Live Report: Hardcore Superstar + Gotto Esplosivo Ambria (BG)

Di Stefano Burini - 19 Luglio 2012 - 12:58
Live Report: Hardcore Superstar + Gotto Esplosivo Ambria (BG)

 

Nonostante li abbia visti nemmeno un mese fa al Gods Of Metal in quel dell’Area Fiere di Rho, e anzi, probabilmente proprio per questo e per l’ottima impressione destatami in quell’occasione, non stavo più nella pelle di rivedere gli ormai mitici Hardcore Superstar. E a giudicare dalla fortissima presenza di pubblico, davvero degna delle grandi occasioni e, di certo, aiutata dalla gratuità dell’evento, erano in molti in attesa dell’ennesima (già passati gratis l’estate scorsa in bergamasca, alla festa della birra di Trescore Balneario e più avanti al Live di Trezzo) calata sul suolo italico degli street-glamster svedesi, questa volta nome di spicco nel cartellone dell’Ambria Music Festival.

 

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Il compito di aprire le danze di fronte ad un pubblico già piuttosto numeroso ed eterogeneo tocca agli autoctoni Gotto Esplosivo e c’è da dire che l’impatto della band bergamasca è davvero forte. Un nome così particolare affonda le radici nella letteratura di fantascienza di qualche decennio addietro e in particolare nel “Gotto Esplosivo Pangalattico”, la leggendaria bevanda creata dalla mente malata di quel genio pazzoide che rispondeva al nome di Douglas Adams e le cui incredibili facoltà venivano enumerate nei vari capitoli della saga della “Guida Galattica per Autostoppisti”.

 

La miglior bevanda alcolica che esista è il Gotto Esplosivo Pangalattico. Si dice che quando si beve un Gotto Esplosivo Pangalattico si ha l’impressione che il cervello venga spappolato da una fetta di limone legata intorno ad un grosso mattone d’oro.”

Douglas Adams (1952-2001),  Guida Galattica per gli Autostoppisti

 

 

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La loro proposta è una sorta di heavy rock contaminatissimo ed incredibilmente efficace in cui confluiscono il groove dei Pantera, il crossover dei Rage Against The Machine e le derive elettroniche gestite dai synth di Anto, impegnato anche alle vocals, rigorosamente in italiano. L’attitudine è quella giusta e pur non conoscendo alcuna delle canzoni proposte né in generale la band, l’impressione è molto positiva ed è decisamente un piacere notare come molte delle persone che si trovavano sotto al palco erano lì per loro, prima ancora che per gli headliner della serata.

 

Gotto Esplosivo

Anto: Voce, synth

Lasku: Chitarra, seconda voce

Nic: Batteria, cori

Matt: Basso, cori

 

Intorno alle 22 e 30 scatta l’ora degli Hardcore Superstar, la calca è davvero forte e, dopo la solita intro vanhaleniana (Dance The Night Away) bastano le prime note in apertura per scatenare da subito un pogo infernale sotto al palco, manco ci fossero gli Slayer! In uno show serale, con più tempo a disposizione e il palco tutto per loro, la band svedese mette letteralmente a ferro e fuoco la piccola cittadina della Val Brembana. Il pubblico ora è davvero numeroso e decisamente determinato a sfasciare tutto il possibile, con una tornitissima legione di glamster di ambo i sessi, tra cui qualche viso familiare, probabilmente già visto al GOM, giunti dalle province vicine.

 

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Lo show parte da subito con il piede giusto, ma è quando si giunge ai veri e propri cavalli di battaglia che il gradimento degli spettatori si fa totale: ”Wild Boys” alza la tensione, “Someone Special” è l’occasione per un tuffo nel passato (“Bad Sneakers And Pina Colada”) e “Dreamin In A Casket” non fa prigionieri con quel riff cadenzato, metallico ed esaltante. “Sadistic Girl” diverte e spiana la strada all’ignorantissima “Split Your Lip”, un altro di quei pezzi che rappresentano il fiore all’occhiello di una band come gli HC Superstar. Con “Run To Your Mama”, esattamente come al GOM, proposta in una versione per sola voce e chitarra, con Jocke Berg mattatore e davvero in formissima accompagnato dal fedele Vic Zino, è il momento della ballata di turno, ma non aspettatevi accendini e ragazzine urlanti, la voce di Jocke graffia che è un piacere e la canzone ha il fascino decadente, ruvido e tutto sbilenco dei migliori lenti della tradizione glam, più che la perfezione patinata di Bon Jovi, Dokken e Europe.

“Liberation” è una piccola sorpresa, rispetto al set di un mese fa, accolta con soddisfazione dai presenti e l’immancabile “Moonshine” conferma l’alto gradimento tra le fila del pubblico, con Jocke che non perde occasione di incoraggiare i presenti a urlare ancora più forte e scatenarsi ancor di più. Il vero delirio si ha però nel finale, con una “Last Call For Alcohol” da dieci e lode, potente, divertente ed esaltante, con un curioso medley centrale in cui confluisce la priestiana “Another Thing Coming” e un finale nel quale gli svedesi fanno salire sul palco qualche decina di spettatori dalle prime file a cantare e ballare con loro.

 

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Ultimo encore la sempre fenomenale “We Don’t Celebrate Sundays”, degna chiusura di un grande show all’insegna del rock ‘n’ roll e del divertimento. E’ un vero piacere tornare a casa coperti di polvere da capo a piedi e senza voce dopo aver assistito ad un concerto di questo livello e dopo aver sentito urlare più volte da Jocke BergScream For Me, Ambriaaaaa!”: priceless. Forse per una volta quando dicono che “l’Italia è la loro seconda casa”, potremmo anche credergli.

 

Report e foto a cura di Stefano Burini