Heavy

Live Report: Ghost @ Grana Padano Arena, Mantova 05/12/2019

Di Davide Sciaky - 9 Dicembre 2019 - 11:46
Live Report: Ghost @ Grana Padano Arena, Mantova 05/12/2019

GHOST + ALL THEM WITCHES + TRIBULATION

05/12/2019 @Grana Padano Arena, Mantova

I Ghost tornano in Italia per la seconda volta quest’anno e, come nel resto del mondo, lo fanno con uno show più grande e spettacolare che mai.
Protagonisti di una parabola ascendente incredibile, a soli due anni dal loro ultimo show headliner nel nostro Paese, gli svedesi raddoppiano il pubblico presente al loro spettacolo passando dall’Alcatraz di Milano, dove avevano suonato nel 2017, alla Grana Padano Arena di Mantova, location ideale per l’enorme coreografia che si portano dietro oggi.

Di supporto troviamo i connazionali Tribulation e gli americani All Them Witches: i primi iniziano davanti ad un pubblico abbastanza scarso, la coda fuori dall’Arena procede non velocissima, ma nella mezz’ora di spettacolo il locale si riempie abbastanza.
Lo stile teatrale della band, tra costumi, facce dipinte e fumo artificiale, ci introduce all’atmosfera della serata, per quanto la musica non sia troppo vicina a quella degli headliner, in particolare la voce in scream. Nonostante ciò, il pubblico sembra apprezzare e si vedono molte persone coinvolte dallo spettacolo.
Tocca gli All Them Witches il cui concerto fa pensare che Tobias Forge abbia iniziato a seguire il modello dei suoi mentori Metallica: così come le leggende del Thrash scelgono gruppi di supporto sulla quasi unica base dei propri gusti (qualcuno ha detto Bokassa?), anche Forge probabilmente ha scelto gli All Them Witches unicamente perché fan della band.
Il motivo di questo pensiero è presto detto: il trio, dedito ad uno Stoner psichedelico e dai tempi dilatati, non ha assolutamente niente a che fare con le altre band della serata, ed infatti anche nel pubblico si nota poco interesse, ad essere gentili.
La performance degli americani è buona nel suo genere, e chi scrive li segue e apprezza da anni, ma nel contesto del concerto dei Ghost risultano fuori luogo, ed infatti anche a fine serata si sentiranno commenti ben poco positivi sulla band.

Dopo la fine degli All Them Witches cala un telo che copre completamente il palco mentre viene allestito e, alle 21 in punto, si spengono le luci ed inizia il rituale.
Sulle note di ‘Ashes’ cala il sipario rivelando un palco elaborato e studiato nei minimi dettagli e, mentre inizia ‘Rats’, salta sul palco il cantante in un appariscente abito rosso.
La proposta dei Ghost, si sa, pesca da Alice Cooper, dal Rock anni ’70, da qualcosa di Prog, fino ad un tocco di Pop melodico, e queste canzoni dal vivo risultano in uno spettacolo di grande classe e qualità.
La scaletta pesca da tutta la discografia della band e, con 20 pezzi e quasi 2 ore di concerto, nessuno può essere rimasto deluso: dalla nuova ottima ‘Mary on a Cross’ a ‘Cirice’, da ‘Ritual’ a ‘Helvetesfönster’, una setlist che permette a tutti i musicisti, ben sette – tre chitarristi, un bassista, un batterista, due tastieriste – di brillare.
In particolare, i due chitarristi principali (il terzo suona solo la chitarra ritmica che alterna al tamburello) si lanciano in una guitar battle dopo ‘Devil Church’ in cui fanno anche un po’ di teatro fingendo di quasi litigare mentre si scambiano assoli.
Anche una delle due tastieriste ha il suo momento sotto ai riflettori quando, durante ‘Mummy Dust’, impugna una keytar e si mette al centro del palco rialzato per suonare un gustoso assolo.
Mummy Dust’ va anche notata per la performance di Cardinal Copia che dal vivo rende la canzone ancora più aggressiva cantando quasi in growl.
Di contorno alla musica troviamo uno spettacolo ottimamente studiato: cambi di costume per il cantante, luci perfette che esaltano i brani, fuochi, esplosioni e, per aggiungere spettacolarità al tutto, abbiamo anche due untori che ad un certo punto compaiono sul palco in mezzo alla nebbia artificiale tra una canzone e l’altra.
Anche Forge è ormai diventato uno showman provetto che con le sue mosse e le sue battute coinvolge e conquista il pubblico in un attimo; l’unica cosa che manca al cantante è il capire fino a dove si può spingere con i suoi siparietti che a volte risultano un po’ troppo lunghi e finiscono per stufare.
Al di là di siparietti e coreografie, la musica rimane sempre al centro dell’attenzione e dalla ballad ‘He Is’, all’inno ‘Year Zero’, il pubblico è quasi sempre impegnato a cantare a squarciagola.
Da sottolineare anche la performance della splendida ‘Miasma’, canzone strumentale che vede un assolo finale di sassofono (presumibilmente suonato dal terzo chitarrista che scompare dal palco proprio quando compare Papa Nihil con il sax) accolto con grandi acclamazioni dagli spettatori: l’improbabile combinazione di musica melodica, assolo di sax davanti ad un pubblico principalmente costituito da metallari rende il momento davvero particolare.
Il concerto si chiude con una doppietta di singoli che sono vere hit, ‘Dance Macabre’ e ‘Square Hammer’, che probabilmente i presenti continueranno a canticchiare per almeno una settimana.

I Ghost sono il futuro del Rock? Non lo sappiamo, ma quello che è certo è che anno dopo anno, concerto dopo concerto, la band di Tobias Forge ha sviluppato uno show sempre più elaborato e di alto livello che ormai può competere con quello dei grandi del genere.
La musica non sarà rivoluzionaria, ma lo stile degli svedesi è personale e riconoscibile, funziona bene in studio e ancora meglio dal vivo e, soprattutto, diverte e rimane in testa.
Cosa si può volere di più da un concerto Rock?