Live Report: Go Down Fest @ Bloom, Mezzago 25/09/2021
Da quasi vent’anni la Go Down Records, etichetta indipendente di Treviso, è un punto di riferimento imprescindibile per generi come il Desert Rock, lo Stoner, l’Heavy Psych, lo Sludge, il Doom e il Garage Rock. Tra le sue release figurano pubblicazioni di artisti internazionali di primo piano (Karma To Burn, Yawning Man e Fatso Jatson) e italiani come OJM, Ananda Mida e Mother Island, solo per citarne alcuni.
La Go Down Records è da tempo impegnata anche nella promozione di eventi dal vivo come il Maximum Festival e il Go Down Records Fest. Senza farsi intimorire dalle incertezze di questo periodo, durante l’estate la label ha organizzato diversi appuntamenti del Go Down Records Fest portando sui palchi di Treviso, Torino, San Mauro Pascoli (FC) e Verona artisti interessanti e di volta in volta diversi come Not Moving LTD, Jahbulong, Conny Ochs, The Lu Silver String Band e Bleeding Eyes.
Lo scorso 25 settembre il festival ha fatto tappa allo storico Bloom di Mezzago: in cartellone Mad Dogs, La Morte Viene Dallo Spazio, Alice Tamburine Lover e Not Moving LTD. Complici la mite serata di inizio autunno e la voglia di tanti appassionati di tornare a stare insieme e divertirsi grazie alla Musica, la combinazione Go Down Records/Bloom ha dato vita a un appuntamento piacevolissimo sotto tutti i punti di vista: formazioni italiane di primo ordine, pubblico numeroso, atmosfera distesa e un ottimo impianto audio. Come se ciò non bastasse, il biglietto d’ingresso includeva un disco in omaggio da scegliersi nell’ampia discografia della Go Down.
La rassegna inizia intorno alle 20:30 con l’esibizione dei Mad Dogs. Purtroppo, a causa di un insieme di vicissitudini, non sono arrivato in tempo per assistere allo show che – incentrato su “We Are Ready to Testify” – deve essere stato notevole. L’ultimo album della band, uscito a fine 2020 su Go Down Records, è infatti un coacervo esplosivo di Stoner, 70s Rock e Garage Rock, decisamente adatto alla dimensione live. Spero di avere presto occasione di recuperare e vederli suonare dal vivo.
Alle 21:30 circa parte il viaggio per i meandri più reconditi dell’universo, offerto da La Morte Viene Dallo Spazio. Il quintetto, che trae il proprio nome da un sci-fi b-movie italiano dei tardi anni 50, è fresco della pubblicazione del suo secondo album “Trivial Visions” per la finlandese Svart Records, casa di tutto ciò che, travalicando le fittizie barriere di genere, ha a che fare con psichedelia e misticismo oscuro. La Morte Viene Dallo Spazio stregano gli spettatori con una miscela organica e personalissima di Heavy Psych, Doom, Drone, Prog, sporadici accenni al Black Metal, temi orientali e atmosfere rituali. Tutti gli strumenti svolgono un ruolo fondamentale: dalla batteria, solida e puntuale, al basso profondissimo, dalle melodie di flauto, che rimandano ai Jethro Tull, ai sintetizzatori, fino alla chitarra che passa con disinvoltura da fraseggi trasognanti a gonfi riff metal.
L’atmosfera si fa decisamente più intima con Alice Tamburine Lover. Con un assetto essenziale, ma capace di notevole impatto emotivo – che vede Alice Albertazzi alla voce, alla chitarra acustica e alle percussioni e Gianfranco Romanelli alla chitarra elettrica – il duo bolognese si lancia nell’esecuzione di brani tratti dall’ultimo “Down Below” (2019) e da lavori precedenti, oltre che in una toccante interpretazione di “Vorrei Incontrarti”, chicca del periodo Prog di Alan Sorrenti. Ne scaturisce una performance intensa, che spazia senza soluzione di continuità tra Folk, Dream Pop, Blues e Psichedelia.
Gli ultimi a salire sul palco del Bloom sono i piacentini Not Moving LTD, reunion dei Not Moving, band di culto dell’underground tricolore degli anni Ottanta che annovera tra i suoi sostenitori Jello Biafra, Dave Grohl e John Peel. In seguito al disfacimento del nucleo originale nel 1988, il chitarrista Dome La Muerte Petrosino continuò con un’altra line-up fino al 1994. Dopo un estemporaneo ritorno tra il 2005 e il 2006, nel 2019 i componenti originali Rita Lilith Oberti (voce), Tony Face Bacciocchi (batteria) e Dome La Muerte Petrosino hanno ripreso l’attività, coadiuvati da Iride Volpi alla seconda chitarra. La set list della serata ha ripercorso le tappe fondamentali della discografia del combo che, incorporando nel proprio stile sonorità Garage Rock, Post Punk e Psych Rock, può essere ritenuto un antesignano dello Stoner e dell’Heavy Psych moderni. Ma in scaletta c’è spazio anche per materiale più recente, come “Lady Wine”, estratta dall’omonimo 45 giri del 2019.
Questo Go Down Records Fest è stato un evento ben pianificato e realizzato. La presenza di artisti di elevato livello qualitativo e l’accostamento di proposte molto diversificate hanno determinato la buona riuscita di una manifestazione capace di catturare l’attenzione del pubblico, anche grazie all’incessante alternarsi di mood e suggestioni. Aspetto, quest’ultimo, di assoluto rilievo perché se c’è qualcosa che più di altro accomuna le band che si sono esibite sul palco del Bloom di Mezzago lo scorso 25 settembre, questo è da ricercarsi nell’enfasi che ognuna di esse ripone nella dimensione atmosferica della propria musica.