Live Report: Ivory Moon + Lunocode + Blind Horizon a Roma
IVORY MOON – LUNOCODE – BLIND HORIZON
Jailbreak di Roma, 7 dicembre 2012
La serata organizzata da Spider Rock (www.spiderrockpromotion.it) al Jailbreak di Roma per il 7 dicembre è un ricco appuntamento che prevede ben tre gruppi italiani, con la punta di diamante rappresentata dagli Ivory Moon, ottima power band che proprio stasera presenta il nuovo album, “Dark Time”.
Live Report e foto a cura di Antonello Consalvo
Iniziano alle 21.45 i Blind Horizon, classica line-up composta da basso, chitarra ritmica, chitarra solista, batteria e vocalist dedicato. Lunghi e virtuosi riff pesanti, polifonie di sapore Iron Maiden e growl mescolato al cantato “melodico” del vocalist Lorenzo Di Mattia, tutto quanto condito da un nutrito headbanging e look fantasioso, a cavallo tra doom, metal e rock. I Blind Horizon sono Lorenzo Di Mattia (Voce), Luca Fois e Ambra Deagostini (chitarra), Federico Ferranti (Basso) e Marco Scafidi (batteria), un gruppo di musicisti che per 30 minuti intensi e tirati ci delizia con brani dal sapore originale seppur strettamente nel genere. I Blind Horizon chiudono a sorpresa con la loro “Parallax”, dall’inizio melodico e dall’inatteso sviluppo doom, presente nel loro EP “Dissociated Knowledge”.
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I Lunocode, formati nel 2004 in Umbria, iniziano pochi minuti dopo le 22.30. Risuonano i primi colpi di batteria, look gothic e sobrio per la band composta dalla vocalist Daphne Romano, Francesco Rossi al basso, Paride Mazzoni e Giordano Boncompagni alle chitarre e Perseo Mazzoni alla batteria, il tutto cantanto in lingua inglese. Influenze progressive, arpeggi e polifonie di chitarra, si modellano lungo armonie delicate ed espressive, in cui echi orientali e medievali arricchiscono composizioni di durata certamente coraggiosa e non radiofonica, pur mantenendo i pezzi diretti e facilmente ascoltabili nella loro apparente semplicità. Un grande contributo deriva dalla preparata vocalist Daphne, che porta con sè carisma e notevole presenza scenica, oltre a spaziare con esperta facilità tra i generi. Gradevoli i contro tempi del preparato drummer.
Uno degli ultimi brani in programma è una ballata di sapore medievale, che forse è il brano meno incisivo della scaletta scelta per stasera, nonostante il gradevole riff finale che si sviluppa in giri ipnotici e che comunque merita un applauso, se non altro, per l’audace scelta di portare un brano acustico tra pezzi elettrici. Alle 23.00 passate, Daphne e la band annunciano gli ultimi due pezzi e chiudono con il piatto forte costituito dalla bella “Indifference”, canzone ricca di ritmi dispari ed armonie oscure.
Nel complesso accattivanti e con buoni contenuti nelle melodie e nei testi.
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All’alba delle 23.30 siamo pronti per gli headliners Ivory Moon, sette elementi che stasera presentano il loro terzo album, figlio di 12 densi anni di attività che hanno visto, a dire della stessa band, una intensa maturazione professionale. La voce sinfonica di Gabriella, intrecciata a quella tenorile di Sandro confermano fin dalle primissime battute del pezzo di attacco, “Heroes”, lo spessore della band romana. Qualche aggiustamento di fonia e partono i muri di “New Horizons”, brano dalla travolgente energia che è parte dell’album “Dark Time”, uscito il 1 ottobre 2012, che stasera riceve il crisma ufficiale della presentazione proprio tra le mura del ‘nostro’ romano Jailbreak.
“Darkness”, veloce e ricco di intrecci polifonici, é di sicuro un pezzo dalle spalle forti, di quelli che riconosci al volo. Qualche parola di presentazione precede l’intensa “Endless” che mette alla prova le capacità compositive e di arrangiamento della band, nonché le estese capacità vocali di Gabriella e Sandro, front dalla presenza decisa. Una nota di merito ai preziosi assolo di chitarra elaborati da Fabrizio e Davide ed ai ceselli del tastierista Filippo che strappano un convinto applauso dal pubblico prensente. Dal precedente album “Human Nature” ci gustiamo “Overflow”, dal testo suggestivo di decadenti emozioni. Nota di lode alla sezione ritmica della band che snoda un tappeto a guidare solidamente le evoluzioni liriche e strumentali delle parti melodiche. “Apocalisse” ci regala un complesso tempo staccato a sostegno della voce piena di Sandro. Gabriella scala vette liriche nella seconda parte del brano, prima di intrecciare un corposo duetto con Sandro.
Tempo di “Wasted Time”, episodio dai netti stacchi ritmici e dalla chiusura brusca che prelude alla cover “Phantom of The Opera”, vero banco di prova del virtuosismo tecnico di tutta la band. E quando gli Ivory Moon si lanciano in…“In The Deep Forest”, Gabriella si siede sulle tavole del palco e ci porta per qualche secondo indietro di mille anni prima che la band attacchi il sound contemporaneo a cornice della voce di Sandro: dietro, giro su giro armonico tra chitarre e tastiere.
“The Merchant of Venice” è il pezzo prescelto da “Dark Time” per chiudere la serata, e ci sorge spontaneo il pensiero che i tempi saranno sí oscuri, ma almeno un album di questo spessore, pieno veramente del meglio tra generi attuali, è una luce che in questa mezzanotte romana si vede eccome.
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