Live Report: Ghost + Uncle Acid And The Deadbeats + Twin Temple @ Mediolanum Forum, Assago (MI) – 05/05/2022
Qui puoi vedere le nostre foto del concerto.
Davvero non ci sono più i satanisti e gli occultisti di una volta. Senza rifugiarsi nei tempi più remoti, negli anni Settanta i Black Widow erano piuttosto inquietanti con quell’ossessivo invitarci al Sabba; negli anni Ottanta, i Demon e i Mercyful Fate provavano a sconvolgere il pubblico con testi e iconografia orrorifiche, mentre i Venom semplicemente accozzavano la violenza sonora con quella estetica, vestita di Messe nere d’accatto; e negli anni Novanta i Mayhem non faticavano a trovare compagnia che desse davvero seguito nei fatti a quanto predicato nei testi.
Oggi ci sono i Ghost, un carrozzone pomposo fondato sull’inversione dei simboli religiosi; non solo cristiani, se è vero che sul palco del Forum di Assago facevano bella mostra anche delle mezze lune appoggiate sopra croci rovesciate. Ma i Ghost non sono inquietanti, non fanno paura: suonano un rock semplice, accattivante e, alla fine, rassicurante.
Mi guardo intorno, poco prima che la band salga sul palco: siamo lontani anni luce dal pubblico aggressivo del black metal che fu, o da quello protometallico degli anni Ottanta. Ora si tratta di un panorama fluido, che attraversa almeno due generazioni e include rocker d’annata e giovani che riderebbero al sentirsi definire “metallari”. Ecco, ai Ghost, che il mondo metallico più puro e conservatore stigmatizza come ridicoli buffoni, va dato il merito di saper attingere i propri fan da un calderone ampio e variegato, offrendo una proposta al contempo semplice e originale, rinforzata da uno spettacolo visivo di tutto rispetto.
Ai Ghost si rifanno, nelle tematiche sataniche, gli americani Twin Temple, cui spetta il compito di scaldare il pubblico che affluisce al palazzetto milanese. Due croci rovesciate campeggano nel logo della band, che non lesina lodi al Signore degl’Inferi, mentre mette in scena un divertente spettacolo di rock ‘n’ roll a stelle e strisce a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Alexandra James è del tutto nella parte della cantantessa invasata: e pare proprio crederci quando sbeffeggia il Sangue Sacro, mentre chi scrive rimane un poco sbalestrato pensando al contrasto tra l’allegrezza della musica e la violenza iconica del messaggio. Alla fine, i Twin Temple sono la band giusta nel momento giusto: divertenti e pienamente a tema. Promossi.
Tocca poi agli inglesi Uncle Acid And The Deadbeats, di cui conosco solo un paio di album, pieni di doom rock dai riff rotondissimi e latamente sludge. Dal vivo sono bravi: non è facile rendere certe atmosfere e mantenere il groove. Ma la proposta è un po’ troppo ripetitiva e, in buona sostanza, soporifera. Al netto di qualche buon momento, soprattutto nelle parti più tirate, il concerto dei Uncle Acid And The Deadbeats passa piacevolmente, ma senza lasciare troppo di sé.
Alle 21 in punto le note registrate di Imperium invadono il Forum e Kaisarion, pezzo di apertura dell’ottimo Impera, presenta alla grande i Ghost: Tobias Forge, in perfetto face painting e agghindato come un dandy horror, conduce le danze suonate da ben otto ghoul in total black (tra cui due coriste), tutti con il volto coperto da una maschera postnucleare dotata di visori e respiratori.
L’impatto è straordinario: Rats conquista il pubblico, From the Pinnacle to the Pit fa roteare teste, Mary on a Cross costringe a saltare, Devil Church è un dialogo di chitarre che scaturisce in Cirice passando per un accenno (gradito) a Funiculì Funiculà.
Lo show è divertentissimo: non c’è un attimo di stanca, grazie soprattutto all’enorme personalità di Tobias Forge, che davvero si è inventato una formula musicale e visiva innovativa e di grande successo.
Hunter’s Moon e Spillways confermano la qualità delle più recenti composizioni della band, che fila via senza un inciampo, regalando una Ritual che non dimenticheremo presto.
E finalmente, quando è il turno del singolo Call Me Little Sunshine, ecco che fa la propria apparizione Papa Emeritus. Ed è subito festa: sorrisi e braccia al cielo, corna e telefonini che riprendono e scattano. Questa figura, che si erge ieratica e imponente al centro del palco, è tanto esplicitamente blasfema da diventare farsesca, con il risultato che il pubblico la finisce per considerare una simpatica mascotte: e non certo uno stravolgimento del messaggio che quell’abito vorrebbe comunicare. Papa Emeritus è un Eddie dei giorni nostri: simboli del male, del brutto, della morte, diventano strumenti di allegria, di divertimento, di comunità. Quasi un contrappasso, che da solo assomma molto di quel che l’heavy metal è: catarsi del male attraverso la sua stessa rappresentazione.
Ma nel frattempo arrivano Year Zero e He Is: e il recensore non smette di stupirsi dell’impressionante quantità di pezzi che potrebbero essere delle vere hit, tanto sono accattivanti e ben scritti.
In Miasma addirittura fa capolino Papa Nihil, che risorge e si mette ad assolare col sassofono: e tutti se la godono al Forum. Poi, Mummy Dust è un macigno, mentre Kiss the Go-Goat è quel sincopato che non può non far ballare l’intero palazzetto.
Una ruffiana cover di Enter Sandman, in vero piuttosto anonima, apre gli encore: Dance Macabre e soprattutto Square Hammer non fanno prigionieri. I Ghost salutano da totali vincitori; il pubblico sa di aver speso bene i propri soldi.
Era questa per me la terza volta che vedevo i Ghost. Li ricordo sull’assolato palco pomeridiano di un festival e compressi negli angusti angoli di un club. Ebbene: la loro proposta non rendeva bene quanto, invece, ha potuto fare al Forum di Milano. I Ghost sono pomposi, sopra le righe: hanno assoluto bisogno di fuochi d’artificio e grandi spazi, dove poter manifestare al meglio la potenza notevolissima dei propri pezzi. A quel livello hanno sempre puntato: grazie alla personalità e alla spocchia tracotante di Tobias Forge, sono riusciti ad arrivarci. E noi ne godiamo. Onore ai Ghost. Bravissimi.
SETLIST
Imperium
Kaisarion
Rats
From the Pinnacle to the Pit
Mary on a Cross
Devil Church
Cirice
Hunter’s Moon
Faith
Spillways
Ritual
Call Me Little Sunshine
Helvetesfönster
Year Zero
Spöksonat
He Is
Miasma
Mummy Dust
Kiss the Go-Goat
Encore:
Enter Sandman
Dance Macabre
Square Hammer