Live Report: Jeff Scott Soto a Milano

Di Stefano Burini - 6 Maggio 2013 - 9:00
Live Report: Jeff Scott Soto a Milano

Jeff Scott Soto + Metrum + Thunderage

29/04/2013 @Blue Rose Saloon, Bresso (MI)

 

 

 

Giunto in quel di Bresso attorno alle 19 e 40, trovo il locale ancora chiuso, con i rumori del soundcheck che invadono l’atmosfera nelle immediate vicinanze. Dopo una breve attesa il cancelletto viene finalmente aperto e il pubblico assiepato all’esterno ha la possibilità di riversarsi all’interno in attesa dell’inizio dello show dei milanesi Thunderage, opening act della serata.

 

Il locale è piuttosto intimo ma molto accogliente e, mentre i baristi iniziano a spillare le prime medie di birra, i Thunderage provano a scaldare a dovere il pubblico. La formazione meneghina, composta da Paolo Muzzi alla voce, Stefano Galbiati e Daniele Colombo alle chitarre, Luca Iraci al basso e Alessandro alla batteria, propone un hard ‘n’ heavy robusto e scorrevole imperniato sul formidabile guitar work della coppia di asce, sulla potenza e sulla precisione di una sezione ritmica di alto livello e, last but not least, sull’ottimo vocalismo di Muzzi. L’intro e la successiva “No More Than Me/Too Many Of Us” colpiscono duro e mettono in mostra un’attitudine notevole, mentre “Thunderage” è un vero e proprio inno hard ‘n’heavy come andava per la maggiore venticinque anni or sono: orecchiabile, veloce e trascinante. Le successive canzoni, con il loro hard rock spinto e le chitarre roventi, continuano sulla falsariga di quanto appena ascoltato senza mollare di un millimetro in termini di resa e andando a suggellare come meglio non si poteva la bella prestazione dei milanesi.
 

Setlist

01.Intro
02. No More Than Me/Too Many Of Us/Too Many Of Us
03. Thunderage
04. Shining Darkness
05. Sliding Doors
06 The Strange Case

Con i Metrum la musica cambia e anche di parecchio. Gli austriaci si mostrano decisamente piu “alternativi” dei loro predecessori in quanto a sonorità ed attitudine; dunque meno melodia, chitarre spesso e volentieri dissonanti, ritmiche cadenzate e vocals piu scure ed aggressive, talora al limite del growl. Non per questo la canzoni, in bilico tra alternative rock/metal e qualche velleità progressiva, si dimostrano meno interessanti di quelle dei Thunderage, proponendo, anzi, svariati spunti positivi grazie al loro spaziare tra parti acustiche alternate a sfuriate più elettriche, alle particolari, ma decisamente riuscite, linee vocali ad opera di Alex e all’innata simpatia dei tre sorridenti viennesi. C’è un po’ di tutto nel sound dei Metrum, compreso qualche accenno di funk, ma il retrogusto rock (anche abbastanza spinto) non viene mai meno e rimane in ogni caso lodevole la loro capacità di mescolare il tutto con abilità senza mai perdere la bussola. Una piacevolissima sorpresa.
 

Setlist

01. You Know
02. Broken
03. Precious
04. Perfect Remedy
05. Fail
06. Not
07. Insane
08. Ditch
 

 

 

Tra l’esibizione dei Metrum e quella del cantante americano, passa un discreto lasso di tempo, tanto che, causa inconvenienti di viaggio, bisogna attendere oltre le 22 30 per veder arrivare il tour bus con al suo interno Jeff e la band. Qualche decina di minuti per riprendersi dalla lunga tirata e, quasi incuranti della fatica e della tarda ora, Soto e compagnia, zompano sul palco dopo un breve soundcheck e le scuse di rito, pronti a ripagare il caloroso pubblico della lunga attesa. Lo show di JSS si apre con l’esplosova “Take U Down”, dal riffing letale; la successiva “21st Century” fa un po’ Def Leppard, mostrando un Soto in forma mondiale sia dal punto di vista vocale che attitudinale, mentre “Damage Control” assume i toni di una semiballata in spettacolare crescendo. “One Love”, estratta dal repertorio targato W.E.T., strappa applausi e consensi ma la successiva “Look Inside Yout Heart” non è da meno. Con “Soul Divine” l’Hard rock scatenato e vagamente led clone di fine anni ’80 torna grande protagonista, mentre “Tears That I Cry” è un bell’AOR melodico e decisamente vitaminizzato. “Broken Man”, praticamente per sola voce, fa sognare ad occhi aperti con un Soto assolutamente da paura e gli ottimi controcanti di BJ. Si torna a pestare con del metal decisamente piu moderno su “Afraid To Die”: chitarre basse e compatte, vocals piu nervose e grande spazio alle due chitarre. Altro grande classico del Soto solista con la bellissima “Eyes Of Love”, dall’album “Prism”, uscito nel 2002. Segue un intermezzo strumetale, “Risk” con Jorge Salan in evidenza e, in generale, con tutti e quattro gli strumentisti a dare ulteriore prova di bravura. Non potevano mancare degli estratti dagli album dei Talisman ed è così che prende forma un  torrenziale medley composto, tra le altre, da “Break Your Chains”, “Day By Day”. “Give Me A Sign”, “Dangerous” e “Just Between Us”. Seguono “I’ll Be Waiting”, intrecciata all’ozzyana “Shot In The Dark”, e un divertente assolo di batteria da parte del simpatico Edu, con la setlist “ufficiale” che si chiude sulle note della spettacolare “Livin’ The Life”, con tanto di siparietti assortiti tra il grande cantante americano e i suoi strumentitsti, improvvisatisi vocalist per l’occasione (peraltro con risultati più che buoni). Ovvio l’encore con la richiestissima “Stand Up”, composta anch’essa, come “Livin’ The Life” per la colonna sonora del film “Rockstar”, ma la vera sopresa è il mezzo minuto a cappella dedicato da tutta la band al pubblico, con una riproprosizione per sole voci di “Community Property” degli Steel Panther.

Setlist

01. Take U Down

02. 21st Century
03. Damage Control
04. One Love (W.E.T.)
05. Look Inside Your Heart
06. Soul Divine
07. Tears That I Cry
08. Broken Man
09. Afraid To Die
10. Eyes Of Love
11. Risk (Jorge Salán)
12. Talisman Medley (Break Your Chains/Day By Day/Give Me A Sign/Dangerous Just Between Us/Mysterious/Frozen/Crazy)
13. I’ll Be Waiting/Shot In The Dark (Ozzy)/I’ll Be Waiting
14. Livin’ The Life (Steel Dragon)
15. Edu Cominato Drum Solo Medley (Run To The Hills/We’re Not Gonna Take it/I Love It Loud/We Will Rock You)
16. Stand Up (Steel Dragon)
17. Community Property (Steel Panther) a cappella

Una grande serata a base di Rock con la R maiuscola, ben riuscita nonostante gli intoppi “logistici” cui si accennava poco sopra, e ulteriormente valorizzata da due band di supporto diverissime tra loro ma entrambe di buon livello. Lunga vita Jeff Scott Soto e a tutti i rocker di razza come lui: le emozioni che sono in grado di regalare artisti di questo livello non sono cosa da tutti e questa serata ne é stata ulteriore testimonianza.


Live Report a cura di Stefano Burini, fotografie a cura di Stefano Catalani.