appassionati del rock alternativo o della new wave/post-punk (Battles, White Lies, Peter Murphy, Sisters of Mercy, Franz Ferdinand….), ma in questo 2024 il Cinzella ha visto, tra l’altro, anche una serata dalla line-up certamente d’interesse specifico per i visitatori di TrueMetal.it: in apertura gli australiani Wolfmother, di seguito nientedimeno che il bassista dei Kiss, Gene Simmons, con la sua band personale.

Anche la location quest’anno è cambiata: dalle Cave di Fantiano il Festival si è spostato sulla Rotonda del Lungomare di Taranto, di fronte al meraviglioso scenario del Mar Grande, peraltro sede abituale anche di un’altra manifestazione musicale, il Medimex.

WOLFMOTHER

Arriviamo al concerto in tempo per l’inizio del set della band australiana (ci siamo persi ahimè l’opening act dei pugliesi Red Room). I Wolfmother hanno l’abitudine di rendere la vita facile al vostro cronista, romano d’adozione ma tarantino di nascita: anni fa si esibirono a trecento metri da un albergo in una capitale europea in cui si trovava per lavoro, e quindi si precipitò ad andare ad ascoltarli con alcuni colleghi che ne condividono le passioni rockettare; stavolta addirittura si sono presentati ad una distanza ancor più breve da dove passa le vacanze estive nei luoghi natii. Come non andare a vederli?

Anche in quest’occasione i Wolfmother hanno confermato di essere una formazione tra le più grintose e scintillanti della loro generazione, con il loro suono energico e pieno (a dispetto del fatto che si tratta solo di un trio) ispirato al classic (hard) rock seventies e appena speziato di spunti stoner. Come sempre, i Wolfmother hanno pescato a piene mani dal loro album di esordio (stracolmo di autentiche gemme musicali) tra cui la Dimension d’apertura e la Joker and the Thief di chiusura, passando per le celebri Woman e Pyramid. Non sono mancate tracce dagli altri album della band, tra cui Rock Out, Rock’n’Roll Survivor e Gypsy Caravan, e la band non si è negata neanche il rito immancabile delle cover (nello specifico, Rock’n’roll degli Zeppelin e Whole Lotta Rosie dei loro connazionali AC/DC).

Dappertutto è imperversata in particolare la chitarra di Andrew Stockdale, ma pure la sezione ritmica ha menato senza fare prigionieri, per una performance pienamente soddisfacente.

GENE SIMMONS BAND

Se al vostro cronista avessero detto, quand’era ragazzino, quando ascoltava alla radio a bocca aperta le Detroit Rock City e le Shout It Loud dei Kiss durante trasmissioni tipo “Supersonic-Dischi a Mac 2”, che Gene Simmons avrebbe suonato, circa mezzo secolo dopo, nello stesso luogo dove andava a correre in bicicletta bambino pochissimi anni prima, certamente non ci avrebbe creduto.

E invece, eccolo proprio qui, nell’anno domini 2024, con la sua band personale formata da stellati musicisti dell’area hard rock come il batterista Brian Tichy (Lynch MobThe Dead Daisies, Whitesnake, Billy Idol) e i chitarristi Brent Woods (Sebastian Bach, Vince Neil) e Jason Walker.

A dispetto dei suoi quasi settantacinque anni, il bassista dei Kiss ha retto bene il caldo asfissiante della serata, partendo con una Deuce e una War Machine dal repertorio della sua band madre, per poi invitare alcuni ragazzini del pubblico (strafelici) sul palco per cantare con lui frammenti di Black Diamond e I Was Made For Loving You, memore verosimilmente dello show Rock School tenuto da Simmons un paio di decenni fa per la TV britannica. Gene attacca a partire da qui anche qualche gag in cui ripete nomi e parole in italiano (Rita Pavone-rigatoni-Topo Gigio…) siparietto che durante lo show replica più volte suscitando qualche insofferenza in taluni spettatori – un boato di consenso, però, arriva quando nomina la P.F.M.).

Attacca, poi, la sua Are You Ready, omaggia Lemmy che ci osserva da qualche parte lassù dal cielo che sormonta l’orizzonte del Mar Grande di fronte a lui con la cover di Ace of Spades, e più in là anche Eddie Van Halen raccontando il suo incontro con  la sua band nel 1977 a L.A. e suonando la rendition di House of Pain.

Il resto dello show va avanti con brani dei Kiss, da I Love It Loud a Shout It Out Loud (il mio me stesso ragazzini qui ballava), da Calling Dr. Love alla finale, immancabile Rock’n’Roll All Nite, con una band assolutamente scintillante e tosta e un Gene Simmons in forma quanto basta, istrionico e divertito.

Francesco Maraglino