Live Report: Imperial State Electric + Dregen a Romagnano Sesia (NO)
Imperial State Electric + Dregen
Rock n’Roll Arena @ Romagnano Sesia – Venerdì 13 dicembre 2013
Live report e foto a cura di Fabio Vellata
Freddo, tanto freddo.
Una serata gelida da circolo polare non poteva essere scenario migliore per l’esibizione di una coppia di band provenienti dal lontano e freddissimo nord scandinavo, terra che, tuttavia, quando si tratta di hard rock, sa tramutarsi in un incandescente distillato di lava vulcanica.
E la sera dello scorso 13 dicembre nella gelida cornice della Rock n’Roll Arena di Romagnano Sesia, di storia del rock nordico se ne è vista un bel po’, in un’accoppiata di gran prestigio e sostanza che ha animato un pubblico intirizzito dalle rigide temperature, per fortuna, riscaldatosi ai ritmi bollenti proposti per qualche ora sul palco.
La storia del hard rock n’roll in terre svedesi passa da alcuni nomi seminali: Hardcore Superstar, Gluecifer, Backyard Babies ed Hellacopters su tutti. L’anima proprio di questi ultimi due, è stata la vera protagonista di un evento da incorniciare…
Arrivando con buon anticipo sull’inizio dell’esibizione, è stato inevitabile constatare sin dai primi minuti il livello di temperatura decisamente basso all’interno del locale.
Un inopportuno guasto all’impianto di riscaldamento è stata la spiegazione del clima che ha indotto i presenti all’inusuale utilizzo di maglie e giacconi per assistere ad uno show al chiuso: un evento piuttosto raro ed infelice (ma soprattutto, indipendente dalla volontà dei solerti gestori) che, ad ogni modo, non ha cagionato alcun danno al buon svolgimento della serata.
Intorno alle 22.00, via all’atteso spettacolo: non moltissimi i presenti (una schiera comunque piuttosto nutrita e destinata a rinforzarsi con il trascorrere dei minuti) ad acclamare l’arrivo sul palco di Dregen, folletto iper tatuato, protagonista di una carriera sinora brillantissima a cavallo di realtà leggendarie del rock nord europeo quali Backyard Babies ed Hellacopters, band quest’ultima, fondata nel 1994 insieme proprio a Nicke Andersson, attuale leader degli Imperial State Electric.
Forte di un ottimo album solista appena pubblicato, il musicista svedese concentra la gran parte dello show proprio sul nucleo di nuovi pezzi, eseguito praticamente nella sua totalità.
Qualche intermezzo a carico di brani strappati alla storia dei Backyard Babies (“Star War” e “Blank Canvas”), il corollario di una performance di sostanza in cui il carisma del singer/chitarrista ha rappresentato il classico valore aggiunto: movenze particolari che (complice anche il curioso copricapo indossato per mascherare i recenti problemi di calvizie “da stress”) un po’ ricordano il celebre “molleggiato” tricolore, chitarra a livello ginocchia e voce da fumatore incallito, gli ingredienti di un immagine bizzarra e dai tratti quasi fumetteschi, seconda per impatto, solo alla grinta profusa nell’esecuzione dei brani.
Come prevedibile, il nuovo “Dregen” – uscito in novembre – viene saccheggiato quasi totalmente nell’ora abbondante di spettacolo: alcuni pezzi vengono tuttavia personalizzati con dilatazioni in stile jam session che ne allungano la durata, facendo però perdere un pizzico di dinamismo.
Come da disco, anche dal vivo, “Just Like That”, “Division of Me”, “Flat Tyre On A Muddy Road” e soprattutto “6:10”, i momenti più interessanti e per certi versi singolari, apprezzati da un pubblico via via sempre più consistente, sebbene non sempre caloroso e coinvolto in modo realmente “completo”.
Un particolare che, nonostante la vitalità mostrata sul palco e l’affiatamento con il resto della band, sembra aver un pizzico indispettito lo stesso Dregen che, al termine della classica “Minus Celsius” abbandona velocemente il palco, senza concedere il tradizionale bis di rito.
Un peccato a dire il vero. La performance era stata sin qui gustosa e divertente ed avrebbe meritato diversa conclusione.
Setlist:
01. Division Of Me
02. Just Like That
03. One Man Army
04. Bad Situation
05. Star War
06. Gig Pig
07. Flat Tyre On A Muddy Road
08. Pink Hearse
09. Blank Canvas
10. Refuse
11. 6:10
12. Minus Celsius
Sono già trascorse le 23.00 da un pezzo quando sul palco di una Rock n’Roll Arena sempre freddina ma ora ben popolata, piombano i chiassosi e sfacciati Imperial State Electric, band costruita dal celebre Nicke Andersson (Entombed / Hellacopters) nel 2009, proprio poco dopo lo scioglimento degli Hellacopters.
Con tre album in carniere – l’ultimo dei quali uscito da poche settimane – il gruppo ha un buon numero di pezzi a disposizione da lanciare in pasto all’audience, pronta a scatenarsi al ritmo di classico e purissimo rock n’roll “d’autore”. Partendo da Chuck Berry per finire agli Ac/Dc, senza dimenticare Kiss ed Alice Cooper, la band da sempre non perde l’occasione per divertire oltre ogni altro proposito: il risultato istantaneo e lo scapocciare selvaggio che ha visto coinvolti i presenti sin dal primo istante dello show, aperto con la velocissima “Emptiness Into The Void”.
Andresson mostra personalità da leader, tuttavia non pare voler essere un protagonista unico circondato da semplici comprimari: il secondo chitarrista Tobias Egge, ma soprattutto il funambolico ed estroverso bassista Dolf De Borst, sono ottime sorprese a livello di carisma, individualità di spicco cui viene concesso adeguato spazio per esprimersi in molti momenti dello show.
Adrenalinico dal primo secondo sino alla conclusione, il quartetto mette in pista una miscela di brani che pesca un po’ da tutti e tre i dischi pubblicati, con un occhio di riguardo – come ovvio – per il recentissimo “Reptile Brain Music”.
Pezzi agili e scalcianti come “Hu Huh”, “Faustian Bargains”, “Apologize” e “Holiday From My Vacation” riscaldano l’atmosfera, facendo dimenticare d’improvviso il freddo pungente, al pari delle torrenziali “This Is Rock n’Roll”, cover di un brano del 1978 dei The Kidz, “incandescente” sin dalla sua nascita e “Why Don’t You Leave It Alone”, pezzo di BaBa Thomas risalente agli anni sessanta.
Nessuno spazio per smancerie o momenti d’atmosfera, solo energia, sudore e vitalità: anche quando i tratti si fanno più melodici ed ammorbiditi, come in occasione della sinuosa “Stay The Night” (Tobias Egge alla voce), non c’è tempo per rilassarsi troppo.
Devastante poi, prima dei tonanti bis finali, il cambio di ruolo, con Andersson al basso ed il folle Dolf De Borst (ex Datsuns) al microfono, per l’esecuzione della selvaggia “Reptile Brain”.
Un istrione naturale, un pazzo scatenato, un animale da palco: il singer/bassista neozelandese può essere definito in mille modi diversi, tutti però, affini alla sua estrema capacità di mostrarsi grintoso e coinvolgente quando protagonista sotto le luci della ribalta.
Dopo un’altra ora abbondante di dimenamenti ed headbanging all’inossidabile ritmo del migliore rock n’roll, è tempo dei tradizionali encore.
Come atteso, il vecchio compagno d’armi Dregen ed i musicisti della sua band fanno la propria comparsa, per regalare tutti insieme alla platea una scarica di furibondo hard rock con le terrificanti “Throwing Stones” (scritta dalla coppia Dregen/Andersson) e “(Gotta Get Some Action) Now!”, classicone degli Hellacopters che devasta le ultime risorse d’energia rimaste in un pubblico ormai scatenatosi in un pogo ribelle ed incessante.
Spento l’eco dell’ultimo brano, il freddo ci pare scomparso e l’energia ribollire saettante nel sangue che pulsa alla velocità del rock più intransigente.
Potremmo andare avanti ad ascoltarne ancora, per tutta la notte, senza sosta: purtroppo l’ora è tarda ed è tempo di tornare a casa, sfidando le temperature gelide – quelle sì – in attesa all’esterno della hall valsesiana.
Un piacere? Un Divertimento? Un momento di sana liberazione rockettara?
Il concerto di questa sera è stato un po’ tutto quanto insieme. La certezza è, oltre ogni dubbio, quella di aver ascoltato una coppia di maestri assoluti nel loro genere, che siamo grati di aver colto al volo nella loro discesa dalle nostre parti.
Un’occasione che, con ogni probabilità, ben difficilmente si verificherà ancora…
Setlist:
01. Emptiness Into The Void
02. Hu Huh
03. Déjà vu
04. Underwhelmed
05. Deride And Conquer
06. Redemption’s Gone
07. Faustian Bargains
08. Stay The Night
09. Why Don’t You Leave It Alone (BaBa Thomas Cover)
10. A Holiday From My Vacation
11. Apologize
12. This Is Rock n’Roll (The Kidz Cover)
13. More Than Enough Of Your Love
14. Sheltered In The Sand
15. Get Off
16. Down In The Bunker
17. Reptile Brain
Encore:
18. Throwing Stones
19. (Gotta Get Some Action) Now!