Live Report: Greta Van Fleet @Annexet, Stoccolma, Svezia 04/11/2018
GRETA VAN FLEET + GOODBYE JUNE
04/11/2018 @Annexet, Stoccolma, Svezia
Al giorno d’oggi sembra che chiunque abbia un’opinione su Greta Van Fleet: da Robert Plant a Slash, da Alice Cooper ad Elton John, dai giornalisti specializzati all’ultimo degli ascoltatori distratti su internet.
Avendo un’età media di 21 anni, e solo due EP ed un album pubblicato poche settimane fa all’attivo, è difficile credere a tutto il polverone sollevato intorno ai quattro ragazzi americani per il “crimine” capitale di suonare troppo simili ai Led Zeppelin (per i detrattori).
Ma i quattro ragazzi americani non hanno solo detrattori e, mentre qualcuno è impegnato a digitare tutta la sua indignazione sulla tastiera, i Greta Van Fleet erano impegnati a suonare concerti sold out in mezzo mondo.
Questo è il caso anche del concerto di Stoccolma dove la band del Michigan ha riempito l’Annexet, un locale da ben 4000 posti dove neanche un anno fa avevano suonato gli Europe che, pur giocando in casa, non erano riusciti a raggiungere il sold out ottenuto dagli americani.
In apertura troviamo i Goodbye June, altra band americana dedita ad un Hard Rock con spruzzate di Blues abbastanza classico ma con anche una certa personalità.
Sul palco i quattro musicisti, tre cugini più un turnista ad accompagnarli, si divertono e divertono chi è davanti al palco suonando ben undici pezzi in circa 50 minuti, non male per una band di supporto.
Il pubblico svedese, mediamente abbastanza freddo, risponde con un cauto entusiasmo senza sbottonarsi troppo ma mostrando comunque un certo apprezzamento per la band d’apertura; a fine show siamo soddisfatti della prestazione dei Goodbye June che si sarebbero meritati anche un po’ più di calore dal pubblico.
Dopo una pausa per montare il palco, non particolarmente elaborato ma comunque notevole con una sfilza di riflettori puntati verso il pubblico, i Greta Van Fleet arrivano correndo sul palco lanciando fiori sui fan.
I quattro si prendono qualche attimo per godersi il calore del pubblico e poi si lanciano in ‘Brave New World’, pezzo estratto dal nuovo album, per poi passare a ‘Highway Tune’; questo pezzo, tratto dal primo EP della band, è quello che li ha lanciati ed è sicuramente tra i loro più noti.
Il concerto sarà un piacevole alternarsi di pezzi di “Anthem of the Peaceful Army”, l’album di debutto, e “From the Fires”, il secondo EP (che include anche i brani del primo EP), con l’aggiunta di un paio di cover, ‘Evil’ di Howlin’ Wolf e ‘Lay Down (Candles in the Rain) di Melanie Safka.
Non mancano le ballad, le ottime ‘Flower Power’, ‘Watching Over’ e ‘You’re the One’, e in un momento o l’altro tutti i musicisti hanno il loro momento sotto i riflettori: l’assolo di tastiera alla fine di ‘Flower Power’, il lungo, bellissimo, assolo di chitarra di ‘Lay Down’ e l’assolone di batteria che chiude il concerto.
Se tutti i membri della band sono decisamente abili, è il cantante Joshua Kiszka quello che impressiona di più, non solo per la sua potentissima voce, una via di mezzo tra Robert Plant e Geddy Lee, ma per il quanto sia a suo agio come frontman davanti a 4000 persone: a 22 anni e con una carriera brevissima alle spalle Joshua sembra un veterano per come si muove sul palco e si rivolge al pubblico.
Dopo ‘When the Curtain Falls’, divertentissima canzone dell’ultimo album, la band lascia il palco ma, richiamata dalle urla del pubblico, torna rapidamente per un encore che inizia con la splendida ‘Black Smoke Rising’.
Se fosse stato registrata 40 o più anni fa probabilmente oggi sarebbe un classico del Rock, pubblicata oggi rimane “solo” una canzone di vero Rock and Roll davvero ottima, maledettamente divertente ed energetica.
Questo è quello che sono i Greta Van Fleet, non inventano niente di nuovo, ma semmai ci ripresentano qualcosa di vecchio con grande energia, passione ed entusiasmo.
Cos’è il Rock se non queste tre cose?
Dopo ‘Safari Song’ il concerto finisce mentre il pubblico acclama i quattro ragazzi.
Siamo convinti, i Greta Van Fleet ci sanno davvero fare ed è davvero rincuorante vedere un gruppo così giovane che propone Rock venire accolto da questo entusiasmo, con un pubblico che canta a memoria molte canzoni uscite solamente poche settimane fa.
È vero, alcune canzoni ricordano molto i Led Zeppelin, ma da quando in qua suonare come una delle più grandi band della storia del Rock è diventata una cosa negativa?
“I know it’s only rock ‘n’ roll but I like it” diceva qualcuno.
La band sarà a Milano a febbraio per il loro primo concerto italiano e l’Alcatraz è andato sold out in tempo record, quindi non è da escludere che il promoter possa decidere di spostarlo in un locale più grande; se così fosse non posso che consigliarvi di andare a vederli, non dovesse succedere…buon divertimento a chi si è accaparrato un biglietto.
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