Live Report: Gong – Rock in Progress Festival a Parma
Nella splendida cornice del Piazzale della Pace di Parma si è svolta, in una perfetta giornata di sole, la quinta edizione del Gong rock in progress festival. La kermesse, organizzata dalla Distilleria Music Factory di Gigi Cavalli Cocchi e Cristiano Roversi, non è purtroppo riuscita a radunare quello che si può definire un pubblico numeroso, ma ha comunque soddisfatto i presenti grazie ad un bill eterogeneo e di qualità. Dispiace constatare come il progressive fatichi a catturare l’attenzione anche quando viene messo a disposizione di tutti: il festival era infatti del tutto gratuito.
Report a cura di Massimo Ecchili
Foto a cura di Paolo Dalle Prane
Lazuli
Tocca ai francesi Lazuli, nonostante fossero annunciati come terzi in scaletta, aprire le danze. La band di Gard offre una setlist che abbraccia l’intera discografia a disposizione, con un occhio di riguardo, com’è ovvio che sia, per l’ultima release datata 2009 Réponse incongrue à l’inéluctable. Uno show magnetico il loro, con un interesse particolare suscitato da Claude Leonetti ed il suo Leode, un particolare strumento da lui stesso creato. I Lazuli dal vivo riescono nel contempo a creare un’atmosfera malinconica e a coinvolgere, nel giusto momento, il pubblico presente. Applauditissimi all’uscita, la loro performance si farà sicuramente ricordare e la loro musica ora ha sicuramente qualche estimatore in più.
Colster
Non più in posizione di apripista, i Colster, giovane e promettente band di Bra, si trovano nella difficile condizione di dover suonare dopo l’esibizione sopra le righe dei Lazuli. Forti dell’omonimo esordio discografico, i ragazzi si esibiscono con il loro progressive contaminato dagli elementi più disparati, quali jazz ed elettronica, ma, complice anche la mancanza di qualche decibel, offrono una prova in chiaroscuro, non priva di qulache sbavatura. Interessanti su disco, da rivedere in sede live.
Moongarden
Con leggero ritardo per qualche problema tecnico in fase di soundcheck, giunge il momento dei mantovani Moongarden, blasonata band che vede tra le sue fila Gigi Cavalli Cocchi e Cristiano Roversi, organizzatori dell’evento. Uno show intenso il loro, quanto l’ultima fatica discografica A Vulgar Display Of Prog, unanimamente accolto con entusiasmo da pubblico e critica. Ancora una volta dispiace per il volume non appropriato soprattutto ai brani dalla forte componente elettronica quali la bellissima MDMA, che ha in ogni caso assolutamente convinto. Tutti in palla con una menzione particolare per il frontman Simone Baldini Tosi, capace di tenere un ottimo feeling col pubblico e nel contempo una prova vocale senza sbavature.
The Tangent
Due note dolenti introducono l’esibizione degli inglesi The Tangent: a causa di ritardi vari accumulatisi durante la giornata lo show non potrà durare più di un’ora (come se già non bastasse il volume dell’impianto al minimo sindacale) e non ci sarà Theo Travis ai fiati, causa impegni in terra spagnola con Robert Fripp.
Partono le note dell’immensa Where Are They Now?, opener dell’ultimo lavoro Down And Out In Paris And London, e ogni traccia di delusione viene spazzata via dall’entusiasmo. Andy Tillison si scatena sulle sue tastiere, salta, dialoga col pubblico e canta, il tutto con un carisma assolutamente fuori dall’ordinario. E quando annuncia che i The Tangent non sono più un insieme di sessionist ma un vero gruppo con una line-up finalmente stabile, il pubblico esulta. Anche perchè il nuovo acquisto, il giovanissimo Luke Machin, dimostra di saperci davvero fare con la sei corde tra le mani, e Barrett con il suo fretless non si discute.
Seguono altri due brani tratti dall’ultima release, ovvero l’acida Paroxetine20mg e l’icantevole Perdu Dans Paris, che Andy dedica ai francesi Lazuli presenti tra il pubblico.
Si chiude con la lunga In Earnest, unica testimonianza dei precedenti lavori, nella fattispecie di A Place in the Queue del 2006, a coronare un’esibizione breve ma intensissima e difficile da dimenticare.