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Live e Photo Report: Iron Maiden (cancellato) + Airbourne, Lord of the Lost @ Bologna Sonic Park – 07/07/2022

Di Davide Sciaky - 8 Luglio 2022 - 18:54
Live e Photo Report: Iron Maiden (cancellato) + Airbourne, Lord of the Lost @ Bologna Sonic Park – 07/07/2022

Bologna Sonic Park: Iron Maiden (cancellato) + Airbourne + Lord of the Lost

@Arena Joe Strummer, Bologna – 07/07/2022

Giovedì 7 luglio 2022 è una data che per tanto tempo è stata attesa da molti amanti del Metal, e che a posteriori tanti vorrebbero dimenticare.
La ragione è ovviamente che il concerto degli Iron Maiden, atteso da due anni e più volte rimandato causa COVID-19, è stato cancellato a pochi minuti dal momento in cui sarebbe dovuto finalmente iniziare.

Ma andiamo con ordine.

Nel pomeriggio apre l’arena Joe Strummer di Bologna accogliendo i fan in trepidante attesa, si parla di 30.000 spettatori che sono arrivati da tutta Italia, e non solo, per l’unica data italiana della Vergine di Ferro.
All’interno dell’area concerti si trovano diversi banchetti di cibo e bevande: non avendone usufruito non possiamo dare un giudizio a riguardo, ma la quantità di questi stand sembra abbastanza ampia da permettere a tutti di accedervi senza eccessive code.
Arrivando all’area di fronte al palco troviamo in pit, una zona transennata più vicina allo stage, a cui potranno accedere le prime 4000 persone arrivate sul posto che hanno ricevuto braccialetti che ne permettono l’accesso. Tutti gli altri spettatori si posizionano intorno alle transenne o sulla collina di fronte al palco che permette una visione dei concerti diretta, frontale e comoda.
In più parti dell’arena, inoltre, viene spruzzata acqua sul pubblico permettendo ai più accaldati di rinfrescarsi nel pomeriggio torrido.

Poco dopo le 18 i tedeschi Lord of the Lost salgono puntuali sul palco ad aprire le danze.
Nel caldo del pomeriggio è doppia l’ammirazione per la band che ha il compito di iniziare a scaldare il pubblico prima di una band leggendaria, compito mai facile, e che lo fa con grande energia nonostante il clima. I musicisti non si risparmiano e nel non tantissimo tempo a disposizione suonano sette brani che riescono a coinvolgere gli spettatori. Infatti, anche se probabilmente non tantissimi conoscono la band – i Maiden attirano un pubblico vastissimo e i Lord of the Lost non sono tra le band più famose, né sono estremamente affini agli inglesi per genere suonato – si vedono già le prime corna alzate, teste che fanno headbanging, e applausi convinti.

Dopo i tedeschi è il turno degli Airbourne che, da sempre fedelissimi seguaci degli AC/DC e del rock più energico e elettrico, mettono su uno show che conquista fin dai primi momenti tutti i presenti.
Iniziando con “Ready to Rock”, una vera e propria dichiarazione d’intenti, gli australiani partono subito in quarta e con il loro entusiasmo contagioso fanno saltare e applaudire a tempo i loro fan, vecchi e nuovi, con una setlist essenziale dei loro brani più amati. Non mancano i siparietti noti a chi li ha già visti, dai frequenti lanci di bicchieri di birra al pubblico, al frontman Joel O’Keeffe che si butta in mezzo al pubblico (sulle spalle di un uomo della sicurezza) a suonare un assolo e a far esplodere una lattina di birra sbattendosela sulla testa durante “Girls in Black”. Tutta la band è estremamente affiatata ed in palla, ma gli occhi di tutti sono puntati su un Joel assolutamente magnetico e scatenato che non si ferma un secondo e corre da un’estremità all’altra del palco senza mai smettere di cantare o suonare.
Nel tempo a loro disposizione gli Airbourne convincono tutti i loro fan, probabilmente ne guadagnano di nuovi, e scaldano l’atmosfera ancora di più preparando tutti per l’headliner, che purtroppo non arriverà mai.

Durante i preparativi del palco degli Iron Maiden, infatti, all’orizzonte si presentano nubi nerissime, condite da lampi e tuoni, che nei minuti successivi si fanno sempre più vicine e minacciose. Quando ormai mancano pochi momenti all’inizio del concerto comincia a scendere la pioggia, il vento sia fa più forte e fa ondeggiare i maxi-schermi accanto al palco, e poco dopo un annuncio avvisa il pubblico di evacuare il pit per motivi di sicurezza.
La Protezione Civile, infatti, ha avvisato gli organizzatori che la situazione sta diventando sempre più pericolosa e i maxi-schermi vengono quindi calati per evitare rischi.
Dopo un’attesa di circa mezz’ora, un nuovo annuncio chiede ai presenti di allontanarsi dall’area concerti perché lo show non potrà avere luogo.

Se l’epilogo della serata è stata una delusione e un grande dispiacere per chi aspettava questo concerto letteralmente da anni, bisogna, pure se con fatica, cercare un po’ di distanza per giudicare quanto accaduto.
Innanzitutto bisogna pensare al fatto che per l’organizzazione, così come per la band e per la loro crew, un concerto è, prima che divertimento e passione, un lavoro e nessuno può aver scelto di cancellarlo (soprattutto all’ultimo, quando ormai si era quasi pronti per iniziare) a cuor leggero, per di più dopo due anni di pandemia in cui tutto il settore ha faticato enormemente.
Cancellare un concerto in quel momento vorrà dire, presumibilmente, grosse perdite economiche per tante, se non tutte, le parti coinvolte.
Ma quando la Protezione Civile ha parlato di un concreto rischio per la sicurezza dei presenti qualcuno ha dovuto prendere rapidamente una decisione molto difficile e, se col senno di poi è facile dire che magari non sarebbe successo niente a lasciar proseguire il concerto, ieri sera la scelta è stata tra la possibilità di mettere a rischio l’incolumità dei presenti e il cancellare il concerto con tutti i problemi che questo avrebbe causato, sia per i fan che per chi ieri stava lavorando.
Oggi, nella migliore tradizione dei social, tutti hanno un’opinione e una soluzione pronta: avrebbero dovuto anticipare il concerto, avrebbero dovuto aspettare la fine della pioggia, avrebbero dovuto suonare lo stesso ignorando i rischi.
La verità non è in tasca a nessuno, ma quello che è certo è che se le cose fossero andate diversamente e ci fosse stato un epilogo ben peggiore, gli organizzatori sarebbero stati immediatamente accusati di non aver fatto abbastanza per evitare la tragedia.

Oggi, oltre ad offrire il rimborso dei biglietti, gli Iron Maiden hanno rilasciato per bocca del loro storico manager Rod Smallwood una dichiarazione in cui si sono detti d’accordo con la difficile decisione di cancellare la data nell’interesse della sicurezza dei fan: “Devo dire che sono completamente d’accordo con questa decisione che trovo molto responsabile, considerando i fulmini e i fortissimi venti che si stavano abbattendo sull’area. Amiamo esibirci in Italia e l’ultima cosa che avremmo voluto accadesse è proprio dover essere costretti a non suonare. Ci dispiace moltissimo per tutti i nostri fan che erano venuti a vederci. Capiamo e condividiamo la loro frustrazione.

La band ha anche promesso di tornare in Italia l’anno prossimo e, se una cosa è certa, è che i Maiden ci regaleranno un concerto che varrà tutta questa attesa.