Live Report – Karnivool + Monuments
INTRODUZIONE ETNOGRAFICA
Non sono un fan di lunga data dei Karnivool. Li ho scoperti per caso lo scorso autunno ma sentendo Sounds awake ho subito una autentica folgorazione. Ragion per cui ho approfittato della loro tournée europea in onore dei 10 anni di Themata per vederli dal vivo e magri sentirmi in presa diretta un bel po‘ del primo disco. Poi si aggiunga che il setting del concerto, l’Akropolis, dista buoni 30 metri da casa mia, quindi posso andarci senza portarmi dietro il cappotto anche a gennaio. Quindi why not?
Permane il fatto che il leggendario Akropolis è un luogo impervio. Due minisale – e ci si perde tra i corridoi per andare dall’una all’altra, finendo puntualmente ai cessi – a cui se ne aggiunge una più grande che ai concerti è comunque straripante di fauna. Se vengono, dico a caso, gli Anathema, dopo 10 minuti di show ti trovi già bello pressurizzato contro le uscite posteriori, che sono uscite di sicurezza. Ti sposti tre millimetri nella direzione sbagliata e ti ritrovi nell’androne dove viene normalmente esibito il merchandising.
MONUMENTS
Ad ogni modo il pienone non c’è e nonostante i miei canonici 5 minuti di ritardo scendo le scale e mi catapulto tra le prime file per assistere all’opening act. I Monuments. Li avevo già visti durante la mia ultima fatale andata a Bratislava, dove aprivano per i Protest the hero. Andata sì fatale che alla fine non scrissi un report, ma tant‘è. Venendo alla musica, i Monuments sono una proposta tutto sommato anonima, che mischia nu-metal stile Korn a certo metalcore leggero leggero, con un occhio (presbiope) al prog. Rispetto alla data slovacca comunque li ho trovati più in forma, soprattutto con sound system più orientato alla loro musica. Indipendentemente dal fatto che questa musica alle mie orecchie sia accattivante quanto una sachertorte per un diabetico, la band ci mette impegno, offrendo alla plebe una prestazione energica ed intensa. In virtù del sound system di cui prima io stesso apprezzo un po‘ di più le varie canzoni. Il pubblico percepisce, il pubblico si diverte, la band si diverte col pubblico. Applausi per tutti e una volta tanto, un opening act che fa la sua porca figura e non il riempitivo.
KARNIVOOL
Dopo la rituale mezz’ora di pausa è la volta degli australiani. Atmosfera subito a mille,con la band che si avventura nella riproposizione di alcuni brani da Themata. Con incredibile apprezzamento del pubblico, giunto anche da oltreconfine (a orecchio Ungheria e Germania). Il pubblico canta,il pubblico si muove. Ma tutto questo è nulla dato che i nostri presentano il tour come una retrospettiva su tutti e tre i dischi. Dopo quattro pezzi dall’opera prima infatti scatta la violenza non appena i cinque attaccano Goliath. Ancora più partecipazione, ancora più frenesia, con uno stampellato che si trova issato sul pubblico a far stage diving. Tutta la sezione dedicata a Sounds Awake prosegue a livelli simili, il che mi lascia basito. I cechi ai concerti me li son sempre ricordati con gli occhi intenti a studiar le piastrelle, un leggero moto ritmico del capo il massimo segno di partecipazione. Questi invece si muovono come assatanati, ma soprattutto cantano tutte le canzoni e non cannano una parola. E si prosegue similmente su All I know o Deadman.
Ed è in questo frangente che si insinua il vago sospetto che i Karnivool siano per la Repubblica Ceca qualcosa di molto prossimo a quello che gli Anathema sono per l’Italia. Una band che suona in luoghi di media grandezza ma piena di fan abbestia che cantano e si dimenano durante tutto il concerto. In tal senso New day è il vertice assoluto. E in tutto questo non ci sono vichinghi che si dimenano come ossessi fratturando giunture varie a chi sta loro vicino. Per non parlare del fatto che, una volta tanto, non ho pertiche di un metro e novantacinque innanzi a me a rendere arduo il mio fotografare.
Nel bis vengono eseguiti i pezzi di Asymmetry, a me sinora ignoto. Mi bastano però per capire che quanto detto in recensione è vero. Un disco più freddo e manierato rispetto ai primi due. Poco importa, perché il pubblico apprezza comunque. Il che, al di là di una prestazione immensa da parte degli australiani e soprattutto di Ian Kenny, fa di questa serata all’Akropolis uno dei migliori live cui ho avuto modo di partecipare in questi quattro anni in Repubblica Ceca.
Applausi ai Karnivool, applausi al pubblico dell’Akropolis.
Setlist
Intro
C.O.T.E.
Shutterspeed
Roquefort
Themata
Goliath
Set Fire to the Hive
All I Know
Deadman
New Day
Asymmetry
We Are
The Refusal
Aeons
Alpha Omega