Live Report: Gods Of Metal 2010, il report in tempo reale (giorno 3, parte I)
Gods Of Metal 2010
(27/06/2010 parte I)
Al via la terza e ultima giornata dell’edizione 2010 del Gods of Metal che quest’anno, come vuole la tradizione, ha proposto un festival di tre giorni all’insegna del metalcore e del metal più “tradizionale”. La giornata di oggi sarà all’insegna del metallo più puro grazie a band come i power metaller svedesi Sabaton, i The Devin Townsend Band di Devin Townsend (Steve Vai, Strapping Young Lad), gli storici Saxon, gli U.D.O. dell’ex cantante degli Accept, Dirkschneider, i leggendari death metaller floridiani Cannibal Corpse e gli immortali Motorhead. Molti ragazzi infine sono accorsi per i Bullet for My Valentine, metalcore band britannica a cui spetterà in difficile compito di scaldare gli animi prima dell’esibizione dei connazionali Motorhead. E proprio questi ultimi sono i più attesi: già di prima mattina molti indossano la loro maglietta! La bill sarà rappresentata anche da una realtà nostrana particolarmente attesa, i Labyrinth con Olaf Thorsen. E oggi non solo underground sul second stage: Anvil, Soulfly e Van Canto, ognuno a modo proprio, richiamerà l’attenzione dei presenti, potete starne certi. Siamo pronti a partire con il primo riff dei Sabaton, il sole oggi non perdone e manca quel po’ di vento a riscaldare le fronti …ma a cosa l’hanno inventata a fare la birra?
Nicola Furlan
Seguiteci, TrueMetal condividerà con voi una nuova giornata all’insegna della musica che amiamo!
Sabaton
Alle 11 spaccate entrano in scena gli svedesi Sabaton, con il loro heavy metal marziale. Nonostante l’ora mattutina il pubblico si accalca sotto il palco e non si risparmia in headbanging, cantando a squarciagola i ritornelli dei brani proposti. Coat Of Army, Sabaton, Primo Victoria sono solo alcuni delle canzoni suonate: la band è carica di energia, anche per il fatto che la risposta della folla è altissima e sembra divertirsi moltissimo. Sono le 11.30 e l’affluenza all’arena concerti è già piuttosto buona, spiace dirlo, ma nella giornata di ieri tutti questi metalheads non si erano visti.
Testo e foto: Stefano Vianello
Labyrinth
Tocca ai Labyrinth di Olaf Thorsen salire sul mail stage. L’audio non è dei migliori e penalizza molto la band: i suoni della batteria sommergono quelli degli altri strumenti che rimangono nettamente in secondo piano. In ogni caso, i nostri ce la mettono tutta e si vede chiaramente che si divertono nel suonare sul palco. C’è spazio per brani nuovi e vecchi, l’ormai consacrata a brano “live” A Chance, e l’intramontabile Moonlight. Un Roberto Tiranti in gran spolvero e sempre pronto a scherzare con gli altri membri del gruppo. Sarà pur stata l’unica realtà italiana a calcare il palco in questa terza giornata del Gods of Metal, ma se l’è cavata alla grande. In campo metal non abbiamo sfigurato per nulla.
Testo e foto: Stefano Vianello
Devin Townsend Band
Il talentuoso chitarrista Devin Townsend ha fatto spettacolo, ma non uno spettacolo forzato come tanti amanti della pura immagine fanno, no, uno spettacolo con la S maiuscola. Supportato da un’acustica eccellente (dopo qualche calo di qualità registrato nella giornata di ieri), Devin ha suonato squisitamente, interpretando con il suo stile ogni pezzo tratto dall’ultimo studio album coi The Devin Townsed Band, “Synchestra”, ma non solo. C’è stato tempo anche per il capolavoro tratto da Ziltoid, By Your Command. Il brano ha letteralmente mandato in delirio i presenti, evidenziando il valore di uno grande artista con la “A” maiuscola. Stavolta questo termine non è svenduto: Devin ha davvero talento e lo ha dimostrato, sopratutto sulle note di Addicted, brano tratto dal secondo studio album della carriera e per l’occasione interpretato con una passioe e un coinvolgimento comune a pochi. Peccato solo per il ridotto tempo dell’esibizione. Sono certo che nessuno ne ha avute abbastanza. Promosso con lode.
Testo: Nicola Furlan
Foto: Stefano Vianello
Anvil
Assieme a Raven, Motorhead e Saxon, il Gods of Metal piazza nella bill un’altra storica band delle correnti speed metal che imperversavano da inizio a fine anni ottanta: gli Anvil. canadese di nascita, il terzetto capitanato dal frontman Lips sale su un second stage che non rende onore all’importanza storica celata dietro i brani della speed metal band canadese che, per l’occasione, esibisce una contenuta setlist in grado di proporre il vecchio e il nuovo. Giusto per citare, si pensi che sono stati eseguiti School Love (estratto dall’esordio del 1981 “Hard ‘n’ Heavy), Metal on metal, title track della seconda fatica discografica della carriera, come This is Thirteen, brano facente parte dell’ultimo full-length del 2007. Unico elemento passibile d’osservazione la posizione in scaletta e la scelta di far suonare la band sul sceond stage: tragico destino detatto dalle regole del music biz e come tali elementi estraeni alla volontà di una band dall’attitudine pressoché inesauribile. Fortunato chi c’è stato.
Testo: Nicola Furlan
Van Canto
Giusto il tempo di sistemare i suoni della batteria (unico strumento vero utilizzato) ed ecco arrivare sul palco i Van Canto: “hero metal” a cappella il genere da loro autoimposto.
La folla radunata sotto il second stage è nutrita come mai visto fino a ora. La band è in gran forma e l’audio buono: vengono proposti brani da tutto il repertorio, tra i quali spiccano Wishmaster, The Mission, Kings Of Metal e la conclusiva Master Of Puppets. Il pubblico è divertito e apprezza la performance del combo tedesco che ha presenza scenica da vendere, aiutati anche dal fatto di avere in line-up Inga Scharf che, oltre a essere molto bella, ha una voce incantevole che rapisce tutti gli astanti. Poco il tempo a loro disposizione, ma un live di tutto rispetto considerato il caldo torrido della giornata.
Testo e foto: Stefano Vianello
Saxon
Alzi la mano chi non conosce o non ha mai sentito nominare la band capitanata dal carismatico frontman Biff Byford. La NWOBHM band britannica ha confermato lo stato di forma delle old-school metal band, sempre più richieste per alimentare l’energia di fan alla ricerca del carburante in grado di metter in moto la macchina infernale dell’HM che hanno dentro. Tanto entusiasmo ricambiato dalla maggior affluenza sotto il palco che si sia registrata dall’inizio di quest’ultima giornata metal a Collegno. Musicisti in grande forma, suoni nuovamente a livelli eccellenti e un sole oscurato da qualche furtiva nuvola, hanno reso l’esibizione sopportabile e godibile, dal primo all’ultimo minuto. L’apice dello spettacolo è statoo paradossalmente sulle note di To Hell and Back Again, pezzo ricco di groove, velocità ed energia e che ha visto un Biff Byford in condizione straordinaria. Una performance degna del nome che i nostri si portano sulle spalle da oltre tren’anni. Dei maestri, non ci sono altre parole per descriverli.
Testo: Nicola Furlan