Live Report: Iron Savior + Airborn a Moncalieri (TO)

Di Giacomo Cerutti - 5 Marzo 2014 - 21:22
Live Report: Iron Savior + Airborn a Moncalieri (TO)

IRON SAVIOR + AIRBORN + ENERGY OF THE ELEMENTS + SOUL MASK
14/02/2014 @Audiodrome, Moncalieri (TO)
 


 

Serata di S. Valentino: migliaia di coppiette staranno cenando a lume di candela. O altro… Invece all’Audiodrome di Moncalieri (TO) i metallari sono richiamati dal profondo e incolmabile amore per la musica e in particolare per questo evento speciale, ovvero il grande ritorno dei mitici Iron Savior. Capitanati dall’inossidabile Piet Sielk, il quale può essere a buon diritto considerato uno dei padri fondatori del power metal, sono tornati nella nostra penisola dopo dieci anni di assenza per una tappa del tour promozionale a supporto del nuovo al titolo “Rise Of The Hero”, in uscita a fine febbraio. Ad accompagnarli per l’occasione, ben tre band del torinese.

 

Il calcio d’inizio spetta ai Soul Mask, band power/prog con all’attivo un paio di demo, il debut album “Ruins” (2004) ed un nuovo demo (“Shadows”) uscito l’anno scorso. Dalla nascita, targata 1999, il gruppo ha subìto molti cambi di line up senza tuttavia perdere la proverbiale grinta, assolutamente percepibile da sotto il palco. I riff e gli assoli sono molto frizzanti e talvolta aggressivi, seppur ammorbiditi dalle linee di basso; degno di nota il tastierista che sa imprimere ai brani velocità ma anche atmosfere psichedeliche. Il sound è ben strutturato e non eccede nel virtuosismo, il tutto sotto i colpi di piatti e pelli del povero batterista, sacrificato in un angolino, ma assolutamente in grado di farsi sentire! Il vocalist ha una buona presenza scenica ed un altrettanto buona capacità di interazione con il pubblico, così da riuscire a trascinare i presenti con facilità; di livello, d’altro canto, anche la sua prestazione vocale, pulita e bilanciata. La performance dei Soul Mask è stata più che positiva: con i pochi brani a disposizione, i torinesi si sono fatti onore raccogliendo meritati applausi.

 

La serata prosegue con gli Energy Of The Elements, fondati nel 2008 dai fratelli Balliano e con all’attivo, ad ora, solo il demo “Heavenly Force”. Quando parte l’intro i piemontesi prendono posizione sullo stage e, accolti calorosamente, esordiscono con “Time To Believe”. Anche questa giovane band segue il filone power metal dei mostri sacri, ma la loro creatività compositiva è evidente: dalle chitarre di Riccardo Balliano e Roberto Deblasio emergono riff incalzanti colorati da assoli veloci, mentre il basso di Emanuele Lepredoro emette forti vibrazioni. Pesantezza e melodia sono ben bilanciate, grazie soprattutto al talentuoso Gabriele Gilodi alla tastiera che arricchisce il sound con elementi sinfonici, classici e progressivi, creando fluide armonie ed orchestrazioni che si intersecano con le parti di chitarra. Alla batteria abbiamo poi lo scalpitante Marco Turco che conferisce quella marcia in più, mentre alla voce c’è il carismatico Fabrizio Balliano, decisamente vicino a Roberto Tiranti dei Labyrinth per stile ed estensione. Spettacolo notevole, quello degli Energy Of Elements, sempre energici e coinvolgenti; rimaniamo in attesa dell’uscita del futuro debut album.

Setlist:
Intro
Time To Believe
Episode intro D.I.
Message
Never
Abyss – Intro tastiera
The Rise Of The Sun

 

E’ il turno degli Airborn, band nata nel 1995, e il cui esordio su disco risale al 2001 con “Against The World”, il cui produttore fu niente di meno che Mr. Piet Sielk. Le luci si spengono e gli Airborn entrano in scena sulle note di “The Hero”, dando una scossa al pubblico visibilmente aumentato; anch’essi promuovono la loro nuova fatica (“Dark Future Rising” uscito a febbraio), e decidono di proporre i nuovi pezzi nella prima parte dello show, riscuotendo un buon successo. Le ritmiche e gli assoli di Alessio Perardi e Roberto Capucchio hanno un bel tiro e costituiscono l’anima di una buona combinazione di heavy/power, cui danno il proprio contributo anche Domenico Buratti al basso e Roberto Gaia alla batteria; lascia al contrario qualche perplessità di troppo il doppio ruolo di frontman e chitarrista del Perardi, decisamente più suo agio al microfono che non all’ascia. Nel prosieguo, riservato ai pezzi tratti dai vecchi album, il pubblico partecipa con entusiasmo fino al finale riservato a “Return To The Sky”, degno sigillo su un’esibizione complessivamente buona.

Setlist:
The Hero
Reign Of The Human Race
They Arise
Mess We’re In
King Of Fear
Heavy Metal Wars
Sword Of Justice
Bonecrusher
Return To The Sky

 

Signori e signore siamo giunti al piatto forte, la storia del power/metal sta per calcare il palco dell’Audiodrome e l’atmosfera è carica di tensione. Nel momento in cui gli Iron Savior entrano in scena, dalla platea si solleva un boato che esplode definitivamente sul riff dirompente di “Last Hero”: l’adrenalina è salita alle stelle, e l’impatto sonoro devastante, Piet Sielk e soci non si risparmiano e sparano un pezzo dopo l’altro come una scarica di proiettili. Le nuove canzoni sono vere e proprie bombe a mano e tra di esse vale la pena citare “Revenge Of The Bride” e “Burning Heart”; sulle loro note Piet e Joachim “Piesel” Küstner crivellano i presenti con riff micidiali ed assoli ad alto potenziale mentre Jan-Sören Eckert fa letteralmente tuonare il basso e Thomen Stauch viaggia sulla batteria come un carro armato distruggendo piatti e pelli. Piet nonostante grondi di sudore non sembra per niente affaticato e nemmeno la sua voce sembra risentirne, talmente potente e diretta da far tremare il locale, col supporto di Jan-Sören nei cori. Gli Iron Savior attingono da quasi tutta la discografia, eseguendo cannonate come “The Savior”, “Break The Curse” e “R.U. Ready”, senza prendere un attimo di pausa e affiancandosi spesso l’un l’altro sul palco, dimostrando forte sinergia. Verso la fine, senza far ricorso all’encore, il combo rincara la dose proponendo perle infuocate come “Heavy Metal Never Dies”, volutamente prolungata per far cantare il pubblico, “Coming Home”,  la doppietta “Iron Savior / Watcher In The Sky” e la terremotante “Atlantis Falling”. Il finale è tutto per un omaggio all’Heavy Metal, con la priestiana “Breaking The Law”a scatenare il pogo; termina così un concerto eccezionale, sia a livello scenico che esecutivo, con gli Iron Savior che possono finalmente ritirarsi a testa alta dopo i prolungati saluti del pubblico.

Setlist:
Last Hero
Starlight
The Savior
Revenge Of The Bride
Break The Curse
Burning Heart
Mind Over Matter
Hall Of The Hero
R.U. Ready
Condition Red
I’ve Been To Hell
Heavy Metal Never Dies
Coming Home
Iron Savior / Watcher In The Sky
Atlantis Falling
Breaking The Law (Judas Priest)

Live Report a cura di Giacomo Cerutti